Santa Viborada, rimasta orfana si ritirò come solitaria in una cella presso la chiesa di S. Giorgio dove, con preghiere ed esercizi ascetici, si preparò alla vita di reclusa (pratica di ascetismo femminile che continuava, nell’ambiente occidentale, la vita eremitica dei primi secoli, di solito vicino a delle comunità monastiche, dalle quali ricevevano un po’ di cibo e assistenza spirituale). Visse in questa condizione dieci anni, dedita alla preghiera e all’ascetismo ed, essendo dotata del dono della profezia, dispensando molti consigli. Viborada fu uccisa dai Magiari (o Ungari) che compirono devastanti e periodiche incursioni in quella zona, il 2 maggio 926.
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