Anna Rosa Gattorno, religiosa

Una vera grande grazia per la Chiesa di Genova

Card. DIONIGI TETTAMANZI

Arcivescovo di Genova

La Chiesa di Genova, insieme alle Chiese sorelle di Piacenza e di Roma, è nella gioia spirituale ritenendosi, ancora una volta, benedetta da Dio e fecondata dal suo Spirito: il Santo Padre, infatti, domenica 9 aprile proclama beata la Madre Rosa Gattorno, nata e cresciuta a Genova, e qui vissuta per 35 anni, prima di passare a Piacenza e concludere la sua vita terrena a Roma. Come ha scritto il Papa nella sua lettera di preparazione al Grande Giubileo: «Le canonizzazioni e le beatificazioni… manifestano la vivacità delle Chiese locali. Il più grande omaggio, che tutte le Chiese renderanno a Cristo alla soglia del terzo millennio, sarà la dimostrazione dell’onnipotente presenza del Redentore mediante i frutti di fede, di speranza e di carità in uomini e donne di tante lingue e razze, che hanno seguito Cristo nelle varie forme della vocazione cristiana» (Tertio Millennio adveniente, 37).

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Anna Schäffer, laica, (1882-1925)

La sofferenza che alimenta l’amore

GEORG FRANZ X. SCHWAIGER – Vicario del Duomo di Regensburg

Anna Schäffer nacque il 18 febbraio 1882 nel villaggio di Mindelstetten (fra Ingolstadt e Regensburg), in Baviera. Suo padre era un falegname. Sebbene la famiglia vivesse in condizioni modeste, Anna crebbe sana e forte. Fu silenziosa fin da piccola; l’educazione materna le instillò la devozione e l’amore verso Dio. In seguito, negli anni della malattia, la madre si sarebbe presa cura di lei. Anna Schäffer non spiccava particolarmente fra i bambini del villaggio. Piuttosto insolito è però il fatto che all’età di dodici anni, il giorno della sua prima comunione, si offrì al Signore.

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Beata Maria Elisabeth Hesselblad, vergine

Fondatrice dell’Ordine del Santissimo Salvatore di santa Brigida

 

«Indicami dov’è l’unico ovile»

Nacque in Svezia, il 4 giugno 1870, quinta di tredici figli. Di religione luterana, a 18 anni emigrò in America per aiutare economicamente la sua famiglia. Qui visse lunghi anni (1888-1904) solerte infermiera nel grande ospedale Roosvelt di New York, dove a, contatto con la sofferenza e la malattia affinò la sua sensibilità umana e spirituale conformandola a quella della sua compatriota Santa Brigida. Fin dall’adolescenza il suo anelito fu la ricerca dell’Unico Ovile.

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Beato Arcangelo Tadini, presbitero

fondatore delle Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth

Usò la forza della preghiera contro ogni sfruttamento

di GIULIO SANGUINETI – Vescovo di Brescia

La difesa della Chiesa e del mondo cattolico e del Papato nei confronti dello Stato apertamente anticlericale e sostanzialmente avverso alle masse contadine ed operaie sono alcune note del contesto ecclesiale e sociale che caratterizzano la seconda parte del secolo scorso dentro il quale ha vissuto il sacerdote Arcangelo Tadini. Nasce a Verolanuova, nella bassa bresciana, il 12 ottobre 1846. Dalla famiglia e dall’ambiente impregnato di forte religiosità e di patriottismo ha acquistato la vigorosa sensibilità verso le condizioni di vita degli umili e degli oppressi. Arcangelo Tadini, con il discernimento frutto della profonda preghiera e dello studio, intravede prospettive di intervento a favore della sua gente. Pastore nella parrocchia di Botticino Sera fu parroco attivissimo. Diceva che «la preghiera è la forza di Dio».

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Beato Edmondo Bojanowski e il suo messaggio per i fedeli

Nella vita di Bojanowski emerge in modo eminente l’apostolato e l’impegno sociale in favore dei contadini

di ZENON GROCHOLEWSKI

Non è intenzione della Chiesa elevare agli onori dell’altare tutti coloro, la vita dei quali si è distinta per la santità, ma con le beatificazioni e canonizzazioni essa intende mettere in luce i personaggi, la cui vita abbia la dimensione di un esempio particolarmente attuale ed è uno specifico messaggio per l’uomo contemporaneo. In che senso Edmondo Bojanowski è un tale messaggio? Che cosa egli ha da dire ai cattolici d’oggi? Vorrei sottolineare uno degli elementi, che rendono la vita e l’attività di Bojanowski un attuale invito e costringono i credenti in Cristo all’esame di coscienza, ossia il suo apostolato da laico. Prima però ritengo opportuno delineare brevemente la sua figura.

 

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Il beato Gaetano Catanoso fondatore delle suore Veroniche del Volto Santo.

Immagine del Buon Pastore nel mondo contemporaneo

Il beato Gaetano Catanoso fondatore delle suore Veroniche del Volto Santo

ANTONIO MAURO Arcivescovo titolare di Tagaste
Il padre Gaetano Catanoso, apparso sulla scena di questo mondo nella borgata montana di Chorio appartenente alla Chiesa reggina il 14 febbraio 1879, lasciò questa terra per il cielo il 4 aprile 1963. La sua figura si potrebbe presentare all’occhio di un osservatore profano e superficiale come una delle tante figure di pastori d’anime che si sono, sì, sforzati di adempiere con abnegazione e costanza il loro mandato di salvamento, ma che tuttavia non si sono affatto discostati dagli schemi consueti dell’attività pastorale. La realtà è invece ben altra!

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Ceferino Giménez Malla martire

L’OSSERVATORE ROMANO Domenica 4 Maggio 1997

Il messaggio dei Vescovi spagnoli

Dal suo sacrificio un invito alla solidarietà e alla tolleranza

La beatificazione è l’occasione propizia per rendere grazie a Dio per la figura di Ceferino Giménez. La sua vita e il suo martirio sono un dono per tutta la Chiesa e soprattutto per i membri del popolo zingaro. L’infinita bontà e misericordia di Dio, rivelate pienamente in Gesù Cristo, si sono riflesse nella persona di Ceferino e, attraverso di lui, illuminano la cultura del popolo del quale era membro.

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Beato Edward Joannes Maria Poppe, presbitero

Una vita sacerdotale fondata su contemplazione e azione

FERNAND VAN DE VELDEPostulatore

 La breve vita (1890-1924) di questo «prete di fuoco» fu interamente uniformata al programma di vita scritto sull’immagine-ricordo della sua ordinazione, il 1° maggio 1916: «Il sacerdote è un altro Cristo». Egli aveva scelto, come «Magna Charta» della sua vita sacerdotale, il discorso d’addio di Cristo nel Vangelo di Giovanni, del quale due frasi gli erano particolarmente care: 1. «Restate in Me come Io in voi, perché senza di Me non potete far niente» (Gv XV, 4-5). 2. «In verità, in verità vi dico: colui che crede in Me compirà anche lui le opere che Io faccio. Sì, egli ne compirà di più grandi perché Io vado al Padre» (Gv XIV, l 2). Queste parole sono sempre rimaste le garanti della straordinaria interdipendenza e del meraviglioso programma di contemplazione e di azione nella sua vita sacerdotale.

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Enrico Rebuschini, dei Chierici Regolari dei Ministri degli Infermi.

L’OSSERVATORE ROMANO Domenica 4 Maggio 1997

Una vita spesa al servizio dei malati

di Domenico Casera

Enrico Rebuschini è nato il 28 aprile 1860 a Gravedona, ridente e storica borgata sul Lago di Como.

Conseguì il diploma di ragioniere con ottime votazioni; si occupò come impiegato nell’industria serica del cognato a Crema. Aveva professionalmente l’avvenire assicurato. L’accordo con il cognato era ottimo. Ma egli sentiva che non era quella la sua strada. Non era tagliato per gli affari. Altri al suo posto avrebbero fatto molto meglio di lui, e si congedò dopo due anni, con una lettera sofferta e leale al datore di lavoro. È a questo punto che il papà lo lasciò libero di farsi sacerdote.

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Faustino Míguez, presbitero

L’OSSERVATORE ROMANO, Domenica 25 Ottobre 1998

Una pedagogia «semplice» per diffondere il Vangelo

Faustino Míguez, presbitero, fondatore delle Calasanziane dette «della Divina Pastora»

di JULIA GARCÍA MONGE – Superiora Generale

I santi ci hanno sempre rivelato le necessità più profonde del cuore umano, ci hanno mostrato l’essenziale e come si giunge al fondo delle cose senza perdersi nella complessità delle idee e dei programmi. Sono uomini e donne che nella semplicità della loro vita ci lasciano percepire la fede e la speranza che dimora in essi. Più che offrirci grandi riflessioni teoriche, ci rendono presente Dio e creano spazi affinché quanti li circondano possano parlare con il loro Signore «come un amico parla con un altro amico».

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