B. ANNA DEGLI ANGELI MONTEAGUDO (1600-1686)

I testi del processo canonico affermano che la “Beata stava ordinariamente occupata nell’orazione e in opere di misericordia; e che quando usciva dal coro dopo aver udito messe o uffici divini, andava in cella e si metteva a recitare il rosario in ginocchio”. Nel suo appartamento trascorreva pure molte ore della notte in meditazioni, penitenze e pie letture stando seduta o prostrata davanti al piccolo altare che vi era stato eretto. Dava così sfogo alla grande devozione che nutriva per la SS. Trinità, l’Immacolato Concepimento di Maria, il Verbo incarnato, e soprattutto per due santi agostiniani: S. Nicola da Tolentino (+1305), di cui aveva letto la vita e se ne era innamorata, e di S. Tommaso da Villanova (+1555), arcivescovo di Valenza, di cui per molto tempo aveva ignorato la parentela che lo legava a suo padre.

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SUL SACRAMENTO DELLA CONFERMAZIONE

Di Papa Paolo VI. Il Rito della Confermazione. I Importanza della Confermazione. II Uffici e ministeri nella celebrazione della Confermazione.  III Celebrazione del Sacramento. IV Adattamenti di competenza delle Conferenze Episcopali. V Adattamenti che competono al ministro. VI Cose da prepararsi. (altro…)

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Libro III – Cap. 15 La restaurazione in Europa

Prof. A. Torresani. 15. 1  La Francia da Luigi XVIII a Carlo X – 15. 2  La fine dell’esperimento liberale spagnolo – 15. 3  I decabristi in Russia – 15. 4  L’indipendenza della Grecia – 15. 5  La situazione tedesca – 15. 6 L’impero asburgico – 15. 7  Cronologia essenziale – 15. 8  Il documento storico – 15. 9  In biblioteca.
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B. ALESSIA LE CLERC (1576-1622)

Per liberarsi dalle attrattive del mondo che continuavano a tiranneggiarla, in occasione di una festa lo fece chiamare perché la confessasse, ma il Santo ”non ne ebbe la comodità”. La Beata perdette allora la poca devozione che aveva, ma Dio non cessò di correrle dietro. Per tre domeniche, durante la Messa solenne, le fece udire il suono di un tamburo che le rapiva i sensi. La terza domenica le fece vedere per aria un demonio che batteva quel tamburo e una schiera di giovani che lo seguivano con grande allegrezza. Atterrita da quella visione, confessa Alessia: “Io risolvei in quello stesso momento di non appartenere più a quella società, e di fare, d’allora in poi, ciò che avrei saputo essere più gradito a Dio quand’anche ne avessi a morire”. Dopo simile proposito attesta ancora la Beata: “Mi sembrò che mi fosse tolto tutto ciò che era nel mio intimo, e vi fosse collocato un altro spirito”.

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Perchè si studia la storia della filosofia (18)

Di Antonio Livi  Tratto da “Dal senso comune alla dialettica. Una storia della filosofia”, Casa editrice Leonardo da Vinci, Roma 2004-2005. Capitolo Settimo (IV) FILOSOFIA CRISTIANA, MUSULMANA ED EBRAICA DAGLI INIZI DEL MEDIOEVO AL SECOLO XII. 4. Il pensiero islamico. Averroè. 5. Il pensiero ebraico.

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S. SEVERINO ABATE (+ 482)

Un giorno egli uscì improvvisamente dal suo modesto ritiro, e percorse le vie del villaggio per chiamare alla chiesa i chierici e i laici. Con accenti misti a umiltà e a convinzione disse agli uditori che erano minacciati da un imminente pericolo: “I barbari sono molto vicini; chiudete le porte della città; mettetevi in stato di difesa e soprattutto pregate, fate penitenza”. Il popolo non prestò ascolto alle ispirate parole dell’eremita. I sacerdoti stessi non si mostrarono disposti a prendere sul serio le proposte dello sconosciuto che si atteggiava a profeta. In preda ad una giusta indignazione, Severino lasciò la chiesa, ritornò presso il suo ospite e gli predisse il giorno e l’ora del disastro. Poi, allontanandosi, dichiarò: “Per parte mia, abbandono questa città ostinata e votata ad una prossima distruzione”.
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