B. ANNA DEGLI ANGELI MONTEAGUDO (1600-1686)
I testi del processo canonico affermano che la “Beata stava ordinariamente occupata nell’orazione e in opere di misericordia; e che quando usciva dal coro dopo aver udito messe o uffici divini, andava in cella e si metteva a recitare il rosario in ginocchio”. Nel suo appartamento trascorreva pure molte ore della notte in meditazioni, penitenze e pie letture stando seduta o prostrata davanti al piccolo altare che vi era stato eretto. Dava così sfogo alla grande devozione che nutriva per la SS. Trinità, l’Immacolato Concepimento di Maria, il Verbo incarnato, e soprattutto per due santi agostiniani: S. Nicola da Tolentino (+1305), di cui aveva letto la vita e se ne era innamorata, e di S. Tommaso da Villanova (+1555), arcivescovo di Valenza, di cui per molto tempo aveva ignorato la parentela che lo legava a suo padre.