Nei sudditi il Beato non tollerava volontarie trasgressioni alla regola. Era risoluto e costante nel punirle. Particolarmente esigente si mostrava con coloro che violavano il silenzio, ma mentre imponeva penitenze sapeva consolare. Grande importanza attribuiva pure all’osservanza scrupolosa della povertà religiosa. In cella egli non disponeva che di un piccolo tavolo, una sedia di paglia, un catino per la toeletta, una minuscola tela raffigurante l'”Ecce homo”, una croce di legno in capo al letto, il breviario e i quaresimali da lui scritti. Non voleva che le offerte dei benefattori del convento fossero superiori alle quotidiane necessità dei religiosi. Soleva dire: “Non è vero povero chi non vuole sentire l’incomodo della povertà, né sopportare la mancanza delle cose necessarie”.
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