Perchè si studia la storia della filosofia (Cap. IX)

LA RISCOPERTA DI ARISTOTELE NEL XIII SECOLO E TOMMASO D’AQUINO (III)
Di Antonio Livi Tratto da “Dal senso comune alla dialettica. Una storia della filosofia”, Casa editrice Leonardo da Vinci, Roma 2004-2005. CAPITOLO NONO. LA RISCOPERTA DI ARISTOTELE NEL XIII SECOLO E TOMMASO D’AQUINO. 5. Tommaso d’Aquino. Vita e opere.

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S. ANTONIO D’EGITTO (251-356)

L’eremita benché rifuggisse dal frequentare gli uomini, a poco a poco non disdegnò di ricevere quanti accorrevano a lui. C’era chi veniva a chiedergli miracoli, ma c’era pure chi voleva mettersi sotto la sua guida per imitarlo in quel genere di vita. Quando verso il 305 egli si decise ad aprire il suo ritiro, le vicinanze del castello si popolarono di eremiti, che periodicamente ammaestrava nella perfetta carità, nel distacco dai beni terreni e nella preghiera più con l’esempio che con la parola. Fu suo discepolo anche S. Ilarione ( + 371) fondatore della vita monastica in Palestina, di cui S. Girolamo ha scritto la vita.

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La dottrina sociale della chiesa nella formazione sacerdotale(2)

CONGREGAZIONE PER L’EDUCAZIONE CATTOLICA, Documento In questi ultimi decenni. Orientamenti per lo studio e l’insegnamento della dottrina sociale della chiesa nella formazione sacerdotale, 30 dicembre 1988: OR 28.6.1989, inserto tabloid.
I. NATURA DELLA DOTTRINA SOCIALE Elementi costitutivi della dottrina sociale. Autonomia della dottrina sociale. Natura teologica. Triplice dimensione della dottrina sociale. Metodologia della dottrina sociale. Il metodo del discernimento. Teologia e filosofia. Scienze positive. Evoluzione della dottrina sociale. Continuità e sviluppo. Il compito e il diritto ad insegnare. II. DIMENSIONE STORICA DELLA DOTTRINA SOCIALE.

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Perchè si studia la storia della filosofia (Cap.IX)

LA RISCOPERTA DI ARISTOTELE NEL XIII SECOLO E  TOMMASO D’AQUINO (II)
Di Antonio Livi  Tratto da “Dal senso comune alla dialettica. Una storia della filosofia”, Casa editrice Leonardo da Vinci, Roma 2004-2005. CAPITOLO
NONO. LA RISCOPERTA DI ARISTOTELE NEL XIII SECOLO E  TOMMASO D’AQUINO.
2. La filosofia francescana: Bonaventura da Bagnoregio. 3. La visione francescana della scienza: Ruggero Bacone. 4. La visione domenicana della
scienza: Alberto di Colonia

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S. MARCELLO I (+309)

Eletto papa dal clero romano, Marcello trovò la Chiesa ridotta ad un ammasso di rovine fumanti. Tutto era da restaurare e riorganizzare. Il Liber Pontificalis gli attribuisce la divisione della città in venticinque titoli (quasi parrocchie) per la preparazione dei catecumeni al battesimo e dei fedeli caduti alla penitenza per la cura dei sepolcri dei martiri, e in genere dei cimiteri cristiani. Il suo ricordo strettamente legato alla fondazione del cimitero di Novella, sulla via Salaria, presso le catacombe di Priscilla. Durante il suo pontificato un grandissimo numero di caduti chiese di essere riammesso nella Chiesa.

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Il Leone di Münster e Pio XII

  • Categoria dell'articolo:Apologetica

di Stefania Falasca. Il New York Times definì il vescovo von Galen «l’oppositore più ostinato del programma nazionalsocialista anticristiano». Il suo coraggio e le sue dure prediche contro Hitler, pronunciate dal pulpito del duomo di Münster, fecero il giro del mondo. E papa Pacelli gli scrisse per manifestare il suo pieno appoggio e la sua gratitudine

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Perchè si studia la storia della filosofia (cap. IX)

LA RISCOPERTA DI ARISTOTELE NEL XIII SECOLO E TOMMASO D’AQUINO (I)
Di Antonio Livi  Tratto da “Dal senso comune alla dialettica. Una storia della filosofia”, Casa editrice Leonardo da Vinci, Roma 2004-2005. CAPITOLO NONO. LA RISCOPERTA DI ARISTOTELE NEL XIII SECOLO E  TOMMASO D’AQUINO.  1. L’averroismo latino del XIII secolo: Sigieri di Brabante.

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NEL PRIMO CENTENARIO DELLA MORTE DI SAN GIOVANNI BOSCO.

Lettera di Giovanni Paolo II. S. Giovanni Bosco nei quasi 73 anni della sua vita fu testimone di profondi e complessi mutamenti politici, sociali e culturali: moti rivoluzionari, guerre ed esodo della popolazione dalle campagne verso le città, dal sud verso il nord: tutti fattori che incisero sulle condizioni di vita della gente, specialmente dei ceti più poveri. Di fronte a questa massa sradicata filantropi, educatori, ecclesiastici si sforzano di venire incontro ai nuovi bisogni. Emerge fra essi in Torino don Bosco per la sua chiara ispirazione cristiana, per l’iniziativa coraggiosa e per la diffusione rapida della sua opera in cui si sente quasi guidato per mano dal Signore e dall’intervento materno della Vergine Maria.

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I PROTOMARTIRI FRANCESCANI BERARDO, PIETRO, ACCURSIO, ADIUTO, OTTONE (+1220)

I cinque missionari s’imbarcarono con Don Pietro Fernando, infante di Portogallo, fratello di Alfonso II, bramoso di conoscere la corte di Miramolino. Fin dal loro arrivo, Berardo, che conosceva la lingua del paese, si mise subito a predicare le verità della fede davanti al re al quale aveva chiesto udienza, a impugnare Maometto e il Corano, il libro sacro dei musulmani, che comprende l’insieme delle rivelazioni che in “chiara lingua araba” il profeta afferma di aver ricevuto da Allah (Dio), tramite l’arcangelo Gabriele. Miramolino si contentò di farli cacciare fuori della città, con l’ordine che fossero rimandati nelle terre dei cristiani, ma appena furono lasciati liberi, essi rientrarono in città e si rimisero a predicare la religione cristiana sulla pubblica piazza.

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S. PAOLO PRIMO EREMITA (228-341)

S. Girolamo ci dice che Paolo fu il primo eremita, l’autore anzi della vita monastica. Una fase iniziale di essa, invero, s’incontra già nell’ascetismo cristiano diffuso da vergini e continenti desiderosi di praticare nel mondo i consigli evangelici. A partire dal secolo III in alcuni individui si sviluppò l’aspirazione alla vita ascetica, che li spinse ad appartarsi in località lontane e deserte per vivere di erbe e di radici oppure dei prodotti di un piccolo orto. Per il loro isolamento questi penitenti e oranti venivano chiamati monaci, oppure anacoreti, e più tardi eremiti. Possono aver contribuito allo sviluppo dell’anacoretismo cristiano le frequenti persecuzioni, lo innate tendenze pessimistiche di certi individui, l’esempio di Gesù Cristo, ma soprattutto il desiderio di vivere in un ininterrotto contatto con Dio.

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