In perfetta concordia con il parroco, Don Donato Brighenti, che gli concesse piena fiducia e libertà di azione, Don Giuseppe, in meno di due anni, con l’aiuto dei parrocchiani, specialmente dei giovani, da lui sapientemente mobilitati e organizzati, restaurò la vecchia chiesa parrocchiale, riorganizzò le istituzioni e le confraternite già esistenti, ne istituì delle nuove come quella delle Madri cristiane, del Terz’Ordine Francescano e della Madonna del Carmine. Ripristinò la funzione delle cosiddette “Quarantore”, del mese di maggio, la Compagnia e la Festa del Rosario e la funzione del Perdono di Assisi benché la parrocchia contasse soltanto un migliaio di anime.
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