S. CATERINA de’ RICCI (1522-1590)

La vigilia del Natale 1542, Caterina vide il “piccolo Bambolino” posto sul fieno tra due animali. S. Tecla, che accompagnava la Vergine Maria, le presentò allora tre corone: una di spine, una d’argento e l’altra d’oro. Caterina, con un pianto dirotto, s’inchinò subito a ricevere la corona di spine per rassomigliare di più al celeste bambino che aveva stretto al seno e coperto di baci. A breve distanza da quella visione il capo verginale della santa fu visto imporporarsi di tracce sanguigne in forma di spine, e la spalla destra di lei apparve solcata da una lividura larga tre dita scendente a metà del dorso. Un giorno del 1543, dopo la comunione, appena rientrata in cella, Caterina fu riscossa dalla voce del Crocifisso. Si era staccato dal legno del suo supplizio, fitti ancora i chiodi nelle mani e nei piedi, per andarle incontro, abbracciarla, e raccomandarle tre solenni processioni nel monastero per implorare misericordia sui trascorsi degli uomini.

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B. TEOFANO VÉNARD (1829-1861)

Nel 1841 Vénard, dopo avere appreso un po’ di latino dal parroco, fu mandato a studiare nel collegio di Doué-la-Fontaine. Iniziò allora quella lunga serie di lettere, così piene di sensibilità, d’immaginazione e buon senso, da lui dirette al padre e alla sorella Melania, che in famiglia aveva preso il posto della madre. Negli ultimi due anni di studi, per l’incomprensione dei professori, il santo andò soggetto a una grave crisi da cui si riprese soltanto grazie alle raccomandazioni che da casa gli facevano il padre e la sorella. Nella sua profonda umiltà diceva: “Per essere prete, occorre essere un santo. Per dirigere gli altri, occorre innanzi tutto saper dirigere se stessi… Come potrei sopportare un genere di vita simile, io che sono così poco avanzato nel cammino della virtù?”.

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AFFETTO VIRILE

In America e in Austria, in alcuni asili infantili, col pretesto d’una puericultura scientifica, si era giunti a proibire ogni contatto con i fanciulli. Le infermiere inguantate e mascherate trattavano i bambini secondo i principi della lotta contro i microbi. Naturalmente, proibizione di abbracciarli. I risultati sullo sviluppo psichico dei bambini furono disastrosi.

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L’obiezione di coscienza (I)

Di Mons. José T. Martín de Agar, Professore ordinario nella Facoltà di Diritto canonico della Pontificia Università della Santa Croce (Roma). 1. Nozioni e note caratteristiche. 2. Coscienza e libertà civile di coscienza. 3. Magistero della Chiesa. 4. Il diritto civile.  Saggio tratto da: www.usc.urbe.it/html/php/martinagar/

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S. ANGILBERTO di ST-RIQUIER (750-814)

Il Santo abate volle avere attorno a sé 300 religiosi costituenti tre cori i quali, con il concorso di 100 fanciulli, cantassero perennemente l’ufficio divino nelle tre chiese per la salute di Carlo e la prosperità del suo regno. In occasione della consacrazione delle tre chiese e dei rispettivi altari, egli compose degli inni e delle iscrizioni in onore dei santi protettori. In essi, e più ancora nelle opere giunte sino a noi, vibra un soffio di pietà e di entusiasmo per le cose di Dio. Una prova dell’importanza che Angilberto rivestì al tempo di Carlo Magno è costituita dal fatto che egli, nell’811, fu uno dei quattro firmatari del testamento dell’imperatore i quali, dopo la morte di lui (28-1-814) avrebbero dovuto vigilare sull’esecuzione delle sue ultime volontà.

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Grazie degli ebrei romani alle suore che li hanno salvati

  • Categoria dell'articolo:Apologetica

Durante la Seconda Guerra Mondiale le religiose Maestre Pie Filippini, a sprezzo del pericolo, ospitarono in via delle Botteghe Oscure tantissimi perseguitati: lo afferma suor Margherita Marchione in questa intervista. Le false accuse contro Pio XII sono anche contro la Chiesa e contro tutti quegli ebrei che alla fine del conflitto ringraziarono in mille modi la Santa Sede.

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S. Pier Damiani (1007-1072)

Nulla sfuggiva al suo vigile occhio. Egli esigeva l’assiduità alle ore canoniche diurne e notturne, voleva che i monaci praticassero la rigorosa povertà, non uscissero dall’eremo, e non si occupassero di negozi secolari. Alla preghiera i religiosi dovevano aggiungere il lavoro, la pratica di frequenti digiuni e mortificazioni in proporzione dei propri peccati.

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