B. MARIA LUISA TRICHET (1684-1759)

Madre Maria Luisa fu un’educatrice nata. Guidata dalla regola, dalle istruzioni del Montfort, dai consigli dei Gesuiti, seppe impartire alle Figlie della Sapienza un insegnamento chiaro e ottenere da esse una perfetta disciplina nelle scuole e negli ospedali, un rispetto filiale per l’autorità. A contatto delle anime non mostrava né debolezze, né affettazione e tanto meno durezze, pur senza perdere di vista la raccomandazione che il Montfort le aveva fatto: “Osservate la regola e fatela osservare”.

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Il fondamento teologico delle norme canoniche

Sarebbe però del tutto semplicistico e fuorviante concepire il diritto della Chiesa come un mero insieme di testi legislativi, secondo l’ottica del positivismo giuridico. Le norme canoniche, infatti, si rifanno ad una realtà che le trascende; tale realtà non è solo composta di dati storici e contingenti, ma comprende anche aspetti essenziali e permanenti nei quali si concretizza il diritto divino.

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S. OSCAR o ANSGARIO (801-865)

Principale preoccupazione del nuovo arcivescovo fu la missione tra gli svedesi. Dovendo rimanere in sede, egli consacrò loro vescovo Gotberto, parente di Ebbene di Reims, il quale, dopo parecchi anni di apostolato, dalla reazione dei pagani fu costretto ad abbandonare il paese e trasferirsi ad Osnabrùck, la nuova sede che gli era stata assegnata. La sua opera fu continuata dal monaco Ardgaro. In seguito costui si ritirò verso il sud e la missione svedese rimase sospesa per un certo tempo. Oscar si diede con grande zelo a procurare il bene spirituale e corporale dei suoi fedeli facendo costruire chiese dove maggiormente ce n’era bisogno, erigendo ad Amburgo la cattedrale in onore di San Pietro e un monastero di benedettini. Amava riscattare gli schiavi, specialmente se fanciulli. Costoro li mandava al monastero di Turholt perché, sotto la guida dei monaci di Gorbia, fossero preparati alla predicazione del Vangelo.

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Donne e fanciulle nel servizio dell’altare.

Di recente, un vescovo ha chiesto alla Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti se un vescovo diocesano possa obbligare i suoi sacerdoti ad ammettere donne o fanciulle nel servizio dell’altare. Questo dicastero ha ritenuto opportuno inviare al vescovo in questione la presente lettera e, considerata la sua importanza, ha deciso di pubblicarla qui di seguito in una traduzione italiana.

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B. GIUSEPPE ALLAMANO (1851-1926)

Dopo l’ordinazione Don Allamano cominciò a frequentare come esterno il Convitto Ecclesiastico, eretto a Torino presso la chiesa di S. Francesco d’Assisi, dal teol. Luigi Guata (+1848), e da lui lasciato in eredità a S. Giuseppe Cafasso perché lo dirigesse e vi insegnasse la morale cristiana secondo i principi di S. Alfonso M. de’ Liguori. Nell’ottobre del 1876 Mons. Gastaldi nominò il beato direttore spirituale del seminario diocesano. Il regolamento auspicava per i formatori degli aspiranti al sacerdozio la laurea in teologia e l’aggregazione al collegio dei dottori. Per conseguirla l’Allamano fece tali sforzi che cadde gravemente malato con emottisi. Gli furono amministrati gli ultimi sacramenti, e furono fatte speciali preghiere per lui nel santuario della Consolata per la durata di tre giorni. Con grande sorpresa dei medici, in breve tempo il beato guarì. Non aveva ancora portato a termine il compito che Dio gli aveva assegnato da tutta l’eternità.

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Omissione di orazioni presidenziali.

Congregazione per il Culto Divino. Benché nella celebrazione della messa il primo posto spetti alla preghiera eucaristica, l’orazione colletta, quella sulle offerte e quella dopo la comunione sono molto importanti, perché sono dirette a Dio, a nome di tutto il popolo santo e di tutti i presenti, dal sacerdote che presiede l’assemblea dei fedeli in persona di Cristo.

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L’arte di farsi ubbidire.

Collaboratori di Dio, voi avete sui figli un’autorità che non viene dalla Legge, ne dallo Stato, ne dalla tradizione, ma da Dio stesso. Questa autorità assumerà una espressione differente, man mano che il bambino cresce; potrete anche delegarla, ma non potrete mai abbandonarla completamente finché il fanciullo non sia diventato adulto.

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B. PIETRO di S. GIUSEPPE DE BETANCUR (1626-1667).

Tutti i giorni, da buon congregato mariano, prendeva parte alla Messa, quattro volte alla settimana faceva la comunione, alla sera, o con i suoi colleghi di lavoro o con chi l’ospitava, recitava il rosario. Nelle vigilie delle feste e dei venerdì, si incappucciava e, al chiarore delle stelle, faceva la Via Crucis portando una grande croce dalla chiesa di S. Francesco all’eremo del Calvario, dove il P. Espino stava facendo costruire una chiesa con le elemosine dei fedeli e la collaborazione del beato, da lui incaricato della sorveglianza dei lavori.

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