S. GIACINTA MARESCOTTI (1585-1640).

Un suo fratello aveva la buona abitudine di spendere forti somme di denaro in suffragio dei defunti della propria famiglia. Suor Giacinta un giorno gli disse: “Dammi, te ne prego, ora che sono in vita, quella somma che vorresti impiegare per Messe in mio suffragio dopo la mia morte. Per amore di tanti poveri io sarei contenta di stare in Purgatorio qualche tempo di più”. Per consolare un carcerato una volta nascose nel ventre di un grosso pesce che aveva fatto cuocere una letterina piena di salutari ammonimenti e glielo mandò. Dei naviganti, sorpresi in alto mare da una furiosa burrasca, le si raccomandarono, esclamando: “Oh, Suor Giacinta, se è vero che sei così Santa, come tutti dicono, vieni ad aiutarci!”, ed ella apparve loro sulla nave, li condusse in porto e poi scomparve.

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Come la Chiesa può aiutare la società.

Di Régine Pernoud. (Titolo originale: Misticismo e politica, tratto da I santi nel medioevo, Rizzoli 1986, pp. 228-236). Nel caso dei re e delle regine che furono santi si osserva un’alta alleanza fra il misticismo e la politica; ma è stata addirittura necessaria, a questo scopo, una santità che si può considerare eccezionale.

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B. MARIA ANNA RIVIER (1768-1838).

La fondatrice (delle Suore della Presentazione di Maria per l’istruzione e l’educazione della gioventù) diceva sovente alle sue religiose: “Voi siete inviate nelle parrocchie per educarvi cristianamente i bambini e fare il catechismo… L’insegnamento della scrittura, della lettura e della grammatica è soltanto l’esca con cui attrarre i fanciulli”. Certi sindaci, liberi pensatori, avrebbero fatto volentieri a meno degli insegnamenti religiosi, ma la beata rispondeva: “Niente catechismi, niente suore. Preferirei che la casa crollasse perché è stata fondata soltanto per questo”. Nel 1803 scrisse a una sua figlia: “Soffro sempre più nel sapere che in tante parrocchie non c’è nessuno che mostra la via del cielo a tanti poveri fanciulli che si perdono. Quanto siamo pochi per fare conoscere e amare il Signore ovunque non è conosciuto e amato!”

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SS. CIRILLO (+869) e METODIO (+885)

Questi due Santi fratelli, apostoli degli slavi e compatroni dell’Europa dal 31-12-1980, nacquero a Tessalonica (oggi Salonicco), importante emporio marittimo e città-fortezza dell’impero bizantino, da Leone, vice del comandante chiamato stratega, il quale ebbe sette figli dalla moglie Maria. Il primo pare fosse Michele, chiamato poi Metodio, e l’ultimo Costantino, chiamato poi Cirillo.
L’evento che avrebbe deciso di tutto il corso ulteriore della loro vita fu la richiesta rivolta dal principe Rostislav della Grande Moravia all’imperatore Michele III di Costantinopoli (+867), tramite i suoi messaggeri: “Il nostro popolo ha rinunciato al paganesimo e si attiene alla religione cristiana; ma non abbiamo un maestro che ci spieghi la vera fede nella nostra lingua slava, affinchè anche altre genti e regioni vedano e imitino il nostro procedere. Quindi, Signore, mandaci un tale vescovo e maestro”.

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