I TESORI DI CORNELIO A LAPIDE: La Grazia (I)

1. La grazia e le sue specie.

2. Gesù Cristo autore della
grazia.

3. Necessità della grazia.

4. La grazia non distrugge il libero
arbitrio.
5. Perché Dio dà la
grazia?

6. Perché Dio concede più
grazie agli uni che agli altri?

7. In quali modi Dio ci comunica le
grazie?
8. Desiderio che ha Gesù
Cristo di comunicare le sue grazie. (altro…)

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Compendio di Teologia Ascetica e Mistica (407-431).

Di Adolfo Tanquerey PARTE PRIMA I principii. Capitolo V. Dei mezzi generali di perfezione. Art. I. Dei mezzi interni di perfezione. § I. Il desiderio della perfezione. I. Natura di questo desiderio. II. Sua necessità ed efficacia. III. Qualità che deve avere il desiderio della perfezione. IV. Mezzi per eccitare questo desiderio della perfezione. Conclusione.

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S. Tommaso D’Aquino (1225-1274)

I contemporanei lo avevano chiamato Dottore comune, i posteri lo dichiararono Dottore angelico. Papi e re si contesero l’onore di ospitarlo, ma egli preferì una vita semplice, umile e casta che gli meritò carismi speciali, locuzioni e rapimenti. Soltanto riconoscendogli una speciale illuminazione dall’alto possiamo comprendere come abbia potuto unire ad una produzione cosi copiosa, tanta lucidità, precisione e accuratezza. Visse sempre astratto nel mondo delle idee, senza sovrabbondare in macerazioni corporali. Il suo segretario, Reginaldo da Piperno, asserisce che fece di tutta la vita un continuo atto di unione con Dio, da cui non lo distolsero le assillanti occupazioni e neppure le controversie durante le quali non venne mai meno alla virtù della pazienza e della mitezza.

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XV. «SI CONSURREXISTIS CUM CHRISTO…» (Tempo pasquale)

Tratto da “CRISTO NEI SUOI MISTERI. Conferenze Spirituali e Liturgiche”, di COLUMBA MARMION O. S. B. La Chiesa chiama «santa» la risurrezione di Gesù. Duplice elemento costitutivo della santità. I. Cristo risuscitato è esente da ogni infermità umana. II. Meravigliosa pienezza della «Vita per Iddio» nel Cristo trionfante. III. Il battesimo inizia in noi la grazia pasquale. IV. Completa appartenenza a Dio: Viventes Deo; sua realizzazione nell’anima. V. In qual modo, con la contemplazione del mistero e la comunione eucaristica, affermiamo in noi questa duplice grazia pasquale. VI. La risurrezione dei corpi esaurisce la manifestazione della grandezza di questo glorioso mistero. Gioia che nasce nell’anima nostra per l’unione con Cristo risuscitato; l’Alleluia pasquale.

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Compendio di Teologia Ascetica e Mistica (392-406)

Di Adolfo Tanquerey PARTE PRIMA I principii. Capitolo IV. Dell’obbligo di tendere alla perfezione. III. La natura degli uffici sacerdotali esige la santità. 1° Il sacerdote religioso di DIO, dev’essere santo. 2° Il sacerdote non può salvare le anime senza mirare alla santità. Conclusione.

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S. GIOVANNI BOSCO (1815-1888)

Nel corso degli esercizi spirituali preparatori aveva proposto di “non far passeggiate se non per grave necessità, di occupare rigorosamente il tempo, di patire, fare, umiliarsi in tutto e sempre per la salvezza delle anime, di attendere alla meditazione quotidiana e alla lettura spirituale, di visitare spesso il Santissimo e di prepararsi bene alla Santa Messa” Quando Don Bosco si recò a Castelnuovo per la sua prima Messa solenne, la mamma gli disse: “Sei prete! Celebri la Messa: da qui in avanti sei dunque più vicino a Gesù. Ricordati, però, che incominciare a celebrare, significa cominciare a patire. Non te ne accorgerai subito, ma poi costaterai che tua madre ti ha detto la verità… Da qui innanzi pensa solamente alla salute delle anime e non prenderti alcun pensiero di me”.

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I TESORI DI CORNELIO A LAPIDE: Imitazione di Dio

«Siate imitatori di Dio», ordina l’Apostolo a tutti i cristiani nella persona degli Efesini (V, l) S. Tommaso c’insegna a imitare l’immutabilità di Dio con la costanza nelle avversità e nelle prosperità; la sua imperturbabilità, col non lasciarci scuotere da nessuna prova; ecc. (p. 3a q. art. 6).

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Compendio di Teologia Ascetica e Mistica (367-391)

Di Adolfo Tanquerey PARTE PRIMA I principii. Capitolo IV. Dell’obbligo di tendere alla perfezione. Art. II. Dell’obbligo per i religiosi di tendere alla perfezione. Obbligo fondato sui voti. II. Obbligo fondato sulle Costituzioni e sulle Regole. Art. III. Dell’obbligo per i sacerdoti di tendere alla perfezione. I. L’insegnamento di Gesù e di S. Paolo. II. L’autorità del Pontificale.

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SAN GIUSEPPE da LEONESSA (1556-1612).

L’apparizione di un suo confratello defunto, che aveva sperimentato quanto fosse tremendo il giudizio di Dio, lo spronò ad una vita di maggiore raccoglimento e penitenza. In lui rifulse una rigorosa astinenza. Stava sovente fino a tre giorni senza mangiare. Digiunava a pane e acqua regolarmente tre giorni la settimana, e fino a dieci giorni di seguito, senza provare svenimenti. Si coricava d’ordinario per terra su qualche asse mal piallata e, dopo il mattutino, restava in chiesa a pregare e a meditare fino al tempo della Messa conventuale. Non dispose mai di un indumento nuovo. Per sé reclamava soltanto quello che i confratelli scartavano.

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