Al termine delle nostre riflessioni sulle “Nuove sfide alla famiglia”, dobbiamo fare un’indagine sui fallimenti dei vari Family day: perché perdiamo e quali rimedi adottare? Una risposta può venire da un rapido excursus, che può anche fornire gli anticorpi per non ripetere gli errori del passato, anche recente.
Leone XIII ha così delineato le prime tre tappe che han portato all’attuale deriva etica: «la così detta Riforma del secolo sedicesimo […] Dischiuso così il cammino, sopraggiunge il filosofismo orgoglioso e beffardo del secolo decimottavo […] le fazioni socialistiche» (1). Successivamente, Giovanni Paolo II ha aggiunto una quarta tappa del processo di secolarizzazione, quella della «dittatura del relativismo» che sembra connotare le moderne società democratiche (2).
E’ importante sottolineare che tutti i pontefici vedono ciascuna fase di quel processo come una preparazione della successiva, e la successiva come completamento degli obiettivi di quella precedente: così, ad esempio, «il movimento socialista è un semplice compimento del movimento liberale» (3).
Di fronte all’affermarsi di ogni tappa del processo di secolarizzazione, il popolo cattolico reagisce sempre e con rivolte di varia natura, a volte anche prendendo le armi (insorgenze). Per fermare e spegnere tali rivolte, gli agenti della secolarizzazione favoriscono la nascita di organizzazioni che cercano di accordarsi con la tappa in corso. Vediamone le principali.
Rivoluzione protestante: giansenismo, terza forza. Nei paesi cattolici i protestanti dissimulano le proprie idee e si fingono cattolici: è il cosiddetto nicodemismo (4), teorizzazione di un comportamento che ha permesso agli eterodossi di sopravvivere.
E’ dopo la condanna del giansenismo (5) che incontriamo i primi “cattolici subalterni”: costoro fingono di sottomettersi, restano dentro la Chiesa e proseguono la loro opera grazie a persone e strutture “di fiancheggiamento” che un Vescovo così descrive: «L’arma della terza forza: salvare l’unità. Quelli del terzo partito sono mossi dal principio che la pace è un valore sommo, anche quando così facendo si indeboliscano le forze dei difensori della verità, e si apra il campo ai propagatori dell’errore» (6).
Rivoluzione francese: cattolicesimo liberale, modernismo. Benché prontamente condannato da Papa Gregorio XVI e dai suoi successori (7), il cattolicesimo liberale (subalterno agli “immortali principi dell’89”), addormenta la reazione cattolica. Anche le sue organizzazioni si sottomettono, ma restano dentro la Chiesa e proseguono la loro opera (Ventura, Rosmini, Lambruschini, ecc.).
Tra la Rivoluzione francese e quella socialista del 1917 si colloca l’eresia “modernista” (Murri, Buonaiuti, Fogazzaro, ecc.) che, sebbene condannata da S. Pio X (8), diffonde errori di natura teologica all’interno della Chiesa. Va evidenziato che, se gli eresiarchi Murri e Buonaiuti lasciano il sacerdozio, molti altri esponenti fingono di obbedire e proseguono.
E’ questo il caso del ramo sociale del modernismo (aspetto spesso trascurato è la condanna di S. Pio X di questa fazione [9]), che ha potuto agire indisturbato all’interno della Chiesa fino a oggi. A Roma, il 3-9-1900, don Romolo Murri e don Luigi Sturzo fondano la Democrazia Cristiana: «fu Murri a spingermi definitivamente verso la democrazia cristiana. Da allora vi sono rimasto fedele» (Sturzo, 1946 [10])
Rivoluzione social-comunista: progressismo, cattolicesimo democratico. La forza e il successo dell’U.R.S.S. producono un effetto psicologico irresistibile sui cattolici subalterni alla modernità. J. Maritain – come a suo tempo Lamennais – fu per alcuni anni un campione della difesa della fede, ma nel 1934 cambia radicalmente orientamento pubblicando il testo “Umanesimo integrale” (11). La tesi di fondo dell’opera è che la modernità e il progresso sarebbero inarrestabili e perciò non è più possibile pensare di restaurare la Cristianità; Maritain propone perciò una nuova cristianità, in cui i cattolici collaborino con il progresso, la moderna democrazia e il socialismo, anche comunista. Durante la Seconda Guerra Mondiale il testo viene tradotto, diffuso da Mons. Montini (12) e letto comunitariamente dai cosiddetti “professorini” dell’Università Cattolica (Lazzati, Fanfani, La Pira, ecc.). Sarà questo piccolo nucleo di intellettuali che, sotto l’influenza di Giuseppe Dossetti (13), darà vita ai vari raggruppamenti del cattolicesimo democratico italiano.
Il 1-7-1949 la Sede Apostolica colpisce con la scomunica chi sostiene o collabora con il comunismo (14); l’anno dopo Pio XII aggiorna l’Enciclica Pascendi compiendo un’ampia denuncia delle varie forme di falso progresso (15).
Rivoluzione del Sessantotto: “cattolici per il NO”, cattolici adulti. Gli anni Cinquanta del XX secolo segnano l’affermazione della Democrazia Cristiana che, tra l’altro, egemonizza ogni realtà laicale cattolica: non è per caso che numerosi capi del Sessantotto si definiscano cattolici o addirittura vengano dall’Università Cattolica. Né che, nel 1974, alla vigilia del referendum contro la legge divorzista, ben 82 esponenti di primo piano del modo cattolico si dichiarino favorevoli alla distruzione legale del matrimonio (16): la Santa Sede tace. Per giunta, nel 1989, ben 63 acclamati teologi italiani attaccano Papa Giovanni Paolo II (17).
Oggi, benché ormai privi di rilevanza politica (18) il lavoro delle organizzazioni di “ispirazione cristiana” prosegue indisturbato, sia nelle facoltà teologiche sia nella società civile.
La profezia di San Luigi M. de Montfort. Sembra evidente che l’attuale situazione non abbia solo radici plurisecolari, ma anche cause profonde: «Dio non ha costituito soltanto una inimicizia, ma delle inimicizie; l’una tra Maria e il demonio, l’altra tra la stirpe della Vergine santa e la stirpe del demonio. In altre parole, Dio ha posto inimicizie, antipatie e odî segreti tra i veri figli e servi della Vergine santa e i figli e schiavi del demonio» (19).
La subalternità, causa della stirpe di Giuda. Per Gramsci il termine “subalterno” designa «ciò che gli psicanalisti credo chiamino “complesso di inferiorità” che porta alla sistematica repressione dei propri impulsi volitivi, cioè della propria personalità, e all’accettazione supina di una funzione subalterna nel decidere anche quando si ha la certezza di avere ragione» (20).
Dunque, si fronteggiano due città: non una (esiste anche quella del demonio), non tre (non esiste la città del compromesso)… e i cattolici subalterni servono la civitas diaboli.
La cura della subalternità: il combattimento spirituale. Abbiamo visto come i potenti di questo mondo collochino alla guida di ogni spontanea rivolta popolare cattolica dei cattolici loro subalterni (21).
Tuttavia, i cattolici hanno già vinto la subalternità: proprio nella Contro-Riforma nasce la scuola ascetica del “combattimento spirituale”, che si può esemplificare negli Esercizi Spirituali di Sant’Ignazio e nella pratica dell’orazione mentale nella forma dell’“esercizio delle tre potenze” (22).
Questa scuola va ripresa senza indugio, come ci lascia intendere anche il profetico testo di Robert H. Benson:
«Felsemburgh… non si era mai visto alcunché di simile; nessuna raccolta di gente infiammata dalla viva parola del più eloquente predicatore aveva corrisposto con un entusiasmo pari a quello, con cui la moltitudine irreligiosa di Londra, sveglia all’alba fredda, aveva salutato per le vie l’avvento del suo Salvatore.
Percy non sapeva decidere di chi si era trovato in balìa: una mano gli aveva serrato il cuore smorzando ogni senso di convinzione religiosa. Fu solo uno sforzo ad impedirgli di darsi per vinto, sforzo così familiare a coloro i quali camminano per le vie dello spirito. Solo una cittadella aveva serbato intatte le porte; tutte le altre si erano arrese. Ogni facoltà aveva subito l’attacco: l’intelletto si era intorpidito, la memoria dell’eternità ottenebrata, la nausea spirituale gli aveva rivoltata l’anima; ma la segreta fortezza della volontà, aveva saputo resistere nell’estremo cimento rifiutandosi di gridare e di acclamare Felsemburgh suo Salvatore e suo Re» (23).
Appunti rivisti e annotati a conclusione di un incontro tenutosi a Sassuolo il 26/10/2019,
presso il Circolo Culturale Giuseppe Toniolo.
Note e bibliografia essenziale
(1) Leone XIII, Enciclica Vigesimo quinto anno del 19-3-1902, in http://www.totustuustools.net/magistero/l13viges.htm . Dal canto suo, Pio XII ha così descritto il medesimo processo: «nel corso di questi ultimi secoli si è tentata la disgregazione intellettuale, morale e sociale dell’unità nell’organismo misterioso di Cristo. Si è voluta la natura senza la grazia; la ragione senza la fede; la libertà senza l’autorità; e qualche volta anche l’autorità senza la libertà. Questo nemico è diventato sempre più concreto, con un’audacia che Ci lascia stupefatti: Cristo sì, la Chiesa no [Rivolta protestante]. Poi: Dio sì, Cristo no [Rivoluzione francese]. E infine il grido empio: Dio è morto [Rivoluzione socialista]; o piuttosto Dio non è mai esistito. Ecco il tentativo di edificare la struttura del mondo su fondamenti che Noi non esitiamo a indicare col dito come i principali responsabili della minaccia che pesa sull’umanità: un’economia senza Dio, un diritto senza Dio, una politica senza Dio» (12.10.1952).
(2) S. Giovanni Paolo II, Enc. Centesimus annus del 1-5-1991 in http://www.totustuustools.net/magistero/gp2cente.htm
(3) Plinio C. de Oliveira, probabilmente il massimo pensatore cattolico del XX secolo, ha esposto in modo semplice e sistematico questo processo nel testo Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, oggi reperibile in http://www.totustuus.cloud/prodotto/p-correa-de-oliveira-rivoluzione-e-contro-rivoluzione/
(4) Cfr. C. Ginzburg, Il nicodemismo. Simulazione e dissimulazione religiosa nell’Europa del ‘500, Einaudi 1970.
(5) Clemente XI, b. Unigenitus Dei Filius dell’8-9-1713 in http://www.totustuustools.net/denzinger/cl11unig.htm
(6) Mons. Mayer, Il Giansenismo e le sue modalità di azione, in https://www.paginecattoliche.it/Il-Giansenismo-e-le-sue-modalit-di-azione/ : «L’anti-Chiesa non aveva tutti i suoi seguaci collocati nelle file esplicitamente eterodosse; aveva infatti trovato modo di disporre suoi elementi in grande numero all’interno delle stesse file cattoliche. E questi elementi non erano isolati gli uni dagli altri e non agivano ciascuno separatamente. Costituivano tutta una rete di attività sapientemente eseguite, che miravano a fare all’interno della Chiesa il gioco degli avversari di essa; in breve, ciò che oggi si chiamerebbe una quinta colonna».
(7) Gregorio XVI, Enc. Mirari vos del 15-8-1832 in http://www.totustuustools.net/magistero/g16mirar.htm . Emblematico è il caso della plurima condanna di Lamennais, che prima si sottomette e poi torna a ribellarsi, per fingere finalmente una sottomissione definitiva: vedere le lettere di Gregorio XVI Litteras accepimus (5-10-1833); Quod litteris (29-11-1833); Editam nuper e Superabundavimus (entrambe del 28-12-1833).
(8) San Pio X, Enc. Pascendi Dominici gregis del 8-9-1907 in http://www.totustuustools.net/magistero/p10pasce.htm
(9) San Pio X, Enc. Notre charge apostolique del 25-8-1910 in http://www.totustuustools.net/magistero/p10notre.htm
(10) Cfr. Lorenzo Bedeschi, Murri, Sturzo, De Gasperi. Ricostruzione storica ed epistolario (1898-1906), San Paolo 1994, p. 48.
(11) La più estesa confutazione dell’ “Umanesimo integrale” è di don Julio Meinvielle: Il cedimento dei cattolici al liberalismo, Sacra fraternitas aurigarum in Urbe, Roma 1991. Più in breve: P. Arturo Ruiz Freites IVE: Le ambiguità e le deviazioni secolariste di Maritain in: http://vanthuanobservatory.org/_files/fonti/allegati/freites_finale.docx
(12) Cfr. G. Campanini, G.B. Montini e J. Maritain: dai Tre riformatori a Umanesimo integrale, Istituto Paolo VI, Brescia 2000. Più breve: Piotr Kulczycki, Le fonti maritainiane nella riflessione politica di Giuseppe Lazzati, in Oikonomia https://www.oikonomia.it/index.php/it/2016/58-2001/ottobre-2001/215-le-fonti-maritainiane-nella-riflessione-politica-di-giuseppe-lazzati
(13) Sul mefistofelico Giuseppe Dossetti si veda: P. Mainardi, Dossetti e il dossettismo. un approccio ideologico alla fede, in https://www.paginecattoliche.it/dossetti1/; nonché Nota su Giuseppe Dossetti e sul dossettismo, in http://www.totustuustools.net/altrastoria/c263_a01.htm
(14) Cfr. Denzinger-Hunerman, n° 3865. Papa Giovanni XXIII scomunicherà anche quanti votano per i comunisti, ibid., n° 3930.
(15) Pio XII, Enc. Humani generis del 22-8-1950 in http://www.totustuustools.net/magistero/p12human.htm
(16) Cfr. Adista, Un No politico e conciliare. Il contributo di Adista alla campagna divorzista del 1974, in https://www.adista.it/articolo/57155
(17) Cfr. https://www.paginecattoliche.it/Il-dissenso-verso-la-Sede-Apostolica-in-Italia-19782002/
(18) Scrive Antonio Gramsci, genio della strategia social-comunista per i paesi di antica tradizione cattolica: «Il cattolicismo democratico fa ciò che il socialismo non potrebbe: amalgama, ordina, vivifica e si suicida» (I popolari, in L’Ordine Nuovo del 1.11.1919, in: http://www.nuovopci.it/classic/gramsci/popolari.htm
(19) S. Luigi M. G. de Montfort, Trattato della vera devozione a Maria, n° 54. Padre Sebastiano Tromp, un teologo gesuita che collaborò alla redazione dell’enciclica Mystici Corporis di Pio XII, dedica un’appendice del suo trattato Corpus Christi quod est ecclesia (Gregoriana, 1960) al De corpore diaboli. La città di Satana formerebbe una specie di corpo mistico del demonio: essa non sarebbe solo un insieme di errori o di perversioni morali, ma avrebbe una sua struttura organizzata, guidata da “rivoluzionari di professione” (Cfr. L. Pellicani, I rivoluzionari di professione. Teoria e prassi dello gnosticismo moderno; Vallecchi 1974), cioè da uomini che dedicano alla Rivoluzione non solo le sere libere, ma tutti gli istanti della loro vita.
(20) A. Gramsci a Giulia Schucht (31 agosto 1931) in Lettere dal carcere, a cura di A. A. Santucci, Palermo, Sellerio, 1996, pp. 455-456.
(21) Cfr. Mons. Luigi Carlo Borromeo, vescovo di Pesaro e membro del Coetus internationalis patrum, Lettera Domine, salva nos, perimus! Tip. S. T. E. P., Pesaro 1961, pp. 14-24.
(22) Sant’Ignazio di Loyola, Esercizi spirituali, nn. 45-54, in: http://www.totustuus.cloud/prodotto/s-ignazio-di-loyola-esercizi-spirituali/ .
Più estesamente: P. Alfonso Rodriguez S.J., Esercizio di perfezione, parte I, tratt. V, cap. 11 e 12, in: http://www.totustuus.cloud/prodotto/p-alfonso-rodriguez-s-j-esercizio-di-perfezione/ .
Più scientificamente: A. Tanquerey, Compendio di teologia ascetica e mistica, nn. 692-696, in: http://www.totustuus.cloud/prodotto/p-a-tanquerey-p-s-s-compendio-di-teologia-ascetica-e-mistica/
(23) Robert Hugh Benson, Il dominatore del mondo, cap. 2, in: http://www.totustuus.cloud/prodotto/r-h-benson-il-dominatore-del-mondo/ .
Esempio di testo connotato dalla spiritualità del combattimento è L. Scupoli, Il combattimento spirituale (in: http://www.totustuus.cloud/prodotto/p-l-scupoli-c-r-il-combattimento-spirituale/ ).
Per l’orazione mentale del laicato si può utilizzare, ad esempio, dom F. Pollien, “Siate cristiani!” con un’introduzione del Beato G. Toniolo: http://www.totustuus.cloud/prodotto/dom-f-di-s-pollien-cart-siate-cristiani/