Fin dall’inizio del suo pontificato la fermezza nell’esercizio del ministero gli cagionò persecuzioni e prove dolorose. Egli si attirò soprattutto la collera del re di Francia, Filippo II Augusto, il Conquistatore, mandando ad esecuzione nella propria diocesi, la sentenza d’interdetto emanata dal Papa Innocenzo in contro di lui perché aveva ripudiato la sua sposa, Ingelburga, per unirsi con Agnese, figlia di Bertoldo, duca di Merano (Tirolo). A motivo della sospensione del culto la città di Bourges assunse un aspetto lugubre. I prudenti, secondo la carne, consigliarono al Santo la sottomissione al re, altri giunsero a minacciargli la confisca dei beni, ma egli mantenne con fermezza le misure prese. Anche i canonici della cattedrale insorsero contro di lui perché contrariamente all’uso del tempo, voleva riservare a sé il conferimento delle prebende.
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