S. ILARIO DI POITIERS (ca. 315-367)

 “Il Santo pastore fu ben presto spinto dalle circostanze a lottare tanto strenuamente contro l’arianesimo da essere considerato l’Atanasio dell’Occidente”. Molti vescovi non accettavano la dottrina di Nicea (325) della consustanzialità del Figlio di Dio con il Padre, preferendo insegnare che gli era soltanto simile.
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B. BERNARDO DA CORLEONE (1605-1667)

 Un giorno del 1629 Filippo sfidò a singolar tenzone un certo Vito Canino, invidioso della sua bravura, e lo ferì così gravemente a un braccio da renderlo inabile al lavoro per sempre. Alla vista del sangue del rivale il Beato pensò subito con sgomento alle possibili rappresaglie dei parenti e alla vendetta della giustizia. Decise perciò di rifugiarsi nel convento dei Cappuccini per riparare il male fatto con la penitenza. Colui che era considerato “la prima spada di Sicilia” non fu accettato. Soltanto dopo due anni di prova potè vestire il rozzo saio dei cappuccini nel convento di Caltanissetta (13-12-1631) con il nome di Fra Bernardo.

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S. MARGHERITA BOURGEOYS (1620-1700)

Nella prima domenica di ottobre del 1640, prese parte alla processione che si svolgeva nel convento delle Suore Domenicane. Passando davanti al portale dell’abbazia, Margherita sollevò lo sguardo ad una massiccia statua di Maria SS. che era stata posta a protezione dell’ingresso. In quell’istante il volto della Vergine le apparve vivo e sorridente e il suo animo le sembrò libero dai sentimenti di vanità. Chiamò quel singolare fenomeno “la sua conversione”, e per corrispondere alla grazia divina la Santa si ascrisse alla congregazione delle Suore di nostra Signora, fondata da S. Pietro Fourier (+1640).

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S. ANTONIO MARIA PUCCI (1818-1892)

L’esercizio della presenza di Dio costituiva per lui quasi un’idea fissa. “È mai possibile – esclamava – che la presenza di un Dio onnipotente, eterno, infinito, che tutto vede e sente, non serva di sprone all’uomo per operare rettamente e tenerlo nel suo dovere e non gli faccia concepire venerazione e rispetto?” Un fratello converso, che visse molti anni con lui, affermò:”Tutte le volte che ebbi occasione, per ragioni del mio ufficio, di entrare nella sua cella lo trovai sempre in preghiera”. (altro…)

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B. PIETRO DONDERS (1809-1887)

Tutti i giorni il Beato faceva il catechismo e recitava con i parrocchiani le preghiere della sera, tutti i venerdì teneva loro un sermone sulla Madonna; tre volte la settimana li conduceva in processione a una cappella che aveva eretto in onore di Maria SS. e la faceva venerare e invocare come salute degli infermi. Il suo zelo per la salvezza dei lebbrosi fu tanto grande che durante i suoi ventisei anni di permanenza a Batavia rarissimi furono coloro che morirono senza sacramenti. (altro…)

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B. PIETRO FRANCESCO JAMET (1762-1845)

 Costretto ad abbandonare l’università per aver rifiutato il 21-1-1791 il giuramento alla costituzione civile del clero, per volere del vescovo il Beato fece da cappellano e da confessore della piccola e decadente congregazione delle Suore del Buon Salvatore, fondata nel 1720 a Caen da Madre Anna le Roy (1692-1781) per l’istruzione e l’educazione della gioventù e la cura dei malati a domicilio. Aveva soltanto ventotto anni. Quel compito avrebbe mutato radicalmente il corso della sua vita e della sua attività. (altro…)

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B. TOMMASO DA CORI (1655-1729)

Nei sudditi il Beato non tollerava volontarie trasgressioni alla regola. Era risoluto e costante nel punirle. Particolarmente esigente si mostrava con coloro che violavano il silenzio, ma mentre imponeva penitenze sapeva consolare. Grande importanza attribuiva pure all’osservanza scrupolosa della povertà religiosa. In cella egli non disponeva che di un piccolo tavolo, una sedia di paglia, un catino per la toeletta, una minuscola tela raffigurante l'”Ecce homo”, una croce di legno in capo al letto, il breviario e i quaresimali da lui scritti. Non voleva che le offerte dei benefattori del convento fossero superiori alle quotidiane necessità dei religiosi. Soleva dire: “Non è vero povero chi non vuole sentire l’incomodo della povertà, né sopportare la mancanza delle cose necessarie”.

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S. GUGLIELMO DI BOURGES (+1209)

Fin dall’inizio del suo pontificato la fermezza nell’esercizio del ministero gli cagionò persecuzioni e prove dolorose. Egli si attirò soprattutto la collera del re di Francia, Filippo II Augusto, il Conquistatore, mandando ad esecuzione nella propria diocesi, la sentenza d’interdetto emanata dal Papa Innocenzo in contro di lui perché aveva ripudiato la sua sposa, Ingelburga, per unirsi con Agnese, figlia di Bertoldo, duca di Merano (Tirolo). A motivo della sospensione del culto la città di Bourges assunse un aspetto lugubre. I prudenti, secondo la carne, consigliarono al Santo la sottomissione al re, altri giunsero a minacciargli la confisca dei beni, ma egli mantenne con fermezza le misure prese. Anche i canonici della cattedrale insorsero contro di lui perché contrariamente all’uso del tempo, voleva riservare a sé il conferimento delle prebende.

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B. ANNA DEGLI ANGELI MONTEAGUDO (1600-1686)

I testi del processo canonico affermano che la “Beata stava ordinariamente occupata nell’orazione e in opere di misericordia; e che quando usciva dal coro dopo aver udito messe o uffici divini, andava in cella e si metteva a recitare il rosario in ginocchio”. Nel suo appartamento trascorreva pure molte ore della notte in meditazioni, penitenze e pie letture stando seduta o prostrata davanti al piccolo altare che vi era stato eretto. Dava così sfogo alla grande devozione che nutriva per la SS. Trinità, l’Immacolato Concepimento di Maria, il Verbo incarnato, e soprattutto per due santi agostiniani: S. Nicola da Tolentino (+1305), di cui aveva letto la vita e se ne era innamorata, e di S. Tommaso da Villanova (+1555), arcivescovo di Valenza, di cui per molto tempo aveva ignorato la parentela che lo legava a suo padre.

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