Una vita consacrata
Giovanni Paolo II, Lettera Vita consecrata: presente fin dagli inizi, non potra’ mai mancare alla Chiesa come un suo elemento irrinunciabile e qualificante, in quanto espressivo della sua stessa natura (altro…)
Giovanni Paolo II, Lettera Vita consecrata: presente fin dagli inizi, non potra’ mai mancare alla Chiesa come un suo elemento irrinunciabile e qualificante, in quanto espressivo della sua stessa natura (altro…)
Beato Pio IX, enciclica Ubi primum: esalta il valore e la funzione degli Ordini Regolari, in ogni tempo di grande aiuto alla Chiesa e alla societa’ civile. Raccomanda attenzione nella scelta dei postulanti e che la Regola sia osservata con scrupolo (altro…)
Giovanni Paolo II, Lettera a tutte le persone consacrate: ogni istituto deve quindi curare un modo di partecipare all’opera di “crescita mariana”, poiche’ la Vergine e’ modello di vita contemplativa, di carita’ operosa e di vita nascosta nel mondo (altro…)
La collaborazione dei laici al ministero dei presbiteri, di J. Ratzinger. E’ sembrato sommamente opportuno e urgente fare chiarezza sulle diverse forme di collaborazione dei fedeli laici in aiuto dell’esercizio del ministero sacerdotale” (altro…)
Card. Alfons M. Stickler, Il celibato ecclesiastico. La sua storia e i suoi fondamenti teologici (recensione)
[Tratto da: http://www.alleanzacattolica.org/indici/ex_libris/sticklera245.htm ] (altro…)
Paolo VI, enc. Sacerdotalis caelibatus: sottratto il tema alla discussione conciliare, Paolo VI espone prima le obiezioni contro il celibato sacerdotale, quindi ne conferma la validita’ nel suo significato cristologico, ecclesiologico ed escatologico (altro…)
Qualche tempo fa in occasione della commemorazione di un sacerdote spirato in odore di santità, ricordo di aver copiato questo brano tratto dal diario spirituale del defunto: «O prete dell’Eucaristia o morire. Le mie parole e le mie opere devono essere sempre predicare Gesù crocifisso. Essere sacerdote della povertà, della carità, della mansuetudine. Mi studierò di essere un Don Niente; Don Niente nelle mani di Gesù è onnipotente».
Queste parole hanno richiamato alla mia mente le esortazioni che i Sommi Pontefici, gli ultimi specialmente, hanno indirizzato ai sacerdoti invitandoli a non dimenticare che sono tutti un «alter Christus» secondo la forte espressione di S. Paolo: «vivo ego, iam non ego, vivit vero in me Christus» (Gal 2,20).
Divenuto uomo nuovo per la spirituale rigenerazione in Cristo, vivo una nuova vita, e la mia vita è Cristo, il quale in me opera ed in me regna.
Ogni sacerdote deve dunque considerare come il centro della propria vita sacerdotale e di tutta la Chiesa, la celebrazione eucaristica. In essa si edifica la Chiesa e da essa si attinge la forza di Cristo, necessaria all’adempimento della propria missione: dispensatori dunque dei misteri divini nell’opera primaria (del sacerdote): la personale santificazione e l’edificazione del popolo di Dio.
Di Madre Teresa di Calcutta
Leggiamo nelle Scritture come Gesù venne a proclamare la Buona Novella che Dio ci ama. Oggi lui vuole che noi siamo quell’Amore. Gesù ha detto: “L’avete fatto a me ” (Mt 25,40). Ero affamato, nudo, forestiero e abbandonato e mi avete fatto queste cose. Io lo chiamo vangelo sulle cinque dita.
Tutti sono chiamati ad amare Dio con tutto il cuore, l’anima, l’intelligenza e le forze e, per amore di Dio, ad amare il proprio prossimo. La notte prima della sua morte Gesù ci ha dato due grandi doni: il dono di se stesso nell’Eucaristia e il dono del sacerdozio per continuare la sua presenza viva nell’Eucaristia.
Senza sacerdoti non abbiamo Gesù.
Senza sacerdoti non abbiamo l’assoluzione.
Senza sacerdoti non possiamo ricevere la Santa Comunione.
Di Jérôme Lejeune
Sulla terra l’uomo è il solo che si domanda chi è, dove va, e che talvolta si sente rivolgere queste temibili domande: “Cosa ne è di tuo fratello?”, “Cosa hai fatto di tuo figlio?”.
Le pulsioni elementari che sono alla base della perpetuazione delle specie sono presenti in tutti gli esseri viventi, ma l’uomo è il solo a conoscere il misterioso rapporto tra l’amore e il futuro. Né lo scimpanzé più malizioso né quello meglio ammaestrato potranno mai concepire che esista un rapporto tra la monta della sua femmina e l’arrivo, nove mesi più tardi, di un cucciolo che gli assomiglia.
L’uomo, da parte sua, ha sempre saputo che l’appetito sessuale e la sua soddisfazione voluttuosa sono collegati, per loro natura, alla procreazione. In modo poetico, e assolutamente realista, gli antichi non rappresentavano forse la passione amorosa con i tratti di un bambino?
A differenza del celibato dei laici, quello dei sacerdoti è determinato da una scelta libera e consapevole dell’uomo psichicamente maturo (è una delle principali condizioni poste a chi desidera accedere agli Ordini sacri) e come tale non provoca frustrazioni, che sono invece una reazione psicologica molto frequente tra quei laici che, desiderando un altro stato di vita, si sentono “condannati” a una vita di solitudine. Tale tipo di reazione si manifesta più spesso nelle donne che negli uomini e in molti casi il desiderio non appagato della vita coniugale e della maternità diviene causa di depressioni psichiche.
Fare una scelta significa sempre rinunciare ad altre possibilità, ad altri valori, ma una scelta libera, fatta di propria volontà è anche testimonianza della convinzione che il valore scelto è superiore a tutti gli altri.