S. CIRILLO DI GERUSALEMME (ca. 313-386)

Nel 381 S. Cirillo prese parte al concilio ecumenico di Costantinopoli presieduto da San Melezio di Antiochia e sottoscrisse la condanna dei cosiddetti semiariani, che negavano la divinità del Verbo e dei macedoniani, che negavano la divinità dello Spirito Santo, da loro ritenuto una creatura del Figlio. I Padri, nella loro lettera al papa Damaso e ai vescovi occidentali riuniti a Roma, gli resero questa solenne testimonianza: “Vi facciamo anche sapere che il vescovo della chiesa di Gerusalemme, madre di tutte le chiese, è il reverendo e amato da Dio, Cirillo, il quale è stato per l’addietro ordinato canonicamente dai vescovi della sua provincia e ha sostenuto in numerosi luoghi lotte contro gli ariani”.

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Compendio di Teologia Ascetica e Mistica (1303-1319)

Di Adolfo Tanquerey. Parte seconda. Le Tre Vie. LIBRO III. La via unitiva. Art. I. Dei doni dello Spirito Santo. § I. Dei doni dello Spirito Santo in generale. I. Natura dei doni dello Spirito Santo. II. Eccellenza dei doni. III. Della cultura dei doni dello Spirito Santo.

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S. PATRIZIO, APOSTOLO DELL’IRLANDA (389-461)?

L’attività missionaria di Patrizio ebbe un preludio nello zelo di S. Palladio, di origine celtica, che S. Celestino I aveva inviato nel 431 come vescovo in Irlanda. La morte però, interruppe presto il suo duro e difficile lavoro tra popolazioni ancora pagane tiranneggiate dai druidi. Il Santo, appena ne ricevette la triste notizia, decise di recarsi in quell’isola con qualche compagno dopo aver ricevuto la consacrazione episcopale, forse, da S. Germano. È probabile che sia sbarcato poco lontano dalla città di Wicklow, ma è impossibile stabilire con precisione quali contrade egli abbia evangelizzato per prime. Una cosa è certa, che nelle sue missioni egli mirò soprattutto alla conversione dei re, o capi di clan, che esercitavano un enorme influsso sul popolo e potevano fornire il terreno necessario per la costruzione delle chiese e dei conventi indispensabili alla civilizzazione del paese.

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B. GIOVANNI SARKANDER (1576-1620)

Benché alla scuola dei Gesuiti Don Giovanni avesse imparato l’arte di convertire gli eretici e la maniera di esercitare con frutto il ministero sacro, agli inizi del suo apostolato non ebbe molto successo. Il Card. Dietrichstein nel 1609 lo mandò ad Opava perché aiutasse il fratello, Don Nicola, nella vicina parrocchia di Jaktar, ma ben presto vi rinunciò. L’anno successivo, fu nominato viceparroco di Unicov, ma fu costretto ad abbandonare l’ufficio perché, insieme al fratello, era stato accusato di cospirazione contro l’imperatore d’Austria, Rodolfo II (+1612), il quale nonostante gli sforzi compiuti con l’aiuto dei Gesuiti per una restaurazione cattolica, con la pace di Vienna nel 1606, era stato costretto a concedere la libertà di culto ai protestanti d’Ungheria e di Transilvania. Arrestato e interrogato dalle autorità ecclesiastiche, il Beato fu riconosciuto innocente.

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