Sulla riforma liturgica

Card. Joseph Ratzinger, brani tratti dal volume “La mia vita”; Ma quando la liturgia è qualcosa che ciascuno si fa da sé, allora non ci dona più quella che è la sua vera qualità: l’incontro con il mistero, che non è un nostro prodotto, ma la nostra origine e la sorgente della nostra vita. Per la vita della Chiesa è drammaticamente urgente un rinnovamento della coscienza liturgica, una riconciliazione liturgica, che torni a riconoscere l’unità della storia della liturgia e comprenda il Vaticano II non come rottura, ma come momento evolutivo. Sono convinto che la crisi ecclesiale in cui oggi ci troviamo dipende in gran parte dal crollo della liturgia, che talvolta viene addirittura concepita “etsi Deus non daretur”: come se in essa non importasse più se Dio c’è e se ci parla e ci ascolta (altro…)

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La ripresa dell’impero romano d’Oriente

Dal Manuale di Storia 

di Alberto Torresani
Verso la metà del V secolo l’impero d’Oriente, che aveva trascorso mezzo secolo all’insegna del potere esercitato da donne – Eudossia, Pulcheria, Eudocia – mentre gli imperatori erano intenti a discussioni teologiche e giuridiche, con l’avvento dell’imperatore Marciano riuscì a scrollarsi di dosso la tutela dei

magistri militum barbari. Le invasioni barbariche diminuirono perché l’Occidente fungeva da valvola di sfogo: la prosperità ridette slancio all’economia anche se la pressione fiscale continuava a risultare eccessiva, specie in Siria e in Egitto, che anche per questo motivo accrebbero la tendenza a sostenere con caparbietà le proprie tradizioni teologiche in funzione antimperiale.
Gli imperatori Zenone e Anastasio cercarono con un atto d’imperio l’unione religiosa, ma si trattava di compromessi che la Chiesa di Roma respinse. Con gli imperatori Giustino e Giustiniano, invece, si tornò all’ortodossia, e l’impero, dopo aver acquistato da Armenia e Persia la pace lungo i confini orientali, trovò la forza di riconquistare l’impero romano d’Occidente: i risultati furono nel complesso mediocri nonostante le spese sostenute. L’insuccesso del sogno imperiale, finché visse Giustiniano, non apparve all’esterno, perché l’impero si ammantò di splendide costruzioni, dandosi un’immagine maestosa per l’avvenuta codificazione del diritto romano. Ma il prezzo pagato dalle province risultò eccessivo: l’Italia andò in gran parte perduta in seguito all’invasione dei Longobardi, mentre si restringevano i possessi bizantini in Africa e in Spagna.
Infine riaffiorarono le non sopite differenze religiose che indussero la Chiesa d’Oriente ad assumere sul piano dottrinale e liturgico le caratteristiche che, col passare del tempo, l’avrebbero differenziata dalla Chiesa romana: quest’ultima, dal canto suo, aveva trovato   nel diritto romano un modello per amministrare, nell’unità sostanziale, le legittime differenze liturgiche e pastorali insorte presso le Chiese locali. Una serena valutazione dell’opera di Giustiniano, pur tenendo presenti gli indubbi meriti dell’imperatore, deve sottolineare la sua sordità ai bisogni dei più umili tra i sudditi, ridotti al punto di acclamare gli Arabi perché diminuivano le tasse. (altro…)

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L’obbligo della recita della Liturgia delle Ore

CONGREGATIO DE CULTU DIVINO ET DISCIPLINA SACRAMENTORUM
Queste preghiere non costituiscono un atto privato, ma fanno parte del culto pubblico della Chiesa, in modo tale che, celebrandolo, il ministro sacro compie il suo dovere ecclesiale: il sacerdote o il diacono che, in un edificio sacro o un oratorio, oppure a casa sua, celebra l’Ufficio Divino, compie, anche se è solo, un atto eminentemente ecclesiale, a nome di tutta la Chiesa e per tutta la Chiesa, e anche per l’umanità intera

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L’UFFICIO DIVINO RINNOVATO (4)

I salmi e il loro rapporto con la preghiera cristiana. Le antifone e gli altri elementi che aiutano a pregare con i salmi. Il modo di salmodiare. Criteri di distribuzione dei salmi nell’Ufficio. I cantici dell’Antico e del Nuovo Testamento. La lettura della Sacra Scrittura. La lettura dei Padri e degli Scrittori ecclesiastici. La lettura agiografica. I responsori. Gli inni e gli altri canti non biblici. Le preci, la preghiera del Signore, l’orazione conclusiva. Il sacro silenzio. (altro…)

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