Dichiarazione Les medias a proposito della Risoluzione del Parlamento Europeo del 16 marzo 2000 che equipara la famiglia alle “unioni di fatto”, comprese quelle omosessuali. L’Osservatore Romano. 18.3.2001, p. 2.
17 marzo 2000
I mezzi di comunicazione informano che il Parlamento Europeo ha approvato una Risoluzione sul rispetto dei diritti umani nell’Unione Europa che contempla anche la modalità delle unioni di fatto e tra esse la convivenza dichiarata tra persone dello stesso sesso, come pure la necessità di riconoscere “matrimoni legali” tra persone dello stesso sesso.
Tale Risoluzione costituisce un grave e ripetuto attentato contro la famiglia fondata sul matrimonio, quale unione di amore e di vita tra un uomo e una donna, dalla quale scaturisce naturalmente la vita. Su tale unione matrimoniale, essendo un bene necessario, è solidamente basata ogni società. Negare questa fondamentale ed elementare verità antropologica porterebbe alla distruzione del tessuto sociale. Equiparare tali unioni di fatto, e ancora più quelle omosessuali, alle unioni propriamente matrimoniali e invitare i Parlamenti ad adeguare la legislazione in tal senso, non costituisce un disconoscimento della profonda aspirazione dei popoli nella loro più intima identità?
Nel corso della storia i popoli hanno riconosciuto saggiamente ciò che è e comporta il matrimonio, che invece ora viene sottomesso ad una così fuorviante interpretazione da parte del Parlamento Europeo mediante tale Risoluzione. Fortunatamente i Parlamenti dell’Europa sapranno sicuramente essere in sintonia con la stragrande maggioranza delle famiglie europee, che occorre urgentemente sostenere nella loro nobile missione e che ora si vedono ingiustamente equiparate a questo tipo di “unione” con tale Risoluzione che in nessun modo ha un autentico valore legislativo ne è di orientamento obbligatorio. La natura specifica della famiglia, fondata sul matrimonio. è riconosciuta dalla maggioranza delle Costituzioni europee. Tale natura non è peraltro soltanto una verità dei credenti, ma patrimonio naturale dell’umanità, inscritta nel cuore dell’uomo e che caratterizza la cultura dei popoli.
I legislatori, pertanto, e in modo particolare i parlamentari cattolici, non dovrebbero favorire con il loro voto questo tipo di legislazione poiché contraria al bene comune e alla verità dell’uomo e quindi veramente iniqua.
Città del Vaticano, 17 marzo 2000.
Cardinale Alfonso LOPEZ TRUJILLO, presidente
+ Francisco GIL HELLIN, segretario