Fondatrice delle
FIGLIE DI NOSTRA SIGNORA DELLA MISERICORDIA
Si ringrazia il sito: http://digilander.libero.it/cubiculum/itmgr_frm.htm dal quale la biografia seguente è tratta
Nacque ad Albissola Marina (Savona) il 27 maggio 1811 e fu battezzata il medesimo giorno col nome di Benedetta.
Quartogenita di una numerosa famiglia composta da dieci fratelli, Benedetta non trovò in essa beni di fortuna, poiché i suoi genitori (Bartolomeo R. e Maria Dedone) erano modesti fabbricanti di stoviglie, ma non mancarono ricchezza di fede e di pietà. Anche Benedetta, appena ne fu in grado, imparò a modellare la creta e si prese cura dei fratelli minori, permettendo così alla mamma di dedicarsi alle sue numerose occupazioni.
Fin dall’infanzia si distinse nello studio, nella carità verso i poveri e soprattutto nella devozione verso il Crocifisso e la Santissima Vergine. Si iscrisse giovanissima al Terz’ordine Francescano (probabilmente prima del 1830) e sentì poco a poco nascere nel suo cuore il desiderio di una vita più perfetta che le permettesse più facilmente di farsi santa. A diciannove anni entrò in una famiglia signorile di Savona, i Monleone, più come figlia adottiva di due coniugi privi di figlioli, che come domestica, per assistere il padrone infermo.
Per sette anni rimase in quella casa (1830-1837), destando con la sua condotta l’ammirazione e l’affetto non solo dei padroni, ma anche della servitù. Quando però la signora Monleone, rimasta vedova, le propose di restare sempre con lei, promettendole di farla sua erede, Benedetta rifiutò. Ella sentiva di essere chiamata ad un’altra vocazione e chiese pertanto di entrare in un istituto di carità come suora. Bussò alle Figlie di N.S. della Neve, ma la sua richiesta ebbe un doloroso rifiuto, perché la povertà della sua famiglia non le aveva permesso di mettere insieme quel tanto di dote necessaria per l’accettazione.
Si susseguirono anni di dure prove; dapprima morì la mamma, poi a breve distanza, il fratello secondogenito e la sorella Giuseppina di appena diciassette anni ed infine morì anche il babbo; quindi Benedetta divenne il principale sostegno della famiglia.
Nel 1837, rispondendo ad un accorato appello del vescovo della diocesi, mons. Agostino De Mari (1835-1840), che cercava anime generose che si dedicassero all’educazione della gioventù povera, la ventiseienne Benedetta si presentò al prelato ed offrì la sua opera per il nobile scopo. Le due anime grandi si intesero subito; il vescovo avrebbe procurato una sede adatta e Benedetta avrebbe cercato delle compagne volenterose, per dar inizio alla prima scuola. Al progetto di Benedetta aderirono Angela e Domenica Pescio e Paolina Barla.
Le tre prime vocazioni vennero da Albissola e per sede mons. De Mari trovò una modesta casa d’affitto, già proprietà della “commenda” di Malta. La fondazione porta la data del 10 agosto 1837; Angela Pescio, la più anziana, fu eletta superiora: a Benedetta fu dato l’ufficio di maestra delle novizie, vicaria ed economa. Un crocifisso, una statuetta della Madonna Mater Misericordiae e cinque lire di capitale formavano tutta la loro ricchezza. Il 22 ottobre 1837 ebbe luogo la prima vestizione e Benedetta ricevette dal vescovo il nome di suor Maria Giuseppa, mentre l’Istituto veniva ufficialmente denominato delle Figlie di N.S. della Misericordia e consacrato alla Vergine del noto santuario di Savona.
Lo scopo precipuo della nuova istituzione era quello di dedicarsi alla istruzione ed educazione delle fanciulle povere e all’assistenza degli ammalati. Due anni dopo, il 2 agosto 1839, le suore pronunciavano i loro voti perpetui. Nel 1840 le suore professe erano già sette e quattro le novizie; in tale anno suor Maria Giuseppa venne eletta superiora all’unanimità, ufficio che tenne per circa quarant’anni, sino alla morte. Una grave perdita per l’Istituto nascente fu la morte di mons. De Mari, avvenuta il 14 dic. 1840. Egli aveva già steso un primo abbozzo delle Regole; il testo definitivo, però, affidato per la compilazione al p. Innocenzo Rosciano, carmelitano, fu solennemente consegnato alle suore il 14 febbraio 1846, col nuovo abito, dal vescovo di Savona, mons. Alessandro Ottaviano Riccardi (1841-1866, poi arcivescovo di Torino).
Sotto la saggia direzione di suor Maria Giuseppa l’Istituto cominciò a diffondersi in Liguria nel periodo 1842-1855. Nel 1856 la santa prese a collaborare all’opera del riscatto degli schiavi africani, a cui dedicavano da tempo il loro zelo due benemeriti sacerdoti, Nicolò Olivieri (1792-1864) e Biagio Verri, e la porta dell’Istituto si aprì per accogliere gruppi di fanciulle negre riscattate. Lo spirito missionario della santa ebbe modo di esplicarsi ancor più quando, nel 1876, poté inviare un primo gruppo di quindici suore a Buenos Aires, in Argentina.
Nel 1859, una nuova fondazione, la Casa della Provvidenza, era stata aperta dalla santa in Savona, per ragazze delle classi povere. La loro rieducazione e l’inserimento nella vita fu la sua costante preoccupazione. Altre case sullo stesso stile vennero aperte a Voltri, a S. Ilario, a Porto Maurizio (1860) ed ad Albissola, dove sorse la “Seconda Provvidenza” (1866-1867).
Dieci anni dopo, nel 1869, suor Maria Giuseppa iniziò coraggiosamente un’altra opera, quella del Piccolo Seminario per chierici poveri a Savona, che diede alla diocesi zelanti sacerdoti, anche se le costò non poche amarezze per gli ostacoli e le malignità verso questa istituzione da parte di molti.
L’ultima sua opera sognata e realizzata postuma fu la fondazione in Savona della Casa delle Pentite (1880), un ricovero per le ragazze pentite e convertende sottratte alla prostituzione.
Un aspetto in cui la genialità caritativa di Maria Giuseppa Rossello evade dal semplice ambito religioso per inserirsi tra le più nobili benemerenze sociali è la fondazione delle scuole popolari gratuite, una novità assoluta ed una necessità urgente, allora, nella Liguria occidentale.
La spiritualità della santa fu contraddistinta da una illuminata fiducia nella Provvidenza, nell’assistenza del patrocinio di s. Giuseppe e nello spirito di iniziativa: soleva ripetere come motto, trasmesso alle sue Figlie: “Cuore a Dio, mani al lavoro!”. Nonostante la sua carica, non disdegnò mai di rendersi utile nei più umili servizi alle ricoverate o agli infermi, con carità paziente e perseverante.
Chiuse la sua laboriosa giornata a sessantanove anni di età, il 7 dicembre 1880, nella casa madre in Savona, colpita da complicazioni cardiache che avevano già minato la sua costituzione duramente provata dal tanto lavoro. Morì in concetto di santità e fu sepolta nel cimitero cittadino. Poi, nel 1887 la salma fu trasportata nella casa-madre.
Alla sua morte l’Istituto da lei fondato contava sessantacinque case. Oggi le case sono 176 in Italia e nelle Americhe: il numero delle suore è di circa mille (*); i loro scopi sono quanto mai attuali: asili d’infanzia, scuole elementari e medie, collegi, orfanotrofi, ospedali, assistenza alle carceri femminili, case della protezione della giovane, brefotrofi, ecc.
La sua causa di beatificazione fu introdotta a Roma il 23 luglio 1924.
Venne beatificata il 6 novembre 1938, dopo l’opportuna indagine ed il riconoscimento di due miracoli operati a due sue suore dell’Istituto: sr. Maria dello Spirito Santo e sr. Paolina Dameri.
Maria Giuseppa Rossello fu canonizzata da Pio XII il 12 giugno 1949. In tal caso furono probanti i miracoli riconosciuti nelle guarigioni prodigiose di Teresa Rocchi in De Negri e di Pietro Molinari.
La festa liturgica cade il 7 dicembre; le sue reliquie sono venerate nella cappella della casa madre delle Figlie di N.S. della Misericordia in Savona.
(liberamente tratto ed adattato dall’articolo di L. Chierotti – cfr. bibliografia)
(*) dati dall’ “Annuario Pontificio” anno 2000.
SUPPLICA ALLA MADONNA DELLA MISERICORDIA
di Santa Maria Giuseppa Rossello
Mia sempre cara Madre Maria,
Ecco, o Madre di Misericordia, ai Vostri SS.mi piedi prostrata la povera, indegna vostra Serva Maria Giuseppa, che implora in questo giorno sacro alle vostre misericordie, grazia e misericordia per queste povere fanciulle della Provvidenza. O Maria! Guardatele come sono povere e abbandonate! Il mondo, appunto perché povere, le rigetta; ma voi, o cara Madre Maria, non le rigettate di certo, perché siete vera nostra Madre, avendoci accettate tutte per vostre figlie sul Calvario. A voi dunque le consacro, creature uscite dalle mani onnipotenti di Dio, redente dal Sangue prezioso del Vostro divin Figlio Gesù. O Maria, non le abbandonate! Insegnate loro ad amare Gesù e servirlo con tutto il cuore. Non permettete che il mondo, il demonio e la carne prevalgano sopra di loro. Vergine Regina delle Vergini, fatele tutte pure e monde, cosicché divengano oggetto di compiacenza agli sguardi purissimi del vostro Gesù. Staccatele da questo misero mondo, e fate che per l’avvenire ad altro non pensino che ad amare e servir fedelmente il Signore.
O Maria, Maria, Maria, fate che il regno di Dio prenda possesso dei nostri cuori, e che la sua santa volontà sia fatta da tutte noi qui in terra, come si fa dagli Angeli in cielo: null’altro in questo mondo vi domandiamo. Otteneteci, o Maria, dal vostro caro divin Figlio, un gran dolore dei nostri peccati, e pregatelo a dimenticarli. Rivolgete a noi, o Madre di Misericordia, i vostri occhi pietosi, e non li ritirate mai da noi finché non ci vedete tutte salve in paradiso.
Vi prego da ultimo, o Maria, a moltiplicare queste figlie della Provvidenza come le arene del mare, e tutte provvederle del necessario, perché so che tutto potete e nulla vi nega il vostro Gesù.
Benediteci, o Maria; e insieme a noi benedite il Sommo Pontefice, il Vescovo, nostro caro Pastore, tutti i nostri benefattori, e tutti quanti avranno intenzione di far del bene a questa piccola Casa della Provvidenza. Siano lodati e benedetti in eterno i santissimi Nomi di Gesù, di Maria e di Giuseppe!
Che tutto il mondo vi ami, o Gesù, o Maria, o Giuseppe!… Con tutto il cuore ve ne prego, fatemi vivere e morire, lavorando sempre alla maggior vostra gloria e alla salute delle anime.
Lettera apostolica
nella beatificazione di
SANTA MARIA GIUSEPPA ROSSELLO
Lettera apostolica con la quale la venerabile serva di Dio Maria Giuseppa Rossello, terziaria francescana fondatrice delle Figlie di Nostra Signora della Misericordia, viene proclamata beata.
PIO PP. XI A PERPETUA MEMORIA DELLA COSA
“Piena è la terra della misericordia del Signore, ma particolarmente abbondanti sono le Sue misericordie verso coloro che Lo invocano, poiché Egli stesso è la gloria della virtù di quelli che camminano nella luce del Suo volto e nelle Sue vie”.
Fondata senza dubbio su questa divina misericordia Maria Giuseppa Rossello con eroica fortezza superò ogni avversità, e, benché stimasse se stessa un nulla, mostrò con i fatti di tutto potere in Dio che la sorreggeva con la Sua misericordia; e volle perciò che l’Istituto delle Religiose, da Lei fondato per provvedere sia all’istruzione delle fanciulle specialmente abbandonate, e sia alla cura degli infermi, prendesse nome da Nostra Signora della Misericordia; perché la Beatissima Vergine Madre di Dio, non solo è fonte perenne di grazie, ma Ella medesima è maestra e dispensatrice di Misericordia; in conseguenza dovessero le Figlie del suo Istituto chiedere continuamente aiuto e grazie alla Madre di Dio, e fedeli seguaci di così gran Madre Divina, più facilmente compiere le opere di misericordia a loro imposte.
Nacque la Serva di Dio in Albisola Marina nella diocesi di Savona il 27 maggio 1811 da genitori cristiani che gestivano in casa una piccola fabbrica di vasi di terra cotta; e nello stesso giorno, purificata con le acque battesimali, ebbe il nome di Benedetta.
Dalla bocca stessa dei pii genitori ricevette le prime nozioni di religione, e fin dai più teneri anni rifulse per la sua pietà e per i suoi costumi degni di essere dati ad esempio.
Non più che settenne trovò le sue delizie nell’aiutare i poveri, nel radunare le fanciulle della sua età per recitare il S. Rosario, nell’attirarle al bene ed allontanarle dal male, nel condurle seco in chiesa ed esortarle a ricevere i Sacramenti. Più tardi, raggiunta l’età giovanile, avrebbe bensì desiderato di servire Dio in qualche famiglia religiosa già costituita, ma, sia per la mancanza di dote, sia per la malferma salute, fu costretta ad abbandonare per il momento il suo proposito; nel frattempo professò la Regola del Terz’Ordine di S. Francesco, la osservò in modo esemplare, e non cessò di mantenere e di aumentare la sua vocazione religiosa con preghiere e pie pratiche; fosse ella tra le domestiche pareti, fosse ella nella casa di due coniugi savonesi che vivamente desideravano di conservarla presso di loro quale figlia più che gradita: ella, rinunziando completamente alle cose mondane, costringendo in servitù il proprio corpo con mortificazioni e digiuni, instancabile nelle occupazioni familiari e nella preghiera, sempre rivolgendo il pensiero alle cose di Dio per essere santa di corpo e di spirito, s’introdusse fortemente nei sentieri della perfezione cristiana.
Il 10 agosto del 1837 pose finalmente le prime basi del suo Istituto. Imperocchè allora, non solo con l’approvazione, ma con l’aiuto anzi del Vescovo che reggeva la Chiesa di Savona in quel tempo, la Serva di Dio per provvedere alle necessità spirituali delle fanciulle, si rinchiuse con tre compagne in una modesta casetta presa a pigione con l’aiuto di benefattori: ivi cominciò coraggiosamente il suo lavoro sotto la potente protezione della Beata Vergine della Misericordia (la cui venerata immagine, in Savona, era stata già dal Sommo Pontefice Pio VII, Nostro Predecessore di venerata memoria, pochi anni prima incoronata con aurea corona) e del purissimo Sposo di Lei S. Giuseppe; tanto che da allora, per la sua fedele devozione alla Madre di Dio ed al Suo Sposo, essa stessa cambiò il suo primo nome di Benedetta in quello di Maria Giuseppa.
“Come il granello di senapa il quale, quando si semina in terra, è il minimo di tutti i semi che sono al mondo, ma seminato che è, si innalza e diventa maggiore di tutte le erbe e fa gran rami; di modo che gli uccelli dell’aria possano albergare sotto la sua ombra ” (Marc. IV,31-32), così anche la piccola religiosa famiglia istituita dalla Serva di Dio; crebbe in modo ammirevole; infatti in 40 anni Ella stessa poté fondare sia in Italia, sia nell’America del Sud, circa 70 Case del suo Istituto e provvederle di tutto il necessario. Ma per compiere la sua opera di Fondatrice quante e quanto gravi difficoltà le si presentarono! Non erano tuttavia impari, per grazia del Signore, le virtù della Venerabile Serva di Dio e così pure l’obbedienza e l’amore delle Figlie verso la Madre carissima, che del continuo sia a voce sia in iscritto si sforzava di spronarle tutte e ciascuna alla perfezione.
Ricevuta poi con gran venerazione dal Vescovo di Savona la Regola e la forma dell’abito religioso la Venerabile Maria Giuseppa, quantunque negli ultimi anni della sua vita fosse tormentata da grave malattia, con amore operoso diresse fino alla sua morte l’Istituto delle Figlie di Nostra Signora della Misericordia, il quale senza alcun dubbio per opera proprio di Lei poté raggiungere i fini prestabilitigli. Già infatti nei primordi dell’Istituto, infuriando in Liguria un morbo mortale, le Figlie di Nostra Signora della Misericordia, per iniziativa ed impulso della pia Madre Maria Giuseppa non si sottrassero ad alcun genere di fatica a fin di alleviare giorno e notte gl’infermi; in seguito con grande utilità delle anime e benefizio temporale degli infermi diressero molti ospedali che erano stati affidati alle loro cure. Affinché poi il gregge di Gesù Cristo fosse istruito nelle verità della Fede, la Venerabile Serva di Dio fondò anche molti ricoveri di donne e di fanciulle, collegi e scuole ed alle Sue Figlie raccomandò ed inculcò con viva insistenza che si preoccupassero specialmente della fioritura di queste opere; e le Sue Figlie hanno poi così fedelmente eseguito il precetto della Madre che l’Istituto della Misericordia e le Suore del medesimo hanno fino ad oggi dato ed arrecato abbondantissimi frutti, tanto alla religione quanto alla civile società. Ma principalmente questi copiosi frutti sono proprio cresciuti per il prudente e provvido zelo della Venerabile Maria Giuseppa. Infatti nel governare l’Istituto si mostrò sempre alle Suore madre vigilante; soprattutto fu sollecita della solida vocazione delle giovani a servire Dio e, dopo averla esperimentata, volentieri le riceveva anche povere e mancanti di dote e ricevutele poi le conservava nella santa religione sotto l’osservanza delle Regole, precedendole essa stessa nella prudenza, nella carità, nell’esempio e in tale guisa da non permettere di essere dispensata dalle medesime anche inferma. Ma alle sue Figlie si mostrò veramente maestra di ogni virtù.
Così in essa rifulse la purità verginale, l’umiltà profonda, la perfetta prudenza, la preoccupazione operosa di guadagnare anime a Dio, la fortezza nelle avversità, l’evangelico amore della povertà, la grande fiducia nella Divina Misericordia e Provvidenza. Accrebbe tutte queste virtù e le rese più preziose l’ardentissima carità di lei verso Dio e l’amore verso il prossimo e tutta si adoperò e si profuse per la salute dell’anima e del corpo dell’umanità sofferente.
E’ certamente bello ricordare eziandio il suo zelo per favorire le Vocazioni Ecclesiastiche e l’aiuto prestato spontaneamente e con gioia all’opera del riscatto delle fanciulle africane. Accesa da grande ardore verso la Passione del Signore, con non diverso ardore amava la Beatissima Vergine ed onorava il castissimo Sposo di lei di particolare affetto. Venerò il Suo Angelo Custode, S. Giovanni Battista, S. Vincenzo de’ Paoli e li scelse come potenti Patroni della sua opera presso Dio.
Sfinita alfine dalle sue apostoliche fatiche e consunta da lungo morbo, in Savona, nella Casa Madre delle Figlie di Nostra Signora della Misericordia, la Serva di Dio in età di sessantanove anni terminò la sua attivissima e religiosissima vita nel mese di dicembre, la Vigilia della solennità dell’Immacolata Concezione di Maria Vergine nell’anno 1880.
Il corpo di lei, accompagnato da numerosissimi cittadini di ogni classe sociale, fu sepolto nel pubblico cimitero; dal quale però, appena sembrò giunto il momento opportuno fu trasportato nella Casa Madre dell’Istituto in Savona; ivi, dapprima fu custodito nel giardino in un sarcofago marmoreo posto in un apposito tempietto circondato da cipressi; in seguito alla ricognizione regolarmente compiuta, nell’anno 1917, la Salma fu piamente riposta accanto all’altare maggiore della chiesa aggiunta alla Casa sopra ricordata, nel luogo che le Figlie avevano preparato alla Madre dilettissima.
Per la fama delle virtù, con le quali la Serva di Dio si era segnalata quando era ancora in vita, ed anche per gli straordinarii prodigii, con i quali dopo la morte di lei si diceva che Dio confermasse la santità della Sua Serva, iniziati e giuridicamente compiuti i Processi diocesani, si cominciò a trattare presso la S. Congregazione dei Riti la Causa onde ottenere alla stessa Serva di Dio gli onori della Beatificazione; cosicché con Decreto promulgato il 23 luglio 1924 Noi stessi sottoscrivemmo di Nostra mano la Commissione d’introduzione della Causa.
La quale, appena introdotta, superati i dubbi minori, progredì tanto che subito s’incominciò a discutere intorno alle virtù della Venerabile Serva di Dio Maria Giuseppa Rossello, che Noi il 19 marzo del 1936 abbiamo approvate e dichi arato ornate e dotate di carattere eroico.
Posta poi la questione intorno ai due miracoli, che si dicevano compiuti da Dio per intercessione della stessa Venerabile, dopo le due Congregazioni, cioè antipreparatoria ed inoltre dopo un’altra Congregazione generale che fu tenuta alla Nostra presenza il 5 aprile del presente anno, dopo avere esaminato con severo giudizio tutte le questioni, Noi stessi il giorno 10 del detto mese e precisamente la Domenica delle Palme, abbiamo dichiarato solennemente essere certi i miracoli proposti e potersi procedere ulteriormente.
Essendo pertanto reso pubblico il giudizio intorno alle virtù eroiche ed ai miracoli, rimaneva ancora da discutere se si potesse annoverare con sicurezza tra i Beati del Cielo la Venerabile Serva di Dio.
Questo dubbio fu proposto dal Diletto Figlio Nostro Raffaele Carlo Rossi, Cardinale di Santa Romana Chiesa, attuale relatore della Causa, nei Comizi generali tenuti alla Nostra presenza nell’ Apostolico Palazzo presso Castel Gandolfo il 10 maggio dell’anno in corso, e tutti i presenti, tanto i Cardinali quanto i Consultori dei Sacri Riti, risposero affermativamente con unanime consenso.
Ma Noi, in un avvenimento di tanta importanza, indugiammo a manifestare il Nostro pensiero onde chiedere aiuto al Padre dei lumi con incessanti preghiere. Infine il 26 maggio, giorno sacro alI’Ascensione di Nostro Signor Gesù Cristo, celebrato debitamente il sacrificio Eucaristico, alla presenza del diletto Figlio Nostro Camillo Laurenti Cardinale di Santa Romana Chiesa di venerata memoria, che allora era preposto alla Sacra Congregazione dei Riti e di Raffaele Carlo Rossi Cardinale di Santa Romana Chiesa relatore della Causa, e inoltre dei diletti figli Alfonso Carinci, Segretario della Congregazione dei Riti, e Salvatore Natucci, Promotore Generale della Santa Fede, solennemente decretammo potersi procedere con sicurezza alla beatificazione della Venerabile Serva di Dio Maria Giuseppa Rossello.
Pertanto, adempiendo particolarmente i voti dell’Istituto delle Figlie di Nostra Signora della Misericordia, con la Nostra autorità Apostolica, per mezzo della presente Lettera, concediamo, che la Venerabile serva di Dio Maria Giuseppa Rossello del Terz’ Ordine di S. Francesco, Fondatrice del sullodato Istituto delle Figlie di Nostra Signora della Misericordia, si chiami in avvenire col nome di Beata, ed il Suo corpo e le Sue reliquie siano proposte alla pubblica venerazione dei fedeli, ma non siano portate solennemente in processione; e parimenti permettiamo che le immagini della stessa Serva di Dio siano decorate di raggi. Inoltre, parmenti di Nostra autorità concediamo che ogni anno si celebri la Messa e si reciti l’Ufficio del Comune delle Vergini con lezioni e orazioni proprie da Noi approvate, giusta le rubriche, ma soltanto nella diocesi di Savona nella quale nacque la Serva di Dio e passò di questa vita, ed altresì nelle chiese e ,nelle cappelle, in qualunque parte si trovino erette, le quali o appartengano all’Istituto delle Figlie della Misericordia o siano ufficiate dall’Ordine dei Frati Minori, da tutti i fedeli che sono obbligati a recitare le ore canoniche e, per quel che riguarda le Messe, da tutti i sacerdoti tanto secolari che religiosi che si rechino nelle chiese o nelle cappelle ove si celebra la suddetta festa.
Concediamo finalmente che le solenni cerimonie della Beatificazione della Venerabile Serva di Dio Maria Giuseppa Rossello, Fondatrice dell’Istituto delle Figlie di Nostra Signora della Misericordia, siano celebrate nella suddetta diocesi di Savona e nelle chiese e cappelle pur ricordate nei giorni da indicarsi dall’autorità competente entro un anno dalla celebrazione delle medesime cerimonie nella Sacrosanta Patriarcale Basilica Vaticana.
Nonostante le Costituzioni e le ordinazioni Apostoliche e i decreti emanati sul non culto e tutte le altre cose in contrario.
Vogliamo inoltre che le copie di questa Lettera, anche se stampate, purché sottoscritte dal Segretario della suddetta Congregazione godano della stessa fede, anche nelle discussioni giudiziarie, che avrebbe la significazione della Nostra volontà, con la ostensione della presente Lettera.
Dato a Roma presso S. Pietro, sotto l’anello del Pescatore, il giorno 6 del mese di novembre anno I938, decimosettimo del Nostro Pontificato.
E. Card. Pacelli. Segretario di Stato