E\’ uno dei santi Patroni della Boemia (attuale Repubblica Ceca). Procopio nacque verso il 975, nel castello di Kourim vicino a Chotoun. Egli fu sacerdote secolare. Come altri sacerdoti, Procopio era sposato ed aveva un figlio ma in seguito divenne monaco per dedicarsi ad una vita ancora più austera. Si ritirò in solitudine in una grotta presso il fiume Sázava a circa due miglia dal natio castello di Kourim. In questo periodo si inserisce la leggenda di aver costretto il diavolo tentatore a tirare l’aratro per lui. Quando fu nominato primo abate di Sázava, volle che la Comunità seguisse la Regola di s. Benedetto, la liturgia del rito occidentale romano, la lingua liturgica slava. Morì il 25 marzo 1053.
Questo santo abate nacque in Boemia, a Chotoun, verso il 975. Fu educato nella liturgia e nelle lettere slave introdotte nella regione dai Santi Cirillo (+869) e Metodio (+885) a Vysehrad, centro amministrativo ed ecclesiastico della Boemia, presso Praga. Divenuto sacerdote, condusse vita santa dedicandosi al servizio di Dio nel castello di Kourim, vicino al suo paese natio. Secondo l\’uso locale del tempo, si sposò ed ebbe un figlio, Emeramo (Jimram). Il celibato ecclesiastico soltanto più tardi divenne regola per tutti.
In seguito Procopio divenne monaco benedettino a Brevnov. Desiderando dedicarsi ad una vita più austera, i superiori gli permisero di scegliersi per dimora una spelonca presso il fiume Sàzava, a due miglia dal castello di Kourim. In quella solitudine, verso il 1009, costruì una chiesetta in legno dedicata a Maria SS. e a San Giovanni Battista e si dedicò alla preghiera, alla meditazione e al lavoro manuale. Nella chiesetta istruiva i fedeli che accorrevano a ricevere i sacramenti e, nella cella che vi aveva costruito accanto, curava i malati con le erbe medicinali che coltivava lui stesso.
Attratti dalle sue virtù e più ancora dai miracoli, uomini di buona volontà si posero sotto la sua direzione per tendere più sicuramente alla perfezione. Con lui diedero così inizio ad un piccolo villaggio di eremiti che si chiamò poi Sàzava, e furono favoriti dal duca Ulderico. Quel primo monastero boemo di fondazione e proprietà privata, tra i suoi mèmbri annoverava anche il nipote e il figlio di Procopio, Vito ed Emeramo.
Anche Bratislavo I, figlio di Ulderico e duca di Moravia, fu munifico con quella comunità. Alla morte del padre si recò a far visita al santo e lo costrinse ad accettare la carica di abate. Fin dalle origini gli eremiti di Sàzava seguirono la regola di S. Benedetto. Per volere del duca essi continuarono a celebrare la liturgia in lingua slava, e a seguire il rito occidentale romano. Alla morte del fondatore furono costretti a fare uso anche della lingua latina. I benedettini boemi oltre al lavoro manuale si dedicarono alle lettere, e alle arti. Sotto la paterna e illuminata direzione di Procopio, Sàzava divenne per il mondo slavo un centro di civiltà e di spiritualità. Il santo morì, dopo essere stato più amato che temuto, il 25-3-1053 e fu sepolto a Sàzava, dal vescovo di Praga, Severo. Innocenzo III lo canonizzò nel 1204. A farne la proclamazione a Sàzava mandò, come suo legato, il cardinale Guido di Santa Maria in Trastevere. I contadini e i minatori lo venerano come patrono. Dal 1588 le reliquie del santo sono conservate nella chiesa d\’Ognissanti del castello reale in Praga (Boemia).
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Sac. Guido Pettinati SSP,
I Santi canonizzati del giorno, vol. 7, Udine: ed. Segno, 1991, pp. 28-29
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