Nacque attorno al 920 a Trebisonda da una famiglia originaria di Antiochia e gli fu imposto il nome di Abraamios. Dopo aver esercitato per qualche tempo la professione di insegnante, lasciò la cattedra per ritirarsi a Kyminas a vivere da eremita mutando il nome di battesimo in Atanasio. Si stabilì poi sul Monte Athos. Partecipò alla spedizione contro i Saraceni nell'isola di Creta (960) e usò la ricompensa per costruire un monastero dedicato alla Santa Vergine sul Monte Athos: fu il primo cenobio del noto sito monastico. Venne così considerato il fondatore del cenobitismo atonita. Morì nel 1003, travolto da una trave di una chiesa in costruzione.
Il santo fondatore della Grande Laura di Monte Athos situato nella parte orientale della penisola Calcidica (Grecia), nacque verso il 920 a Trebisonda, sul mar Nero, da una famiglia originaria di Antiochia. Al fonte battesimale gli fu imposto il nome di Abraamios. Rimasto orfano, fu affidato ad un'amica di sua madre che lo mandò a terminare gli studi a Costantinopoli. I parenti presso i quali abitava lo trattavano bene, ma egli distribuiva ai poveri i cibi e le vesti a costo di patire un po' di fame e un po' di freddo.
L'austero studente divenne un brillante professore. Entrò in relazione con Michele Maleinos che aveva fondato un monastero sul monte Kyminas in Bitinia e, con il nipote di lui, il futuro imperatore Niceforo Focas.
Quando il Maleinos fece ritorno al suo monastero, Abraamios, amante della rinuncia e della solitudine, lo seguì e vesti l'abito religioso con il nome di Atanasio. Appena fu sufficientemente formato alle virtù monastiche, egli visse da esicaste o eremita. Siccome il Maleinos voleva fare di lui il suo successore, per sottrasi a quest'onore andò a nascondersi tra i solitari che già popolavano il monte Athos. Per non essere riconosciuto prese il nome di Barnaba, fece finta di essere illetterato e si lasciò insegnare l'alfabeto da un vecchio ignorante.
Niceforo Focas, suo amico, riuscì a ritrovarlo per mezzo del governatore di Tessalonica (Salonicco). Nel 960 lo persuase ad accompagnarlo a Creta affinchè pregasse per la sua spedizione militare. Intendeva difatti cacciare dall'isola i saraceni. Al ritorno dalla guerra vittoriosa, Niceforo fece accettare per forza all'amico una considerevole somma di denaro affinchè costruisse sul monte Athos un monastero e una chiesa dedicata alla SS. Vergine. Sorse così la Grande Laura. I lavori cominciarono nella primavera del 961, ma la chiesa non era che metà costruita quando Focas fu incoronato imperatore (963). Temendo di essere chiamato ad un posto d'onore dal suo potente amico, Atanasio fuggì a Cipro, ma non tardò a ritornare sui suoi passi appena l'imperatore calmò le sue apprensioni. Portò a termine le costruzioni e dotò la prima Laura di Monte Athos, tuttora esistente, anche di un porto per facilitare le comunicazioni tra i vari monasteri.
L'opera di riforma religiosa del santo igumeno (abate) e la sua stessa presenza non furono gradite agli eremiti del luogo. Dopo la morte di Niceforo Focas (969) essi congiurarono sovente contro Atanasio fino a metterlo due volte in pericolo di vita. Non ne volevano sapere dell'introduzione tra loro della laura cenobitica. Innumerevoli proteste fecero pervenire a Giovanni Zimisce (+978), successore di Focas, ma Eutimio, mandato ad ispezionare la zona, approvò la riforma di Atanasio, e l'imperatore, non solo confermò con una bolla d'oro la donazione e i privilegi di Focas, ma fece al santo un'offerta di 244 monete d'oro che gli permisero di portare da 80 a 120 il numero dei monaci. Da quel giorno si moltiplicarono i cenobi sul Monte Athos e fu necessario compilare un regolamento che fissasse le relazioni dei monaci tra di loro, e stabilisse il luogo della residenza del capo supremo. Fu scelto il paesetto di Karyès, al centro della penisola.
La fama di Atanasio aumentò con i prodigi che gli vennero attribuiti. Numerose sono, infatti, le guarigioni miracolose che il suo biografo tramandò ai posteri. Diversi discepoli vennero a mettersi sotto la sua direzione anche dall'Italia Meridionale, dal Caucaso e dall'Armenia. Per mettere in grado gli illetterati di capire la sacra Scrittura, organizzò una scuola serale adatta ad essi. Superiori di monasteri vicini, gelosi di Atanasio, andarono a denunciarlo all'imperatore Basilio II (976-1025), ma lungo il cammino furono spogliati dei loro beni dai turchi. Il santo, che conosceva i loro intenti, ebbe la gioia di fornire loro dei vestiti e l'occorrente per ritornare ai loro monasteri.
Atanasio morì verso il 1003 per un incidente sul lavoro. Mentre aiutava cinque suoi monaci a costruire la capriata di una chiesa, fu travolto con loro da una trave e ucciso. La tradizione locale mostra i luoghi santificati dalla sua presenza: la grotta in cui si ritirava a pregare, la fonte miracolosa scaturita per le sue preghiere; il luogo dove sconfisse il demonio. La sua tomba è ancora oggetto di grande venerazione. Atanasio non ha lasciato che pochi scritti: preghiere in onore dei Santi Teodoro e Giovannizio, il testamento spirituale, il typicon o regola e la diatyposis della Laura che sono le carte di fondazione di questo monastero.
L'erezione della Grande Laura segnò un periodo nuovo nella storia del monachesimo greco perché fu resa indipendente dai funzionari dello stato e della Chiesa, preposti alla sorveglianza delle case religiose fino allora fondate. Soltanto l'igumeno, scelto tra i monaci del convento, godeva di piena giurisdizione temporale e spirituale. Gli eunuchi, i bambini e i membri della famiglia imperiale non potevano essere ricevuti nella "Laura". Da essa erano bandite anche le femmine degli animali. Il probandato, per gli aspiranti alla vita religiosa, durava da uno a tre anni. I novizi ammessi definitivamente dovevano dare i loro beni ai poveri e non al monastero, allo scopo di tagliare corto a qualsiasi pretesa da parte loro .
Atanasio si preoccupò di assicurare la buona armonia tra i religiosi della Grande Laura e le relazioni di amicizia con i monaci estranei. Egli cercò di combattere in particolare l'orgoglio che nasce dallo spirito di corpo. Secondo lui, non era la tonsura data da questo o da quell'igumeno che bisognava prendere in considerazione per stimare qualcuno, ma la sua virtù. Colui che si permetteva di disprezzare o ingiuriare un monaco estraneo, veniva escluso per tre settimane dai santi misteri, dalla chiesa e dal refettorio e per farsi perdonare la colpa doveva digiunare severamente. I recidivi erano espulsi dal monastero. Tutti i monaci dovevano conservare l'unione tra di loro, ubbidire all'igumeno, non facendo nulla senza il suo permesso, e condurre vita comune.
Il Santo fondatore, ispirandosi a S. Teodoro, esigeva che l'igumeno non avesse niente di personale poiché il monaco possiede in proprio soltanto il corpo e l'anima. Non voleva neppure che avesse dei domestici al suo servizio, né a servizio del monastero. Soltanto l'economo e il cellerario maneggiavano il denaro occorrente agli acquisti, in maniera da evitare al superiore e agli altri monaci le preoccupazioni materiali che avevano fuggito lasciando il mondo. All'igumeno era proibito farsi fare degli abiti di ricambio o degli abiti preziosi. Il lusso doveva essere bandito dalla sua cella, come dalle camere riservate agli ospiti. Non potevano viaggiare o assentarsi senza necessità, né passare dal loro monastero ad un altro o aspirare ad una condizione più elevata. Nessun discepolo poteva restare nella cella dell'igumeno che, per evitare ogni sospetto, era tenuto a farsi servire da diversi fratelli. Con gli ospiti, come pure con chi era costretto a passare l'inverno nel porto, doveva essere liberale nel fornirli del necessario.
Dopo la morte di Atanasio altri fondatori, sovente con l'aiuto degli imperatori, costruirono dal secolo X al secolo XIV 19 monasteri principali. Verso il 1770 i russi ne eressero uno per i loro compatrioti. Alle loro dipendenze c'erano 12 conventi di grado inferiore, 204 celle e 456 eremitaggi. Presso gli ortodossi, il prestigio di monte Athos è sempre stato grandissimo. Comunemente essi lo chiamano la "santa montagna".
Oggi, in 11 monasteri si vive la vita cenobitica e in 9 l'idiorritmica. La vita cenobitica consiste essenzialmente nella vita comune, nella povertà individuale e nella sottomissione ad un superiore, assistito da un consiglio di anziani. L'idiorritmia è un sistema basato sulla proprietà personale, il raggruppamento dei monaci in famiglie governate ciascuna da un presidente. Il monastero è retto dal consiglio di tutti i presidenti. Cenobiti e idiorritmi si applicano unicamente all'ufficio divino e al lavoro manuale. Il loro regime alimentare è rigoroso. Sono rari i monaci che si dedicano allo studio. Nei diversi monasteri si trovano sepolti tesori d'arte. Le loro biblioteche sono rinomate per la ricchezza di manoscritti e di carte non ancora completamente inventariati. Dal 1913 Monte Athos forma una repubblica monastica, ed è governata da un consiglio composto di 20 membri, uno per monastero, il quale delega a 4 membri il disbrigo degli affari correnti.
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Sac. Guido Pettinati SSP,
I Santi canonizzati del giorno, vol. 7, Udine: ed. Segno, 1991, pp. 45-49
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