"Cardinale Pietro Parente; Mons. Antonio Piolanti; Mons. Salvatore Garofano: Voci selezionate dal Dizionario di Teologia Dogmatica". REVIVISCENZA (dei meriti). Le opere umane, rispetto alla vita eterna, si dicono morte se sono compiute in stato di peccato mortale, vive se in stato di grazia, mortificate se fatte da chi era in grazia perdettero poi la loro efficacia di condurre al premio per una susseguente caduta nel peccato grave.
Che avviene delle opere mortificate al momento della giustificazione? La Scrittura e i Padri sono espliciti nell'affermare che Dio restituendo la sua amicizia al peccatore lo riammette pure al godimento dei beni acquistati prima dell'abbandono della casa paterna. E' dunque un fatto incontestabile che i meriti riacquistano efficacia in rapporto al conseguimento del premio eterno. Ma in the misura? Qui appunto si dividono le opinioni dei teologi. Il Suarez afferma che vengono restituiti integralmente, mentre S. Tommaso insegna che sono ridati in proporzione del fervore con cui il penitente si converte secondo il principio che Dio «tanto si dà, quanto trova d'ardore» (Dante, Purg. l5, 70). La prima sentenza esalta la misericordia di Dio, la seconda che a prima vista sembra molto severa, è più consona ai principi della teologia e destinata ad eccitare il fervore nei penitenti. Per altre sfumature rilevate in S. Tommaso dai suoi discepoli vedi il P. Boyer, De paenitentia, Romae 1942, p. 275-277.