Passioni

1. Disordini e stragi delle passioni.
2. Le passioni degradano l\’uomo.
3. Le passioni rendono colpevoli ed infelici.

1. DISORDINI E STRAGI DELLE PASSIONI. – L\’uomo che si abbandona alle passioni, è simile alle bestie che si lasciano trascinare alle naturali loro inclinazioni, spinte dall\’impeto, non guidate dal discernimento della ragione. Anzi, dobbiamo dire che è peggiore di una bestia, perché gli animali di una medesima specie non si sbranano tra di loro, mentre l\’uomo in balìa delle passioni assale e incrudelisce contro il suo simile. Questo tale unisce in sé solo la gelosia del cane, la voracità del lupo, l\’orgoglio del leone, la ferocia della tigre, la testardaggine dell\’asino, la malignità del serpe, l\’astuzia della volpe. Dove vai tu? dove andrai a finire, o uomo che secondi le passioni?…
Voi non potete, scrive Boezio, annoverare tra gli uomini colui che vedete trasformato dalle passioni: l\’apparenza umana che resta in lui, prova ch\’egli era un uomo; ma ora non lo è più. L\’avarizia che lo divora, lo spinge a rapire violentemente le altrui sostanze? mettetelo tra i lupi. Cedendo alla furia, alla collera, all\’indole rissosa, si mette a gridare, a ingiuriare, a l\’issare? mettetelo tra i cani. Gioisce di avere ingannato con le astuzie il suo prossimo? mettetelo tra le volpi. Minaccia, assale, infuria, tempesta? chiamatelo un leone. Timido e pauroso, fugge anche quando non vi è nessun pericolo? paragonatelo al cervo. Si mostra tardo, pigro? chiamatelo asino. Fa prova di leggerezza e d\’incostanza? chiamatelo farfalla. Si tuffa nei piaceri schifosi della carne? mettetelo tra un porco ed un caprone. Così l\’uomo che abbandona Dio, la virtù, la giustizia, si cambia in bestia immonda o crudele (De consol. lib. IV). .
Tutte le passioni sono voluttà che ubriacano l\’anima, cioè la padroneggiano, l\’accecano, la istupidiscono quasi come l\’ubriachezza padroneggia il corpo, rende ottusa la mente, toglie il buon senso e scombussola il cervello. Come la sobrietà è, se così posso esprimermi, la sapienza e la virtù del corpo, così ogni vizio e passione è l\’ubriachezza e la pazzia dell\’anima; ubriachezza e pazzia prodotta dal vino del male, spremuto dagli acini delle passioni, che il demonio, sinistro bettoliere, le offre da bere. «Ubriachi di passioni, i mondani, dice San Gregorio, non si accorgono più dei peccati orribili che commettono e che fanno commettere» (Lib. in Luc.). L\’iniquità fa all\’uomo che le si abbandona, quello che fa la ruggine al ferro…
«Costituito in onorevole stato, l\’uomo non ha compreso il suo destino, dice il Salmista; egli si è paragonato ai giumenti ed è divenuto simile a loro» (Psalm. XLVIII, 12). Ecco il ritratto degli uomini schiavi delle passioni… Di loro si può dire con Isaia: «Voi che avete acceso nei vostri cuori il fuoco delle passioni e che siete circondati di fiamme, camminate, al
sinistro bagliore del vostro fuoco, in mezzo alle fiamme da voi suscitate» (ISAI. L, 11). Voi avete lasciato che si sviluppassero in voi passioni ardenti e ne sarete vittima: l\’incendio che non avete spento, consumerà voi e quanti si troveranno intorno a voi… Le passioni sono scintille di fuoco dell\’inferno…

2. LE PASSIONI DEGRADANO L\’UOMO. – Davide si macchia di due peccati; udite come descrive la sua condizione: «Il sentimento delle mie colpe mi fa vergognare di me stesso, e l\’onta che ha imporporato la mia fronte mi ha coperto tutto quanto» (Psalm. XLIII, 15). Date anche un\’occhiata al quadro, che fa l\’apostolo S. Giacomo, delle persone in preda alle passioni: esse bestemmiano tutto ciò che non sanno e, come muti animali, volgono a male le cognizioni che naturalmente posseggono… Questi sono vitupero nei loro conviti, ponendosi insieme a mensa senza rispetto, ingrassando se stessi: nuvoli senz\’acqua, trasportati qua e là dai venti, alberi di autunno, infruttiferi, morti due volte, da essere sradicati… Flutti del mare in tempesta, che spumano le proprie turpitudini, stelle erranti, per le quali tenebrosa caligine è riservata in eterno… Questi sono mormoratori queruli che vivono secondo i loro appetiti, e la loro bocca sputa superbia… Si separano da Dio: uomini di vita animalesca, che non hanno più in loro lo Spirito Santo (10, 12-13, 16, 19)…
Ogni sorta di dIsordini, l\’ignominia, la schiavitù, la degradazione formano la famiglia delle passioni non raffrenate. Adamo ed Eva peccano: subito si aprono ad ambedue gli occhi e si coprono di vergogna. Udirono la voce del Signore nel giardino e per schivare l\’incontro di Dio, si appiattarono tra il fogliame. Ma incalzato dal Signore che chiamava: Adamo, dove sei? questi rispose: Ho udito la vostra voce, ed ho avuto vergogna perché ero nudo e quindi sono corso a nascondermi (Gen. III, 7-10).
«Noi dormiremo nella confusione, dice Geremia, e la nostra ignominia ci coprirà da capo a piedi; perché abbiamo peccato contro il Signore nostro Dio» (IEREM. 111, 25). «Gli uomini che si abbandonano alle loro passioni, dice il medesimo Profeta, saranno grandemente confusi, perché non capirono l\’obbrobrio eterno che nulla può cancellare» (Id. XX, 11). «Cadranno disonorati ed avviliti per sempre in mezzo ai morti» – dice il Savio (Sap. IV, 19).

3. LE PASSIONI RENDONO COLPEVOLI ED INFELICI. – «Noi ci siamo stancati nella via dell\’iniquità e della perdizione, dicono gli uomini che sfogano i loro depravati appetiti; abbiamo camminato strade disastrose e ignorato la via del Signore» (Sap. V, 7). «Deviarono dal retto cammino, divennero gente inutile, corrotta ed abominevole. Il dolore e l\’infelicità vanno sui loro passi, e non conobbero la strada che mena alla pace» (Psalm XIII, 3, 1, 3).
Si può rivolgere alla tirannia che esercitano nell\’anima le passioni, quello che Isaia diceva dell\’oppressione in cui tenevano i nemici la figlia di Sion: «Tutti i suoi persecutori le si gettarono contro, la presero e la ridussero in angoscia» (Lament. I, 3); e ancora quella sentenza di Michea, confermata da Gesù Cristo: «L\’uomo trova i propri nemici nel domestico focolare»; cioè nella sua anima, in fondo al proprio cuore (MICH. VII, 6).
Agesilao, re di Sparta, diceva ch\’egli preferiva vincere le sue passioni piuttosto che un esercito nemico, tanto sono funeste all\’uomo (LAERZIO). Nessuno dica che non può o che non sa vincere: qui, volere è potere. Con la grazia di Dio ed una ferma volontà, niente è impossibile. Se tanto vive e gagliarde sono le vostre passioni, come voi dite, voi medesimi ne siete stati la causa, con le vostre imprudenze, con la poca vostra vigilanza, con la mancanza di pietà e di timor di Dio.
«Tutte le passioni cattive, dice S. Agostino, sono porte d\’inferno» (Sentent. CXXXVI). Dio infatti, avendo in orrore gli uomini rotti alle passioni, li punisce in questa vita, con la privazione delle sue grazie, con l\’accecamento e con l\’indurimento; in morte, con l\’impenitenza finale; nell\’eternità, con l\’inferno…