Si tratta di formare dei ragazzi semplici, anime sane in corpi sani, giovani e ragazze che si rispettano e che si fanno rispettare, avvertiti, ma non ipnotizzati, dei pericoli e delle tentazioni possibili, coscienti del piano d’amore di Dio su loro e delle esigenze che reclama la collaborazione a questo disegno divino.
* Problema cruciale a cui troppi ciechi genitori danno poca importanza. Due sono gli eccessi da evitare: non porsi il problema, drammatizzarlo.
* Di che si tratta? Si tratta di formare dei ragazzi semplici, anime sane in corpi sani, giovani e ragazze che si rispettano e che si fanno rispettare, avvertiti, ma non ipnotizzati, dei pericoli e delle tentazioni possibili, coscienti del piano d’amore di Dio su loro e delle esigenze che reclama la collaborazione a questo disegno divino.
* II fanciullo, per quanto riguarda la nascita, ha diritto di sapere tutta la verità, almeno progressivamente in modo adatto alla sua intelligenza e al suo temperamento. L’ignoranza non è virtù; tu devi insegnare ai tuoi figli quelle cose che hanno bisogno di sapere e quindi che uno il diritto di non ignorare.
* Credi, la tattica del silenzio, eretta a sistema o presa come principio, è pericolosa e apertamente nociva all’interesse del bambino e della società. Noi riteniamo che le sane iniziazioni, fatte con i debiti accorgimenti, sono da tenersi come un obbligo grave, che può imporsi a nome della carità e anche della giustizia.
* II silenzio dei genitori, quell’aura di mistero con cui si avvolge questo problema, è causa predominante nella deformazione della coscienza. Il bambino che nessuno vuole illuminare con precisione rischia di vedere il male dove non c’è e di non vederlo dove c’è.
* Ogni bambino normale, un giorno o l’altro, e spesso molto più presto di quanto lo pensino i genitori, si fa questa semplicissima domanda: “Come sono venuto al mondo?“. Lungi dall’essere una curiosità malsana, è prova di intelligenza.
* Spesso farà la domanda alla mamma. Se ella invece di rispondere con molta semplicità, s’adombrerà, si scandalizzerà o si turberà o lo allontanerà sgarbatamente da sé, questo desiderio si acuirà maggiormente nel fanciullo e ne cercherà la spiegazione con ogni mezzo possibile, guardandosi dal chiederla ancora ai genitori. Se la madre da una spiegazione inesatta: cicogna, vecchia, ecc… il bambino crederà alla sua parola — ciò che dice la mamma è sempre vero — ma il giorno in cui conoscerà in modo esatto la verità, cosa che avverrà inevitabilmente, perderà per sempre la confidenza verso i genitori.
* Ricordati bene, che se i fanciulli non ottengono dai genitori o da una bocca autorizzata la soluzione ai quesiti che in essi sorgono, la cercheranno senz’altro o la riceveranno senza cercarla, o in blocco o a pezzi e a briciole, in modo incompleto, disonesto, e a volte anche brutale e avvilente.
* È grave dovere dei genitori vegliare sulla purezza dei bimbi. Questa educazione importa non solo la risposta vera e progressiva ai problemi dell’origine della vita, gli avvisi opportuni al tempo delle trasformazioni all’età di circa tredici anni, ma anche, in un clima di confidenza e di amore, l’educazione alla vigilanza per assicurare loro, senza rischio, l’equilibrio e il dominio di se stessi in questo periodo critico che caratterizza l’adolescenza.
* I genitori non hanno il diritto di abbandonare “al caso” questa educazione, su un punto che può avere serie conseguenze, cosa che spesso è a danno dei figli che hanno molto bisogno di essere affettuosamente illuminati, guidati, aiutati da coloro che hanno il dovere di dire tutto e di sapere ogni cosa.
* Un dovere non si deve eludere perché è difficile e delicato. Lo svelare il piano d’amore di Dio non diminuirà affatto il rispetto, la confidenza e l’affetto verso papa e mamma, sveglierà anzi, nello spirito dei loro bambini, il senso della grandezza e della dignità del matrimonio e rinforzerà, perché più coscienti nel loro cuore, la tenerezza e la riconoscenza verso coloro a cui devono, dopo Dio, l’essere e la vita.
* Non è necessario fare le cose più grosse della realtà per dire la verità delicatamente. Su questo punto sono stati pubblicati numerosi libri, con formule concrete di spiegazione per i bimbi e le bimbe, come risposta ai vari quesiti che sorgono in essi nelle differenti età: infanzia e adolescenza. Sarà facile utilizzarne il contenuto magari leggendo e commentando, secondo le ispirazioni del vostro cuore, i brani nel modo più opportuno. L’essenziale è che si faccia con naturalezza, insistendo sulla grandezza dell’amore che ha ispirato il disegno divino fino ai particolari e raccomandando loro di non parlarne coi compagni, onde riservarsi sempre il diritto di illuminarli e di guidarli.
* Se per caso giudicherai opportuno che il fanciullo possa trar vantaggio dalla lettura d’una pagina, devi fare attenzione che essa abbia il carattere di una conversazione iniziata o continuata, e che sfoci quindi in una conversazione. La lettera uccide, lo spirito vivifica; la voce con toni, cadenze e accenti, crea intorno alla lettera morta un’armonia vivente di pensieri e di sentimenti che la mettono sul piano giusto e la rendono buona e bella. Attenuazioni, suggestioni, riprese, correzioni, dolcezze o vivacità sono necessarie per comunicare a pensieri così delicati la purezza della forma, la verità precisa del senso, il ritmo tranquillo della pace. Il fanciullo non risponde ne’ si apre col libro: resta muto. La più sicura protezione per un fanciullo è invece quella di parlare con i genitori. Il libro precipita, non attende; scompiglia l’ordine interno; le immagini affollano ed eccitano la sensibilità. La conversazione invece è paziente, va e viene, avanza e ritorna; ricomincia anche, se è necessario; si sa magnificamente adattare alle sinuosità e all’elasticità dell’anima infantile. Una madre ricca d’esperienza e di intelligenza — basterebbe questa frase a provarlo — osservava con finezza: “Bisogna adattare i consigli allo stile della famiglia”.
* Se il bambino non interroga non bisogna aver paura di domandargli: “Ti sei mai chiesto come nascono i bambini?“. Vi sono a volte bambini così timidi che non osano chiedere o, avendone sentito parlare con reticenza, pensano che queste siano di quelle cose cui non bisogna nemmeno pensare; il che non è privo di inconvenienti per l’avvenire. Toglilo dall’impaccio e tu stessa non assumere un’aria né solenne né imbarazzata.
* Dopo averli intrattenuti su questo punto, dirai loro di ricorrere a te se altre questioni sorgono nella loro mente: manterrai così tra te e loro una corrente di assoluta confidenza tanto necessaria su questo argomento.
* In fatto di purezza, gli usi o i costumi non determinano ciò che è bene o è male. Vi è un ordine nella creazione — o meglio un piano d’amore voluto da Dio — e bisogna rispettarlo.
* Non bisogna vedere il male dappertutto, ne, d’altra parte, essere così ingenui da pensare che i bimbi siano al sicuro. In questo mondo moderno, definito “afrodisiaco” da Bergson, si incontrano squilibrati, ossessionati, rammolliti, e i bimbi possono essere da un momento all’altro, quando meno lo pensiamo, vittima d’un compagno cattivo o di un adulto sadico. Bisogna che una mamma possa dire con naturalezza al figlio: “Se incontrerai un compagno cattivo, se qualcuno volesse giocare con te villanamente, tentasse di stuzzicarti, non permetterlo e vienimelo a dire“. L’esperienza dimostra che almeno il 60% dei piccoli, bambine o giovanetti, sono stati soggetti a questo genere di tentazioni senza che i genitori ne abbiano mai dubitato. Fanciullo avvisato è fanciullo più coraggioso, e verrà con più facilità ad avvertirti in caso di pericolo.
* Gli elementi necessari per ogni vera educazione morale sono: 1) conoscenza progressiva della verità; 2) educazione al dominio di sé; 3) la grazia di Dio.
* Per ovviare all’inconveniente del silenzio su questo punto, molte nazioni hanno adottato il sistema dell’educazione collettiva nella scuola. È un ripiego assai pericoloso e alcune nazioni che l’avevano adottato l’hanno finalmente messo da parte. In materia così delicata, indirizzandosi ad anime e temperamenti tanto diversi di cui è costituita una classe, un insegnamento uniforme e standardizzato manca fatalmente delle graduazioni necessario ai bisogni di così diversi uditori, e rischia in seguito di diventare oggetto di malsane conversazioni, creando in alcuni gravi pericoli.
Mostrando soltanto il lato fisiologico del problema si mutila la verità. E’ necessario esporlo in una sintesi che comprenda l’aspetto sentimentale, sociale e religioso.
* Le tue risposte devono essere impregnate di spirito di fede, mostrando il piano divino sul campo dell’amore. Certamente, alcuni particolari sono delicatissimi da comunicarsi. Ma, a parte il fatto che l’uomo può corrompere il piano divino in questa materia, non bisogna dimenticare che la struttura del cuore dell’uomo e della donna, la loro maturazione fisiologica, i riti fondamentali dell’unione coniugale, della paternità, della maternità e dell’unione fisica sono l’opera diretta di Dio. Non bisogna neanche perdere di vista che il matrimonio è stato elevato dal Signore alla dignità di Sacramento e che i rapporti coniugali avuti in stato di grazia e secondo la legge naturale diventano per i coniugi sorgente di grazie e di meriti per il cielo. Senza dubbio la Chiesa conosce la fragilità umana: condanna quindi anche ogni puritanesimo. Bisogna perciò considerare la sessualità, con occhio limpido, sotto l’aspetto provvidenziale, nobile e puro. Con questa nobiltà e rettitudine dovrai parlarne al fanciullo.
* E’ molto importante che la bambina, prima della pubertà, sia avvisata dalla mamma circa i fenomeni nuovi che si verificheranno in lei.
* La mamma le spiegherà da principio quale sia il compito che incombe ad una madre. Con la pubertà della ragazza, specialmente in occasione dei nuovi riguardi igienici che le s’impongono e di cui bisogna metterla al corrente, la mamma potrà ritornare, per meglio precisarlo, su quanto negli anni precedenti le aveva detto circa il compito della madre nei riguardi della nuova creatura. Poiché adesso le circostanze offrono l’occasione di parlare in maniera “tecnica”, la madre potrà spiegare i particolari fisici e fisiologici necessari. Il tema potrà essere il seguente: l’adolescente cessa di essere una bambina per diventare una giovane; il suo corpo si prepara a compiere il suo ufficio di mamma. E siccome è un’opera importante e delicata, collaborare con l’opera di Dio, la preparazione avviene lentamente; siccome poi il suo corpo dovrà essere la prima culla di un piccolo essere, deve curarlo e rispettarlo insieme.
* E’ importante che il giovane sia avvertito dal babbo — in mancanza di lui, dalla mamma — delle trasformazioni che si operano in lui, e delle regole di igiene che bisogna osservare. Bisognerà anche avvisarlo dei turbamenti fisiologici che potranno sorprenderlo nel sonno indipendentemente dalla sua volontà.
* Una raccomandazione che meraviglierà forse alcuni genitori, ma a cui danno grande importanza quelli che, per ufficio, ricevono le confidenze dei fanciulli: il fanciullo non deve assolutamente dormire nella camera dei genitori. Purtroppo spesso le condizioni economiche impediscono di poter osservare questa regola importantissima, ma quando è possibile “bisogna farlo”. Non si conosce ancora il grado d’impressionabilità del cervello infantile: è cosa sicura che il cervello del fanciullo, sensibilissimo, riceve delle impressioni come la patina di cera d’un registratore e non l’assimila che molto più tardi.
* I genitori e soprattutto la mamma devono formare il fanciullo al pudore, evitando ogni fobia e timore esagerato, che farebbe veder il male dappertutto ma che da al fanciullo un riserbo tanto più indispensabile in quanto oggi ci si sforza di distruggerlo.
* Che farai accorgendoti che il tuo bimbo ha preso il vizio solitario?
1. Non drammatizzare, né terrificare il fanciullo, né ipnotizzarlo su questo punto; rischieresti di ossessionarlo e di non farlo più guarire.
2. Insegnerai a lavarsi come bisogna e completamente; queste abitudini spesso provengono da mancanza di igiene e di pulizia.
3. Porre il problema sul piano della buona educazione e del rispetto di sé stesso: un fanciullo ben educato non gioca col suo corpo, come non si gratta il naso e non si frega gli occhi.
4. Incoraggiare il fanciullo a rinforzare la volontà applicandola ad altri oggetti.
5. Assicurarlo che non c’è da meravigliarsi se si hanno tentazioni su questo punto: è la sua età. Ma è anche della sua età imparare a dominare se stesso con la grazia di Dio mai negata all’uomo di buona volontà. Assicurargli una vita equilibrata; insegnargli a scegliere le letture, a evitare ogni causa di eccitazione e a trovare il modo di distrarsi con qualche cosa che l’attira.
6. Su questa materia bisogna insistere piuttosto sull’aspetto positivo della gioia di diventare grande e di vincersi che sul lato negativo della colpa mortale. Questo punto bisogna lasciarlo al confessore che ha la grazia di stato per giudicarne.
* Istruire quindi la gioventù sulle realtà della vita non vuol dire, come pretendono alcuni igienisti, premunirla contro il pericolo delle malattie veneree, ma preservarla da deviazioni morali, causate dal vizio. L’uomo non è un semplice animale che si deve proteggere contro il contagio microbico, ma un essere morale che si deve condurre al dominio di sé stesso. La gioventù deve essere cosciente che se è depositaria di forze creatrici non le ha per avvilirsi e farne uno strumento di piacere. L’impurità è una colpa contro se stesso, contro lo sposo o la sposa di domani, contro i figli che nasceranno e che erediteranno i suoi tarli fisici e morali. Un giovane si prepara quindi meglio alla fedeltà quanto più rispetta sé e la donna.