"Cardinale Pietro Parente; Mons. Antonio Piolanti; Mons. Salvatore Garofano: Voci selezionate dal Dizionario di Teologia Dogmatica". PARADISO: è parola di origine persiana, pairidaeza (analogo all'ebr. pardes) = parco, donde il greco *, che usarono i Settanta nel tradurre l'ebraico * = gan (giardino, parco).
Nella Volgata leggiamo «paradisum voluptatis» in corrispondenza del testo originale gan be'eden: eden in ebraico etimologicamente significa: piacere, delizia e in questo senso è stato inteso dalla Volgata. Ma i Settanta presero la parola eden come nome proprio di regione e tradusssero * (=parco in Eden). Questa interpretazione è più probabile. Ma l'etimologia ebraica di eden e il ricordo della felicità dei Progenitori hanno fatto dell'Eden il luogo e il simbolo del godimento, della gioia, della delizia perfetta. Nello stesso senso si usa ormai la parola paradiso, che nel linguaggio dell'A. T. era ristretta a significare il luogo, in cm Dio pose Adamo ed Eva e donde li scacciò dopo il peccato. Nel N. T. e nella letteratura cristiana si distingue il Paradiso terrestre nel senso antico e il Paradiso celeste nel senso di luogo dove i beati godono della visione di Dio. Così inteso il Paradiso, detto anche Cielo, è anzitutto uno stato di beatitudine (v. questa voce), in cui la visione e la fruizione di Dio sono fonte di eterna felicità (v. Visione beatifica).
Ma il Paradiso è anche un luogo, come esige la presenza della Umanità di Gesù Cristo, della B. Vergine assunta in cielo corporalmente, e, dopo la risurrezione universale, anche la presenza dei corpi gloriosi (v. Risurrezione dei corpi). Nulla si può dire sulla ubicazione del Paradiso.