MISSIONE

"Cardinale Pietro Parente; Mons. Antonio Piolanti; Mons. Salvatore Garofalo: Voci selezionate dal Dizionario di Teologia Dogmatica". MISSIONE (divina) (da mittere = mandare): è la processione di una Persona divina dall'altra in relazione a un particolare effetto prodotto in una creatura, in cui la Persona si fa presente con un certo modo nuovo.

La missione divina importa due note essenziali: a) che la Persona mandata proceda dall'altra che manda; b) un effetto nuovo che si pone nel tempo. La missione può essere visibile o invisibile.
  1) Missione visibile: del Figlio mandato dal Padre ad assumere la natura umana (Incarnazione): «Quando venne la pienezza del tempo. Dio mandò il Figlio suo» (Gal. 4, 4). L'Incarnazione del Verbo è un effetto nuovo, che come azione ad extra (v. Operazione divina) è comune alle tre Persone, ma terminativamente è esclusiva del Verbo, che è il solo incarnato. Il rapporto però tra Esso e la natura assunta (v. Incarnazione) non aggiunge alcunché alla Persona assumente, che resta immutata; questo rapporto è reale dalla natura assunta alla Persona, ma è solo di ragione dalla Persona alla natura. Altra missione visibile è quella dello Spirito Santo sotto forma di colomba (nel battesimo di Gesù al Giordano) e di lingue di fuoco (nel Cenacolo). Queste figure erano segni indicanti la presenza e l'azione dello Spirito: come effetti estrinseci si attribuiscono alle tre Persone insieme; come segni dicono relazione soltanto allo Spirito Santo. E' evidente la profonda differenza tra la missione visibile del Figlio, che fa sua la natura umana, e la missione dello Spirito, che si serve di segni per manifestarsi.
  2) Missione invisibile: è più difficile e complessa. Essa si attua unicamente con l'infusione della grazia santificante, per cui Dio comunica se stesso, si dà all'anima umana che ne diventa il tempio vivo, secondo l'Evangelo: «Verremo e faremo dimora presso di lui» (Giov. 14). Propriamente questa missione invisibile è conveniente al Figlio e allo Spirito Santo, cui la grazia dice relazione come luce e come amore; ma in senso largo si applica anche al Padre, che si dà insieme con le altre due Persone.
  Alcuni vogliono attribuire in modo tutto particolare la inabitazione divina nell'anima santificata allo Spirito Santo (v. Inabitazione).