"Cardinale Pietro Parente; Mons. Antonio Piolanti; Mons. Salvatore Garofalo: Voci selezionate dal Dizionario di Teologia Dogmatica". METEMPSICOSI (dal gr. = tra, dopo e * = anima): è la teoria della trasmigrazione dell'anima umana da un corpo all'altro (d’uomo o di animali) a scopo di purificazione dalla colpa.
I moderni spiritisti e teosofi preferiscono il termine reincarnazione (ristretta solo ai corpi umani). Tracce di metempsicosi si trovano anche presso i popoli primitivi sotto l'influsso dell'Animismo (v. questa voce). Ma la terra classica della metempsicosi è l'India. Fu Budda che l'adottò e la diffuse come un elemento di soluzione del problema del male e del dolore. L'anima colpevole deve liberarsi dalla macchia del peccato, compensando gli atti peccaminosi con altrettanti atti virtuosi: è questa la famosa legge del Karma, che regola meccanicamente l'espiazione della colpa. Dopo una serie di trasmigrazioni l’anima è finalmente purificata e quindi passa nel Nirvana, quiete assoluta senza desideri e senza attività (secondo altre sette è un assorbimento dell'anima individuale in Brahma). La metempsicosi si riscontra anche nell'Egitto e nella Grecia, dove prevalse nell'Orfismo e presso i Pitagorici. Platone l'attinse da queste fonti (cfr. il dialogo Fedone): anche Plotino ne parla.
Nell'epoca moderna la metempsicosi è stata rimessa in onore dallo Spiritismo (v. questa voce). La teoria della metempsicosi è assurda: a) psicologicamente, perché trascura o distrugge l'unità dell'individuo umano e la sua personalità fondata sull'unione sostanziale di quest'anima con questo corpo; e anche perché non rispetta la debita proporzione tra la forma e la materia; b) moralmente, perché perverte il senso dell'espiazione, la quale esige dal colpevole il riconoscimento della colpa da espiare; ora l'anima che passa di corpo in corpo, secondo quella teoria, non ha alcuna memoria delle sue precedenti esistenze. Anche quest'amnesia resta inesplicabile. La metempsicosi non è conciliabile con la dottrina cattolica, che insegna l'unità sostanziale e personale dell'uomo e il passaggio dell'anima, subito dopo la morte, al tribunale di Dio per avere il premio o la pena meritata immediatamente (v. Morte, Giudizio).