Congregazione per il Culto Divino. Tra le cose richieste per la celebrazione della messa, sono degni di particolare rispetto i vasi sacri; tra questi, specialmente il calice e la patena, nei quali vengono offerti, consacrati e consumati il pane e il vino.
L’uso della patena nella celebrazione della Messa
30 settembre 1997
Quale importanza ha l’uso della patena nella celebrazione della messa? e la patena dev’essere benedetta?
R. Secondo Principi e norme per l’uso del Messale romano, n. 289: “Tra le cose richieste per la celebrazione della messa, sono degni di particolare rispetto i vasi sacri; tra questi, specialmente il calice e la patena, nei quali vengono offerti, consacrati e consumati il pane e il vino”. La patena, di materia solida e pregiata, prima dell’utilizzo bisogna che venga benedetta. Qualunque sacerdote può benedire la patena, purché lo faccia secondo le norme date nei summenzionati Principi e norme (nn. 290-295). Perciò bisogna benedire la patena con il rito descritto nel Pontificale romano nella parte dedicata alla “Benedizione degli oli e dedicazione della chiesa e dell’altare” (Capitolo VII, “Benedizione del calice e della patena”). Si può usare la benedizione della patena durante la messa (ivi, nn. 264-270) e fuori della messa (ivi, nn. 271-279).
In quale modo il sacerdote deve usare la patena nella celebrazione?
R. Come gli altri vasi sacri, anche la patena per la santa messa dev’essere preparata alla credenza. Se è possibile, inquesta preparazione partecipano alcuni ministri. Per la consacrazione delle ostie si può convenientemente usare un’unica patena più grande sopra la quale si pone il pane sia per il sacerdote celebrante che per i ministri e fedeli. Per quanto riguarda l’uso della patena da parte del sacerdote, questi, presso l’altare, riceve dal ministro la patena con il pane e la tiene con ambedue le mani alquanto elevata sopra l’altare, e recita la formula stabilita. Poi depone la patena con il pane sopra il corporale. Se il pane e il vino vengono offerti dai fedeli, le offerte che il sacerdote riceve dai fedeli, con l’aiuto dei ministri, vengono deposte sopra una mensa idonea mentre il pane e il vino sono portati all’altare, e poi si compiono i riti di offertorio. Ma se il celebrante riceve per ultima dai fedeli la patena o la pisside con le ostie può direttamente recarsi all’altare e subito dire la formula di offerta del pane. Quando nella celebrazione della santa messa è presente un diacono, questi all’offertorio consegna al sacerdote la patena con il pane da consacrare.
Dopo l’offerta del pane il celebrante depone la patena con l’ostia sul corporale. La patena con sopra l’ostia è lasciata sul corporale sia prima sia dopo la consacrazione. Giunto alla dossologia finale della Preghiera eucaristica il sacerdote tiene elevata la patena con l’ostia, fino a quando il popolo avrà acclamato Amen.
Recitata l’orazione prima della comunione, il celebrante principale genuflette e si ritrae un po’. I concelebranti uno dopo l’altro si accostano al centro dell’altare. Tuttavia i concelebranti possono rimanere al loro posto e prendere il corpo di Cristo dalla patena che il celebrante principale o uno o più dei concelebranti tiene in mano passando davanti a loro, o passandosi la patena fino all’ultimo. Se la comunione dei concelebranti si fa per intinzione, il diacono o uno dei concelebranti dispone opportunamente il calice o in mezzo all’altare o al suo lato destro sopra un altro corporale assieme alla patena contenente i pezzi di ostia. I concelebranti uno dopo l’altro si accostano all’altare, genuflettono, prendono la particela, la intingono parzialmente nel calice e tenendo sotto il mento la patena assumono la particela intinta.
Ultimata la distribuzione della comunione, il sacerdote, il diacono o l’accolito stando a lato dell’altare o alla credenza purifica la patena, che abitualmente si deterge con il purificatoio.