…Parte Seconda. “Nato da Maria Vergine”. La Verginità di Maria “Nel parto”. Il concetto preciso di Verginità nel parto. Ha scritto S. Agostino: “Una vergine ha concepito: meravigliatevi! Una vergine ha partorito: meravigliatevi ancora di più!”…
LA VERGINITA’ DI MARIA, OGGI
PARTE SECONDA
“NATO DA MARIA VERGINE”
LA VERGINITÀ DI MARIA “NEL PARTO”
Ha scritto S. Agostino: “Una vergine ha concepito: meravigliatevi! Una vergine ha partorito: meravigliatevi ancora di più!” (1). Il parto verginale è ancora più mirabile del concepimento verginale. Per questo è stato ed è, anche oggi, tanto contestato.
I. IL CONCETTO PRECISO DI VERGINITÀ NEL PARTO
Secondo il Mitterer e seguaci, la verginità di Maria ” nel parto ” si identifica con la verginità ” prima del parto “, e perciò non importa alcun nuovo elemento. Viene così completamente svuotata. Che dire? Siccome si tratta di una verginità concreta – quella della Madre di Cristo – e non già di una verginità astratta, il concetto preciso di una tale verginità nel parto va determinato secondo i dati forniti dalla teologia (non già – come ha fatto il Mitterer – con i dati forniti dalla biologia). E’ la scienza che si deve adattare alla fede, non già la fede alla scienza. Non si tratta, infatti, di una maternità qualunque, ma di una maternità speciale (di una maternità divina) la quale esige condizioni e prerogative speciali, e alla quale non si possono applicate le leggi ordinarie della biologia (2).
Prima perciò di applicare tali leggi al mistero della maternità verginale di Maria, è necessario mettere in chiaro il significato preciso che, secondo la Rivelazione, ha un tale dogma.
1) L’integrità fisica della verginità ” nel parto “. Ciò posto, secondo i dati forniti dalla Rivelazione (secondo l’insegnamento del Magistero e della Tradizione della Chiesa) la verginità nel parto, oltre all’aspetto Spirituale o morale (che è essenziale) richiede anche l’aspetto materiale o fisico (che è accidentale) consistente nell’integrità fisica, corporale. La tradizione dogmatica attesta, nel parto di Maria SS., anche questo aspetto fisico, ossia, l’integrità corporale. Ciò si comprende bene se si tiene presente l’unione sostanziale (non già accidentale) dell’anima col corpo. Il corpo infatti non è già un vestito o una prigione dell’anima, ma è l’organo vivente e trasparente dell’anima.
La verginità corporale di Maria ” nel parto ” perciò non è altro che un’irradiazione della sua verginità morale. In forza dell’unione sostanziale dell’anima Col corpo, come vi è relazione vitale, inscindibile, tra l’anima e il corpo, così vi è una specie di relazione vitale, inscindibile, tra la verginità morale e la verginità corporale: due realtà che costituiscono la verginità integrale, perfetta.
La verginità integrale, perfetta di Maria SS. ” nel parto “, conseguentemente, esclude due cose: esclude, in primo luogo, che il parto abbia compromesso l’integrità della sua verginità corporale; ed esclude, in secondo luogo, conseguentemente, tutti quei fenomeni fisiologici che accompagnano un parto ordinario (lesioni somatiche, dolori, ecc.).
Viene esclusa perciò nella Vergine, nel dare alla luce Gesù, qualsiasi attività capace di compromettere la sua integrità fisica, non già qualsiasi attività materna. Tutto ciò suppone, evidentemente, nella nascita del Salvatore (come pure nel concepimento di Lui) un intervento miracoloso di Dio, ossia, un parto miracoloso (oltreché un concepimento miracoloso).
Contrariamente a quanto ritiene – come diremo – il Mitterer, i fenomeni fisiologici che accompagnano il parto ordinario (lesioni somatiche, dolori, ecc.) non sono essenziali al concetto di vera maternità. Maria fu vera madre di Gesù, come tutte le madri lo sono dei loro figli; ma non lo fu come le altre madri: oltreché nel concepimento verginale, Ella fu diversa da esse anche nel parto verginale. Madre, infatti, è colei che concepisce e dà alla luce un figlio: questo, scientificamente, è il concetto di madre. Il modo poi di concepirlo e di darlo alla luce non appartiene all’essenza della maternità. Se il modo di dare alla luce un figlio fosse essenziale alla maternità, ne seguirebbe che la madre la quale da alla luce un figlio non già nel modo ordinario, ma mediante un taglio chirurgico (parto cesareo), non sarebbe vera madre o pienamente madre di quel figlio: cosa dinanzi alla quale lo stesso buon senso si ribella. Tanto meno poi può dirsi parte essenziale della maternità il dolore del parto, dal momento che nello stato di giustizia originale (prima del peccato) le madri avrebbero dato alla luce i propri figli senza dolore, e anche oggi si parla di parto indolore.
2) La particolare importanza e le funzioni di una tale integrità.
Per il fatto poi che la integrità corporale (la verginità materiale), è soltanto un elemento accidentale della verginità (S. Th., II, II, a. 152, a. 1), non ne segue affatto che essa sia una cosa di ben poca importanza e non abbia le sue funzioni: essa ha la sua particolare importanza ed ha le sue alte funzioni.
Ha, in primo luogo, la sua particolare importanza, ossia, è importante in se stessa. Anche l’integrità corporale (la verginità materiale) infatti, è, indubbiamente, una perfezione, e perciò ha la sua reale, positiva importanza, in se stessa. Il fatto che il Cristo abbia voluto rispettarla, nascendo, nella Madre sua, dimostra la squisita delicatezza del suo amore per la propria madre, alla quale non volle togliere, nel nascere da Lei, una tale perfezione. Cristo perciò volle che la Madre sua fosse una vergine perfetta, e perciò vergine non solo moralmente ma anche corporalmente, non solo in ciò che è essenziale alla verginità ma anche in ciò che è accidentale. Negare la verginità corporale e ammettere in Maria SS. soltanto la verginità morale, equivale a negarle la perfetta verginità.
Dice P. Galot che nessuno dirà che una operazione chirurgica possa togliere ad una giovane la sua verginità (art. cit., p. 464). Certo: un’operazione chirurgica non le potrà togliere ciò che è essenziale alla verginità; non si può negare però che le tolga ciò che è accidentale alla verginità, e che, pur essendo accidentale, rimane sempre una perfezione positiva d’ordine fisico, con funzione di ” segno ” (attestante l’assenza di relazioni sessuali) per cui un medico coscienzioso solo per motivi proporzionati si decide a compiere tali operazioni chirurgiche.
Oltre ad avere una sua particolare importanza, l’integrità corporale (la verginità materiale) ha anche, in Maria SS., una funzione speciale di ” segno “, anzi ha una triplice funzione di ” segno “: verso il Verbo incarnato, verso Maria stessa e verso la Chiesa.
L’integrità corporale nel parto ha una funzione di ” segno “, in primo luogo, verso il Verbo incarnato: il parto verginale è anzi più un appannaggio del Figlio che un privilegio per la Madre. Come il Verbo, nascendo dal seno del Padre, non lese minimamente la natura di Lui, così nascendo dal seno della Madre, non lese minimamente la perfetta verginità di Lei. E’ un rilievo, questo, non infrequente presso i Padri e gli Scrittori Ecclesiastici. ” A Dio – ha detto scultoreamente S. Ambrogio – conveniva un tale parto ” (quello verginale); ” Talis decet partus Deum ” (Hymnus, IV, PL 16, 1474). E S. Agostino: ” Deus sic nasci oportuit ” (Serm. 181, in Nativ. Dom. n.s., PL 38,999).
L’integrità corporale ” nel parto ” ha una funzione di ” segno “, in secondo luogo, verso Maria SS.: la verginità materiale esterna (l’incorrotto sigillo della verginità) è ” segno ” della sua perfetta ed inviolata verginità interna; l’incorruzione esterna del corpo è ” segno ” dell’incorruzione interna dell’anima. Anche questa funzione della verginità materiale è stata sottolineata da vari Padri e Scrittori Ecclesiastici. Tanto più che Maria doveva essere l’esemplare, il prototipo della verginità, la Regina delle vergini, e una verginità soltanto morale, non già anche corporale, sarebbe stata una verginità imperfetta, e perciò l’avrebbe resa imperfetta nell’ordine del ” segno “.
L’integrità corporale ” nel parto ” ha una funzione di ” segno “, in terzo luogo, verso la Chiesa; Maria infatti è il prototipo della Chiesa nel dare alla luce il Capo e perciò l’incorrotta verginità di Maria è ” segno ” dell’incorrotta verginità della Chiesa nel dare alla luce i membri di quel Capo (3).
In breve: senza una tale verginità materiale, corporale, Maria non potrebbe essere un ” segno ” perfetto sia della divinità di Colui che è nato da Lei, sia della sua perfetta incorruttibilità verginale, sia della perfetta incorruttibilità verginale della Chiesa.
3) La distinzione tra il ” fatto ” e il ” modo ” dell’integrità fisica nel parto verginale. Il P. Rahner, nell’intento di svalutare i vari documenti del Magistero Ecclesiastico e della Tradizione sulla verginità fisica di Maria SS. ” nel parto “, ha asserito che ” se la si vuole vedere espressa (una tale dottrina) nel ” semper virgo ” della tradizione e anche in molte espressioni dell’insegnamento del Magistero della Chiesa, allora bisogna specialmente far notare che il contenuto più preciso della ” virginitas in partu ” forse in esso incluso rimane ancora completamente aperto [non determinato, non precisato] ” (op. cit., p. 368).
Ma è necessario osservare subito che qui il chiarissimo P. Rahner gioca di equivoco sul termine ” contenuto ” (sul ” contenuto ” della ” virginitas in partu “). E’ necessario infatti tener presente che il termine generico ” contenuto ” può essere preso in due sensi, vale a dire: in quanto esprime il fatto (cioè la non frattura dell’integrità fisica) e in quanto significa il modo (cioè, in che modo si è realizzata la non-frattura dell’integrità fisica). Orbene, l’indeterminatezza del Magistero Ecclesiastico e dei documenti della Tradizione riguarda soltanto il modo (cioè, in che modo si è realizzata la non-frattura della integrità fisica), non già il fatto stesso (cioè, la non-frattura dell’integrità fisica). P. Rahner, invece, fa ricadere sul fatto l’indeterminatezza del ” contenuto ” (il quale riguarda soltanto il modo), che ha avuto ed ha diverse spiegazioni.
Un esempio analogo a quello della verginità ” nel parto “, lo troviamo nel dogma dell’Assunzione corporea di Maria SS. alla gloria del cielo. Il fatto dell’Assunzione (che il corpo della Vergine, unito all’anima, si trovi incorrotto in cielo) è certo, di fede; il modo dell’Assunzione, invece (se cioè il corpo della Vergine fu preservato dalla morte oppure risuscitato dopo la morte) è stato lasciato indeterminato dalla definizione dogmatica dell’Assunzione.
L’indeterminatezza del ” contenuto ” perciò, sia riguardo alla verginità nel parto sia riguardo all’Assunzione psico-somatica al cielo, riguarda non già il fatto (an sit) ma solo il modo (quomodo sit).
Note alla seconda parte
(1) ” Virgo concepit, miramini. Virgo peperit, plus miramini ” (S. AGOSTINO, Sermo 196, 1, n. 1, PL 38, 1019).
(2) Lo stesso Mitterer, del resto, si è domandato se, trattandosi di una maternità speciale, soprannaturale, le si debbano attribuire condizioni, prerogative speciali, soprannaturali. Invece però di rispondere a questa sua legittima domanda, egli lascia la risposta (come se non fosse stata già data) agli storici dei dogmi e ai dogmatici ” coi quali sta pienamente d’accordo in ciò che concerne le verità rivelate ” (Dogme und Biologie der heiligen Familien nach dem Weltbild des hl. Thomas von Aquin und dem der Gegenwart; Wien, Herder, 1952, p. 128).
Egli si limita a proporre alcune osservazioni che tendono a svalutare gli argomenti che sogliono addursi per provare la verginità fisica di Maria ” nel parto ” (p. 125-126, 128-129). Riguardo all’argomento di Tradizione, il Mitterer fa questa osservazione: i Santi Padri, quando parlano di una tale prerogativa, parlano come testimoni di una verità rivelata ricevuta per eredità, o parlano come teologi che tirano le condizioni guidati dalle proprie speculazioni? Si dà, in realtà, l’unanimità che si richiede perché costituiscano un criterio teologico?… “.
(3) Si ha quindi una triplice nascita del Verbo: Egli nasce spiritualmente dal Padre, nell’eternità. Egli nasce corporalmente da Maria Vergine, nel tempo; Egli nasce misticamente, nella Chiesa e in ogni membro della Chiesa (mistico corpo di Lui) mediante la fede e il Battesimo. La prima nascita (quella dal Padre) ha valore di segno relativamente alle altre due (da Maria e dalla Chiesa): la seconda (la nascita temporale) è l’affermazione e la replica della prima (la nascita eterna del Verbo) nonché pegno e modello della terza (la nascita spirituale, mistica nella Chiesa e nelle anime). Ciò posto. Dio ha fatto sì che la seconda nascita del Verbo (quella corporale da Maria) partecipasse della condizione soprannaturale e spirituale delle altre due nascite, ossia, fosse una nascita verginale (sia all’inizio, nel concepimento, sia alla fine, nel parto). Una tale nascita verginale ci attesta che Colui il quale nacque nell’eternità è quello stesso che nasce nel tempo, corporalmente (da Maria) e spiritualmente (in noi).