In certe comunità di religiosi, non di rado capita che il sacerdote deponga il pane eucaristico e il vino consacrato al lato dell’altare, e i comunicandi si accostano e prendono l’ostia con le proprie mani e, dopo averla intinta nel calice, la portino alla propria bocca. E’ ciò conforme ad una sana sensibilità liturgica?…
La distribuzione della comunione eucaristica
CONGREGAZlONE PER IL CULTO DIVINO E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI.
30 giugno 1998
Domanda: In certe comunità di religiosi o religiose, non di rado capita che il sacerdote depone il pane eucaristico e il vino consacrato al lato dell’altare, e i comunicandi si accostano e prendono l’ostia con le proprie mani e, dopo averla intinta nel calice, la portano alla propria bocca. Si domanda se ciò sia conforme alle norme liturgiche.
Risposta: No.
Infatti per quanto riguarda il ministro competente per la distribuzione della santa comunione, già la terza istruzione per la esatta applicazione della costituzione sulla sacra liturgia (Liturgicae instaurationes), emanata il 5 settembre 1970, stabilisce: “Il compito di distribuire la comunione spetta anzitutto al sacerdote celebrante, poi al diacono e, in alcuni casi da stabilirsi dalla competente autorità, all’accolito. La Santa Sede può permettere che siano designate a ciò anche altre degne persone, che ne abbiano ricevuto il mandato. Chi non ha ricevuto questo mandato non può distribuire la santa comunione o portare i vasi sacri con il ss. sacramento” (6d).
La stessa cosa è stata richiamata nel 1975 in Principi e norme per l’uso del Messale romano, nella parte che riguarda gli uffici e ministeri durante la messa, cf. per es. il n. 60: “II sacerdote, che nella comunità dei fedeli è insignito del potere sacerdotale, derivategli dall’ordine sacro, di offrire il sacrificio nella persona di Cristo, presiede l’assemblea riunita, ne dirige la preghiera, annuncia ad essa il messaggio della salvezza, si associa il popolo nell’offerta del sacrificio a Dio Padre per Cristo nello Spirito santo, distribuisce ai fratelli il pane della vita eterna…“, o il n. 61: “Tra i ministri ha il primo posto il diacono, il cui ordine già agli inizi della chiesa fu tenuto in grande onore. Nella messa il diacono ha uffici suoi propri: annuncia il vangelo e talvolta predica la parola di Dio, propone ai fedeli le intenzioni della preghiera universale, presta servizio al sacerdote, distribuisce ai fedeli l’eucaristia…“.
Così pure nel n. 65 che tratta del ministero dell’accolito: “A lui [accolito] spetta specialmente preparare l’altare e i vasi sacri, e distribuire ai fedeli l’eucaristia, della quale è ministro straordinario“.
Tale questione, cioè del ministro competente per la distribuzione della santa comunione, è stata meglio illustrata nella Istruzione Inaestimabile donum, “su alcune norme circa il culto del mistero eucaristico”, del 3 aprile 1980, dove si legge: “La comunione è un dono del Signore, che viene dato ai fedeli per mezzo del ministro a ciò deputato. Non è ammesso che i fedeli prendano essi stessi il pane consacrato e il sacro calice, e tanto meno che li facciano passare dall’uno all’altro” (n. 9).
La stessa cosa è stata richiamata in modo esplicito nella Notificazione circa la distribuzione della santa comunione nella mano (La comunione eucaristica), emanata dalla Congregazione per il culto divino il 3 aprile 1985, il cui testo è stato reso pubblico in lingua francese: “II fedele riceve dalla chiesa l’eucaristia, che è comunione al corpo di Cristo e alla chiesa; perciò non deve prenderla lui stesso dal piattino o dalla pisside, come farebbe col pane ordinario o col pane benedetto; invece egli tende la mano per riceverla dal ministro della comunione” (n. 4).
La distribuzione della santa comunione ai fedeli da parte del competente ministro rappresenta anche assai bene il banchetto pasquale di Gesù risorto con i suoi discepoli: egli prima cammina con loro e spiega loro le Scritture, e poi si mette a tavola con loro: “Prese il pane e disse la benedizione e lo spezzò e lo diede loro” (Lc 24,30).