L’Ottavario di preghiera per l’unità dei cristiani è un’iniziativa di preghiera ecumenica celebrata annualmente. Una breve storia dell’Ottavario. L’unità è un dono dello Spirito Santo, perciò bisogna proseguire nel dialogo dottrinale, ma innanzi tutto bisogna sforzarsi di più nella preghiera ecumenica
L’OTTAVARIO PER L’UNITA’ DEI CRISTIANI
di Suor Maria del Pilar
Superiora del Monastero Contemplativo “Beata Maria Gabriella dell’Unità”, di Pontina (diocesi di Latina), Italia.
“Che tutti siano uno…”, fu la preghiera sacerdotale con cui Cristo implorò il Padre nell’Ultima Cena, prima di consumare il suo sacrificio cruento per riunire i figli di Dio dispersi, perché arrivassero ad essere figli nel Figlio (1).
Vogliamo avallare la nostra preghiera ed il nostro lavoro ecumenico nella preghiera fiduciosa di Cristo al Padre, modello per tutti, sempre ed in ogni luogo (2).
L’Ottavario di preghiera per l’unità dei cristiani è un’iniziativa di preghiera ecumenica celebrata annualmente. Nell’emisfero Nord si realizza dal 18 al 25 gennaio e conclude in genere con una celebrazione ecumenica presieduta dal Santo Padre nella Basilica di San Paolo Fuori le Mura, il giorno in cui si celebra l’Apostolo delle Genti. Sedici anni fa, il 25 gennaio 1983, il Santo Padre Giovanni Paolo II, con il fine di rendere più significativo questo momento di preghiera vissuto dalla Chiesa per la piena unione di tutti i credenti in Cristo, concluse l’Ottavario con la Beatificazione della Beata Maria Gabriella Sagghedu, chi ha donato per la causa dell’ecumenismo tutto ciò che possedeva: la sua giovane vita; ed è per questo che oggi è conosciuta da tutti con il nome di Maria Gabriella dell’Unità.
Storia dell’Ottavario
L’Ottavario, tale come si realizza nell’attualità, si deve all’iniziativa di due ministri anglicani in relazione epistolare tra loro: l’inglese Spencer Jones e l’americano Paul James Francis Wattson (1863-1940). Il Rev. Wattson è il fondatore, insieme a Francesca Lurana White, della “Society of Atonement”, una comunità religiosa episcopaliana osservante della regola francescana, che nell’anno 1909 passò al cattolicesimo. Nell’anno 1907, il Rev. Jones suggerì l’istituzione, per il 29 giugno di ogni anno, di una giornata di preghiera per il ritorno degli anglicani, e di tutti gli altri cristiani, all’unità con la Sede Romana. L’anno seguente Wattson ampliò l’idea, proponendola in forma di un’ottava (18-25 gennaio) allo scopo di domandare a Dio “il ritorno di tutte le “altre pecore” all’ovile di Pietro, l’unico pastore”. Nel 1935 il sacerdote Paul-Irénée Couturier (1881-1953) trasformò questa manifestazione nella “Settimana universale di preghiera per l’unità dei cristiani”, con lo scopo di pregare per la santificazione di tutti i battezzati, e per la realizzazione dell’unità “che Dio vorrà, con i mezzi che Egli vorrà, e nel modo che Egli vorrà” (3).
Il tema dell’Ottavario
Fin dal 1958, il tema per la Settimana era stato preparato dalla Commissione “Fede e Costituzione” del Consiglio ecumenico delle Chiese, in collaborazione informale con il centro cattolico francese “Unité chrétienne” di Lione; mentre a partire dal 1966 i testi sono stati preparati congiuntamente da “Fede e Costituzione” (di cui fanno parte di diritto alcuni teologi cattolici), e dal Segretariato per l’unione dei cristiani (ora Pontificio consiglio), arrivando finalmente nel 1968 a celebrare per prima volta la preghiera per l’unità su testi comuni. Dal 1994 fu ampliato il gruppo di lavoro per la preparazione dell’Ottavario, comprendendo due organismi ecumenici laici: la Federazione mondiale delle Associazioni cristiane della gioventù maschile (YMCA) e la Federazione mondiale delle Associazioni cristiane della gioventù femminile (YWCA) (4).
Il tema
..Essi saranno suo popolo ed Egli sarà “Dio con loro”… (Apocalisse 21, 1-7).
La Parola che invita a pregare per l’unità in questa settimana del 1999 è carica di speranza, sia per il mondo che essa ci apre, sia per la circostanza in cui essa viene proposta. La conclusione di quest’anno ci apre all’anno 2000, che segna il ponte di passaggio fra due millenni, e non c’è nessun cristiano che non desideri avviarsi verso una tappa che segni una svolta nella storia delle nostre Chiese. Noi tutti vorremmo che il millennio verso il quale ci incamminiamo, ci facesse gustare i frutti della città celeste che Dio ci offre. Le porte della città di Dio sono sempre aperte e destinate ad accogliere uomini e popoli provenienti da tutte le direzioni, e chiunque entri attraverso una di quelle porte, fa parte del popolo di Dio. Verso questa città di Dio si compie un nuovo e perpetuo pellegrinaggio, che non è più soltanto quello del popolo di Dio, ma è il pellegrinaggio di tutti i popoli.
Gerusalemme costituisce la speranza e la meta di tutti gli uomini perché è la città di Dio. Dal trono di Dio e dell’Agnello, posto al centro della città, scaturiscono le acque dello Spirito, che producono frutti abbondanti e salute per tutti gli uomini.
E’ giustificato e doveroso il pellegrinaggio delle Chiese verso questa città. Avviandosi verso il terzo millennio le Chiese compiono i loro pellegrinaggio, insieme ed in mezzo a tutti gli uomini, implorando il Signore perché trapianti in terra la sua città, una città che veda il popolo delle dodici tribù e quello dei dodici apostoli costituire quell’unico muro che rivela la gloria di Dio con le porte sempre aperte, perché quella è la dimora di Dio con tutti gli uomini. Se questo sarà il pellegrinaggio verso il terzo millennio, certamente la città celeste si avvicinerà di più alla città degli uomini (5).
Conclusione
L’unità è un dono dello Spirito Santo, perciò bisogna proseguire nel dialogo dottrinale, però innanzi tutto bisogna sforzarsi di più nella preghiera ecumenica, in sintonia con la grande invocazione di Cristo: che tutti siano uno…(Gv 17, 21). Solo così davanti al Grande Giubileo potremo presentarci, se non del tutto uniti, almeno molto più vicini a superare le divisioni del secondo millennio (6).
Dobbiamo ricordare che alla fine i movimenti decisivi e salutari delle anime dipendono dalla grazia di Dio, e questa Dio la dona con misteriosa libertà, sebbene non la neghi a preghiera ben fatta; ed ancora la nostra preghiera non ha meritato questo miracoloso favore.
A Maria Madre dell’Unità raccomandiamo il “compito” ecumenico della Chiesa, affinché presto tutti arriviamo ad esser una sola cosa. Glielo chiediamo insieme alla Beata Maria Gabriella, che inspirata nella fiamma del divino anelito di Gesù, consumò in gioioso olocausto la preghiera della sua giovane vita. “Omnes… unum”.
Note:
1 Cfr. Ef 1, 5.
2 Cfr. Lettera Enciclica sull’Ecumenismo Ut unum sint, 27. SS Giovanni Paolo II.
3 Dal libro L’Ottavario per l’unità dei cristiani. Documenti e discorsi di SS Paolo VI. A cura di Giordano Monzio Compagnoni, Edizioni Studium Roma, 1998.
4 Ibidem.
5 Cfr. Guida settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, 18-25 gennaio 1999. Paoline, EDITORIALE LIBRI – CENTRO PRO UNIONE, Roma 1999.
6 Cfr. Tertio Millennio Adveniente, 34.
© Incontro, Rivista della famiglia religiosa del Verbo Incarnato, http://www.ive.org/