Cardinale Pietro Parente; Mons. Antonio Piolanti; Mons. Salvatore Garofalo: Voci selezionate dal Dizionario di Teologia Dogmatica. KANTISMO: è il sistema filosofico di Emanuele Kant (n. a Konigsberg nel 1724, m. nel 1804), che domina il pensiero moderno in tutti i settori, non escluso quello religioso.
Il punto di partenza di Kant è il problema critico o del valore della conoscenza. Egli rigetta l'Empirismo, che pretende di trarre la scienza solo dall'esperienza, e critica il Razionalismo, che vorrebbe costruire la scienza coi concetti universali. Per questi due sistemi l'ordine naturale è un presupposto sicuro (dogmatismo), per Kant invece esso è in funzione dell'atto conoscitivo, in quanto è la nostra facoltà conoscitiva che lo costruisce sotto lo stimolo delle sensazioni. Pertanto la conoscenza, secondo Kant, non è soltanto sintesi (= derivante dall'esperienza), né soltanto analisi (= derivante dal soggetto conoscente), ma è sintesi a priori (= derivante dall'esperienza e insieme da principi o forme a priori, soggettive, che organizzano e danno valore ai dati sperimentali). Bisogna distinguere il fenomeno (= la cosa esterna come appare a noi) dal noumeno (= pensabile, cioè la cosa in se stessa). Solo il fenomeno si conosce attraverso le impressioni che la cosa esterna fa sui nostri sensi; ma non è possibile attingere la cosa in se stessa, nella sua realtà ontologica, cioè il noumeno; tuttavia noi riempiamo questa lacuna, attribuendo alla cosa un nostro concetto a priori, che la rende pensabile senza assicurarci che essa è in realtà così come noi la pensiamo (agnosticismo critico).
Tre sono le fasi o funzioni conoscitive:
la Sensibilità (estetica trascendentale), in cui l'elemento materiale sono le impressioni del mondo esterno, l'elemento formale sono le due intuizioni pure spazio-tempo, sotto le quali si dispongono e si classificano i dati delle sensazioni.
2° Intelligenza (analitica trascendentale), di cui l'elemento materiale è il frutto della prima fase (percezioni), l'elemento formale 12 forme o categorie a priori, che possono ridursi alle 4 fondamentali: quantità, qualità, relazione e modalità.
3° Ragione (dialettica trascendentale), di cui l'elemento materiale sono i giudizi formulati nella fase antecedente, l'elemento formale sano le 3 idee: lo (anima), mondo, Dio.
Così Kant nella Critica della ragion pura salva soltanto l'aspetto fenomenico della realtà oggettiva, sostituendo forme e principi a priori alla realtà sostanziale delle cose in sé. Dio perciò è pensabile. ma non dimostrabile. Ma nella Critica della ragion pratica egli tenta di ricostruire la realtà di Dio, del mondo e dell'uomo per via di volontà e di fede. Si ha perciò una svalutazione della ragione, resa incapace di attingere le cose esterne in se stesse. La scienza e la metafisica riposerebbero sui giudizi sintetici a priori, in cui l'elemento formale è soggettivo. La ragione chiusa in se stessa è dichiarata autoctona, quasi creatrice della realtà, e autonoma in quanto tutto è immanente in essa e nulla le può essere imposto dal di fuori. Di qui la morale autonoma con l'imperativo categorico erompente e immanente nel soggetto razionale: di qui l'abolizione d'una religione rivelata, di un culto con riti e preghiere, essendo Dio un postulato soggettivo della ragione. Il Kantismo se filosoficamente urta contro non poche difficoltà, teologicamente compromette le basi stesse della dottrina cattolica, come apparisce dal Modernismo, che ha adottato l'Immanentismo kantiano (v. queste voci).