Risposta al dubbio “An non liceat tabernaculum” circa la materia con cui il tabernacolo deve essere costruito, 28 febbraio 2002 (data del fascicolo): Notitiae 37(2001), 18-19
CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI
Il tabernacolo non sia in vetro
28 febbraio 2001
E’ lecito costruire un tabernacolo, nel quale conservare il ss.mo sacramento, in vetro?
R. No.
Il vetro è per sua natura trasparente e fragile, anzi facilmente frangibile. Detto questo, le norme vigenti circa il tabernacolo stabiliscono non solo che esso sia collocato, “tenuta presente la struttura di ciascuna chiesa e le legittime consuetudini di ogni luogo, […] in un luogo della chiesa eccellente, insigne, molto visibile, debitamente ornato, e adatto alla preghiera privata” (Principi e norme per l’uso del Messale romano [2000], n. 314; cf. Codice di diritto canonico, can. 938 § 2; cf. S. Congr. dei riti, istr. Eucharisticum mysterium, n. 54; istr. Inter oecumenici, n. 95), ma anche che “ sia inamovibile e solido, non trasparente ” (Principi e norme per l’uso del Messale romano [2000], n. 314; cf. Codice di diritto canonico, can. 938 § 3; cf. S Congr. per i sacramenti e il culto divino, istr. Inaestimabile donum, n. 25; istr. Eucharisticum mysterium, n. 52: istr. Inter oecumenici, n. 95; S. Congr. per i sacramenti, istr. Nullo unquam tempore, 28 maggio 1938, n. 4: AAS 30/1938, 199-200; Rituale romano, Rito della comunione fuori della messa e culto eucaristico, ed. tipica 1973, nn. 10-11).
Questa necessaria inviolabilità scaturisce dalla fede cristiana, nel senso che il dovuto rispetto verso il corpo del Signore richiede questo per evitare “il più possibile il pericolo di una profanazione” (ivi) delle sacre specie eucaristiche. Perciò il Concilio Vaticano II ha decretato che fossero rivedute le leggi ecclesiastiche riguardanti la sicurezza del tabernacolo come pure la sua nobiltà e disposizione (Sacrosanctum concilium, n. 128). Nel nostro tempo, purtroppo, non raramente i tabernacoli vengono violati, cosicché “sarebbe davvero una decisione saggia se ii tabernacolo fosse una vera cassa di ferro, una cassaforte con chiave” (Istr. Nulla umquam tempore, n. 4).
Che non si debba usare una materia trasparente nel costruire il tabernacolo, lo si deduce sia dalla natura della celebrazione eucaristica, sia dal nesso della custodia della ss.ma eucaristia con la celebrazione della messa. Infatti “per rispettare il valore del segno, è più giusto” che nella celebrazione della messa “la presenza eucaristica del Cristo, che è il frutto della consacrazione, e come tale deve apparire”, sia collocata in modo da non poter essere vista dai fedeli (cf. S. Congr. dei riti, istr. Eucharisticum mysterium, n. 55; cf. anche Principi e norme per l’uso del Messale romano [2000], n. 315). Pertanto è anche vietata “durante l’esposizione del ss.mo sacramento la celebrazione della messa nella stessa navata della chiesa”. Infatti “la celebrazione del mistero eucaristico racchiude in modo più perfetto quella comunione interna alla quale l’esposizione vuole condurre i fedeli, e perciò non ha bisogno di tale sussidio” (ivi, n. 61). Inoltre si deve tenere presente che la tradizione della Chiesa richiede che, al di fuori della celebrazione della messa e della sacra comunione da portare agli infermi fuori della messa, il pane consacrato venga esposto alla contemplazione e venerazione degli uomini soltanto in quei tempi nei quali si può tributargli un particolare onore e culto di adorazione.