"Cardinale Pietro Parente; Mons. Antonio Piolanti; Mons. Salvatore Garofalo: Voci selezionate dal Dizionario di Teologia Dogmatica". INNOCENZA (stato di): è la condizione in cui Dio pose Adamo ed Eva appena li creò.
Questo stato, detto anche di giustizia originale, importa la grazia santificante con le rispettive virtù e doni infusi (ordine soprannaturale), e inoltre alcuni privilegi integranti la natura umana (ordine preternaturale). Lo stato d'innocenza è tutto un dono gratuito di Dio a cui l'uomo non aveva alcun diritto né alcuna capacità attiva (v. Obbedienziale). Dio poteva lasciare l'uomo nello stato di natura pura, cioè di natura nel suo ordine proprio con la destinazione finale a un fine naturale. Nello stato d'innocenza il corpo e la vita sensitiva (passioni) erano soggetti alla ragione, per mezzo del dono della integrità (v. questa voce); l'anima era soggetta e unita a Dio, per mezzo del dono soprannaturale della grazia, che rendeva l'uomo pienamente santo e giusto. Il peccato dunque nei nostri Progenitori era difficile, ma non impossibile, perché essi non erano confermati nella grazia né vedevano Dio direttamente nella sua essenza, come i beati. Difatti peccarono e il loro peccato, commesso in tanta luce, fu enorme.
Ammesso, in forza della Rivelazione, il fatto dell'innocenza primitiva o giustizia originale, i Teologi discutono intorno all'essenza di questa giustizia; alcuni pensano che essa si distingue adeguatamente dalla grazia e si riduce, come diceva S. Anselmo, a una naturale rettitudine della volontà. Ma la migliore sentenza è quella di S. Tommaso, il quale giustamente sostiene che: a) la giustizia originale è dono gratuito aggiunto dalla liberalità divina alla natura umana; b) questa giustizia implica la perfetta soggezione dell'anima a Dio per mezzo della grazia santificante, che è l'elemento formale della giustizia stessa; e inoltre importa la soggezione delle passioni, specialmente della concupiscenza per mezzo del dono dell'integrità, che ne è l'elemento materiale; c) la grazia è la causa e la radice delle due soggezioni.