INFERNO

Cardinale Pietro Parente; Mons. Antonio Piolanti; Mons. Salvatore Garofalo: Voci selezionate dal Dizionario di Teologia Dogmatica. INFERNO: in senso proprio è lo stato e il luogo dei dannati ossia di quelli che, morti in peccato mortale, subiscono una pena eterna.

A volte nei Libri Sacri e presso i Padri il significato dell'Inferno è esteso al Limbo e al Purgatorio (come l'Ade dei Pagani e lo Sceol degli Ebrei). La rivelazione evangelica, completando e sviluppando gli elementi sparsi nell'A. T., getta una luce piena anche su questo mistero. Basterebbe la descrizione del giudizio fatta da Gesù stesso (Mt. 25), con la sentenza dei reprobi: «Andate maledetti nel fuoco eterno». Più volte il Salvatore richiama il pensiero dell'Inferno sotto efficaci immagini (geenna di fuoco, tenebre esteriori, pianto e stridore di denti, camino ardente, fuoco inestinguibile). Espressiva anche la parabola del ricco epulone. Il contesto di questi e di altri passi non permette di avanzare dubbi sul senso proprio della parola eterno. Tradizione: è unanime intorno all'esistenza e all'eternità dell'Inferno, se si eccettua qualche voce discorde determinata dalle opinioni personali di Origene tra il III e il V secolo. Origene pensava che probabilmente dopo lunghe espiazioni tutte le creature si sarebbero purificate per unirsi a Dio per sempre. Qualche Padre ne subì l'influsso, ma S. Agostino, facendo eco ad altre proteste, confutò in nome della Tradizione e della S. Scrittura quelle strane opinioni. L'origenismo fu condannato da Papa Vigilio (Sinodo Constantin. 543, e Conc. Costantin. II 553: DE, 230 ss.). Del resto 1a dottrina della Chiesa è chiara e costante: Simbolo Atanasiano, Conc. Later. IV, Conc. Il di Lione, Conc. Fiorentino e Tridentino (DB, 40, 429, 464, 693, 835).
  Natura dell'Inferno: a) pena (v. questa voce) del danno, la più grave, è privazione di Dio, fine supremo naturale e soprannaturale; b) pena del senso, ossia che viene dalle cose esterne, di cui Dio si serve per affliggere i demoni e le anime dei dannati (poi anche i corpi, dopo la risurrezione). La principale pena del senso è il fuoco, non metaforico ma, reale, che tormenta lo spirito «per modum alligationis» dice S. Tommaso, cioè per un vincolo messo da Dio tra fuoco e anima. La pena dell'Inferno è sostanzialmente immutabile: alcuni Teologi ammettono una mitigazione accidentale, che però è difficile a provarsi. Nulla si può dire di certo circa il luogo dell'Inferno.

V. Dannato, Demone. Pena.