IMMORTALITÀ

Cardinale Pietro Parente; Mons. Antonio Piolanti; Mons. Salvatore Garofalo: Voci selezionate dal Dizionario di Teologia Dogmatica. IMMORTALITÀ: è immunità dalla morte. Per l’immortalità del corpo concessa da Dio insieme con altri doni ai Progenitori.  V. Integrità

Qui si tratta soltanto dell'immortalità dell'anima, che è insieme una verità di fede e di ragione. La divina rivelazione è tutta ordinata alla vita eterna, destino soprannaturale dell'uomo. Nella S. Scrittura la vita terrena è chiamata pellegrinaggio verso una patria superiore (Gen. 47, 9; Ebr. 11, 13-16). Un'esplicita affermazione è nell'Eccl. 12, 7: «…prima che ritorni la polvere alla terra donde provenne e lo spirito ritorni a Dio, che lo diede»: si allude alla creazione dell'uomo, che Dio compose di corpo formato dal limo e di anima inspirata direttamente da Lui stesso nel corpo (Gen. 2, 7).
  Gesù nell'Evangelo confuta i Sadducei richiamando il pensiero che Dio è Dio di Abramo e degli altri Patriarchi, i quali non possono essere del tutto morti, perché Dio è dei viventi, non dei morti (Mt. 22, 31 ss.); e altrove ammonisce: «Non temete quelli che uccidono il corpo e non possono uccidere l'anima; ma piuttosto temete Colui che può mandare in perdizione anima e corpo» (Mt. 10, 28). La Tradizione è unanime e per questo il Magistero Ecclesiastico non sentì mai il bisogno di definire una verità che è stata sempre viva nella coscienza dei fedeli; solo il V Conc. Lateranense alza la voce contro le audaci negazioni di alcuni Neo-Aristotelici (DB, 738).
  L'immortalità dell'anima dunque è verità di fede. Ma è anche verità di ragione. Già la migliore filosofia antica l'ammetteva e la dimostrava: una celebre dimostrazione dell'immortalità è il dialogo (forse il più bello) di Platone intitolato Fedone. L'anima per la sua stessa natura è immortale: la filosofia e la Teologia cristiana provano questa tesi coi seguenti argomenti:
  1° L'anima umana è spirituale, come si dimostra dall'indipendenza delle sue specifiche operazioni, intellezione e volizione, e quindi anche del suo essere, dalla materia. Ora lo spirito è per sua natura semplice, non composto di parti, e quindi incorruttibile, non soggetto a decomposizione come la materia.
  2° L'uomo ha la naturale aspirazione all'immortalità, come risulta dalla storia e dalle istituzioni del genere umano: quest'aspirazione insita nella coscienza dell'umanità non può essere vana.
  3° L'uomo intende la verità, che è eterna, indipendente dal tempo e dallo spazio: la proporzione esige che il soggetto conoscente non sia inferiore all'oggetto conosciuto, che, come tale, dice elemento perfettivo proprio di quel soggetto.
  4° In questa vita non c'è adeguata sanzione della bontà e della malvagità dell'uomo: la sapienza e la giustizia del Creatore esigono che quella sanzione si compia in un'altra vita.