1. Eccellenza della verginità.
2. Prodigi della verginità.
3. Premio della verginità.
4. Mezzi per conservare la verginità.
1. ECCELLENZA DELLA VERGINITÀ. – Quelli che praticano il celibato per virtù sono Angeli, perché hanno sempre il pensiero volto a ciò che appartiene a Dio, per mantenersi santi di corpo e di anima (I Cor VII, 14); e loro sta promessa da Gesù Cristo la visione di Dio (MATTH. V, 8). A ragione pertanto S. Bernardo chiama la verginità vita veramente angelica (Serm. de Nativ. B. M. V.); e S. Gregorio la decanta come il più bello dei fiori che ornano il giardino dello Sposo celeste (Moral.). Il Ven. Beda dice che le vergini siano così chiamate quasi per indicare che sono insigni per virtù; l\’etimologia poi di celibe fa derivare da cielo, come se volesse dire celibe, ossia uomo che imita su la terra la vita dei cittadini del cielo (Lib. II, de Tabern. c. III). S. Cipriano vede nella verginità la sorella degli Angeli, la vittoria delle passioni, la regina delle virtù, il possesso di tutti i beni; chiama quelle che ne sono fregiate il fiore dell\’ordine ecclesiastico, la bellezza e l\’ornamento della grazia spirituale, la più illustre porzione del gregge di Cristo (Lib. de Virg.). «Come incantevole è la grazia della verginità, esclama S. Ambrogio, se ha meritato che Gesù la scegliesse ad essere tempio corporale di Dio, avendo in essa abitato corporalmente la pienezza della divinità! Una Vergine generò la salute del mondo, una Vergine partorì la vita di tutti (De offic. lib. I)».
E\’ incontestabile che la verginità, il celibato, sono molto più eccellenti del matrimonio. Perché 1° il corpo e lo spirito sono conservati incorrotti e incorruttibili… 2° Vi è in questo un\’alta perfezione… 3° Vi si richiede una temperanza, una virtù eroica: vi è della potenza di Dio (Luc, l,51). Tanta e così sublime virtù vedeva S. Fulgenzio nella verginità, che fa derivare il nome di vergine, dalla virtù (Epist. III, c. IV). S. Adelmo, vescovo dei Sassoni, dice: Vi sono tre stati nella Chiesa: la verginità, il celibato, il matrimonio. Se volete conoscere e stabilire l\’eccellenza e il merito di ciascuno di questi stati, paragonate la verginità all\’oro, il celibato all\’argento, il matrimonio al ferro; la verginità alle ricchezze, il celibato all\’agiatezza, il matrimonio alla povertà. La verginità è la pace; il celibato, la libertà; il matrimonio, la schiavitù. La verginità è il sole; il celibato, la luna; il matrimonio, le tenebre. La verginità è una regina; il celibato, un signore; il matrimonio, un servo (De Laud. Virg. c. IX).
Otto mirabili prerogative rendono bella e sublime la verginità. La prima sta in ciò, che 1\’integrità è la porzione degli Angeli (S. AUGUST. De Virgin. c. XIII), è imitazione ed emulazione della vita angelica, e se il matrimonio popola la terra, la verginità dà degli abitatori al cielo (HIERON. Contra Iovin. l. IV). Perciò, secondo l\’osservazione di S. Gerolamo, non appena il Figliuolo di Dio entrò nel mondo, vi creò tosto una nuova famiglia, affinché colui che era adorato nel cielo dagli Angeli, avesse anche degli Angeli che l\’adorassero in terra (Ad Eustoch. de Custod. Virg.). «La verginità, dice S. Giovanni Crisostomo, sta tanto al di sopra del matrimonio, quanto il cielo dista
dalla terra, quanto gli Angeli sovrastano agli uomini (Lib. de Virgin. c. XI)». « Overginità, ricchezza inesauribile, esclama S. Atanasio, o verginità, corona incorruttibile, tempio di Dio, domicilio dello Spirito Santo, gemma preziosa, distruzione della morte, e dell\’inferno, vita degli Angeli, serto dei Santi! (Lib. de Virgin.)».
La seconda prerogativa della verginità sta nella sua qualità di olocausto. Perciò S. Gerolamo chiama questa virtù un martirio (Contra Iovin.)… La terza prerogativa consiste in questo, che la vergine contrae uno sposalizio divino con Gesù Cristo il quale è suo sposo… La famiglia che nasce da queste celesti nozze è il numeroso stuolo delle virtù… La quarta è che le vergini sono le predilette di Gesù Cristo. Il Salvatore le ama di affetto tutto speciale, le ama con amore di sposo, perché esse sono sue spose.
La quinta prerogativa è rilevata da S. Cipriano il quale fa delle vergini la più eletta porzione della Chiesa (De Virg.). Perciò S. Atanasio insegna che la verginità è un carattere sicuro, un indizio certo della vera religione e della vera Chiesa; perché la vera religione consiglia la verginità ed il celibato, li ammette e li esalta; l\’infedeltà e l\’eresia li rigettano e li disprezzano (Lib. De Virg.). E perché così fanno gli infedeli e gli eretici? domanda S. Ambrogio; perché, zelanti difensori del malfare, essi vogliono impedire la ricerca e la pratica della virtù (De Virtutis). Gli infedeli e gli eretici né sono, né possono essere vergini, perché senza la grazia di Dio, il cui principio è la fede, è impossibile che in mezzo a tanti solletichi della carne, a tante tentazioni, a tante concupiscenze, si conservi a lungo la verginità. E S. Atanasio già osservava che questo santo e celeste consiglio non si adempie felicemente in nessun\’altra religione, presso nessuna altra gente, se non nella religione e presso la gente cristiana (In Apolog. ad Constantin. Imper.). E quanto non aumenta il pregio della verginità, facendo del consiglio un precetto, un obbligo in forza di un voto volontario, ponderato, sacro e perpetuo! Qui è il sublime della virtù!
La sesta prerogativa risulta da ciò che, come dicono i Santi Gerolamo e Cipriano, la verginità popola il cielo (De Discip. et habitu virg.). «Le vergini, scrive S. Basilio, anticipano la gloria della risurrezione (De Virg. c. LXXIX)». E Gesù Cristo non ci annunzia egli medesimo, che nello stato di risurrezione gli uomini non avranno più donne, né donne avranno mariti; ma che saranno quelli e questi come sono gli Angeli di Dio in cielo? (MATTH. XXII, 30). I vergini adunque rappresentano sulla terra il cielo, gli Angeli… La settima è che i vergini avranno in cielo una più splendida corona. Solo i vergini seguono l\’Agnello dovunque vada, e cantano innanzi al trono un inno che ai soli vergini è riservato e che nessun altro può cantare (Apoc. XIV, 3-4).
L\’ottava prerogativa è che la verginità rende chi la coltiva simile alla Chiesa, agli Angeli, alla Vergine Immacolata, a Gesù Cristo, a Dio, alla SS. Trinità… «Essere vergine od angelo è la stessa cosa, dice S. Gregorio: queste due cose ne fanno una sola» (De Virgin.); e se vi e qualche differenza tra essi, dice S. Bernardo (Epist. XLII), questa consiste nella felicità, non nella virtù: la castità dell\’Angelo è più felice, quella dell\’uomo è più eroica. «La verginità, dice S. Ambrogio, andò a cercare nel cielo il modello da imitare su la terra. Innalzandosi al disopra delle nubi, del firmamento e degli Angeli, si spinse a Dio, ed ha trovato il Verbo eterno di Dio nél seno medesimo del Padre (Lib. de Institut. virg. c. XV)». Perciò i vergini furono veduti da S. Giovanni Evangelista, non su una montagna ordinaria, ma sul monte Sion, cioè nel cielo. Egli li vide innanzi al trono di Dio, che gli facevano corteo e corona e cantavano un inno riservato ad essi soli (Apoc. XIV, 1-4). S. Basilio chiama il vergine vaso vivente di Gesù Cristo; e la verginità, una virtù superiore alle leggi della natura. Asserisce che essa rende l\’uomo somigliantissimo a Dio; spoglia la vita nostra della corruzione e la conduce alla gloria (De Laud. Virg.).
«L\’integrità verginale, scrive S. Agostino, è la parte degli Angeli; ed è, in una carne corruttibile, la preparazione al possesso dell\’eterna incorruttibilità, che è Dio: perciò i vergini sono Angeli terrestri e uomini celesti (De Virgin. c. XIII)». S. Gregorio chiama la verginità l\’emula della gloria angelica (In Laud. Virg.), con qualche vantaggio per parte di quella, poiché, secondo l\’osservazione di S. Gerolamo, essere angelo è una fortuna, ma essere vergine è un merito acquistato con la virtù, perché il vergine si sforza di ottenere con la grazia quello che l\’angelo possiede per natura (De Virg.). Chi non dirà adunque con S. Cirillo: La verginità è rosa odorifera, giglio splendido per bianchezza; e ad un tempo fiore e frutto. O virtù magnetica della verginità! o virtù divinamente calamitata, che trae a sé la natura! O mirabile zaffiro che mette in fuga la carne, il mondo, i demoni! O smagliante e sèmpre verde smeraldo, verginità inviolabile, che non patisce mai la fetida corruzione della voluttà! (Catech.)… La verginità e la gloria eterna sono sorelle: l\’una merita, l\’altra premia… I vergini godono della famigliarità di Dio; Dio li illumina e li benedice in modo tutto straordinario; di loto è proprio quel detto della Sposa dei Cantici: «Il mio diletto appartiene a me, ed io a lui; egli si pasce in mezzo ai gigli» (Cant. II, 16). Il vergine imita il Figlio della Vergine, lo sposo delle vergini, vergine egli stesso e unito ad una Chiesa vergine, dice S. Bonaventura (In Speculo). O ricca gemma!, esclama S. Atanasio, felice chi ti possiede; fortunato chi, per mezzo della pazienza, costantemente si attacca a te, perché al termine dei suoi lavori troverà in te immense ricompense! (Lib. de Virg.), poiché, come dice lo Spirito Santo, «rette sono le azioni di un Cuore senza macchia; e chi ama la purità del cuore, avrà per amico il re del cielo» (Prov. XXI, 8), (Id. XXII, 11).
Quando Iddio promette ai vergini il migliore luogo ed il più bel nome, li preferisce agli Angeli. E con ragione, perché la verginità negli Angeli non è virtù; essi non possono essere se non vergini; i vergini invece, essendo tali per propria scelta, per eroismo di volontà, in questo senso la vincono su gli Angeli… Ottengono poi un più splendido nome; perché la verginità abbellisce, orna e nobilita l\’uomo meglio che ogni altra anche eccellente virtù… Dice S. Bernardo: Non vi è nulla di più splendido di quella luce, niente di più glorioso di quella testimonianza la cui verità brilla nell\’anima, e nella quale l\’anima si vede. Ma qual è questa luce, quale questa testimonianza? È la verginità, pura, modesta, timida, circospetta, che nulla ammette di macchiato, che è la gloria della coscienza, che non ha, né può avere rimorsi, che non teme lo sguardo di Dio. Ecco ciò che è veramente bello, e che rallegra più di ogni altra cosa gli occhi di Dio. Questo splendore dell\’anima vergine penetra con i celesti suoi raggi il corpo intero, si spande per tutte le membra e tutti i sensi, talmente che le azioni, le parole, gli sguardi, il portamento, il riso, se per caso ci deve essere, sono misti a gravità, spirano onesto candore; i movimenti, i gesti, i tratti, sono seri, puri, riservati, esenti di ogni più piccola leggerezza, insolenza, immodestia, trascuratezza; sonò santi e informati della più fervida pietà. Felice l\’anima che è vestita di questo prezioso abito della bianca innocenza, per la quale ella ha una gloriosa conformità non col mondo, ma col Verbo, che è la bianchezza Sfolgorante della vita eterna, lo specchio senza neo della Maestà divina (Serm. LXXXV, in Cant.).
La vergine sacra, dice S. Basilio, nell\’abito, nel portamento, nel tratto, si mostra tale, che chi la incontra, scorgendo in lei la viva copia di Dio, s\’inchina per rispetto, tutto meravigliato della grande santità che da lei traspira; e da interno impulso ammonito delle virtù di lei, ne ritrae il desiderio d\’imitarla. Pieno di ammirazIone e di rispetto per quello che ha veduto, ritorna a casa sua egli medesimo più rispettabile. La vergine sposa del Signore, sapendo che non può sottrarsi né all\’orecchio, né all\’occhio, né alla presenza del suo sposo divino, si diporta in ogni cosa come se stesse dinanzi a lui, come se fosse veduta e intesa da Gesù Cristo; perché qualunque cosa dica, la vergine cristiana, ancorché sia sola, la dice agli orecchi del suo sposo; qualunque cosa faccia, benché sola, guarda attenta il divino sposo; qualunque cosa pensi, sente che il suo celeste sposo comprende tutto. Ella pertanto rispetta primieramente se stessa e la sua coscienza, quantunque sola e interamente nascosta, poi rispetta il suo Angelo custode; finalmente, e sopra ogni altro, Iddio. Ella sa che è il tabernacolo di Gesù Cristo. A tali anime Dio assegna un posto ed un nome superiore agli Angeli medesimi (De vera Virgin.). S. Agostino pensa che questo nome significa la gloria speciale che distingue i vergini dagli altri Santi, come si distinguono le persone per i loro nomi propri. Questo nome significa la gloria e la gioia tutta propria dei vergini, che è di rallegrarsi in Gesù Cristo, con Gesù Cristo, per Gesù Cristo, dietro Gesù Cristo (Lib. De vera Virgin.).
Le vergini cristiane sono le spose di Gesù Cristo, secondo quel detto dell\’Apostolo ai Corinzi: «Vi ho fidanzate ad un unico sposo, Gesù Cristo, perché gli siate presentate come vergini pure» (II Cor XI, 2). Ora questo sposalizio divino con Gesù Cristo non può essere sterile, ma è fecondo. La famiglia che nasce da questo celeste matrimonio è tutta spirituale; e questa famiglia sono le opere di pietà, di divozione, la pratica delle virtù, le elemosine e gli altri atti di carità, ai quali la vergine si consacra. S. Bernardo scrivendo a sua sorella, che era vergine, sul modo di ben vivere, le diceva: Non dite, cara mia, sorella in Gesù Cristo, non dite: Io sono un legno arido, un albero infruttuoso: perché se amate Gesù Cristo vostro sposo e lo temete come è vostro dovere, voi avete sette figli: 1° la modestia; 2° la pazienza; 3° la sobrietà; 4° la temperanza; 5° la carità; 6° l\’umiltà; 7° la castità. Quindi, per la grazia dello Spirito Santo, voi partorite senza dolore e da un seno incorruttibile sette figli a Gesù Cristo, per adempiere in voi quelle parole della Scrittura: Quella che era sterile generò sette figli. E questi figli da voi partoriti a Gesù Cristo, dovete nutrire, scaldare, vestire, allevare, governare, fortificare e correggere (De modo bene viv., c. XXII). S. Cipriano ci assicura che la Chiesa si rallegra e giubila nelle vergini, e per mezzo di esse la gloriosa fecondità di questa tenera madre si accresce e meravigliosamente si estende; più grande è il loro numero; e più la gioia della Chiesa aumenta (De habit. Virg.). «Se la Chiesa cattolica è vergine, osserva S. Agostino; se, come dice l\’Apostolo, essa è la sposa di Gesù Cristo, di quale onore non sono degni quelli fra i suoi membri che conservano nella loro carne quello che essa conserva nella fede? Infatti anche la Chiesa è madre e vergine (De vera Virgin.)».
2. PRODIGI DELLA VERGINITÀ. – La beata ed Immacolata Vergine Maria, madre, modello e sorella delle vergini e dei vergini, ha generato una nobile e grande famiglia, la famiglia dei Vergini di Gesù Cristo. «Da una vergine nacque Gesù Cristo, scrive S. Gregario. O voi donne, onorate e praticate la verginità, affinché siate madri di Gesù Cristo (Orat. XXXVIII, de Nativ.)». Non è forse della verginità che sta detto: «Io sono il fiore dei campi, e il giglio delle valli»? (Cant. II, l) I vergini formano l\’ornamento della corte di Dio, lo splendore del palazzo celeste, la nobiltà della Chiesa… I fatti più sublimi, i prodigi più strepitosi che abbiano operato nel mondo la fede e l\’amore, furono ideati e compiti da cuori vergini, da menti pure.
Così potente e miracolosa apparve sempre la protezione di Dio su le vergini, che in mezzo ai furori ed alle violenze di ogni genere, degli empi e dei tiranni, sempre si sostennero immacolate, scamparono illese, si preservarono illibate. Eccone fra gli altri un memorabile esempio in S. Teofila, martirizzata sotto l\’imperatore Massimiano. Condannata a essere tradotta in un lupanare, la vergine pregò così: Mio Gesù, amor mio, mia luce e mio spirito, custode della mia purità e della mia vita, guardate a che cosa è esposta la vostra povera sposa; correte in mio soccorso, affinché questi lupi non divorino la vostra pecorella; sposo mio; conservate illesa la vostra sposa. O fonte di ogni purezza, mantenete illibata la mia. Giunse così al luogo infame, ma non appena un insolente si dispose ad oltraggiarla ecco comparire un Angelo che lo stende morto; si avanza un secondo, ed è colpito di cecità; vi si provano altri, e tutti sono colpiti su l\’istante da diversi castighi, di modo che nessuno osa più appressarsi, e gridano ad una voce: Chi è simile al Dio dei cristiani? Simili esempi troviamo pure nella vita di S. Agnese, di S. Cecilia, di S. Lucia. Si annunzia a S. Chiara che il suo monastero è assalito da una turba di furiosi soldati; essa monta sui baluardi e di là grida a Dio: «Non vogliate, o Signore, abbandonare alle belve le anime che in voi confidano» (Psalm. LXXIII, 19). Ciò detto, volge lo sguardo attorno, e non vede più nessuno; Dio ha messo in fuga i soldati e il monastero e la città sono salvi.
Per la protezione di Dio, nessuna vergine non per dette mai involontariamente il suo pudore, non ostante le promesse, le minacce, i terrori, le sollecitazioni, le violenze, i tormenti dei tiranni. O miracolo dei miracoli della grazia, che si trova solo nella religione cattolica, apostolica, romana!… O verginità, esclama S. Anatolio, tu non sei vinta dalla morte e salvi dall\’eterna morte!… S. Casimiro, re di Polonia, preferì la morte alla perdita della verginità; e a tutte le istanze dei medici rispondeva: Voglio morire vergine. – Sono vissuto vergine, morrò vergine; voglio vivere vergine con Gesù vergine, e per amor suo volentieri scelgo di morire vergine (In Vita).
3. PREMIO DELLA VERGINITÀ. – «L\’incorruttibilità avvicina a Dio» (Sap. VI, 20), aveva detto il Savio; e questa sua sentenza trova spiegazione e compimento in quell\’altra di Gesù Cristo: «Beati i cuori mondi perché vedranno Iddio» (MATTH. V, 8). Il Salmista ci assicura che il Signore tiene conto dei giorni dell\’uomo puro ed immacolato; che l\’eredità di costui sarà eterna; che non sarà confuso nel giorno cattivo; che sarà saziato di beni (Psalm. XXXVI, 18-19)… La verginità riempie il cielo… Le famiglie secondo la carne si perdono, muoiono, scompaiono; la famiglia dei vergini vivrà eternamente…
S. Agostino dice che la gioia, la felicità, la pace sono i figli della verginità, la quale se non ha figli secondo la carne, ne genera però altri, che valgono meglio di questi, e sono la pace del cuore, dell\’anima e dello spirito. La continenza non è mai sterile, ma feconda in gioia, per mezzo del Signore Iddio suo sposo (Confess. lib. VIII, c. XI)… Una triplice corona inghirlanda i vergini: la corona della verginità, la corona nuziale del loro sposalizio con Gesù Cristo, la corona degli atleti; perché come valenti lottatori, sostengono un lungo e terribile combattimento contro la concupiscenza. e la carne. Una quarta corona spetta ancora a loro, ed è quella del martirio, poiché ne hanno tutto il merito.
4. MEZZI PER CONSERVARE LA VERGINITÀ. – L\’Evangelista nota che l\’Immacolata Vergine Maria si turbò tutta alla vista dell\’Angelo che veniva ad annunziarle l\’Incarnazione del Verbo (Luc. I); perché, come osserva S. Ambrogio, è proprio delle vergini il temere e tremare alla vista degli uomini, e turbarsi alle loro parole (In Luc. lib. II, c. 8). «Sempre timida è la casta verginità, scrive Tertulliano; ella fugge gli sguardi, e col suo velo si fa quasi un elmo contro i colpi delle tentazioni, le saette degli scandali, dei sospetti e delle maldicenze (De veland. Virg.)». Ella sa che. porta il suo tesoro in fragile vaso di creta (II Cor IV, 7); quindi è tutta sollecitudine nel praticare quell\’avviso del Nazianzeno: «Sii vergine di occhi, di lingua, di orecchie» (Laud. Virg.).
Gli astronomi collocano nel firmamento il segno della Vergine tra la Bilancia ed il Leone; è un bel simbolo per indicarci che la verginità ha bisogno della forza del leone e della bilancia della prudenza!… Quanto più in alto sta la continenza verginale, osserva S. Agostino, tanto più teme l\’orgoglio che la uccide. Dio solo dà la verginità ed ègli solo la conserva; e Dio è ancora carità; quindi il custode della verginità è l\’Amor di Dio e l\’umiltà. Il luogo dov\’ella si conserva è l\’umiltà (De S. Virgin. c. CI). «Vestitevi, scriveva Tertulliano alle Vergini, della corazza del pudore, circondatevi del bastione della verecondia, proteggete il vostro sesso col muro della riservatezza, che arresti i vostri e gli altrui sguardi (De velando Virgin. c. XVI)».
Potentissimi ed efficacissimi mezzi per proteggere e mantenere la verginità, sono: la meditazione della Passione di Gesù Cristo… l\’uso dei sacramenti… la diffidenza di noi medesimi… la divozione alla Vergine Immacolata… Finalmente, la vigilanza, la fuga, la preghiera sono tre armi senza le quali non si dà purezza, né verginità.