1. Necessità di lavorare alla propria salute.
2. Eccellenza della salute.
3. Dio vuole la nostra salute.
4. La salute si ottiene per mezzo di Gesù Cristo.
5. Molti trascurano la loro salute.
6. Che cosa bisogna fare per salvarsi.
7. Che cosa fecero i Santi per la loro salute.
1. NECESSITÀ DI LAVORARE ALLA PROPRIA SALUTE. – «Cercate prima di ogni cosa il regno di Dio e la sua giustizia, dice Gesù Cristo; poiché che giova all\’uomo guadagnare il mondo intero, se intanto perde l\’anima? o qual cosa darà l\’uomo in cambio di questa, perduta che sia?» (MATTH. VI, 33), (MATTH. XVI, 26). E infatti narra il Vangelo che Gesù essendo arrivato alla casa delle due sorelle Marta e Maddalena, invece di lodare quella del grande suo affaccendarsi per fargli buona accoglienza e di darle ragione nella querela che moveva contro di questa che non l\’aiutava e stava tutta assorta nel contemplare e nell\’udire il divin Maestro, le disse: «Marta, Marta, tu ti affanni per troppe cose; pensa che una sola cosa è necessaria (la salute)» (Luc. X, 41-42). Si, un solo affare quaggiù è necessario, salvare l\’anima; una sala cosa è veramente importante, andare in paradiso.
Ad ogni cristiano la Chiesa dice, come già gli Angeli a Lot: «Metti in salva l\’anima tua: non volgerti a guardare indietro e non fermarti in nessuna parte di questa contrada, ma rifugiati al monte, se non vuoi perire con gli altri: affrettati a metterti in salvo» (Gen. XIX, 17-22). Ed ogni buon cristiano dovrebbe ripetere dietro il Salmista: «Una grazia ho dimandato al Signore, ed insisterò a domandare, ed è che possa abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita» (Psalm. XXVI, 4).
Su quelle parole di Gesù: «Che cosa giova all\’uomo guadagnare tutta il mondo, se perde l\’anima?», S. Giovanni Crisostomo dice: Voi non avete un\’altra anima che possiate dare per riscatto dell\’anima vostra. Chi perde il suo denaro, può ricuperarlo; e così pure chi perde le sue navi, i suoi poderi, i suoi mobili e tali altre cose, può ancora rifarsi; ma se perdete l\’anima, non sarete mai in grado di dare altra cosa che compensi questa perdita, foste anche re dell\’universo, non potreste comperare un\’anima, anche sola, quando pure offriste tutto ciò che vi è nel mondo, e il mondo stesso con i suoi tesori. Lasciando ogni altro affare in disparte, volgete tutti i pensieri, tutte le cure, tutte le sollecitudini vostre a procurare la salute dell\’anima. Non vi occupate di altra cosa; in questo negozio così importante, anzi il solo importante, non dimenticate voi medesimi, come avviene di tanti i quali ammucchiano tesori non per se stessi, ma per persone estranee, per i vermi (Homil. LVI, in Matth.).
Importa salvare l\’anima; salva questa, tutto è salvo per l\’eternità… Badiamo di non perderla, perché perduta questa, tutto è perduto per l\’eternità… Bisogna salvare l\’anima, perché non ne avete che una… Bisogna lavorare a salvarla, perché è un affare personale, e nessuno può salvarla in vece nostra… Bisogna affrettarsi a salvarla, perché non abbiamo per questo altro che il tempo presente.
2. ECCELLENZA DELLA SALUTE. – S. Agostino asserisce che la conversione e la salvezza delle nazioni operata dagli Apostoli, è un fatto che vince in eccellenza e grandezza la creazione del mondo; perché l\’universo passerà, ma la salute, ottenuta una volta, non passerà più (De Civit. Dei). Ma non solo la conversione di un popolo o di una gente, ma la conversione di una sola anima, dell\’anima del più misero degli uomini, vale di più che la creazione del cielo e della terra… E cosa tanto sublime la salute di un\’anima, che, secondo S. Giovanni Crisostomo, chi si adopera a salvare un\’anima fa opera da preferirsi alla gloria del martirio (Homil. de habenda cura salut. proximi). «Nulla può paragonarsi al valore di un\’anima, dice in altro luogo il medesimo Padre, nemmeno il mondo intero; Perciò quando voi aveste dato ai poveri immense limosine, avreste fatto poca cosa in paragone di chi converte una sola anima (Hom. in I ad Corinth.)». S. Francesco d\’Assisi diceva dell\’anima: Essa è celeste, si tenga adunque e conversi nel cielo: fatta per il paradiso, se ne renda degna (In Vita).
Si comprende l\’eccellenza della salute, 1° dal prezzo dell\’anima; 2° dall\’esempio di Gesù che venne a cercare le anime, ad istruirle, a patire e morire per loro; 3° salvare le anime è opera angelica, anzi divina; 4° dagli esempi degli Apostoli e di tutti i Santi…, dagli esempi dei missionari che dicono addio ai parenti, alla fortuna, alla patria, agli amici, e se ne vanno in terre barbare e sconosciute, ad avventurarsi a mille privazioni e pericoli, a quotidiane persecuzioni e morti, per salvare anime; 5° in quest\’opera consiste la perfezione della carità e della virtù; 6° l\’eccellenza della salute è ancora provata da quei milioni di martiri che sostennero ogni genere di tormenti e di morti acerbissime per salvarsi l\’anima…; da quelle migliaia di religiosi e di vergini che, in tutti i tempi e in tutti i luoghi, rinunziarono al mondo, ai piaceri, alla gioventù, ad uno splendido stato nel secolo, per attendere alla salvezza dell\’anima, in mezzo ai deserti, o fra le mura di un chiostro… 7° Dalla mercede promessa a quelli che lavorano alla salute propria ed all\’altrui… «Pensate quale sarà questa! dice S. Gregorio; perché se fa cosa degna di gran premio chi scampa alla morte un corpo che pure un giorno dovrà morire, di qual merito non è degna l\’opera di chi salva dalla morte eterna un\’anima, fatta per vivere eternamente in cielo? (Moral. 1ib. XIX, c. VI)».
L\’eccellenza della salute si rileva, 1° dall\’origine dell\’anima. Dio creò il cielo e la terra con un semplice atto di volontà (Gen. I, 1). La creazione della luce non gli costa che una parola (Ib. 3). La formazione delle stelle e il collocamento loro nel firmamento sembra per lui non più che un trastullo (Ib. 16). Comanda alla terra di separarsi dalle acque, di produrre ogni genere di animali, ed è obbedito. Dice al mare che rispetti le dighe postegli, e così avviene. Ordina agli animali di essere i servi degli uomini, ed essi lo sono… Quest\’ordine ammirabile che vediamo nella natura tutta, questa stupenda fecondità della terra, del mare, degli alberi, degli animali, degli uomini che data dal giorno della creazione e che continuerà fino all\’ultimo giorno dei secoli, non valse più che una parola di Dio (Psalm. XXXII, 9). A questo vasto universo ci vuole un re; un re vi è nel cielo, un re ci vuole su la terra; vi è un re nell\’eternità, ci vuole un re nel tempo; e questo re che già esiste da tutta l\’eternità nel pensiero di Dio, è sul punto di comparire. Ma siccome è l\’opera dell\’Onnipotente, la Santissima Trinità si raduna, diremo così, a consiglio e delibera… E che cosa decidono il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo? Udite: «Facciamo l\’uomo ad immagine e somiglianza nostra» (Gen. I, 26). La santa Trinità mette in questo re uno spirito di vita che ne fa l\’immagine di Dio (Gen. II, 7). Il sole, creatura pure così bella e splendida, non è creato ad immagine di Dio… La luna, le stelle, benché così candide e mirabili; la terra benché così fruttifera; l\’oceano quantunque così vasto, non sono creati ad immagine di Dio. L\’anima sola porta questa immagine, solo essa è fatta a somiglianza di Dio. Nemmeno il corpo umano è fatto ad immagine di Dio perché Dio non ha corpo ed è tutto spirito… Solo l\’anima è così creata… Dunque, nulla di più eccellente che la salute di quest\’anima.
2° Possiamo farci un\’idea dell\’eccellenza e della necessità di salvare l\’anima, se ne osserviamo le ammirabili qualità… la memoria…, l\’intelletto…, la volontà…, trinità ed unità in noi medesimi. Né il sole, né gli astri, né l\’oceano, né la terra hanno intelletto, memoria, volontà. Dunque l\’anima è infinitamente più preziosa di tutte queste creature… L\’eccellenza dell\’anima si manifesta ancora nella sua spiritualità, agilità, immensità; nella signoria che di diritto le compete, e che essa tiene nell\’universo, dove tutto deve essere a lei sottomesso e pagarle tributo di obbedienza… Vedete ancora l\’eccellenza dell\’anima, allorché dà moto al corpo… Partitasene lei, che cosa diviene questo corpo? Di somma importanza è dunque non lasciare che si perda.
3° Ci mostra ancora la grandezza dell\’anima nostra, e quindi l\’eccellenza della sua salvezza, la considerazione del suo vestimento. La veste del corpo è povera, umiliante, straniera; è tolta alle produzioni della terra ed alle spoglie degli animali; veste che sarà un perpetuo segno della caduta, della degradazione dell\’uomo in Adamo… L\’uomo cadendo si è messo al grado, delle bestie, è giusta punizione del cielo che sia obbligato a vestirsi delle spoglie degli animali… Ma all\’anima ci vuole per vestimento un Dio; altrimenti sarebbe nuda. «Tutti voi, dice il grande Apostolo, che siete stati battezzati in Cristo, vi siete vestiti di Gesù Cristo» (Gal. III, 27); e in altro luogo ripete: «Vestitevi del Signore Gesù Cristo» (Rom. XIII, 14). Ecco la veste dell\’anima. Come bella, come ricca, come magnifica è tale veste! Come prova l\’eccellenza dell\’anima! Che delitto sarebbe lo stracciarla! Che orrendo misfatto, spogliarsene, per vestirsi del demonio! Eppure ciò avverrebbe se si dimenticasse l\’affare della salute.
4° L\’eccellenza dell\’anima, e per conseguenza la necessità di salvarla, risulta pure dalla nobiltà della sua stirpe e della sua parentela. Quanto non vanno fieri e contenti coloro che, nati di nobile e puro sangue, scorgono nei loro antenati una lunga catena che va a perdersi nella notte dei secoli, ed ogni anello della quale mostra un qualche personaggio eminente o nelle armi, o nella scienza, o nella magistratura, o nella Chiesa… Ora che cosa è questa parentela secondo il mondo, paragonata a quella dell\’anima nostra? Vedete voi quell\’accattone accosciato su la soglia di casa vostra? o come nobile, come grande è mai! Il suo padre è Dio! Egli può tutti i giorni e ad ogni istante volgere lo sguardo suo al cielo e dire: Padre nostro che sei nei cieli! Il cielo è mia patria, mio regno; il re dell\’eternità è mio padre; io sono dunque figlio di re, re io stesso, e re per l\’eternità!… L\’anima nostra ha Dio Padre in padre, Dio Figlio in fratello, Dio Spirito Santo in isposo!… ha Maria in madre! – Ecce mater tua.
L\’anima nostra, mentre è su questa terra, ha una seconda madre che è la Chiesa cattolica, apostolica, romana, sacra sposa di Gesù Cristo; noi diventiamo suoi figli per mezzo del battesimo. Lunghi anni di vita. venti secoli, conta già questa nostra seconda madre; tuttavia ella è sempre, quale la dipinge S. Paolo, gloriosa, senza neo, senza ruga; ella è sempre santa ed immacolata (Eph. V, 27). Nonostante la sua vecchiezza, questa madre è tuttora giovane, tuttora feconda; tutta buona, tutta tenera, essa ci concepisce, ci partorisce, ci allatta, ei nutre per Gesù Cristo, e ci dà il cielo in eredità…
L\’anima nostra ha per fratelli i patriarchi, i profeti, gli apostoli, i martiri…; ha per custode un angelo, porta il nome di un santo… E quest\’anima si adonterà di tale parentela? prenderà essa per padre il demonio, per madre la morte, per fratelli i reprobi, per patrimonio l\’inferno?… Ah! non perdiamo quest\’anima… Quante cautele, quante protezioni, quanti riguardi sono necessari per avere adito presso i re e i grandi della terra!… Ora vedete l\’anima di quel mandriano, di quel mendico, di quello sconosciuto, ella è così ragguardevole, che va difilato, quando le piace, al trono del re dei re, ascende alla reggia celeste e ne prende quello che le talenta… Nel palazzo celeste ella non fa anticamera.
5° O quanto vale l\’anima nostra! Caduta con Adamo, ha bisogno di un Dio per rialzarsi: quindi !\’incarnazione del Verbo. Quanto costa l\’anima dell\’uomo?… Ditelo voi, o presepio di Betlemme, o giardino degli olivi, o schiaffi, o sputi, o flagellazione, o coronazione di spine, o crocifissione, o calvario, o sangue, o morte di un Dio!… L\’anima nostra costa il sangue dI un Dio. Stimate il prezzo di questo sangue, e conoscerete il prezzo della vostra anima. – Consummatum est. – Tutto è consumato, disse Gesù su la croce (IOANN. XIX, 30); un Dio muore per la mia anima, e l\’anima mia è salva per la morte di un Dio!… Mettete su un piatto della bilancia il sangue di un Uomo-Dio e su l\’altro l\’anima vostra lavata, riscattata, rosseggiante di quel sangue divino, e pensate che non ci volle meno di quel sangue perché la bilancia piegasse alla misericordia.
6° Serve anche a darei un\’idea dell\’eccellenza dell\’anima, l\’osservare di qual cibo si debba nutrire. Ad alimentare il corpo, basta l\’erba dei campi… ma l\’anima può essa nutrirsi e vivere di prodotti terreni? No: a lei bisogna per cibo la preghiera, la virtù, la santa comunione… L\’anima chiede per suo alimento il corpo, il sangue, l\’anima, la divinità di Gesù Cristo: e questa vivanda le è così necessaria alla vita e alla salute, che Gesù Cristo solennemente disse: «In verità vi assicuro che se voi non mangiate la carne del Figliuolo dell\’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita» (IOANN. VI, 54). L\’anima è dunque in certo qual senso infinitamente grande ed elevata; è di natura molto eccellente e sublime se, come assicura Gesù Cristo medesimo, le bisogna un Dio per alimento… Che misfatto adunque perdere quest\’anima, che delitto non salvarla!
7° Il destino dell\’anima, la sua dimora futura dànno evidentemente a conoscere la sua eccellenza. Ad alloggiare il corpo, basta una capanna di due metri quadrati; basta una cella costrutta dal più rozzo muratore od operaio, e vince ancor sempre in grandezza e magnificenza l\’ultimo asilo che gli è riservato nel cimitero…, ma per l\’anima ci vuole il c1elo…; le bisogna il seno medesimo di Dio…
8° Finalmente il valore dell\’anima si deduce dalla sua durata. A quale epoca risale la sua origine? La sua origine si perde in Dio… Quanto tempo vivrà essa? quanto tempo durerà Dio… Quando finirà Dio, finirà anche l\’anIma mia… L\’eternità avvenire, ecco l\’età certa dell\’anima… Non è dunque indispensabile necessità metterla in salvo?
(NB. – Queste ed altre considerazioni simili già esposte nell\’articolo GRANDEZZA DELL\’UOMO, convengono benissimo sia all\’uno che all\’altro argomento e servono per meditazione e per discorso sulla preziosità dell\’anima).
3. DIO VUOLE LA NOSTRA SALUTE. – Sono chiare le prove che di questa consolante verità ci dà la Sacra Scrittura. Basti udirne qualche tratto di S. Paolo: «La volontà di Dio è che voi vi facciate santi» (I Thess. IV, 3), scriveva ai Tessalonicesi; e poi a Tito: «Dio vuole che tutti gli uomini giungano alla salvezza ed alla cognizione della verità. Perciò Gesù Cristo sì è dato lui medesimo per la redenzione di tutti…; e per salvare tutti egli morì», scrive ai Corinzi (I Tim. II, 4-6): – Pro omnibus mortuus est Christus (II Cor. V, 15). A proposito di quelle altre parole del medesimo Apostolo: «Gesù ha sofferto la croce con tutta la gioia che si era proposta» (Hebr. XII, 2), Teodoreto domanda quale sia mai questa gioia che Gesù si propose nel caricarsi volontariamente la croce, e risponde che è la salute delle anime (In Epl. ad Hebr.)… È dunque certo che Dio vuole e procura la salute di tutti… Ora perché non tutti si salvano? Perché non lo vogliono, o non usano i mezzi opportuni…
4. LA SALUTE SI OTTIENE PER MEZZO DI GESÙ CRISTO. – «Io sono la porta, dice il Redentore. Colui che entra per me sarà salvo; egli entrerà e uscirà, e troverà pascoli. Perché io sono venuto affinché le mie pecorelle abbiano vita; e non una vita comunque, ma vita abbondante» (IOANN. X, 9-10). E l\’altra volta: «La vita eterna (la salute dell\’anima) per loro consiste in ciò, che conoscano voi (o Padre mio), solo vero Dio, e quello che avete mandato, Gesù Cristo»
(IOANN. XVII, 3). Quindi l\’Apostolo S. Pietro dice recisamente che non si può trovare salvezza per mezzo di alcun altro eccetto Gesù; e che non è dato agli uomini altro nome, nel quale possano trovare salute (Act. IV, 12).
5. MOLTI TRASCURANO LA LORO SALUTE. – A quanti cristiani dei nostri giorni si potrebbero rivolgere quelle parole che S. Giovanni Crisostomo diceva ad una parte del popolo antiocheno: Voi siete chiamati al regno del Figliuolo di Dio, e state dubbiosi, imitando la talpa e la tartaruga. Imitate la talpa, non occupandovi che di terra, e grufolando continuamente nella terra; imitate poi la tartaruga, perché non camminate più veloci di lei per la strada dell\’eterna salute (Homil. ad pop.). A questo proposito fa quello che disse Gesù Cristo: «I figli del secolo sono più avveduti che i figli della luce» (LUC. XVI, 8). Ah! se si facesse per Iddio, per il cielo, per l\’anima, quello che si fa per la terra, per il corpo, per la creatura, che ricca e splendida corona tanti non si procaccerebbero!… Ma come ci sottrarremo noi al castigo, domanda S. Paolo, se trascuriamo la salute così preziosa? (Hebr. II, 3).
«La salute è lungi dai peccatori, diceva il Salmista, perché non hanno cercato i vostri comandamenti, o Signore» (Psalm. CXVIII, 155). Sì, il mondo dimentica Dio, dimentica la 1egge divina, dimentica i suoi doveri, dimentica l\’anima, e per conseguenza la salute… Dimentica la sola cosa necessaria…; e si perde in cose da nulla… Ma ecco che arriva di carriera e alla sprovveduta la morte ed il giudizio di Dio… Deh! svegliatevi, o peccatori; pensate che avete un\’anima da salvare, un inferno da schivare, un paradiso da guadagnare; e per ciò passioni da vincere, colpe da espiare, virtù da praticare, una morte da prevedere…
O quanti fra i cristiani saranno costretti in fine di vita a gridare con Gionata: Noi miseri! Per un po\’ di miele da noi appena lambito, eccoci condannati a morte eterna! (I Reg. XIV, 43)… Quanti imitano il traditore Giuda che diceva: «Qual patto mi fate, ed io ve lo consegnerò nelle mani»? (MATTH. XXVI, 15); poiché non curandosi nulla della loro salute, e preferendo a lei l\’ignobile sfogo di una passione qualunque, essi trattano col demonio, col mondo, con la carne, e loro vendono l\’anima e il cielo… Rispondono come già i Giudei a Pilato, che li interrogava quale dei due, o Cristo o Barabba, volessero salvo (IOANN. XVIII, 40); preferiscono l\’impurità, l\’avarizia, la gola, la vendetta, la bestemmia, ecc., alla salute dell\’anima…
6. CHE COSA BISOGNA FARE PER SALVARSI. – 1° «Il regno dei cieli soffre violenza, dice Gesù Cristo, e solo quelli che usano violenza lo rapiscono» (MATTH. XI, 12). Angusta è la porta per cui si entra in cielo, sforzatevi di guadagnarla (LUC. XIII, 24), dice ancora il medesimo Salvatore. E queste parole hanno la spiegazione in quelle altre: «Chi vuole venire dietro di me, rinunzi a se stesso, porti la croce sua ogni gi,orno e mi segua» (Luc. IX, 23).
2° È sentenza del divin Maestro, che chi vorrà salvare l\’anima propria, la perderà (MATTH. XVI, 25). Ora, perdere l\’anima propria vuol dire non risparmiare la sferza della mortificazione, metterla al cimento dell\’umiltà, dell\’obbedienza, della povertà volontaria, e di simili altre virtù, per le quali l\’anima resta come macerata, spenta e rinnovata. «Se nei granai, dice S. Gregorio, tenete chiuso il frumento vostro, voi lo perdete; se lo seminate, lo rinnovate. Chi non sa che il grano seminato scompare alla vista, e si putrefà nel suolo? Ma dalla sua putrefazione riceve appunto nuova vita (Moral.)». Scompaia anche l\’anima per così dire, sotto il peso delle virtù, e dell\’umiltà principalmente.
3° Bisogna sempre avanzare. «Correte, dice S. Paolo, in modo da raggiungere il premio. Quelli che lottano nell\’arena, si astengono da tutto; essi ciò fanno per ricevere una corona corruttibile; che cosa dovremmo fare noi ai quali ne sta riservata una incorruttibile? lo adunque corro in modo che non vo a caso, combatto così che non meno colpi al vento; ma mortifico il mio corpo e lo riduco in servitù» (I Cor IX, 24-27).
4° Non guardare indietro, perché chiunque mette mano all\’aratro, poi si volge indietro, mostra di non essere fatto per il regno dei cieli (LUC. IX, 62).
5° Bisogna lavorare intorno alla propria salute con timore e tremore, secondo l\’avviso dell\’Apostolo (Philipp. II, 12).
6° Dimenticare la terra, pensare al cielo. «Io continuo la mia corsa, diceva S. Paolo, per raggiungere quello a cui mi ha destinato il Signore Gesù. No, io non mi lusingo di esserci pervenuto, ma solamente, dimenticando quello che mi sta alle spalle, e spingendomi a quello che mi sta dinanzi, tendo al termine della ricompensa, alla quale Dio mi chiama per Gesù Cristo» (Philipp. III, 12-14).
7° Approfittarci del tempo favorevole, che è il tempo della vita presente (II Cor VI, 2), dice S. Paolo: «Ecco il tempo di cui importa giovarci, ecco ora i giorni di salute».
8° Vivere per Gesù Cristo. «Gesù, scrive l\’Apostolo delle Genti, è morto per tutti; affinché coloro che vivono non vivano più per se stessi; ma per colui che è morto e risuscitato per loro» (II Cor V, 15).
9° Combattere per la fede. «Combatti, diceva l\’Apostolo a Timoteo, il buon combattimento della fede, e giungerai al possesso della vita eterna alla quale sei chiamato» (I, VI, 12).
10° Sopportare le prove con pazienza. «Per mezzo a molte tribolazioni bisogna entrare nel regno dei cieli », sentenzia S. Paolo (Act. XIV, 21).
11° Impiegare i mezzi suggeriti già da un Angelo a S. Arsenio, che sono: fuggi, osserva il silenzio, ama il ritiro: ecco i principi della salute (Vit. Patr.)
12° Essere prudente. Leggiamo nei Proverbi che l\’anima imprudente perde la sua salute (Prov. XIX, 2). La prudenza veglia alla salute dell\’anima; essa considera i premi e i castighi; spinge l\’uomo a fuggire la colpa, a vivere santamente. Questo è ciò che il Savio chiama la scienza dei Santi (Sap. X, 10); e l\’Angelo in S. Luca chiama la sapienza dei giusti (Luc. I, 17).
13° Avere compassione dell\’anima propria e custodirla con sollecitudine (Eccli. XXX, 24), (Deuter. IV, 15). Colui al quale sta a cuore la salvezza dell\’anima sua, ne sta sopra pensiero, non la perde mai di vista, la guarda attento, vigila sopra di lei. Chi non si adopera alla propria salute, odia l\’anima sua e si porta con lei da crudele,
14° Pensare al giudizio. «Iddio, scrive Origene, ha confidato e raccomandato all\’anima vostra la sua immagine e somiglianza; voi avete il dovere di restituirgli questo prezioso deposito così intatto, come Egli ve l\’ha dato (In Cantic.)».
15° Osservare la legge di Dio. «Se vuoi giungere alla vita, osserva i comandamenti», disse il Redentore (MATTH. XIX, 17). Perché, «chi custodisce i precetti di Dio, salva l\’anima propria», dice il Savio (Prov. XIX, 16). La legge di Dio è la via prescritta all\’uomo, per cui tendere direttamente alla virtù, alla salute, a Dio medesimo, camminando verso questo scopo senza posa… «Non tutti quelli che gridano Signore, Signore, entreranno nel regno dei cieli, dice Gesù; ma solo quegli sarà degno di entrarvi, che adempie la volontà del Padre mio celeste» (MATTH. VII, 21). Ora chi altri fa il volere del Padre celeste, se non colui che ne osserva la legge?
16° Finalmente, dobbiamo volerci salvare e volerlo risolutamente ed efficacemente. S. Tommaso d\’Aquino interrogato da una sorella sua come mai avrebbe potuto salvarsi, le rispose: «Volendolo, cioè se vuoi efficacemente andare salva; perché questa volontà efficace, che è lo scopo della salute, ti sforzerà ad abbracciare e praticare tutti i mezzi necessari e più adatti per raggiungerla (p. 4, q. art. 9)».
Un amico di S. Carlo Borromeo lo pregò che gli indicasse i mezzi migliori per piacere a Dio e accertare la propria salute. E il Santo gli tracciò le regole seguenti: l° Bisogna cominciare ogni giorno, cioè sforzarsi ciascun giorno a servire Dio con tanto ardore, come se quel giorno fosse sempre il primo in cui si cominciasse a servirlo; 2° camminare attualmente alla presenza di Dio; 3° avere Dio solo per fine in tutte ed in ciascuna delle nostre azioni (In Vita).
7. CHE COSA FECERO I SANTI PER LA LORO SALUTE. – Abramo, Isacco, Giacobbe, quale strada avete voi preso per giungere al cielo? Pieni di fede, abbiamo guardato la terra come esilio, e le nostre dimore furono sotto mobili tende, confessandoci stranieri e viaggiatori in questo mondo (Hebr. XI, 13). Apostoli, Martiri, che avete voi fatto per salvarvi? Noi siamo stati lapidati, segati, tormentati, morti di spada; siamo andati qua e là coperti di cenci, ravvolti in pelli di pecore e di capre, bisognosi, afflitti, angustiati (Hebr. XI, 37). Santi anacoreti, eremiti, religiosi, come avete ottenuto la salvezza dell\’anima vostra? Abbandonando il mondo, le sue ricchezze, gli agi, gli onori, i piaceri suoi; andando erranti e perseguitati tra i deserti e le montagne, negli antri e nelle spelonche della terra (Ib. 38). Abbiamo vegliato, digiunato, pregato… Mostraci, o Paolo, il segreto da te adoperato per essere rapito fino al terzo cielo, mentre tuttavia stavi su la terra, e per assicurarti la corona di vita: lo non ho risparmiato fatica, perché Gesù fosse glorificato in me, sia per la vita, sia per la morte; tanto che sospiravo la dissoluzione del mio corpo per essere eternamente con Gesù Cristo il quale era la mia vita, e per il quale io stimava guadagno il morire. Io non viveva che nel cielo e per il cielo (Philipp. I, 20, 21, 23 – III, 20). Io guardavo come un nulla tutti i patimenti di questa vita, posti a confronto dell\’eterna che ci sta riservata (Rom. VIII, 18). Mortificavo il corpo mio, e lo soggiogavo alla legge della ragione e di Dio (I Cor IX, 27). Non mi stancavo punto nell\’arringa del bene, e benché in me l\’uomo esteriore soccombesse, l\’interiore però si rinvigoriva e ringiovaniva di giorno in giorno. Perché io guardavo le poche e passeggere sofferenze del tempo presente, come apportatrici a me di smisurato peso di eterna gloria. Io non badavo a quello che si vede su la terra, ma miravo a quello che non si vede. Ero pesto, ma non rotto; ritardato, ma non arrestato; perseguitato, ma non abbandonato; abbattuto, ma non vinto. Sono stato nelle prigioni, nei travagli, nei pericoli; ho patito il freddo, la fame, la sete, la nudità; sono stato flagellato, lapidato, esposto mille volte alla morte, e intanto non ho mai cessato di occuparmi con ogni premura e sollecitudine della cura di tutte le Chiese (II Cor IV et XI).
Raccontaci, o S. Sebastiano, che cosa hai fatto per giungere alla salvezza? Il mio persecutore mi ha posto come bersaglio alle sue frecce; ma i dardi del cielo s\’infissero più addentro nel mio cuore, che non i suoi giavellotti nelle mie carni (In Vita). E voi, o S. Vincenzo e S. Lorenzo, quale strada avete tenuto per arrivare alla città di Dio? Noi siamo stati provati per mezzo del fuoco, e non si è trovata in noi macchia d\’iniquità (Psalm. XVI, 31). O Agnese, che costò a te il cielo? Ho vinto i corrotti allettamenti della carne e, armata d\’invincibile coraggio, mi mantenni insuperabile contro tutte le minacce e i tormenti del tiranno; ed eccomi giunta a quel Gesù che ho amato, che ho cercato e sospirato; eccomi unita nel cielo a Colui che di tutto cuore ho amato su la terra (In Vita).
Leggiamo sovente la vita dei Santi e noi vedremo quello ch\’essi hanno fatto per la loro salvezza… Seguitiamo queste fide e sicure guide, formiamoci su questi bei modelli, armiamoci della loro protezione, del loro aiuto nella guerra contro i nostri visibili e invisibili nemici, nelle tentazioni, nelle infermità, nella tristezza, affinché, vivendo sotto il cielo, noi siamo sempre di spirito e di cuore nel cielo. E questo il modo di assicurare la nostra salute. Figuriamoci di udire quello che predicava S. Francesco d\’Assisi ai suoi frati: Fratelli miei, grandi cose noi abbiamo promesso a Dio, ma delle più grandi ancora ne ha promesso a noi Iddio: siamo fedeli alle nostre promesse e speriamo in quelle di Dio. Il diletto è breve, la pena é eterna; i patimenti di questa vita sono sopportabili, la gloria é infinita; ciascuno riceverà secondo le sue opere (S. BONAV. In Vita).
Comincia, anima mia, ad essere ora quello che devi divenire un giorno: tu sei destinata ad essere compagna agli Angeli, vivi angelicamente: il tuo Angelo Custode, i Santi e tutta l\’immensa schiera di eletti, altrettanti tuoi amici, ti aspettano; studia il passo, affrettati, avanzati, corri, vola. La Beata Vergine Maria, tua madre, ti tende le braccia; Gesù Cristo ti .aspetta per coronarti. Dio Padre ti attende, per darti, come a sua figlia, l\’eredità eterna; Dio Figlio ti aspetta per abbracciarti come sorella diletta; Dio Spirito Santo ti sollecita, come sua sposa, per vestirti e ornarti di una bellezza ineffabile, di uno splendore indicibile, di una gloria infinita, per sposarti a sé e dichiararti regina in eterno… Che cosa ti aspetti tu, anima mia, da questa terra che non é la terra dei Santi? Che cosa puoi tu prometterti dalle creature, dal mondo, dai suoi vili diletti? Ah, vola da questa terra di miseria, di pericoli, di scandali, nella terra dèi viventi. Tutta la corte celeste ti sta attendendo e già grida: «Chi è costei che si avanza simile all\’aurora nascente, bella come la luna, splendida come il sole? Chi è costei che s\’innalza dal deserto, abbracciata al suo diletto?» (Cant. VI, 9 – VIII, 5).
Quando, o anima mia, dopo le fatiche di questa vita, tu comparirai nell\’eternità, gli Angeli diranno a Gesù Cristo: Chi è costei bianco vestita e donde è venuta? E Gesù a loro: Quest\’anima è venuta dal mezzo della grande tribolazione, ed ha lavato e imbiancato la sua veste nel sangue dell\’Agnello. Perciò io la collocherò innanzi al trono di Dio, ed essa lo servirà giorno e notte nel tempio suo. Essa non patirà ornai più né fame né sete, e Dio le tergerà dagli occhi ogni goccia di pianto (Apoc. VII, 13-17). Ascolta, anima mia, quello che dice il Celeste Sposo: «Sorgi, e affrettati, o mia diletta, colomba mia, vieni, o mia bella! Vieni, sposa mia, e sarai coronata» (Cant. II, 10 – IV, 8). E allora si avvererà, o anima mia, quello che dice il Signore per bocca d\’Isaia: «Cambierò la cenere del tuo capo in corona, le tue lagrime in gioia, le vesti da lutto in abiti da festa» (ISAI. LXI, 3).
Allora, o anima mia, tu te ne volerai, balda e sicura, ai divini amplessi eterni del celeste Sposo, e dirai piena d\’indicibile entusiasmo: «Ho trovato colui che è l\’amore del mio cuore, lo stringo a me senza timore di mai più perderlo. Il mio diletto sta con me ed io sto con lui» (Cant. III, 4 – II, 16). «Io mi rallegrerò nel Signore e tripudierò di gioia, il mio Dio mi ha ornata con le vesti di salute, con i vezzi della giustizia, come sposo cinto del diadema, e come sposa splendente di diamanti» (ISAI. LXI, 10).
Fermiamo spesso la mente su queste grandi meraviglie, teniamoci con gli Angeli e con i Santi. Siano con essi il nostro cuore, la nostr\’anima, la nostra intelligenza, la nostra volontà, i nostri occhi, la nostra bocca, ogni impresa, ogni voto, ogni opera nostra; affinché dopo il breve e misero corso di questa povera vita, siamo ricevuti nella società di tutti gli eletti, e vi godiamo la vista e l\’eterno possesso di Dio. Così sia.