1. Che cosa è? ed è
possibile?
2. Vi furono dei miracoli?
3. I miracoli sono una prova sicura
della verità.
4. Come si distinguono i veri dai
falsi miracoli?
1. CHE COSA È? ED È
POSSIBILE? – Miracolo vuol dire opera meravigliosa e straordinaria
che non può essere l’effetto di una causa
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naturale. Il miracolo è una
derogazione alle leggi di natura: esso vince di molto le forze
dell’uomo; Dio solo può farlo e gli uomini non possono
operarne che per mezzo di Dio… Ora chi potrà dubitare che
Dio possa fare miracoli? Quel Dio che da circa seimila anni fa
nascere il sole all’oriente, perché non potrebbe, se volesse,
farlo nascere all’occidente? E questo sarebbe per certo un vero
miracolo. Negare che Dio possa fare dei miracoli, è un negare
che Dio sia Dio; è un privarlo di potenza e di libertà,
è un annientarlo…
2. VI FURONO DEI MIRACOLI? – Le
piaghe dell’Egitto, il passaggio del Mar Rosso, la promulgazione
della legge di Dio sul Sinai, la manna, l’acqua zampillata dal masso
di Oreb, i prodigi operati mediante l’arca dell’alleanza; la
conservazione dei tre fanciulli nella fornace ardente, i castigo di
Eliodoro battuto con verghe dagli angeli, la risurrezione di Lazzaro,
la risurrezione di Gesù Cristo, la conversione del mondo
pagano alla voce di dodici poveri pescatori, tutti questi ed altri
simili avvenimenti straordinari, di cui è piena la sacra
Scrittura, sono là per testimoniare che vi furono dei miracoli
e dei grandi, strepitosi miracoli.
Per ciò che
riguarda i miracoli di Gesù Cristo, ne era così fulgido
lo splendore, dice S. Cirillo, che troncava ogni questione intorno
alla sua divinità, presso coloro che non fossero affatto
pervertiti (Catech.. lib. II, c. V). È
evidente che i miracoli di Gesù Cristo dovevano mostrarlo
quale il Messia così chiaramente promesso fin dal principio
del mondo. Infatti, 1° a questo scopo Gesù diceva di fare
i suoi miracoli; 2° egli ha fatto tutti i miracoli che i profeti
avevano predetto del Messia; 3° ha operati in proprio nome, per
propria virtù, ordinando e disponendo come rivestito di
autorità sovrana; 4° ha fatto miracoli pubblici, visibili,
incontestabili, grandissimi; ne ha fatto spessissimo, in grande
quantità, di ogni genere e dappertutto, talora con un segno,
talora con una parola, ecc… Tale potenza assoluta, tale virtù
straordinaria e continua non potevano appartenere a nessun altro che
a Gesù Cristo…
Vedi: GESÙ CRISTO, §
MIRACOLI DI GESÙ CRISTO.
3. I MIRACOLI SONO
UNA PROVA SICURA DELLA VERITÀ. – Che i veri miracoli siano una
prova certa e perentoria di quella verità alla cui conferma
essi vengano operati, è cosa che facilmente si comprende, se
si considera 1° che essi non possono venire che da Dio solo, come
unico padrone della natura; 2° che Dio, essendo verità per
essenza, non può mai in nessun caso, senza annientare se
medesimo, confermare con un miracolo una falsità. Quando
pertanto intervengono a favore di qualche religione, o rivelazione,
miracoli certi e veri, bisogna dire è vera. Così
abbiamo provato (Vedi art. CHIESA) che la Chiesa cattolica,
apostolica, romana è sola vera Chiesa, perché solo in
essa avvennero veri e provati miracoli. Ecco perché S.
Agostino scriveva che chi lo riteneva nella Chiesa cattolica, romana,
era l’autorità dei miracoli; e Riccardo da S. Vittore non si
peritava di dire a Dio: «O Signore, se è errore quello
che noi crediamo, siete voi che ci avete ingannati; perché la
nostra fede ebbe a sua conferma tali miracoli e prodigi, che non
possono avere per autore altri che voi (De Iustit. Hom.)».
Dio permette tal volta che anche i
cattivi facciano miracoli; ma non in loro nome né per i loro
meriti, bensì in nome di Gesù e ciò avviene per
utile del prossimo.
Non si trova esempio di vero miracolo operato a
sostegno dell’errore. Il miracolo, infatti, è la più
autentica e incontestabile testimonianza che si possa avere della
verità di una dottrina, purché esso è l’opera
propria e sopranaturale di Dio il quale se ne serve a confermare
quello che dice e che fa. Egli non può dunque permettere
miracoli in favore dell’errore; altrimenti si burlerebbe degli
uomini, e toglierebbe loro ogni mezzo per distinguere l’errore dalla
verità. Anzi, li confermerebbe, impossibile e assurda cosa!
nelle false dottrine che avessero ricevuto. Pensare questo, sarebbe
enorme delitto; dirlo, orribile bestemmia.
4. COME SI
DISTINGUONO I VERI DAI FALSI MIRACOLI? – Per indicare in che modo Dio
ci fa distinguere i veri miracoli dai falsi, proporremo le tre
essenziali differenze che Teodoreto rileva e indica tra i miracoli di
Mosè ed i pretesi miracoli dei maghi di Faraone. 1° I
maghi di Faraone cangiarono le loro verghe in serpenti, ma la verga
di Aronne, ugualmente cangiata in serpe, divorò le loro; essi
cambiarono l’acqua in sangue, ma non poterono farla tornare come
prima; fecero comparire delle rane, ma non poterono più, come
fece Mosè, liberarne gli Egiziani. Dio dunque permise ai maghi
di operare simili prodigi, unicamente per castigare gli Egiziani,
senza loro concedere la potestà di far scomparire le piaghe
che avevano fatto. 2° Quando Dio vide che il re, a cagione dei
pretesi prodigi, si ostinava sempre di più, tolse a loro ogni
potere e allora quelli i quali avevano saputo produrre rane, non
seppero più produrre mosche, e si videro costretti a
confessare pubblicamente la propria impotenza, col dire: «Qui
vi è il dito di Dio» – Digitus Dei est hic (Exod.
VIII, 19). 3° Mosè coprì di ulceri il corpo stesso
dei maghi (Id. IX, 10); Mosè, che faceva veri miracoli
in favore della verità, fu egli in qualche incontro impedito
nel suo potere? Giammai; ma tutti i giorni, alla corte di Faraone, in
presenza di tutto l’Egitto, ne dava sempre più splendide prove
e con continui e sempre nuovi miracoli. I suoi ordini e le sue
proibizioni ottenevano immediatamente meravigliosi effetti (In
Exod.).
S. Agostino insegna che un mezzo per discernere
i veri dai falsi prodigi è il considerare il potere e
l’autorità da cui derivano. «I fattucchieri, dice, fanno
opere mirabili per il segreto commercio che tengono coi demoni; i
santi all’opposto, operano miracoli in forza, della provvidenza, e
per ordine di colui al quale ogni creatura è soggetta. I
maliardi, pertanto, operano in virtù di privata convenzione; i
santi in forza di un evidente diritto (Quaest. LXXIX,
inter LXXXIII)». Inoltre coloro i quali fanno dei
veri miracoli, sono uomini probi, pii, ordinariamente santi; mentre
coloro i quali ne fanno dei falsi, sono sempre uomini rotti
all’empietà o al vizio.
Gli stregoni fanno prodigi
simulati, immaginari, fantastici e che non durano punto, scoprendosi
ben presto quello che in essi vi è di vero o di falso; fanno
prodigi o affatto inutili o anche nocivi. Ma i veri miracoli sono
fatti certi, veritieri, schietti, i cui effetti durano e non
avvengono che o per una grande utilità o per liberare gli
uomini in qualche necessità.
Ad ottenere le loro pretese
meraviglie, i fattucchieri si servono di menzogne, di prestigi, di
mezzi studiati a bella posta per ingannare la gente, di certi segni,
di certe figure, per esempio lettere o parole, che non significano
nulla, se pure non sono assurde; si servono ancora di pratiche
superstiziose; mescolano e deturpano il sacro col profano. I santi
invece fanno miracoli con le loro preghiere, con le mortificazioni,
col segno della croce, e con altri oggetti sacri e santi, e sempre
col nome di Gesù Cristo.
I maliardi e i demoni
fanno prodigi per fine cattivo, per esempio, per guadagnare qualche
scommessa, per vana ostentazione, per cattivarsi gloria ed onori, per
salire in fama, per formarsi una clientela di divoti; ovvero per
danneggiare la fede e inoculare i loro errori; ovvero ancora per
commettere o far commettere delitti, come furti, adulteri, uccisioni,
e simili. I santi nel fare miracoli mirano all’onore e alla gloria di
Dio, all’esaltazione ed edificazione della Chiesa, all’aiuto, dei
loro simili… «I maghi, scrive S. Agostino, fanno cose che
sembrano miracoli, studiando alla gloria propria; i santi fanno dei
veri miracoli mirando alla gloria di Dio (Quaest. LXXIX,
inter LXXXIII)».