65. Gesù Cristo rinnova ogni cosa.
66. In Gesù cristo troviamo tutto.
67. Gesù Cristo è tutto in tutti.
68. Gesù Cristo è il libro dei sette sigilli dell\’Apocalisse.
69. Il Vangelo è il libro di Gesù Cristo.
70. Fede in Gesù Cristo.
71. Gesù Cristo è degno di ogni adorazione.
72. Gesù Cristo stabilisce la Chiesa.
73. Conversione del mondo per mezzo di Gesù Cristo.
74. Bisogna essere riconoscenti a Gesù Cristo e imitarlo.
75. Noi siamo membri di Gesù Cristo, e suoi coeredi.
76. Potere di Gesù Cristo sopra i suoi nemici.
65. GESÙ CRISTO RINNOVA OGNI COSA. – 1° Gesù Cristo costituisce i cristiani in una vita nuova ed evangelica e li prepara alla santità per il cielo. Come Noè è il padre dei secoli dopo il diluvio, così Gesù Cristo è il padre, l\’autore dei secoli nuovi. Le nazioni barbare scompaiono, e si formano popoli civili e santi… 2° Gesù Cristo, dopo la sua passione, risuscitando e salendo al cielo, ci apre la porta della risurrezione e del paradiso; ci merita, in virtù della sua pazienza e della sua morte, il premio dell\’eterna vita… 3° Adamo ci genera per il tempo, Gesù Cristo ci genera per l\’eternità; Adamo ci genera per la morte, Gesù Cristo per la risurrezione e l\’immortalità; Adamo ci genera per la terra, Gesù Cristo per il cielo… «Ecco che io rinnovo ogni cosa» – dice Gesù nell\’Apocalisse (XXI, 5). Infatti abolisce gli antichi sacrifizi e li surroga col grande sacrifizio della croce e dell\’altare… Distrugge il sacerdozio secondo Aronne e stabilisce il sacerdozio secondo Melchisedec… Istituisce i sette sacramenti che sono altrettante sorgenti celesti, donde noi attingiamo la vita… Dio non era conosciuto da altro popolo fuori del giudeo; per opera di Gesù Cristo egli è conosciuto, amato, seguito, adorato in tutto l\’universo…
66. IN GESÙ CRISTO TROVIAMO TUTTO. – In Gesù Cristo si trova il passato, il presente, l\’avvenire. Tutto ciò che s\’incontra di grande, di sublime e di perfetto in Noè, Abramo, Isacco, Giacobbe, Giuseppe, Mosè, Giosuè, Sansone, Davide, Salomone, nei patriarchi, nei re, nei profeti, negli eroi, tutto si trova eminentemente in Cristo. Tutti quei grandi personaggi e le opere loro non erano che la figura, l\’ombra di Gesù e delle opere sue. Tutto quello che vi è di grazia e di virtù, tutto è in Gesù Cristo, quanto avvenne di meraviglioso, quanto fu fatto di più eroico, tutto è in Gesù Cristo. Quello che vi è di memorabile nella storia, quello che aveva di magnifico e di prezioso il tempio di Gerusalemme; quello che vi era di buono nei sacrifizi, anzi quello che vi è di santo negli spiriti celesti, noi lo troviamo, ma in grado infinitamente superiore, in Gesù Cristo… Si trova in lui l\’incarnazione, la redenzione, il Vangelo, i sacramenti, la grazia, la virtù, i dogmi, la morale, la disciplina, il culto, gli apostoli, la Chiesa, la scienza, la verità, la vita, l\’esempio, ecc…
«Io supplico con le ginocchia a terra scriveva S. Paolo agli Efesini, il Padre del Signore nostro Gesù Cristo… affinché il Cristo abiti nei vostri cuori mediante la fede, e che fondati e radicati nella carità possiate comprendere, con tutti i santi, qual sia la larghezza, la lunghezza, l\’altezza e la profondità del suo amore» (III, 14-17-18). E ai Filippesi affermava che quelli che erano suoi guadagni li stimava, a causa di Cristo, sue perdite. Anzi giudicava che le cose tutte sono perdita, rispetto all\’eminente cognizione di Gesù Cristo per riguardo del quale si era spogliato di tutto, e ogni cosa stimava spazzatura, per guadagnare Gesù Cristo (Philipp. III, 7-8).
Gesù Cristo è tutto; cioè tutto santità, tutto giustizia, tutto religione, tutto bene… Egli è tutto per noi: è nostro salvatore, padrone, maestro, guida, padre, madre, Dio, capo, re, pontefice, vittima, amico, fratello, sposo, medico, ecc… Egli è la sorgente, l\’origine, il fondamento, il principio, il mezzo, il fine di tutto.
S. Agnese, vergine e martire, richiesta di nozze dal figlio del governatore di Roma, gli rispose che Gesù Cristo, suo sposo eletto era infinitamente più bello, più degno, più nobile di tutti gli altri uomini; e aggiunse: «Vattene, o sorgente di peccato, cibo di morte; già ad altro amante ben più eccellente di te ho dato la mia fede: la sua generosità è incomparabile, la sua potenza non conosce limiti, sublime il suo sguardo, tutto dolcezza il suo amore, pieno di grazia il suo portamento; egli mi ha fidanzata con l\’anello della sua fede. Il suo padre è Dio, vergine è la sua madre; gli angeli lo servono, il sole e la luna sono eclissati dal suo splendore; l\’olezzo che spande risuscita i morti; il suo contatto guarisce i malati; le sue ricchezze sono infinite ed eterne; a lui solo io conservo la fede, a lui io mi confido; perché amando lui io sono casta; toccando lui, sono pura; sposando lui, rimango vergine» (In Vita).
«Dove c\’è Gesù Cristo. si trova ogni cosa (In Hemax.)», dice S. Ambrogio, e a lui fa eco S. Bernardo là dove scrive: «La sorgente delle fontane, la scaturigine dei fiumi, è il mare; la fonte di tutte le virtù è Gesù Cristo; la continenza della carne, la rettitudine del cuore e della volontà, scaturiscono da questa sorgente. Chi ha bisogno d\’intelletto o di parola, vada da Gesù Cristo; chi è puro, tale si trova per Gesù Cristo; la scienza e la sapienza da lui provengono perché in lui vi sono tutti i tesori» (Serm. in Cant.).
Gesù Cristo è il principio di tutto ciò che esiste; della predestinazione, dell\’elezione, delle cause, degli effetti, dei doni, delle grazie, delle virtù, delle ricchezze, della gloria. Tutto è in lui, e quanto c\’è di vita e di bene nei suoi membri, che sono fedeli, tutto deriva da lui che è il capo di tutto il corpo… O Gesù, voi siete la luce delle anime, il re degli spiriti, la guida dei cuori.
«Gesù è dolce, dice S. Bernardo, Gesù è dilettevole, perché ornato di tutte le perfezioni. Gli angeli si beano della sua dolcezza, gli eletti sono beati della sua presenza; egli santifica tutto ciò che è santo, forma la gioia del mondo, l\’allegrezza del cielo, la bellezza, la gloria, la beatitudine eterna. Le virtù sono altrettanti gigli: perciò Gesù porta il nome di giglio, perché è giglio, e giglio è tutto ciò che appartiene a lui. La sua concezione, la sua natività, la sua vita, la sua parola, i suoi miracoli, i suoi sacramenti, la sua passione, morte, risurrezione, ascensione, tutto splende di purezza, e ci purifica» (Serm. II, de Coena Domini).
Avete fame? Desiderate Gesù; egli è il pane della vita, il cibo degli angeli, la manna celeste che contiene tutti i sapori e appaga tutti i gusti. Avete sete? desiderate Gesù; egli è la sorgente delle acque vive che scorrono dal Libano celeste e vi dissetano per l\’eternità; è il nettare, l ambrosia, il vino che inebria l\’anima. Vi sentite malati? andate a Gesù; egli è il medico, il salvatore, la salute. Siete in pericolo di morte? sospirate a Gesù; egli è la vita e la resurrezione. State nell\’incertezza e nel dubbio? consultate Gesù; egli è la via, la verità, la vita. Siete peccatore? implorate Gesù; la sua missione è di cancellare i peccati del mondo, di salvare il suo popolo; per ciò è venuto su la terra. Vi sentite tentati di orgoglio, di gola, di lussuria, di avarizia, di accidia? invocate Gesù; egli è l\’umiltà, la sobrietà, la castità, la povertà, l\’amore e lo zelo in persona; egli ha portato e continuamente porta le infermità e i dolori nostri. Vi piace la bellezza? egli è bellissimo tra i figliuoli degli uomini, la bellezza e la grazia per eccellenza. Desiderate le ricchezze? in lui sono i tesori tutti, perché in lui abita corporalmente la pienezza della divinità. Volete gli onori? la gloria e la magnificenza sono nella sua casa; egli è il re della gloria. Cercate un amico? egli vi ama svisceratamente e come non vi amerà, se per amore di voi discese dal cielo, lavorò, sudò, portò la croce e subì la morte? Desiderate la sapienza? egli è la saggezza eterna ed increata. Volete la consolazione e la gioia? egli è il conforto degli afflitti, la gioia e l\’allegrezza degli angeli. Volete la giustizia e la santità? egli è il santo dei santi; è la giustizia eterna che giustifica e santifica tutti quelli che in lui credono e sperano. Volete la vita felice? egli è la vita eterna, la suprema felicità degli angeli, la corona di gloria degli eletti. Volete la pace? egli è il principe della pace… Desiderate adunque Gesù, aspirate a lui: in lui troverete ogni beve, fuori di lui ogni male e miseria. Dite con S. Francesco d\’Assisi: «Mio Gesù, mio amore, mio tutto» (In Vita).
O buon Gesù, aprite le cateratte del vostro amore, affinché i suoi fiumi, o piuttosto il suo oceano si versi sopra di noi, c\’inebri e ci sommerga. O mare del santo amore e della dolcezza, mio Gesù! venite e datevi all\’anima mia. Datevi voi a me, acciocché io mi dia a voi con tutta l\’anima, con tutta la volontà, con tutto l\’affetto; respiri beato in voi, vi preferisca a tutto, e a tutto rinunzi per amar vostro. O Gesù, attraetemi a voi; impadronitevi casi assolutamente dell\’anima mia, stringete così tenacemente il mio cuore al vostro, che io sia morto a tutto il resto. O mio diletto! o sospiro dei miei voti, datemi grazia che vi trovi, e che dopo di avervi trovato, vi tenga con me per sempre. Io vi desidero; vi sospiro, o eterna beatitudine! Unitevi a me, unitemi a voi, deh! viva io di voi, in voi, per voi; muoia in voi e per voi, e viva eternamente con voi nel soggiorno della vostra gloria! Amen…
67. GESÙ CRISTO È TUTTO IN TUTTI. – Gesù Cristo è tutto in tutti, dice l\’Apostolo (Eph. I, 23). Gesù Cristo abita in Salomone per la sapienza, in Giuseppe per la castità, in Mosè per il potere e la dolcezza, nei profeti per la santità e l\’intelligenza, negli Apostoli per lo zelo, nei martiri per la pazienza, nei vergini per l\’illibatezza, ecc.; è tutto in tutti i suoi eletti nel cielo: ciascuno di essi lo possiede tutto intero. Gesù Cristo è tutto in se stesso; e dandosi tutt\’intero, è tutto in tutti ed in ciascuno…
«E\’ facile comprendere, dice Origene, come Gesù sia ogni bene, e tutti i beni siano in Gesù: la vita, per esempio, è bene, e Gesù è la vita; la risurrezione è un bene, e Gesù è la risurrezione; la luce è un bene, e Gesù è la luce vera; la verità è un bene, e Gesù è la verità, la sapienza, la potenza, la regola; Gesù, in una, parola, è il tesoro di tutti i beni (In X cap. ad Rom.)».
68. GESÙ CRISTO È IL LIBRO DEI SETTE SIGILLI DELL\’APOCALISSE. Racconta S. Giovanni Evangelista di aver veduto, nella destra di colui che stava seduto sul trono in cielo, un libro chiuso da sette sigilli, scritto dentro e fuori (Apoc. V, l). Questo libro è Gesù Cristo, perché egli ne è il fondo e la ragione. I sette sigilli che lo chiudono, sono i principali misteri di Gesù Cristo: l\’incarnazione, la natività, la passione, la risurrezione, l\’ascensione, la missione dello Spirito Santo, la sua seconda venuta pel giudizio finale… Gesù Cristo solo apre questi sigilli, perché egli solo opera e adempie i predetti misteri.
S. Bernardo vede, in quei sette sigilli, i sette misteri che celarono la divinità e la sapienza di Gesù Cristo e sono i seguenti: il primo, lo sposalizio di Maria Vergine con S. Giuseppe; il secondo, l\’infermità del corpo di Cristo…; il terzo, la circoncisione…; il quarto, la fuga in Egitto…; il quinto, la tentazione nel deserto…; il sesto, lo scandalo della sua croce…; il settimo, la sua sepoltura (In Apoc.).
Secondo Serafino Firmano, quei sette sigilli indicano i sette misteri compresi nella passione del Signore: il 1° è la grande impotenza nell\’Onnipotente…; il 2° è il sommo patimento nell\’impassibile…; il 3° è la grande follia agli occhi del mondo, di colui che è la sapienza eterna e divina…; il 4° è l\’estrema povertà nel padrone del cielo e della terra…; il 5° è la suprema ignominia nella suprema maestà…; il 6° è il sommo abbandono di Dio, nella somma unione con lui…; il 7° è la somma severità del Padre amante d’infinito amore il Figlio…
69. IL VANGELO È IL LIBRO DI GESÙ CRISTO. – Il Vangelo è il libro di Gesù Cristo, la sua filosofia, la sua teologia; è la buona, preziosa novella dell\’incarnazione, della redenzione…; è la grazia, la salute apportata al genere umano da Gesù Cristo, e concessa ai credenti… Il Vangelo fu dettato da Gesù Cristo.
Vedi: VANGELO.
70. FEDE IN GESÙ CRISTO. – «Se voi confessate con la bocca il Signore Gesù, scriveva S. Paolo ai Romani, e credete in cuor vostro che Dio l\’ha risuscitato da morte, voi sarete salvi» (Rom. X, 9); cioè, voi sarete salvi dal peccato, dalla morte, dalla dannazione, per la vostra fede e la gloriosa vostra risurrezione con Gesù Cristo. Voi comincerete ad essere salvi quaggiù per la giustificazione, poi pienamente nel cielo per la glorificazione… «Chi è che vince il mondo? chiede S. Giovanni, e risponde: Nessun altro se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio» (I, V, 5); e chi crede questo dimostra che è nato da Dio (Id. 1); «e se ne fa confessione, Dio abita in lui ed egli in Dio» (Id. IV, 15). Però chi crede in Cristo si ricordi che ne deve seguire i precetti, obbedirgli e, a imitazione di lui, disprezzare il mondo…
Bisogna avere una fede salda e viva in Gesù Cristo, perché egli è Dio. La sua divinità è provata: 1° dai suoi miracoli…; 2° dalle sue profezie…; 3° dalla testimonianza degli angeli annunzianti la sua divinità ai pastori, della stella che guida i Magi a Betlemme, dei demoni i quali, cacciati dal corpo degli ossessi, gridavano che chi li cacciava era il Cristo Figliuolo di Dio…; 4° dal testimonio di S. Giovanni Battista che gli Ebrei riguardavano e onoravano quale profeta e uomo celeste: ora la predicazione del Battista tutta mirava a mostrare in Gesù il Messia promesso a preparargli la strada; indicandolo lo salutava come l\’Agnello di Dio, che cancella i peccati del mondo (IOANN. I, 29); 5° dalla parola di Mosè e di Ella che, nella Trasfigurazione di Gesù Cristo, attestano dinanzi a Pietro, Giacomo e Giovanni, ch\’egli è il Messia…; 6° dalla sua vita perfettissima e santissima; a tal punto che può sfidare gli stessi suoi nemici a trovare in lui qualche peccato (IOANN. VIII, 46); 7° dalla sua dottrina e dalla sua morale…; 8 dai prodigi che avvengono alla sua morte e costringono il centurione a dire: «Questi era veramente il Figliuolo di Dio» (MATTH. XXVII, 54); 9° dalle sue predizioni che vediamo tutte adempite. Egli aveva infatti predetto la sua morte in croce, la sua risurrezione, l\’ascensione al cielo, la discesa dello Spirito Santo, la ruina di Gerusalemme, la predicazione del Vangelo in tutto il mondo, la conversione dei gentili, l\’incredulità del giudei, i miracoli che gli apostoli avrebbero fatto in nome e per virtù sua e le persecuzioni che loro sarebbero state mosse contro; la stabilità e la durata della Chiesa contro le armi, i favori, le arti inique degli eretici e dei tiranni.
Finalmente Dio medesimo e tutte le creature dell\’universo intero proclamano che Gesù Cristo è il Messia, il Redentore del mondo, il mediatore del nuovo Testamento. Il cielo, la terra, l\’aria, il mare, il sole le stelle, i morti, i demoni, tutto altamente annunzia la fede in Gesù Cristo, la sua divinità… Nel suo battesimo il Padre eterno, con voce emessa dal cielo, lo dichiara suo Figlio diletto (MATTH. III, 17). Lo Spirito Santo vi unisce la sua testimonianza, discendendo sopra di lui in forma di colomba. Gli angeli confessano là sua divinità nella sua concezione, nel suo Natale; il firmamento l\’annunzia per mezzo di una nuova splendidissima stella; l\’aria lo riconosce, allorché Gesù Cristo s\’innalza glorioso al cielo. Il mare vede in lui il suo padrone, allorché si consolida sotto i suoi piedi e quando ad una sua parola si rimette in calma. Lo riconosce per suo Dio la terra quando si scuote al suo spirare; lo riconosce la morte, restituendo le sue vittime; lo riconosce l\’inferno e il limbo, rendendo le anime dei giusti che ne aspettavano la venuta; lo riconosce il sole, oscurandosi alla sua morte; lo riconosce l\’acqua, cambiata in vino alle nozze di Cana; lo riconosce il pane, e quando viene da lui istantaneamente moltiplicato nel deserto, e molto più quando è cambiato nel suo corpo, come fu nel cenacolo di Gerusalemme, e lo è tutti i giorni fino a oggi. Lo riconosce la luce, allorché lo veste dei suoi splendori nella Trasfigurazione; il fuoco, allorché egli rinvia in forma di lingue su gli apostoli, il giorno della Pentecoste; lo riconoscono i macigni, spaccandosi al suo morire; i venti, tacendo cosi prontamente ad un suo cenno, che la gente esclama: «Chi è costui che comanda ai venti e alle onde, e gli obbediscono?» (Luc. VIII, 25).
Di più, ogni sesso, ogni età, ogni stato attestano la divinità di Gesù Cristo e la fede che si deve avere in lui. Il vecchio Simeone e la profetessa Anna, Nicodemo, il fariseo e il centurione, con altri gentili, lo proclamano Dio, Salvatore, Messia. Al suo entrare su di un\’umile cavalcatura in Gerusalemme, turbe di ragazzi e di adulti gridano Osanna, e a lui inneggiano come al Benedetto che viene nel nome del Signore! (MARC. XI, 10). E gli innocenti messi a morte dagli sgherri di Erode, in odio di Gesù Cristo, confessarono col loro martirio che il Messia era venuto, poiché Erode temeva che gli togliesse il regno.
E\’ una mirabile conferma della predizione di Gesù Cristo su l\’induramento dei Giudei, il vedere che l\’adempimento in Gesù, dì tutto quello che era stato predetto del Messia, loro non apra gli occhi. Come possono non tenere conto di quelle parole di Malachia: «Ecco che io mando il mio angelo, dice il Signore, ed egli mi preparerà la strada innanzi; e tosto verrà nel suo tempio il dominatore che voi attendete, l\’angelo dell\’alleanza, che voi sospirate. Ecco che egli già viene, dice il Signore degli eserciti»? (III, 1). Il profeta, qui evidentemente s\’innalza e si trasporta ai tempi di Gesù Cristo. Il dominatore ch\’egli accenna, è il Signore Gesù Cristo, Re dei re, Signore dei signori, che tiene dietro a S. Giovanni Battista il quale era l\’angelo precursore vaticinato dal profeta. E invano cercano i Giudei riferire le dette parole al Cristo che verrà alla fine del mondo. Poiché, come osservava già S. Girolamo, «qual tempio troverà questo loro preteso dominatore, se di quello di Gerusalemme non rimane pietra sopra pietra? E se un altro tempio, si deve costruire prima che venga il Cristo, che farà ancora il loro Cristo, quando tutto sarà già stato riordinato, regolato da un altro? (Sup. Matth.)». Questa verità apparisce anche meglio se si aggiunge che il profeta Aggeo determina esplicitamente (AGG. II, 7-8) che il desiderato delle nazioni avrebbe riempito della sua gloria il tempio che sussisteva a quei giorni, cioè il secondo tempio riedificato da Zorobabele, e che è quello appunto in cui entrò Gesù Cristo…
71. GESÙ CRISTO È DEGNO DI OGNI ADORAZIONE. – «Vidi e udii migliaia di angeli, scrive S. Giovanni nell\’Apocalisse, i quali schierati intorno al trono, esclamavano a una voce: Degno è l\’Agnello, che è stato messo a morte di ricevere la potenza, la divinità, la sapienza, la forza, l\’onore, la gloria e la benedizione» (Apoc. V, 11-12). Ecco le adorazioni che presta a Gesù Cristo il cielo, alle quali doverosa e giusta cosa è che aggiunga le sue anche la terra, per rendere a Gesù Cristo gli omaggi che a lui come Dio e come uomo, sono dovuti… Ma siamo noi, come gli angeli, pieni di rispetto e di adorazione per l\’agnello immolato per noi, per Gesù Cristo Verbo incarnato?
72. GESÙ CRISTO STABILISCE LA CHIESA. – Il Signore gli ha giurato che gli darebbe gloria in mezzo ai suoi, diceva il Savio parlando del Cristo; che moltiplicherebbe la sua posterità come i granelli della polvere, innalzerebbe la sua progenie come le stelle del firmamento, e allargherebbe il suo impero da un termine all\’altro della terra (Eccli. XLIV, 22-23). E così infatti avvenne: la profezia fatta ad Abramo si compì in Gesù Cristo, fondatore della Chiesa, la quale in
pochi anni si dilatò per il mondo intero e conta come sua progenie popoli e nazioni innumerevoli. «Dio Padre, scrive S. Paolo, ha stabilito Gesù sovrano di tutta la Chiesa» (Eph. I, 22). «Egli è il capo del corpo della Chiesa, ripete altrove il medesimo Apostolo, il principio, il primogenito tra i morti, affinché tenga in ogni cosa il primato» (Coloss. I, 18). Gesù fonda la sua Chiesa dall\’alto della croce, ed essa esce dal sacro suo costato aperto dalla lancia. «La Chiesa per lungo tempo sterile, osserva S. Girolamo, non partorì prima che Gesù fosse nato da una Vergine, ma quando Cristo fu nato, ella generò e partorì a Dio immensa prole (Ad Eustoch. de custod. Virg.)».
73. CONVERSIONE DEL MONDO PER MEZZO DI GESÙ CRISTO. – «Io ti ho costituito luce delle genti, affinché porti la salute mia fino gli ultimi confini del mondo», disse Iddio a Gesù Cristo per bocca di Isaia (ISAI. XLIX, 6). Ecco la magnifica, l\’impareggiabile gloria di Gesù Cristo! E non è egli forse infinitamente, immensamente glorioso, che un crocefisso sia la luce, la salute del mondo intero? che sia adorato come Dio in tutta la terra e fino alla fine dei secoli? che conduca al Padre suo le nazioni barbare e idolatre, col ministero dei suoi discepoli? Non è somma gloria per Gesù Cristo che abbia dalla oscura contrada della Giudea conquistato l\’universo? Infatti tutto ciò che fecero di mirabile gli apostoli, l\’ha fatto Gesù in loro con la sua parola, con la sua grazia, con la divina sua cooperazione… Sì, o Gesù Salvatore del mondo, in voi si è avverata quella profezia: «Chiamerai e adotterai come tue genti, nazioni di cui prima non conoscevi nemmeno il nome» (ISAI. LV, 5).
I mezzi di cui si servì Gesù Cristo per convertire le nazioni, sono: la sapienza, l\’integrità, la verità, la santità, i miracoli, l\’efficacia della sua parola, la gloria della risurrezione, la venuta dello Spirito Santo, la grazia, lo zelo e la virtù degli apostoli. Tutti questi mezzi mostravano che Gesù era Dio, quindi allorché le nazioni scorgevano questi segni, accorrevano a Gesù e si convertivano.
«Il Signore sarà conosciuto per mezzo di un segnale eterno, che niente basterà a togliere», profetava Isaia (Id. LV, 13). Questo nome, o segnale, o monumento, che ricorderà in perpetuo la vittoria e la gloria di Dio, è appunto la stupenda e meravigliosa conversione e santificazione delle nazioni, operata dalla grazia di Gesù Cristo col ministero degli apostoli. Si innalzano monumenti in memoria di qualche splendido fatto o strepitosa vittoria; ora, non sarà un monumento unico della gloria di Gesù Cristo, vedere popoli numerosissimi, nazioni grandissime sottomettersi e convertirsi a Gesù Cristo: prendere il nome di cristiani, confessare pubblicamente col cuore e con la bocca, che credono in Gesù, e che l\’adorano, e l\’obbediscono? E se i re e gli imperatori assumono, a perpetuo trofeo di loro vittorie, il nome e i titoli dei popoli soggiogati, non riesce a solenne ed imperituro trofeo di Gesù Cristo, l’essere dominatore ai tutte le nazioni, di tutti i secoli, così che le nazioni tutte sottomesse a Cristo portano il nome di Cristo e da lui si chiamano cristiane?
Quindi il nome di Gesù è un segno, un monumento, un trofeo. – Quindi si adempie la profezia di Gesù Cristo: «Ed io, quando sarò innalzato da terra, attirerò a me ogni cosa» (IOANN. XII, 32). Gia vivente ancora S. Paolo, Gesù cristo era annunziato e conosciuto per tutto il mondo (Rom. I, 8).
74. BISOGNA ESSERE RICONOSCENTI A GESÙ CRISTO E IMITARLO. – S. Paolo ricorda ai Colossesi, che avendo ricevuto il Signore, devono vivere secondo la sua legge, fondati e radicati in lui, fermi e saldi in quella fede che fu loro insegnata, e che anzi progrediscano e abbondino in rendimento di grazie: poiché egli vi colma di benefizi per il tempo e per l’eternità (Coloss., II, 14). Venendo da lui, dobbiamo andare a lui; a lui avendo quanto abbiamo, dobbiamo ringraziarlo di tutto; essendo a lui debitori di tutto, dobbiamo darci interamente a lui.
Camminare in Gesù Cristo, secondo la frase dell\’Apostolo (COLOSS. II, 6), vuol dire che Gesù dev’essere nostra via, nostra radice, nostro fondamento, nostro modello, nostra salute… Gesù Cristo passò facendo del bene, dicono gli Atti Apostolici (X, 38); così dobbiamo fare noi, tale è la nostra vocazione, mutare Gesù Cristo… «A questo voi siete chiamati, dice S. Pietro; perché il Cristo ha patito per noi, lasciandoci il suo esempio, affinché seguiamo le sue orme» (I, II, 21).
Tutti i nostri pensieri, parole, azioni, devono essere di lui, in lui, per lui. Gesù cristo dev\’essere il nostro bersaglio, lo stendardo, lo scopo, l’insegna nostra, il nostro esemplare e condottiero e premio… Tutti i santi non divennero tali, se non imitando Gesù Cristo… O Signore Gesù, imprimete in me la vostra immagine…
«Rivestitevi del Signore Gesù», diceva S. Paolo ai Romani (XII, 14). Vi dovrebbero essere tanti Cristi, quanti sono i cristiani… Gesù Cristo ci veste tutt\’intorno, ci orna, ci corona; perché Gesù Cristo è nostro sposo, nostro cibo, nostra bevanda, nostro lume, nostra ricchezza, nostra vita, ecc… Chi è vestito di Gesù Cristo, non sente la pena, la difficoltà delle virtù, ma solo la dolcezza.
«Tutti voi che siete battezzati in Cristo, vi siete vestiti di Cristo» (Galat. III, 27). Che ventura, che onore, che gloria, avere per vestimento Gesù Cristo! Che ricco, che prezioso abbigliamento! Così necessaria è all\’anima nostra questa veste, che senz\’essa è nuda; ogni altra veste per lei non è che cenci. La nostr\’anima, posseduta dal demonio, è un mostro…; vestita del peccato, è morta…; abbigliata del mondo, è nuda…; circondata dal corpo, non ha per mantello che la concupiscenza… Solo Gesù Cristo deve servirci di veste. Noi ci vestiamo di Gesù Cristo per la fede, la speranza, la carità, l\’umiltà, la preghiera, la purità, la pazienza, lo zelo, la buona volontà, le opere di salute…
75. NOI SIAMO MEMBRI DI GESÙ CRISTO E SUOI COEREDI. – Chiare e formali sono le parole del grande Apostolo a questo riguardo: «Noi siamo membra del corpo di lui (Gesù Cristo), carne della sua carne e ossa delle sue ossa» (Eph. V, 30). «Non sapete voi forse che i corpi vostri sono membra di Gesù Cristo? Ora chi sta unito a Dio è un medesimo spirito con lui. Glorificate dunque e portate Dio nel vostro corpo» (I Cor. VI, 15-20). Noi siamo membri di Gesù Cristo, perché figli della Chiesa.
Ma se siamo figli della Chiesa, siamo necessariamente figli di Dio, fratelli di Gesù Cristo e quindi eredi di Dio, coeredi con Gesù, ed è questo appunto il ragionamento di S. Paolo ai Romani (Rom. VIII, 16-17): la medesima cosa ripete agli Efesini: «Noi, siamo coeredi e concorporali e compartecipi della promessa di Dio in Gesù, per mezzo del Vangelo» (Eph. III, 6). Chiamati a dividere l\’eredità con Gesù Cristo, è nostro dovere e interesse l\’adoperarci con tutte le forze per assicurarci una così ricca e splendida e preziosa eredità. A chi potrà parere troppo grave qualunque fatica che dovesse perciò sostenere?..
76. POTERE DI GESÙ CRISTO SOPRA I SUOI NEMICI. – Il vecchio Simeone disse che Gesù Cristo era venuto a perdIta e salute di molti (LUC. II, 34); cioè a perdita e rovina del malvagi, a vita e salute dei buoni. Infatti ci assicura S. Paolo che Cristo «deve regnare fino a tanto che di tutti i suoi nemici si sia fatto sgabello ai piedi» (I Cor. XV, 25).
Gesù Cristo è la verga che flagella i cattivi; perché 1° egli è re; come tale gli si deve obbedienza e rispetto, e chi trascura o disprezza questi doveri, è giusto che sia severamente punito… 2° Gesù Cristo è pastore, e quindi ha diritto di volere che siano uditi, ricevuti e praticati i suoi insegnamenti e di punire quelli che si diportano diversamente. 3° Gesù Cristo è giudice, anzi è la suprema giustizia; ora chi oserà negargli il diritto e il dovere di pagare ciascuno secondo le opere sue, di condannare e punire il male dovunque lo trovi?… «Tutte le cose sono soggette a Gesù Cristo, conchiude S. Paolo, affinché Dio sia tutto in tutti» (I Cor. XV, 27-28).