"Cardinale Pietro Parente; Mons. Antonio Piolanti; Mons. Salvatore Garofalo: Voci selezionate dal Dizionario di Teologia Dogmatica. FINE ULTIMO: è il termine supremo, a cui è ordinata l\’azione della causa efficiente. Il fine è la causa finale (v. questa voce) e però le proprietà dell\’una sono anche dell\’altro.
Altrove è\’ stato detto che il fine ultimo e primario della creazione è la bontà divina partecipata alle creature (gloria estrinseca di Dio) questa effusione di bontà e gloria di Dio può considerarsi oggettivamente, in quanto risplende per se stessa nella vita dell\’universo, e formalmente, in quanto è conosciuta e amata da chi ne è capace, cioè dalla creatura razionale. E\’ questo il fine ultimo assoluto, cui tutto ordina infallibilmente la divina Provvidenza. A questo fine nulla sfugge, neppure l\’uomo che si ribella a Dio, perché il peccatore esce dall\’ordine dell\’amore per entrare nell\’ordine della giustizia divina. Ma qui vogliamo dire del fine ultimo relativo all\’uomo. Gli esseri inferiori hanno anch\’essi un fine proprio, che consiste nel conseguimento della perfezione di ciascuno realizzata nella loro subordinazione agli esseri superiori e definitivamente all\’uomo (finalismo relativo antropocentrico). L\’uomo, fatto ad immagine e somiglianza di Dio, non è ordinato a nessun altro essere creato, perché il suo spirito, naturalmente proteso verso un Vero e un Bene infiniti, non può trovare la sua perfezione specifica e la sua quiete nelle cose finite, come sono tutte le creature. Il suo fine ultimo dunque sarà un Bene supremo capace di saziare le sue illimitate aspirazioni e quindi di attuare in pieno la sua perfezione specifica di essere razionale. Questo Bene non può essere che Dio, il quale perciò è il fine ultimo proprio dell\’uomo. Ma Dio si può considerare oggettivamente, come il Sommo Bene in se stesso, e soggettivamente rispetto all\’uomo come oggetto della sua felicità (v. Beatitudine). Formalmente dunque il fine ultimo dell\’uomo è il possesso di Dio attuato per via di conoscenza e di amore. Questo fine potrebbe limitarsi all\’ordine puramente naturale; ma di fatto sappiamo dalla rivelazione che Dio ha elevato l\’uomo all\’ordine soprannaturale (grazia – visione beatifica) fin dal primo istante della creazione (v. Elevazione) e quest\’ordine, turbato dal peccato originale, è stato restaurato dalla Redenzione. Dio, fine ultimo dell\’uomo, nell\’ordine naturale determina il mondo etico fondato sulla moralità (= rapporto tra azione umana e fine, espresso nella legge); nell\’ordine soprannaturale determina l\’attività meritoria che sotto l\’impulso della carità (v. questa voce) tende dinamicamente alla visione beatifica, termine supremo in cui si attuerà pienamente la perfettibilità dello spirito umano, che nella conoscenza intuitiva e nell\’amore di Dio realizzerà il suo fine e implicitamente il fine dell\’universo, di cui l\’uomo è l\’apice e la sintesi.