Conclusione. L’organizzazione della pastorale catechistica ha come punto di riferimento il Vescovo e la Diocesi. Il Segretariato diocesano di catechesi (Officium Catechisticum) è « l’organo con cui il Vescovo, capo della Comunità e maestro della dottrina, dirige e presiede tutte le attività catechistiche della diocesi ».
CONGREGAZIONE PER IL CLERO
DIRETTORIO GENERALE
PER LA CATECHESI
CAPITOLO IV L’organizzazione della pastorale catechistica nella Chiesa particolare
Organizzazione ed esercizio delle responsabilità
Il servizio diocesano della catechesi
265. L’organizzazione della pastorale catechistica ha come punto di riferimento il Vescovo e la Diocesi. Il Segretariato diocesano di catechesi (Officium Catechisticum) è « l’organo con cui il Vescovo, capo della Comunità e maestro della dottrina, dirige e presiede tutte le attività catechistiche della diocesi ». (287)
266. I principali compiti del Segretariato diocesano di catechesi sono i seguenti:
a) Fare un’analisi della situazione (288) diocesana circa l’educazione della fede. In questa analisi si dovrebbero precisare, tra le altre cose, le reali necessità della diocesi in ordine alla prassi catechistica.
b) Elaborare un programma di azione, (289) che indichi obiettivi chiari, proponga orientamenti e mostri azioni concrete.
c) Promuovere e formare i catechisti. A questo proposito saranno istituiti i Centri che si giudichino più opportuni. (290)
d) Elaborare o, almeno, segnalare alle parrocchie e ai catechisti gli strumenti necessari per il lavoro catechistico: catechismi, direttorii, programmi per le differenti età, guide per i catechisti, materiale per i catechizzandi, mezzi audiovisivi… (291)
e) Incentivare e promuovere le istituzioni propriamente catechistiche della diocesi (catecumenato battesimale, catechesi parrocchiale, gruppo di responsabili di catechesi), che sono come le « cellule di base » (292) dell’attività catechistica.
f) Curare soprattutto il miglioramento delle risorse personali e materiali sia a livello diocesano, che a livello parrocchiale, o di vicariati foranei. (293)
g) Collaborare con l’Ufficio per la Liturgia, considerata l’essenziale rilevanza di questa per la catechesi, in particolare per quella iniziatico-catecumenale.
267. Per adempiere questi compiti il Segretariato della catechesi deve contare su « un gruppo di persone veramente esperte in materia. L’ampiezza e la diversità delle questioni di cui si deve trattare, esigono che le responsabilità siano ripartite tra più persone davvero competenti ». (294) Conviene che questo servizio diocesano sia costituito, ordinariamente, da sacerdoti, religiosi e laici.
La catechesi è un’attività così fondamentale nella vita di una Chiesa particolare che « nessuna diocesi può essere priva di un proprio Ufficio Catechistico ». (295)
Servizi di collaborazione inter-diocesana
268. Questa collaborazione è, nel nostro tempo, straordinariamente feconda. Ragioni non solo di prossimità geografica, ma anche di omogeneità culturale rendono consigliabile un lavoro catechistico comune. Infatti, « è utile che diverse diocesi congiungano la loro azione, mettendo in comune esperimenti e iniziative, competenze e risorse, così che le diocesi più provviste vengano in aiuto delle altre e si possa elaborare un programma comune di azione a carattere regionale ». (296)
Il servizio della Conferenza Episcopale
269. « Presso la Conferenza Episcopale può essere costituito l’ufficio catechistico, con la precipua funzione di offrire aiuto alle singole diocesi in materia catechistica ». (297)
Questa possibilità che stabilisce il Codice di Diritto Canonico è realtà nella maggior parte delle Conferenze Episcopali. L’ufficio catechistico o centro nazionale di catechesi della Conferenza Episcopale si propone una duplice funzione: (298)
– Essere al servizio dei bisogni catechistici che riguardano tutte le diocesi del territorio. Si occupa delle pubblicazioni che abbiano portata nazionale, dei congressi nazionali, dei rapporti con i « mass media » e, in genere, di tutti quei lavori e compiti che eccedano le possibilità di ogni diocesi o regione.
– Essere al servizio delle diocesi e delle regioni per diffondere le informazioni e i progetti catechistici, per coordinare l’azione ed aiutare le diocesi meno provviste in materia di catechesi.
Se l’Episcopato corrispondente lo considera opportuno, è anche competenza dell’ufficio catechistico o centro nazionale il coordinamento della sua stessa attività con quelle di altri uffici nazionali dell’Episcopato e di altre istituzioni di catechesi; parimenti, la collaborazione con le attività catechistiche a livello internazionale. Tutto questo va sempre visto come organismo di aiuto ai vescovi della Conferenza Episcopale.
Il servizio della Santa Sede
270. « Il comando di Cristo di predicare il Vangelo ad ogni creatura riguarda innanzi tutto e immediatamente loro (i Vescovi), con Pietro e sotto Pietro ». (299) Il ministero del Successore di Pietro — in questo mandato collegiale di Gesù, in ordine all’annuncio e alla trasmissione del Vangelo — assume un compito fondamentale. Questo ministero, infatti, si deve considerare « non solo come un servizio globale, che raggiunge ogni Chiesa dall’esterno, ma come già appartenente all’essenza di ogni Chiesa particolare dall’interno ». (300)
Il ministero di Pietro nella catechesi viene esercitato in modo eminente attraverso i suoi insegnamenti. Il Papa, in ciò che concerne la catechesi, agisce in modo immediato e particolare per mezzo della Congregazione per il Clero, che coadiuva « il Romano Pontefice nell’esercizio del suo supremo ufficio pastorale ». (301)
271. « In base al suo compito, essa:
– cura la promozione della formazione religiosa dei fedeli di ogni età e condizione;
– emana le norme opportune perché l’insegnamento della catechesi sia impartito in modo conveniente;
– vigila perché la formazione catechetica sia condotta correttamente;
– concede la prescritta approvazione della Santa Sede per i Catechismi e gli altri scritti relativi all’istruzione catechetica, col consenso della Congregazione per la Dottrina della Fede; (302)
– assiste gli uffici catechistici e segue le iniziative riguardanti la formazione religiosa ed aventi carattere internazionale, ne coordina l’attività ed offre loro aiuto, se occorra ». (303)
La coordinazione della Catechesi
Importanza di un’effettiva coordinazione della catechesi
272. La coordinazione della catechesi è un compito importante all’interno di una Chiesa particolare. Essa può essere considerata:
– all’interno della stessa catechesi, tra le sue diverse forme, rivolte alle differenti età e ambienti sociali;
– in riferimento ai legami che la catechesi ha con altre forme del ministero della Parola e con altre azioni evangelizzatrici.
La coordinazione della catechesi non è fatto meramente strategico, ordinato a una più incisiva efficacia dell’azione evangelizzatrice, ma possiede una dimensione teologica di fondo. L’azione evangelizzatrice dev’essere ben coordinata perché essa mira all’unità della fede, la quale sostiene tutte le azioni della Chiesa.
273. In questa sezione si considera:
– il coordinamento interno della catechesi, affinché la Chiesa particolare offra un servizio di catechesi unitario e coerente;
– il legame tra l’attività missionaria e l’azione catecumenale — che si implicano a vicenda — nel contesto della missione ad gentes (304) o di una « nuova evangelizzazione »; (305)
– la necessità di una pastorale dell’educazione ben coordinata, a fronte della molteplicità di educatori che si rivolgono agli stessi destinatari, soprattutto bambini, fanciulli e adolescenti.
Lo stesso Concilio Vaticano II raccomandò vivamente il coordinamento di tutta l’attività pastorale, perché risplenda sempre meglio l’unità della Chiesa particolare. (306)
Un articolato e coerente progetto diocesano di catechesi
274. Il Progetto diocesano di catechesi è l’offerta catechistica globale di una Chiesa particolare, che integra, in modo articolato, coerente e coordinato, i diversi processi catechistici proposti dalla diocesi ai destinatari delle differenti età della vita. (307)
In questo senso, ogni Chiesa particolare, in ordine anzitutto all’iniziazione cristiana, deve offrire almeno un duplice servizio:
a) Un processo di iniziazione cristiana, unitario e coerente, per bambini, fanciulli, adolescenti e giovani, in intima connessione con i sacramenti dell’iniziazione già ricevuti o da ricevere e correlato con la pastorale dell’educazione.
b) Un processo di catechesi per adulti, offerto ai cristiani che hanno bisogno di dare fondamento alla loro fede, realizzando o completando l’iniziazione cristiana inaugurata o da inaugurare con il Battesimo.
In non poche nazioni, si presenta oggi la necessità di un processo di catechesi per anziani, offerto a quei cristiani che, giunti a una terza e definitiva fase della vita umana, desiderano, forse per la prima volta, porre solide fondamenta alla loro fede.
275. Questi diversi processi di catechesi, ciascuno con possibili varianti socio-culturali, non devono essere organizzati separatamente come se fossero « compartimenti-stagno, senza comunicazione tra loro ». (308) È necessario che l’offerta catechistica della Chiesa particolare sia ben coordinata. Tra queste diverse forme di catechesi « bisogna favorire la loro perfetta complementarità ». (309)
Com’è stato anteriormente indicato, il principio organizzatore, che dà coerenza ai diversi processi di catechesi offerti da una Chiesa particolare, è l’attenzione alla catechesi degli adulti. Essa è l’asse portante attorno a cui ruota e si ispira la catechesi delle prime età e della terza età. (310)
Il fatto di offrire diversi processi di catechesi in un unico progetto diocesano di catechesi non vuol dire che lo stesso destinatario debba percorrerli uno dopo l’altro. Se un giovane giunge alla soglia dell’età adulta con una fede ben fondata, non ha bisogno di una catechesi di ispirazione catecumenale per adulti, ma di altri alimenti più solidi, che lo aiutino nella sua permanente maturazione della fede. Nella stessa situazione si trovano coloro che arrivano alla terza età con una fede ben radicata.
Insieme con quest’offerta, assolutamente imprescindibile, di processi di iniziazione, la Chiesa particolare deve offrire anche differenziati processi di catechesi permanente per cristiani adulti.
L’attività catechistica nel contesto della nuova evangelizzazione
276. Definendo la catechesi come momento del processo totale dell’evangelizzazione, si pone necessariamente il problema del coordinamento dell’attività catechistica con l’azione missionaria che la precede, e con l’azione pastorale che la prosegue. Vi sono, infatti, elementi « che preparano la catechesi o ne derivano ». (311)
In questo senso, il legame tra l’annuncio missionario, che procura di suscitare la fede, e la catechesi di iniziazione, che cerca di porre le fondamenta, è decisivo nell’evangelizzazione.
In certo modo questa connessione risulta più evidente nella situazione della missione ad gentes. (312) Gli adulti convertiti dal primo annuncio entrano nel catecumenato, dove sono catechizzati.
Nella situazione che richiede una « nuova evangelizzazione », (313) il coordinamento diventa più complesso, posto che, a volte, si pretende impartire una catechesi ordinaria a giovani e adulti che necessitano, prima, di un tempo di annuncio e di risveglio della loro adesione a Cristo. Problemi simili si presentano in relazione alla catechesi dei bambini e alla formazione dei loro genitori. (314) Altre volte si offrono forme di catechesi permanente ad adulti che necessitano piuttosto di una vera catechesi di iniziazione.
277. La situazione attuale dell’evangelizzazione postula che le due azioni, l’annuncio missionario e la catechesi di iniziazione, vengano concepite in forma coordinata e offerte, nella Chiesa particolare, mediante un progetto evangelizzatore missionario e catecumenale unitario. La catechesi, oggi, deve essere vista, anzitutto, come la conseguenza di un annuncio missionario efficace. L’indicazione del decreto Ad Gentes — che colloca il Catecumenato nel contesto dell’azione missionaria della Chiesa — è un criterio di riferimento molto valido per la catechesi. (315)
La catechesi nella Pastorale dell’educazione
278. La Pastorale dell’educazione nella Chiesa particolare deve stabilire il necessario coordinamento tra i differenti « luoghi » in cui si svolge l’educazione alla fede. È sommamente importante che tutti questi mezzi catechistici « convergano veramente verso la stessa confessione di fede, verso una stessa appartenenza alla Chiesa, verso impegni nella società che siano vissuti nello stesso spirito evangelico ». (316)
Il coordinamento educativo si pone fondamentalmente in relazione ai bambini, ai fanciulli, agli adolescenti e ai giovani. Conviene che la Chiesa particolare integri in un unico progetto di Pastorale educativa i diversi settori e ambienti che sono al servizio dell’educazione cristiana della gioventù. Tutti questi luoghi si completano reciprocamente, mentre nessuno di essi, assunto separatamente, può realizzare la totalità dell’educazione cristiana.
Poiché è la medesima e unica persona del bambino o del giovane che riceve queste diverse azioni educative, è importante che i differenti influssi abbiano la stessa ispirazione di fondo. Qualsiasi contraddizione tra queste azioni è nociva, in quanto ciascuna di esse ha la sua propria specificità e rilevanza.
In questo senso, è di somma importanza per una Chiesa particolare provvedere a un progetto d’iniziazione cristiana che integri i diversi compiti educativi e tenga conto delle esigenze della nuova evangelizzazione.
Alcuni compiti propri del servizio catechistico
Analisi della situazione e delle necessità
279. La Chiesa particolare, nell’organizzare l’attività catechistica, deve avere come punto di partenza l’analisi della situazione. « L’oggetto di questa indagine è complesso. Esso abbraccia l’esame dell’azione pastorale e la diagnosi della situazione religiosa e delle condizioni socio-culturali ed economiche in quanto processi collettivi che possono avere profonde ripercussioni sulla diffusione del Vangelo ». (317) Si tratta di una presa di coscienza della realtà, considerata in relazione alla catechesi e alle sue necessità.
Più concretamente:
– Occorre avere una chiara consapevolezza, nell’« esame dell’azione pastorale », dello stato della catechesi: come è collocata, di fatto, nel processo evangelizzatore; l’equilibrio e l’articolazione tra i distinti settori catechistici (bambini, fanciulli, adolescenti, giovani, adulti…); il coordinamento della catechesi con l’educazione cristiana nella famiglia, con l’educazione scolastica, con l’insegnamento scolastico della Religione, e con le altre forme di educazione alla fede; la sua qualità interna; i contenuti che s’impartono e la metodologia che si utilizza; le caratteristiche dei catechisti e la loro formazione.
– L’« analisi della situazione religiosa » indaga, soprattutto, tre livelli strettamente connessi tra loro: il senso del sacro, cioè di quelle esperienze umane che, per la loro profondità, tendono ad aprire al mistero; il senso religioso, ossia i modi concreti di concepire e di comunicare con Dio, di un popolo determinato; e le situazioni di fede, con la diversa tipologia di credenti. E, in connessione con questi livelli, la situazione morale che si vive, con i valori che emergono e le ombre o controvalori più diffusi.
– « L’analisi socio-culturale », di cui si è parlato a proposito delle scienze umane nella formazione dei catechisti, (318) è altrettanto necessaria. Bisogna preparare i catecumeni e i catechizzandi a una presenza cristiana nella società.
280. L’analisi della situazione, a tutti questi livelli, « deve anche convincere quanti operano nel ministero della Parola che le situazioni umane sono ambivalenti per quanto riguarda l’azione pastorale. Bisogna quindi che gli operai del Vangelo imparino a scoprire le possibilità che si aprono alla loro azione in una situazione sempre nuova e diversa… È sempre possibile un processo di trasformazione che apra la strada alla fede ». (319)
Quest’analisi della situazione è un primo strumento di lavoro, di carattere informativo, che il servizio catechistico offre a pastori e catechisti.
Programma di azione e orientamenti catechistici
281. Dopo avere preso attenta visione della situazione, occorre procedere alla formulazione di un programma di azione. Esso determina gli obiettivi, i mezzi della pastorale catechistica e le norme che la regolano, con profonda aderenza alle necessità locali e, insieme, in piena armonia con le finalità e le norme della Chiesa universale.
Il programma o piano di azione deve essere operativo, giacché si propone di orientare l’azione catechistica diocesana o inter-diocesana. Per la sua stessa natura viene solitamente concepito per un determinato periodo di tempo, alla fine del quale si rinnova con nuovi accenti, nuovi obiettivi e nuovi mezzi.
L’esperienza indica che il programma di azione è di grande utilità per la catechesi, poiché, nel definire alcuni obiettivi comuni, spinge a unificare gli sforzi e a lavorare in una prospettiva d’insieme. Perciò, la sua prima condizione deve essere il realismo, unito a semplicità, concisione e chiarezza.
282. Insieme con il programma di azione — centrato soprattutto nelle opzioni operative —, diversi Episcopati elaborano, a livello nazionale, strumenti di carattere più riflessivo e orientativo che forniscono i criteri per una idonea e adeguata catechesi. Sono chiamati in vari modi: Direttorio catechistico, Orientamenti catechistici, Documento di base, Testo di riferimento, ecc. Destinati prevalentemente ai responsabili e ai catechisti, chiariscono il concetto di catechesi: la sua natura, finalità, compiti, contenuti, destinatari, metodo. Questi direttorii, o testi di orientamenti generali stabiliti dalle Conferenze Episcopali o emanati sotto la loro autorità, devono seguire lo stesso processo di elaborazione e di approvazione previsto per i catechismi. Essi, cioè, prima della loro promulgazione, devono essere sottoposti all’approvazione della Sede Apostolica. (320)
Queste linee direttive o orientamenti catechistici sono abitualmente un elemento di grande ispirazione per la catechesi delle Chiese locali e la loro elaborazione è raccomandata e conveniente, poiché, fra l’altro, costituiscono un importante punto di riferimento per la formazione dei catechisti. Questa tipologia di strumento è intimamente e direttamente collegata con la responsabilità episcopale.
Elaborazione di strumenti e mezzi didattici per l’atto catechistico
283. Con gli strumenti dedicati a orientare e programmare l’insieme dell’azione catechistica (analisi della situazione, programma di azione e Direttorio Catechistico), vi sono gli strumenti di lavoro di uso immediato, che vengono utilizzati nello svolgimento dello stesso atto catechistico. Sono da annoverare, in primo luogo i testi didattici, (321) che vengono posti direttamente nelle mani dei catecumeni e catechizzandi. Utili sussidi sono, inoltre, le Guide per i catechisti e, nel caso della catechesi dei bambini, per i genitori. (322) Sono parimenti importanti i mezzi audiovisivi che si utilizzano nella catechesi e nei confronti dei quali si deve esercitare l’opportuno discernimento. (323)
Il criterio ispiratore di questi strumenti di lavoro deve essere quello della duplice fedeltà a Dio e alla persona umana, che è una legge fondamentale per tutta la vita della Chiesa. Si tratta, infatti, di saper coniugare una perfetta fedeltà dottrinale con un profondo adattamento all’uomo, prendendo in considerazione la psicologia dell’età e il contesto socio-culturale in cui egli vive.
In breve, occorre dire che questi strumenti catechistici devono:
– essere « realmente collegati alla vita concreta della generazione alla quale si rivolgono, tenendo ben presenti le sue inquietudini e i suoi interrogativi, le sue lotte e le sue speranze »; (324)
– sforzarsi di « trovare il linguaggio comprensibile a questa generazione »; (325)
– mirare « veramente a provocare in coloro che devono servirsene una maggiore conoscenza dei misteri di Cristo, in vista di una vera conversione e di una vita sempre più conforme al volere di Dio ». (326)
L’elaborazione dei Catechismi locali: responsabilità immediata del ministero episcopale
284. Nell’insieme degli strumenti per la catechesi eccellono i Catechismi. (327) La loro importanza deriva dal fatto che il messaggio che essi trasmettono è riconosciuto come autentico e proprio dai Pastori della Chiesa.
Se l’insieme dell’azione catechistica deve sempre far capo al Vescovo, la pubblicazione dei Catechismi è una responsabilità che concerne in maniera molto diretta il ministero episcopale. I Catechismi nazionali, regionali o diocesani, elaborati con la partecipazione degli operatori della catechesi, sono responsabilità ultima dei Vescovi, catechisti per eccellenza nelle Chiese particolari.
Nella redazione di un Catechismo, occorre tenere ben presenti soprattutto questi due criteri:
a) la perfetta sintonia con il Catechismo della Chiesa Cattolica, « testo di riferimento sicuro e autentico… per l’elaborazione dei catechismi locali ». (328)
b) l’attenta considerazione delle norme e dei criteri per la presentazione del messaggio evangelico offerti dal Direttorio Generale per la Catechesi, anch’esso « norma di riferimento » (329) per la catechesi.
285. La « previa approvazione della Sede Apostolica » (330) — che si richiede per i Catechismi emanati dalle Conferenze Episcopali — va intesa nel senso che essi sono documenti, mediante i quali la Chiesa universale, nei differenti spazi socio-culturali ai quali è inviata, annuncia e trasmette il Vangelo e genera le Chiese particolari manifestandosi in esse. (331) L’approvazione di un Catechismo è il riconoscimento del fatto che è un testo della Chiesa universale per una determinata situazione e cultura.
NOTE
(287) DCG (1971) 126. Il Segretariato diocesano (officium catechisticum) è stato istituito in tutte le diocesi con il decreto Provido sane: cf Sacra Congregatio Concilii, Decretum Provido sane (12 gennaio 1935): AAS 27 (1935), p. 151; si veda anche CIC 775 § 1.
(288) Cf DCG (1971) 100. Si vedano le linee suggerite nella Esposizione Introduttiva e quanto affermato in questo capitolo: « Analisi delle situazioni e delle necessità ».
(289) Cf DCG (1971) 103. Si veda in questo capitolo: « Programma di azione e orientamenti catechistici ».
(290) Cf DCG (1971) 108-109. Si veda la parte V, capitolo 2: « La pastorale dei catechisti nella Chiesa particolare », e « Scuole di catechisti e Centri Superiori per esperti in catechesi ».
(291) Cf DCG (1971) 116-124.
(292) DCG (1971) 126.
(293) Cf CT 63. Lo stesso Pontefice Giovanni Paolo II raccomanda di dotare la catechesi di una « organizzazione adeguata ed efficace, che metta in opera le persone, i mezzi, gli strumenti, come pure tutte le risorse economiche necessarie » (ibid.).
(294) DCG (1971) 126.
(295) Ibidem.
(296) DCG (1971) 127.
(297) CIC 775 § 3.
(298) Cf DCG (1971)129.
(299) AG 38a; cf CIC 756 §§ 1-2.
(300) Giovanni Paolo II, Allocuzione ai Vescovi degli Stati Uniti durante l’incontro nel Seminario minore di Nostra Signora di Los Angeles (16 settembre 1987): Insegnamenti di Giovanni Paolo II, X3 (1987), p. 556. La frase è stata ripresa dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, Lettera Communionis Notio, n. 13: l.c. 846.
(301) La Costituzione Pastor Bonus, del 28 giugno 1988, tratta della riforma della Curia Romana che fu richiesta dal Concilio: cf CD 9. Una prima riforma fu promulgata con la Costituzione Apostolica di Paolo VI Regimini Ecclesiae Universae, del 15 agosto 1967: AAS 59 (1967), pp. 885-928.
(302) Si vedano i nn. 282 e 285 del presente capitolo.
(303) PB 94.
(304) RM 33.
(305) Ibid.
(306) CD 17a: « Le varie forme di apostolato…. siano coordinate e intimamente unite tra loro, sotto la guida del Vescovo, di modo che tutte le iniziative e attività di carattere catechistico, missionario, caritativo, sociale, familiare, scolastico e ogni altro lavoro mirante a fini pastorali tendano a un’azione concorde, dalla quale sia resa ancora più palese l’unità della diocesi ».
(307) Cf parte IV, cap. 2: « La catechesi per età ».
(308) CT 45c.
(309) Ibid.
(310) CF DCG (1971) 20, dove si indica come le altre forme di catechesi sono ordinate (ordinantur) alla catechesi degli adulti.
(311) CT 18d.
(312) RM 33.
(313) Ibid.
(314) Cf CT 19 e 42.
(315) Cf AG 11-15. Il concetto di evangelizzazione come un processo strutturato in tappe è stato analizzato nella parte I, cap. 1: « Il processo dell’evangelizzazione ».
(316) CT 67b.
(317) DCG (1971) 100.
(318) Cf parte V, cap. 5.
(319) DCG (1971) 102; cf Esposizione introduttiva, 16.
(320) Cf DCG (1971) 117 e 134; PB 94.
(321) Riguardo a quest’insieme di libri catechetici, Catechesi Tradendae afferma: « Uno degli aspetti maggiori del rinnovamento della catechesi consiste oggi nella revisione e nella moltiplicazione dei libri catechetici, avvenute quasi dappertutto nella Chiesa. Opere numerose ed assai riuscite hanno visto la luce e rappresentano una vera ricchezza al servizio dell’insegnamento catechetico » (CT 49).
DCG (1971) 120 definisce i Testi didattici nel seguente modo: « I testi didattici sono sussidi offerti alla comunità cristiana impegnata nella catechesi. Nessun testo può sostituire la viva comunicazione del messaggio cristiano. I testi tuttavia sono molto importanti perché provvedono a una più diffusa spiegazione dei documenti della tradizione cristiana e degli altri elementi che favoriscono l’attività catechistica ».
(322) Riguardo alle Guide, DCG (1971) 121 indica ciò che devono contenere: « La spiegazione del messaggio della salvezza (con costanti riferimenti alle fonti e con la precisa distinzione di ciò che fa parte della fede e della dottrina sicura e di ciò che invece è soltanto opinione di teologi): consigli psicologici e pedagogici e suggerimenti metodologici ».
(323) Cf parte III, cap. 2: « La comunicazione sociale »; cf DCG (1971) 122.
(324) CT 49b.
(325) Ibid.
(326) Ibid.
(327) La questione dei Catechismi locali è stata trattata nella parte II, cap. 2: « I Catechismi nella Chiesa locale ». Qui si presentano soltanto alcuni criteri per la loro elaborazione. Con la denominazione « Catechismi locali », il presente documento si riferisce ai Catechismi proposti dalle Chiese particolari o dalle Conferenze Episcopali.
(328) FD 4c.
(329) CT 50.
(330) DCG (1971) 119, 134; CIC 775 §2; PB 94.
(331) Cf Congregazione per la Dottrina della Fede, Lettera Communionis Notio, n. 9: l.c. 843.
CONCLUSIONE
286. Nella formulazione dei presenti orientamenti e direttive non si è risparmiato sforzo alcuno affinché ogni riflessione trovasse origine e fondamento negli insegnamenti del Concilio Vaticano II e dei successivi e principali interventi magisteriali della Chiesa. Sollecita attenzione è stata, inoltre, riservata alle esperienze di vita ecclesiale dei diversi popoli che sono avvenute nel frattempo. Alla luce della fedeltà allo Spirito di Dio è stato operato il necessario discernimento, sempre in ordine al rinnovamento della Chiesa e al migliore servizio dell’evangelizzazione.
287. Il Direttorio Generale per la Catechesi è proposto a tutti i Pastori della Chiesa, ai loro collaboratori e ai catechisti nella speranza che sia un incoraggiamento nel servizio, che la Chiesa e lo Spirito affida loro: favorire la crescita della fede in coloro che hanno creduto.
Gli orientamenti qui contenuti non vogliono solo indicare e chiarire la natura della catechesi e le norme e i criteri che reggono questo ministero evangelizzatore della Chiesa; intendono, altresì, alimentare la speranza, con la forza della Parola e l’azione interiore dello Spirito, in coloro che si affaticano in questo campo privilegiato dell’attività ecclesiale.
288. L’efficacia della catechesi è e sarà sempre un dono di Dio, mediante l’opera dello Spirito del Padre e del Figlio.
Questa totale dipendenza della catechesi dall’intervento di Dio è insegnata dall’apostolo Paolo ai Corinzi, quando ricorda loro: « Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma è Dio che ha fatto crescere. Ora né chi pianta, né chi irriga è qualche cosa, ma Dio che fa crescere » (1 Cor 3,6-7).
Non è possibile né catechesi, né evangelizzazione senza l’azione di Dio per mezzo del suo Spirito. (332) Nella prassi catechistica, né le tecniche pedagogiche più avanzate, né il catechista, dotato della più accattivante personalità umana, possono mai sostituire l’azione silenziosa e discreta dello Spirito Santo. (333) È Lui, « invero, il protagonista di tutta la missione ecclesiale »; (334) è Lui il principale catechista; è Lui il « maestro interiore » di coloro che crescono verso il Signore. (335) Infatti, Egli è « il principio ispiratore di tutta l’opera catechetica e di coloro che la compiono ». (336)
289. Abitino, perciò, nell’intimo della spiritualità del catechista la pazienza e la fiducia che è Dio stesso colui che fa nascere, crescere e fruttificare il seme della parola di Dio, seminato in terra buona e lavorato con amore! L’evangelista Marco è l’unico che presenta la parabola nella quale Gesù fa capire — una dopo l’altra — le tappe dello sviluppo graduale e costante del seme sparso: « Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura » (Mc 4,26-29).
290. La Chiesa, che ha la responsabilità di catechizzare quelli che credono, invoca lo Spirito del Padre e del Figlio, supplicandolo di far fruttificare e di rinvigorire interiormente tanti lavori che, dappertutto, si compiono a favore della crescita della fede e della sequela di Gesù Cristo Salvatore.
291. Alla Vergine Maria, che vide suo Figlio crescere « in sapienza, età e grazia » (Lc 2,52), gli operatori della catechesi ricorrono, anche oggi, fiduciosi nella sua intercessione. Essi trovano in Maria il modello spirituale per proseguire e consolidare il rinnovamento della catechesi contemporanea, nella fede, nella speranza e nella carità. Per l’intercessione della « Vergine della Pentecoste », (337) nasca nella Chiesa una forza nuova per generare figli e figlie nella fede ed educarli verso la pienezza in Cristo.
Sua Santità il Papa Giovanni Paolo II, il 15 agosto 1997, ha approvato il presente Direttorio Generale per la Catechesi e ne ha autorizzato la pubblicazione.
+ Darío Castrillón Hoyos
Arcivescovo emerito di Bucaramanga
Pro-Prefetto
+ Crescenzio Sepe
Arcivescovo tit. di Grado
Segretario
NOTE
(332) Cf EN 75a.
(333) Cf EN 75d.
(334) RM 21.
(335) Cf CT 72.
(336) CT 72.
(337) CT 73.