…Si tratta di un testo pubblicato oltre 60 anni fa, contenente indicazioni pratiche. Senz’altro ve ne sono alcune, negli elementi accidentali, obsolete; ma, essendo stato Fr. Candido un conoscitore straordinario dell’animo dei fanciulli, la maggior parte delle indicazioni è tuttora valida. Non ci distolga da una attenta lettura il ritrovar qualche cosa oggi non più praticabile, ma facciamo tesoro di tanti validi consigli…
Fr. Candido delle Scuole Cristiane
Consigli di previdenza e di disciplina utili ai catechisti.
Si tratta di un testo pubblicato oltre 60 anni fa, contenente indicazioni pratiche. Senz’altro ve ne sono alcune negli elementi accidentali – obsolete -; ma, essendo stato Fr. Candido un conoscitore straordinario dell’animo dei fanciulli, la maggior parte delle indicazioni è tuttora valida. Non ci distolga da una attenta lettura il ritrovar qualche cosa oggi non più praticabile, ma facciamo tesoro di tanti validi consigli, memori di quanto ha detto Gesù: “ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche” (Mt 13,52). Confidando sul buon senso dei lettori, abbiamo preferito ridurre al minimo le note, convinti che una lettura non prevenuta permetterà di far tesoro di questo scritto: intelligenti pauca.
1 – Trovarsi sul luogo della lezione prima che arrivino gli allievi.
2 – Procurare che vi sia posto per tutti comodamente.
3 – Sono preferibili le panche alle sedie; le panche siano ben ferme e sostenute.
(per la poverta` di molte parrocchie del passato dove non si avevano le aule con i banchi. N.d.r.)
4 – Dare il posto, e non lasciar prendere ad ognuno quello che gli piace.
5 – Evitare di mettere vicini due allievi dissipati, o che per qualsivoglia motivo possono essere causa l’un l’altro di disattenzione.
6 – Se due vicini non vanno d’accordo, o s’accordano troppo, con danno della disciplina, cangiarli di posto.
7. – Disporre i giovani in modo che tutti possano essere veduti dal catechista. La migliore disposizione e` quella fatta a ferro di cavallo o in semicircolo.
8 – Dietro o di fianco al catechista nessun allievo, neppure i migliori.
9 – Non perdere mai di vista gli alunni per conversare con i colleghi o con i parenti. Non discorrere con uno o con due allievi, perdendo di vista gli altri.
10 – Non ischerzare coi ragazzi, non dar occasione di ridere, ne’ durante l’ingresso, ne’ dopo la lezione (Si intende “non esagerare nello scherzo”).
11 – Non burlare mai nessun scolaro, non ridere alle spalle di alcuno, non metterne in ridicolo i difetti, ma difenderli anzi contro i motteggi dei compagni.
12 – Togliere possibilmente qualsiasi causa di distrazione: trasporto di oggetti, sagrestano che scopa la chiesa o adorna l’altare, tappezziere che lavora, organista che accorda l’organo, ecc.
13 – Non collocare i ragazzi in vicinanza della porta d’ingresso e in luogo dove possono essere veduti dalla gente delle case vicine; converrebbe che avessero innanzi a se’ il muro, e non il vuoto della Chiesa o della sala; cio` per evitare che veggano persone o cose che possono distrarli.
14 – Tutto sia ordinato dinanzi agli alunni: non oggetti in disordine, non luce falsa, non tendine tirate a meta`, finestre semichiuse o tutte aperte, ma non agganciate, ecc.
15 – Nulla manchi al catechista: sedia, testo, matita, taccuino o registro per le annotazioni, ecc.
16 – Il catechista sia sempre dignitoso, ben messo negli abiti, ben composto, seduto quand’e` possibile e non abbia mai una positura trascurata o troppo libera.
17 – Non dia mai ordini mentre i ragazzi vengono o vanno o mentre parlano o fanno rumore.
18 – Cominciare la lezione all’ora stabilita. Se i ragazzi si accorgono che il catechista aspetta, tarderanno e faranno aspettare sempre piu`.
19 – Non incominciare ne’ la preghiera, ne’ il catechismo se non sono tutti attenti e in silenzio.
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20 – Detta la preghiera, farli sedere e aspettare il silenzio e la calma per cominciare. Se s’incomincia mentre parlano, il disordine continuera` per tutta la lezione. Lo scolaro deve persuadersi che il catechista non spiega se non sono tutti attenti.
21 – Non parlare per far tacere, non strepitare per metter la calma: si otterrebbe l’effetto contrario.
22 – Per ottenere la disciplina non far minacce o promesse che non si possono o non si vogliono mantenere: i ragazzi non vi presterebbero piu` fede.
23 – Non lusingarsi di mettere ordine a forza di` regalucci: medagliette, caramelle, ecc. Queste si possono dare a lezione finita, come premio ai migliori; ma non farne un contratto: se starete buoni… se…
24 – Evitare di cominciare la lezione con una sgridata generale o individuale, si indisporrebbe inutilmente l’uditorio. Quando non se ne possa far a meno, parlare con dignita` senza ostentazione, ne’ irritazione.
25 – Quando molti sono in disordine non strepitare, ma fare osservare con dignita` e ponderatezza il disordine, rilevando la sconvenienza della cattiva condotta degli uni e la nobilta` della condotta degli altri.
26 – Giova alle volte notare in silenzio e con aria misteriosa i turbolenti, come anche registrare, – per lodarli poi – quelli che sono riconosciuti per i piu` attenti e composti.
27 – Dimostrare che si apprezza il sacrifizio che fanno di venire al catechismo, e che il loro sacrifizio dimostra che sono giovani di buon conto.
28 – Evitare – nei rimproveri – quelle accuse e invettive generali che non rivelano delicatezza nel catechista: Siete distrattoni; non studiate mai niente; non siete buoni che a mangiare e a giuocare; sarebbe meglio che andaste in pastura che venire qui alla lezione; e altre simili espressioni le quali non hanno altro effetto che quello di indisporre i ragazzi contro il Catechista.
29 – Nel dar ordini e nei rimproveri, non sciupare piu` energia di quanto ne occorre; non conviene esaurire per cose da poco tutta la forza del nostro legittimo sdegno.
30 – Andar adagio nel riferire, in loro presenza, la condotta dei piu` cattivi ai superiori, al Parroco ad es., ad un benefattore; conviene esaminare prima l’effetto che tale relazione potra` fare su di loro; conviene dirsi prima contento di tutti in generale, accennare a qualche qualita` buona dei piu` cattivi, alla possibilita` che hanno essi pure di diventare buoni come gli altri.
31 – Far poco uso dei rimproveri, specie dei castighi. Guardarsi da quelli umilianti.
32 – Si tenga mente che quasi ogni ragazzo ha un certo numero di aderenti coi quali e` solidario, e che colpendo uno di costoro, se ne risentono tutti gli amici suoi. Occorre quindi rimproverare e punire con molta giustizia e clemenza, se non si vuole arrischiare di indisporli tutti e mettersi in pericolo di non fare piu` nulla di buono.
33 – I motti spiritosi, mordaci, umilianti (per es. Le botti vuote fanno piu` rumore – non tutti i matti sono all’ospedale – un cretino direbbe altrettanto – non fai torto a tuo padre – sei sempre lo stesso stupido) e altre simili espressioni rivolte a un ragazzo, non emendano ma inaspriscono.
34 – I ragazzi superbi si curano meglio fingendo di non curarsene; gli spiritosetti, gli insolenti fingendo di non sentirli, di non capirli, mostrando dignita` e anche fermezza, se il dovere lo esige.
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35 – Ogni lezione di catechismo dev’essere diligentemente preparata.
36 – Una lezione ben preparata e`, in via generale, una lezione ben riuscita.
37 – Il catechista abbia sempre il testo davanti mentre spiega, ma lo sappia a memoria per non doverne ricercare la lettera durante la spiegazione.
38 – E’ bene che il testo diocesano adoperato dal catechista sia intercalato da fogli bianchi, cosi`, presentandoglisi qualche cosa alla mente – fatto, similitudine o altro che giovi a spiegare il testo – lo scrive sul bianco per non dimenticarlo nel momento della lezione.
39 – Non indispettirsi se gli alunni non sanno la lezione; stabilire piuttosto mezzi di ernulazione perche’ la studino.
40 – Ai ragazzi presuntuosi rivolgere poche domande; lasciare che desiderino di essere interrogati, e in tal caso fare loro domande difficili, dando loro motivo di sbagliare, senza pero` abusare dei loro sbagli, ma correggendoli con la massima disinvoltura, come se si trattasse di qualunque altro.
41 – Ai ragazzi timidi rivolgere domande facili, rilevando, per incoraggiarli, il buono che ci puo` essere nelle loro risposte e correggendo il resto.
42 – Non limitarsi a interrogare i piu` intelligenti soltanto, ma interrogare tutti, i distratti principalmente, anche i piu` tardivi d’ingegno, e procurare di non dimenticare nessuno.
43 – Le sottodomande devono avere un senso compiuto ed essere fatte in modo da stuzzicare la curiosita` degli allievi.
44 – Indicare chi deve rispondere, e non lasciare liberta` di risposta a chicchessia.
45 – Evitare le domande che esigono un semplice si` o no per risposta.
46 – Dare all’allievo tempo di pensare prima di esigere la risposta.
47 – Nelle lezioni fatte a ragazzi non permettere obbiezioni, ma solo richieste di spiegazione su quello che si sta trattando.
48 – Togliere la parola a quello scolaro che spiegando o citando casi, si prevede che dira` delle ridicolaggini.
49 – Si guardi il maestro, dal citar casi o esempi grossolani o ridicoli.
50 – Non far domande che suppongano ammessa una cosa falsa. Es. Qual e` l’ottavo sacramento? Perche’ lo Spirito Santo si e` fatto uomo? Quand’e` permesso di commettere un peccato mortale? Siffatto modo non e` indizio di spirito serio, e puo` indurre in errore i giovani.
51 – Non far domande ridicole e senza senso. Es.: Come si chiamo il padre dei figli di Zebedeo? Quanti sono i quattro evangelisti? E’ meglio perdere il vespro o la benedizione? Siffatte domande mortificano inutilmente chi non sa rispondere, e lo portano a dubitare anche su domande importanti.
52 – Non proporre questioni di difficile soluzione; per es.: Il Papa puo` fare un nuovo comandamento senza adunare un concilio? Come pure non far
domande su cose che l’alunno non deve neanche supporre possibili, per es.: Un sacerdote in peccato mortale puo` somministrare i sacramenti? Un peccato mortale commesso da un religioso e` piu` grave che il medesimo peccato se commesso da un secolare? Sono questioni che non interessano
praticamente i giovani che frequentano il catechismo.
53 – Se per ignoranza o disattenzione lo scolaro non risponde bene, si guardi il maestro di sconcertarlo alzando la voce e investendolo con rimproveri.
54 – Non rimproverare mai ai ragazzi la loro ignoranza.
55 – Non mettere in ridicolo presso i compagni lo scolaro che abbia risposto male.
56 – Non far colpa allo scolaro della sua tardivita` a capire.
57 – Non impazientarsi se dopo aver spiegato bene, gli scolari non hanno capito; si cerchi invece un’altra via per farsi intender meglio.
58 – Non rifiutare come falsa una risposta inesatta o incompleta, rivelare invece quello che vi e` di buono, e correggerla o completarla aggiungendo cio` che vi manca.
59 – Trattandosi di cose che gli scolari ignorano, torna inutile farle trovare per via di domande; meglio esporre subito chiaramente la cosa, e ricorrere poi alle domande di controllo per sapere se hanno o no inteso.
60 – Non raccontare lunghi fatti in principio o nel, corso della lezione: ma serbare il racconto in fine e come ricompensa, altrimenti, udito il racconto, l’attenzione si rilassa e non ascoltano piu` il rimanente.
61 – Non raccontare fatti stravaganti, spiriti che appariscono, persone portate via dal diavolo, ecc…
62 – Raccontare fatti credibili e preferibilmente documentati.
63 – Nel raccontare qualche fatto verosimile, evitare di far sempre seguire il premio all’opera buona compiuta; questo per non far credere agli scolari che ogni loro opera buona avra` sempre quaggiu` la sua ricompensa.
64 – Preferibilmente si’ attingano i fatti spirituali nella Sacra Scrittura – Nuovo e Antico Testamento – nella Storia ecclesiastica e nelle vite dei Santi piu` conosciuti.
65 – Non si contenti il catechista di` citare i fatti o farvi allusione, come: Chi e` tentato fugga, come fece Giuseppe dalla moglie di Putifarre – Come Dio salvo` Daniele nella fossa dei leoni, cosi… bisogna raccontare il fatto almeno succintamente.
66 – Evitare espressioni astratte e di uso poco comuni: la legge dell’astinenza… i divini precetti… la empia ostinazione… l’impenitenza finale ecc.
67 – Evitare le costruzioni contorte e le idee complicate per es.: Sette sono i sacramenti o farmachi dell’anima, gli uni chiamansi dei vivi, altri dei morti appellansi, Questi sono battesimo e penitenza, quegli gli altri cinque. I primi ridonano la grazia santificante, questi gia` la suppongono; guai al sacrilego che si allentasse di accostarsi a questi ultimi essendo in ira a Dio e covando nel cuore l’offesa di un Dio vendicatore, ecc.
68 – Non dimentichi il catechista, di fare il riepilogo dopo la lezione, di` concludere con l’esortazione finale e la risoluzione pratica che potra` far ricavare dagli alunni.
69 – Chi vuol riuscire buon catechista non lasci sfuggire occasioni per far tesoro di fatti, di paragoni, raccogliendoli man mano che si presentano in una lettura, in una predica, nelle varie circostanze della vita pratica.
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70 – Terminare il catechismo con la preghiera ed esigere che gli alunni escano in ordine, prendendo nota dei migliori per lodarli e anche ricompensarli nella lezione susseguente.
71 – Ricordi il catechista che il suo insegnamento portera` frutto, solo in quanto sapra` fecondarlo con la preghiera e la cristiana mortificazione, e praticando lui stesso quanto insegna.
72 – Raccomandi sovente a Dio i suoi scolari, specie i piu` vivaci e disattenti, e Lo preghi che la Sua grazia abbia a produrre frutti di vita eterna in quei teneri cuori.