"Cardinale Pietro Parente; Mons. Antonio Piolanti; Mons. Salvatore Garofalo: Voci selezionate dal Dizionario di Teologia Dogmatica". CUORE (di Gesù): è oggetto di pia attenzione presso S. Anselmo, S. Bernardo, S. Bonaventura, S. Matilde e S. Geltrude.
La devozione comincia col ven. Landspergio, con S. Pietro Canisio (sec. XVI) e più tardi (sec. XVII) con S. Giovanni Eudes. Ma la scintilla del culto vero e proprio che divampò subito nel mondo, furono le apparizioni di Gesù a S. Margherita Alacoque (+1690), che suscitarono molto rumore e contrastanti opinioni. Passò circa un secolo perché la Chiesa si decidesse a permettere la festa, con rispettiva liturgia, del S. Cuore, sotto Clemente XIII (a. 1765). Da Pio IX in poi i Sommi Pontefici gareggiarono nel promuovere questo culto così fecondo di bene fin da principio. Precisazioni teologiche: 1° Il culto approvato del S. Cuore ha il suo fondamento e la sua giustificazione nelle fonti della Rivelazione e non nelle apparizioni e rivelazioni private fatte a S. Margherita; queste furono soltanto un\’occasione. 2° Questo culto fa parte dell\’adorazione. che deve prestarsi all\’Umanità del Salvatore, per ragione della sua unione ipostatica col Verbo. 3° L\’oggetto materiale di questo culto è il Cuore fisico di Gesù, in quanto è proprio del Verbo; e la ragione formale è l\’amore di cui il cuore è organo almeno manifestativo ed è simbolo. secondo l\’uso comune degli uomini, Più profondamente il culto del S. Cuore ha per oggetto l\’Uomo-Dio come Amore vivente, che si manifesta in tutte le opere divine, dalla creazione, alla Redenzione, all\’Eucaristia, il gran dono per la vita terrena. alla visione beatifica, il dono supremo per l\’eternità.