OPUSCOLO N° 11 della PICCOLA COLLANA “I TESTIMONI DI GEOVA”. Ai geovisti dispiace soprattutto l’affermazione che la loro Bibbia è una falsa Bibbia, che differisce essenzialmente dalla vera Bibbia cattolica .
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Padre Nicola Tornese
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Elenco delle 13 Bibbie usate per il confronto e rispettive sigle
1) La Sacra Bibbia, Edizione ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana, edita a cura della Unione Editori Cattolici Italiani, 1974, CEI.
2) La Sacra Bibbia, tradotta dai testi originali con note, a cura del Pontificio Istituto Biblico di Roma, Salani Editore, 1962, BIB.
3) La Bibbia Concordata, tradotta dai testi originali ecc., Arnoldo Mondadori Editore, III Edizione 1969 – BC.
4) La Sainte Bibie, traduite en frangais sous la direction de l’Acole Biblique de Jérusalem, Les Pditions du Cerf, Paris, 1974 – BJ.
5) La Sacra Bibbia, a cura e sotto la direzione di Mons. Salvatore Garofalo, Marietti Editore, Torino 1964, tre volumi – SG.
6) Parola del Signore, La Bibbia in lingua corrente, traduzione interconfessionale, Editrice ELLEDICI, Leumann Torino e Alleanza Biblica Universale, Roma 1985 – PdS.
7) The Holy Bible, Revised Standard Version, Thomas Nel- son and Sons Ltd, London, Edinburgh, Paris, Melbourne, Toronto and New York, 1953 – Rv.
8) La Bibbia, nuovissima versione dai testi originali, Edizioni Paoline, Roma, 1983 – NEP.
9) La Sainte Bibie, commencée sous la direction de, Louís Pirot et continuée sous la direction de Albert Clamer, Paris-VI, Letouzey et Ané, 0,diteurs, 1953 – PC.
Disse loro Gesù. “Se foste ciechi, non avreste colpa; ma dal momento che dite: “Ci vediamo”, il vostro peccato rimane” (Giovanni 9, 41, Garofalo).
PERCHE’ QUEST’OPUSCOLO
Inutile sforzo
Ho ricevuto e ricevo lettere da testimoni di Geova (tdG), che fanno ogni sforzo per dissuadere la pubblicazione dei miei opuscoli. Ai geovisti dispiace soprattutto la mia ripetuta affermazione che la loro Bibbia è una falsa Bibbia, che differisce essenzialmente dalla vera Bibbia cattolica. Non bisogna credere quando essi dicono il contrario. Non dicono la verità!
Dalla Germania mi ha scritto il signor Pino Gulino, testimone di Geova, per farmi sapere che la mia è “una vera e propria menzogna sfacciatamente pubblicata con l’intento di sviare le persone sincere che cercano tuttora la verità e che altrimenti l’avrebbero trovata.
Dopo questa solenne dichiarazione il signor Gulino si attarda a dimostrare, in un lungo sproloquio, come qualmente il nome Geova, presente innumerevoli volte nella Bibbia geovista e assente in tutte le traduzioni moderne della Bibbia, sarebbe pienamente giustificato.
Gli ho risposto:
“Poiché la presenza del nome Geova è un punto di basilare differenza tra la Bibbia geovista e tutte le traduzioni moderne della Bibbia, sia cattoliche che non cattoliche, lei cade in una banale contraddizione. Mentre, infatti, afferma che le altre traduzioni della Bibbia sono basilarmente uguali a quella dei tdG, tenta di giustificare un punto di basilare differenza. Come mai non si è accorto di essersi menata la zappa sui piedi? (cf. Matteo 13, 15; Giovanni 12, 40; Isaia 6, 9-10).
Dalla Germania ha reagito prontamente il testimone di Geova Pino Gulino, affermando solennemente che io sono Beliar (= satana cf. 2 Corinzi 6,15) e che in un futuro non lontano dovrò rendere conto al terribile Geova!
Un’astuzia sottile, ma non troppo
La lettera, da cui ho citato, come pure la testimonianza di tantissimi amici, prova inequivocabil- mente che ì tdG oggi come ieri, come sempre, ricorrono alla menzogna per accalappiare qualche persona incapace di scoprire l’inganno. Per non creare prevenzioni ed essere scoperti come smerciatori di errori, cominciano col dire che la loro Bibbia è come quella dei cattolici. Vi citano pure qualche versetto in cui le due Bibbie non differiscono.
Poi, quando si viene al reale confronto e si notano le profonde ed innumerevoli differenze, getta- no la maschera e si sforzano di convincere che è stata la Chiesa Cattolica a cambiare il testo sacro. La vera Bibbia sarebbe la loro!
In questa manovra geovista possiamo distinguere due tempi:
1 – Prima che fosse pubblicata una loro traduzione della Bibbia, i tdG si servivano di altre tra- duzioni, protestanti e cattoliche, ma spiegavano la Parola di Dio in modo basilarmente diverso sia dai cattolici che dai protestanti. Il primo a fare questo lavoro di inquinamento fu il fondatore della setta Carlo Taze Russell (1852-1916). Il suo successore nella presidenza Franklin Rutherford (t 1942) continuò per la stessa strada di corruzione e d’inganno.
2 – E’ merito, comunque, del terzo presidente Nathan Knorr (t 1977) l’aver curato una nuova traduzione della Bibbia, che ha per titolo Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture. La pubblicazione avvenne gradatamente durante gli anni 1950-1960 in sei volumi in lingua inglese corredati da note.
Dopo alcuni anni e precisamente nel 1967 il Corpo Direttivo o dirigenti della società geovista ha pubblicato in lingua italiana e in un sol volume la Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture.
Tutto l’inquinamento e la corruzione della Parola di Dio sparsi nei sei volumi dell’edizione inglese vennero inseriti in questo unico volume. Si tratta perciò d’una traduzione infedele della vera Bibbia! Daremo in seguito altri particolari.
Malgrado questa palese infedeltà, i tdG continuano a dire che le altre Bibbie sono uguali alla loro e che è una grossa menzogna affermare il contrario.
La verità è che si tratta d’un inganno, d’una persistente menzogna… Bisogna dubitare sempre delle affermazioni geoviste e consultare sempre e direttamente la vera Bibbia.
Si tratta – ripetiamo – d’una astuzia sottile, ma non troppo. Chi ha un minimo di accortezza ed è in cerca onestamente e coraggiosamente della verità può scoprire facilmente l’inganno, mediante un confronto spassionato e concreto tra le tante traduzioni della Bibbia e la unica traduzione geovista, la Traduzione del Nuovo Mondo.
Per aiutare i nostri fedeli a sventare l’inganno dei tdG ho deciso di dare alcuni saggi di queste differenze. Lo Spirito Santo farà il resto.
Ecco il perché di questo Opuscolo 2.
LA BIBBIA E LE BIBBIE
Doverose precisazioni
1 – La Bibbia è una sola. Non vi sono più Bibbie. Vi è una sola Bibbia. Essa è una raccolta di scritti o libri composti da vari autori lungo un arco di tempo di più di mille anni.
L’unica Bibbia è divisa in due parti. La prima, chiamata Antico Testamento, è stata scritta prima di Gesù Cristo, quasi tutta in lingua ebraica. La seconda parte, a cui si dà il nome di Nuovo Testamento, comprende gli scritti dei primi discepoli di Cristo (Apostoli ed Evangelisti). Fu composta in greco durante il primo secolo della nostra Era Cristiana.
2 – Dell’unica Bibbia esistono numerose traduzioni. La parte ebraica della Bibbia o Antico Testa- mento fu tradotta per la prima volta in greco, durante il terzo e secondo secolo avanti Cristo. E’ detta Alessandrina dal luogo dove si suppone sia stata fatta la traduzione, ossia Alessandria d’Egitto. E’ detta pure dei Settanta (che si suole indicare col numero romano LXX) dal numero dei traduttori, che un’antica tradizione afferma essere stati settanta dotti ebrei, viventi fuori della Palestina o andati appositamente da Gerusalernme ad Alessandria.
In epoca cristiana, a cominciare dal secondo secolo, sia l’antico che il Nuovo Testamento, furono tradotti in altre lingue, quelle vive e parlate (latino, siriaco, slavo ecc.) per renderli accessibili ai popoli convertiti al cristianesimo. In tempi a noi più vicini si cominciò a tradurre la Bibbia nelle lingue moderne (tedesco, inglese, spagnolo, francese, italiano ecc.). Oggi vi sono centinaia di traduzioni della Bibbia in quasi tutte le lingue parlate, anche quelle meno diffuse e conosciute.
3 – Dobbiamo perciò parlare dì un’unica Bibbia e di molte traduzioni. E’ scontato che una tradu- zione, per essere degna di tal nome, deve riprodurre fedelmente il contenuto del testo origìnale. Chi traduce non deve tradire.
Nel caso della Bibbia il compito del traduttore non è facile ed è soprattutto delicato e pieno di responsabilità. Non è facile perché la Bibbia è stata scritta in lingue antiche che bisogna conoscere a perfezione; e anche perché gli autori sacri si sono espressi con immagini, modi di dire, simboli ecc., propri del loro tempo e della loro cultura. E’ necessaria una conoscenza non comune di storia, costumi, mentalità ecc. per poter penetrare il significato esatto di quelle immagini, di quei simboli, di quei modi di dire ecc.
Ed è un compito soprattutto delicato perché il traduttore deve portare a conoscenza dei lettori un messaggio divino di salvezza, e non già un insegna- mento proprio e spesso di comodo. La fedeltà alla Parola di Dio deve prevalere sopra ogni altro interesse.
4 – Oggi, comunque, noi ci troviamo in una situazione assai migliore rispetto a quella dì epoche precedenti per una più esatta conoscenza della Bibbia e la sua fedele traduzione in lingue moderne.
Grazie all’opera instancabile di valenti biblisti, di uomini coscienziosi, sia cattolici che protestanti, ortodossi, ebrei, indipendenti, sono stati ricuperati migliaia di codici o frammenti di codici, ossia di testi biblici scritti in tempi assai remoti. Con l’aiuto di questo prezioso materiale e seguendo criteri propri della scienza biblica, questi insigni studiosi hanno ricuperato quasi alla perfezione il testo originale della Bibbia, quello uscito dalla penna degli autori. Il testo così ricuperato si chiama testo critico.
Solo il testo critico greco ed ebraico costituisce il punto di riferimento, vale a dire la norma per giudicare la fedeltà o meno delle traduzioni della Bibbia in qualunque lingua. Le traduzioni che si discostano dal testo critico devono dirsi false. Questo è il caso della Bibbia tradotta dai tdG, come vedremo.
5 – Servendosi dei testo critico e di tutti i mezzi utili allo scopo – conoscenza delle lingue, della storia, della cultura ecc. dei popoli antichi – i grandi biblisti moderni ci hanno dato ottime traduzioni in ogni lingua oggi parlata.
Cosa degna di nota è il fatto che di questi traduttori, cattolici e non cattolici, noi conosciamo il cognome, il nome, il valore scientifico ecc. I. Nessuno di loro è rimasto nell’anonimato, vale a dire ha odiato la luce perché la sua opera non fosse nota a tutti (cf. Giovanni 3,20-21).
Al contrario, i traduttori della Bibbia geovista hanno, preferito rimanere sconosciuti. Si avverano le parole di Gesù che dice:
“Chiunque, infatti, fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le opere sue; chi, invece, opera la verità, viene alla luce, affìncbé sia manifesto che le sue opere sono state fatte in Dio” (Giovanni 3, 20-21).
6 – Uno dei vantaggi delle traduzioni moderne è il miglioramento dello stile e della lingua. Senza introdurre mutazioni sostanziali, anzi con maggior fedeltà al testo originale ebraico e greco, i traduttori hanno reso la Parola di Dio più comprensibile agli uomini d’oggi. Vi sono parole antiquate che, usate oggi, sarebbero mal capite e si presterebbero ad equivoci. Per esempio, la parola anima una volta era usata col significato di persona. Oggi si preferisce tradurre persona, uomo, essere vivente della specie umana per non creare confusione in gente poco istruita. Vedremo come i tdG in questo come in altri casi preferiscono le versioni antiche per ingannare la gente.
La traduzione dei tdG
La Bibbia venduta dai tdG ha per titolo, come già è stato detto, Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture. Sì tratta perciò d’una traduzione, non della Bibbia originale. La vera Bibbia mai ha avuto questo strano titolo. Alcuni testimoni di Geova, nella loro ignoranza e ripetendo meccanicamente ciò che è detto loro dai maestri comandati, credono che questa loro Bibbia sia stata dettata da Geova al primo uomo. Così ci ha assicurato un testimone di Geova, un panettiere dì Minervino Murge (Bari), il quale, a quanto pare, ha fatto carriera nella società geovista. Recentemente la stampa ufficiale della setta ha assicurato i suoi affezionati lettori che Geova ha scritto nella Bibbia il suo nome col proprio dito!.
1 – I traduttori ci sono sconosciuti, hanno voluto rimanere ignoti al gran pubblico come già abbiamo notato. Questa è una cosa assai strana e inconsueta, specie se si considera quale responsabilità perso- nale si assume il traduttore del Libro Sacro; ed è anche offensiva per ogni serio lettore, il quale ha il diritto di sapere che fiducia meriti la persona o le persone, attraverso le quali gli arriva la Parola di Dio. Questo diritto è conculcato.
2 – Per giustificare questo loro strano comportamento i capi della setta trovano ragioni che con- vincono, come sempre, solo gli ignoranti. Ne ricordiamo solo due.
a) Dicono che i nomi dei traduttori rimangono sconosciuti per impedire che si crei il culto della personalità nei loro riguardi. Quanta modestia!
Si risponde:
S. Paolo poneva il suo nome a principio di ogni sua Lettera e soleva scriverlo alcune volte di pro- pria mano nella chiusura (cf. 1 Corinzi 16,21; Colossesi 4,18; 2 Tessalonicesi 3,17). Voleva forse fomentare il culto della sua personalità? Assolutamente no! Lo faceva unicamente per assumersi personalmente la responsabilità di ciò che scriveva:
“Il saluto è di mia mano, di me Paolo; è il segno distintivo per ciascuna mia lettera.- così io scrivo” (2 Tessalonicesi 3, 17).
b) Dicono pure che anche i traduttori della versione dei Settanta (già ricordata) ci sono ignoti. Eppure nessuno mette in dubbio il suo valore e la sua autorità.
Si risponde:
La versione detta dei Settanta è stata largamente usata dagli Apostoli ed Evangelisti, che godevano d’una particolare assistenza dello Spirito Santo (cf. Atti 2,1-4). Delle 350 citazioni dall’Antico Testamento nel Nuovo, circa 300 sono state prese dalla Bibbia dei Settanta. Questo è più che sufficiente per garantire la fedeltà dei Settanta alla Parola di Dio, anche se non si conoscono i traduttori.
3 – Gli editori, ossia il Corpo Direttivo o capi della setta geovista, fanno i più grandi elogi del testo critico.
Hanno scritto:
“L’intervallo fra le date della composizione originale e delle prime evidenze esistenti diviene così piccolo da essere infatti trascurabile, e l’ultimo fondamento per ogni dubbio che le Scritture ci siano pervenute sostanzialmente come furono scritte è stato ora rimosso (…). E’ opera dei raffinatori del testo rettificare tali particolari, e questo hanno fatto in grande misura. Per questa ragione, il raffinato testo greco di Westeott e Hort è generalmente accettato come di alta eccellenza. La Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Greche, essendo basata su questo eccellente testo greco, può così dare ai suoi lettori la fedele “parola di Geova”, come questa ci è stata così meravigliosamente preservata nel deposito dei manoscritti greci”.
Malgrado questo caloroso riconoscimento del testo critico originale raffinato da Westcott e Hort e l’assicurazione di dare una versione letterale con scostamenti solo occasionali, la Traduzione del Nuovo Mondo si discosta sia dalla lettera sia dai concetti dell’originale ebraico e greco. Sarà dimostrato abbondantemente con esempi in questo opuscolo.
4 – La Traduzione del Nuovo Mondo fu pubblicata dapprima in sei volumi corredati di note come già è stato detto. Le note servivano a spiegare a senso unico, quello cioè voluto dai dirigenti della setta, la Parola di Dio. Quando poi tutta l’opera fu pubblicata in un solo volume:
“Furono prese molte espressioni delle note in calce pubblicate nella traduzione precedente in sei distinti volumi e riportate nel testo principale dell’edizione in un solo volume”.
Chiunque abbia un minimo di senso comune può facilmente capire come questo miscuglio di note o spiegazioni geoviste e di testo biblico abbia corrotto la Parola di Dio, modificando il testo originale e introducendo dei falsi.
5 – Ma vi è di peggio. Nel 1987 la società geovista ha pubblicato una revisione della loro Bibbia. Si tratta di un grosso volume di 1598 pagine. La novità non riguarda il testo, che rimane quello infedele delle edizioni precedenti, salvo molti aggiustamenti. La novità consiste in una astuta manovra dei revisori per giustificare, mediante note e appendici, le loro infedeltà al testo originale ebraico e greco.
Mentre infatti da una parte dichiarano di voler seguire il testo critico di Westcott e Hort e quello di Bover, Merk, Nestle-Alanda ed altri’ che fanno autorità, di fatto ignorano quei testi e si appellano a documenti tardivi, di nessun valore critico e come tali scartati da quei grandi raffinatori del testo originale. Due pesi e due misure, come sempre, a danno di gente che non può capire.
SAGGI DI DIFFERENZA
Il Nome Divino
La questione della pronuncia o trascrizione del Nome Divino deve dirsi di secondaria importanza. Chiunque si accosta alla Bibbia con intelligenza e amore è interessato a conoscere Chi è Dio, vale a dire avere di Lui il vero concetto, vedere, per così dire, il suo vero volto.
Se trattiamo brevemente questa questione è perché ancora oggi, malgrado tante evidenze in contrario, i tdG insistono con pertinacia che il Nome di Dio è Geova. Si troverebbe in grave difetto e sarebbe eliminato dal popolo di Dio chi non lo chiamasse così.
1 – Antico Testamento
Nella Bibbia dell’Antico Testamento non si trova mai la parola Geova. Il Nome proprio di Dio era indicato con le quattro lettere consonanti JHVH, il sacro tetragramma (= quattro lettere sacre). Oggi è generalmente accettato che la pronuncIa o trascrizione esatta del sacro tetragramma è Jahve , non Geova. Nessuna traduzione della Bibbia di questi ultimi decenni ha Geova. E’ falso perciò dire, come fanno i tdG, che la pronuncia Geova è oggi la più comune. La verità è che Geova si trova ancora solo nella Bibbia e negli scritti dei tdG.
La prima traduzione della Bibbia, che è quella detta dei Settanta, non ha mai trascritto il sacro tetragramma con Geova. Nuovi testi ritrovati mostrano senz’ombra dì dubbio che i Settanta hanno tradotto il tetragramma JHVH con Kyrios (= Signore). Ciò facendo i traduttori dei Settanta hanno seguito l’uso ebraico di sostituire il nome divino (che è Jahve) col titolo Adonai (= Signore), come già avveniva nella lettura della Bibbia ebraica. Al- cune volte i Settanta lasciano inalterato il tetragramma (JHVH). Mai comunque lo trascrivono Geova.
La forma errata di Geova è apparsa per la prima volta in una traduzione inglese della Bibbia per opera di Williarn Tyndale, che risale solo al 1530 dopo Cristo I. Questa forma errata è, entrata poi sia nelle traduzioni della Bibbia di questi ultimi quattro secoli sia in alcune iscrizioni, anche di chiese cattoliche. Ma tutti questi documenti a favore della forma Geova non sono anteriori all’anno 1530. In nessun documento prima di quell’anno, in nessuna traduzione della Bibbia prima del 1530, è presente la forma Geova”. Malgrado tanta evidenza, i tdG continuano ancora a scrivere Geova al fine di una propaganda settaria; e con autentico spirito settario non cessano di denigrare la Chiesa Cattolica, facendo intendere a chi non è capace d’intendere, che la Chiesa avrebbe volutamente celata l’esatta pronuncia del Nome Divino, precipitando così nelle tenebre del paganesimo.
Esempi di differenze
BIBBIA DEI CRISTIANI
1) Genesi 2, 4
Il Signore Dio fece la terra e il cielo (CEI, BIB, BC, Rv, PdS, NEP).
Jahve Dio fece la terra e il cielo (BJ, SG).
BIBBIA DEI tdG
Genesi 2, 4
Geova Dio fece la terra e il cielo.
2) Esodo 3, 15
Il Signore, il Dio dei vostri padri (…) mi ha mandato a voi (CEI, BIB, BC. Rv, PdS, NEP).
Jahve, Dio dei vostri padri (BJ, SG, PC).
Esodo 3, 15
Geova, l’Iddio dei vostri antenati (…) mi ha mandato a voi.
2 – Nuovo Testamento
La posizione dei tdG diventa ancor più insostenibile se consideriamo il Nuovo Testamento. Nel testo critico (greco), riconosciuto di alta eccellenza dai geovisti, anche nei particolari, al tempo in cui tradussero la loro Bibbia, non c’è Geova. Dio è chiamato Padre (o Patèr, Abbà), oppure Signore (o Kyrios), oppure Dio (o Theòs). Eppure nella Traduzione del Nuovo Mondo la forma errata Geova è stata introdotta abusivamente centinaia di volte.
a) Gesù non ha mai chiamato Dio col nome Geova. Le sue parole riportate in Giovanni 17,6 e 26: “Ho fatto conoscere il tuo nome”, tanto strumentalizzate dai geovisti, non significano affatto che il Maestro Divino ha insegnato ai Giudei del suo tempo che Dio debba essere chiamato Geova. Questa è una affermazione assurda e ridicola dei tdG. I Giudei del tempo di Gesù conoscevano la esatta pronuncia del Nome Divino anche se per rispetto lo chiamavano Adonai (Signore), e avrebbero certamente riso in faccia a Gesù se egli avesse preteso d’insegnare una cosa che già sapevano.
Le parole di Gesù in Giovanni 17,6 e 26 hanno un solo significato, vale a dire che egli ha fatto conoscere Chi è Dio meglio di Mosè e dei Profeti. Nello stile biblico nome indica la persona, la sua natura, le sue qualità, i suoi propositi. La Bibbia interconfessionale in lingua corrente rende Giovanni 17,6 e 26 in modo assai appropriato
“lo Ti ho fatto conoscere a loro e Ti farò conoscere”.
b) Il Corpo direttivo della setta geovista cerca di giustificare la presenza del nome Geova nel Nuovo Testamento dicendo che in alcuni frammenti della Bibbia dei Settanta scoperti di recente s’incontra il sacro tetragramma. Dunque gli autori del Nuovo Testamento, che hanno fatto largo uso dei Settanta, dovevano usare il nome Geova. “Nei casi in cui queste citazioni includevano il nome divino, egli (cioè san Matteo) era obbligato a includere fedelmente il tetragramma” .
Si risponde:
– Anche se in alcuni frammenti dei Settanta compare il sacro tetragramma (JHVH), non ne segue che gli autori del Nuovo Testamento dovevano usare il nome Geova. Il sacro tetragramma non fu mai trascritto Geova prima del 1530 dopo Cristo. Fu un errore del traduttore inglese Tyndale. Gli autori ispirati del Nuovo Testamento non potevano commettere simili errori.
– La Bibbia dei Settanta non trascrive mai il tetragramma con la forma Geova. Nella maggior parte dei casi lo traduce con Kyrios (Adonai Signore). In qualche caso lo trascrive con lao, che è molto vicino alla vera pronuncia del tetragramma cioè a Jahve. Alcune volte lo riporta con lettere ebraiche per far capire ai lettori che si tratta del- l’unico Signore in contrasto con gli dèi pagani chiamati anch’essi kyrioi (signori).
– Gli autori ispirati del Nuovo Testamento hanno voluto adottare il vocabolario dei Settanta, usando la parola Kyrios (Signore), soprattutto per accentuare il distacco del cristianesimo dalla religione ebraica. Per gli autori ispirati “Gesù è il Signore” (Romani 10,9; 1 Corinzi 12,3; Filippesi 2,11; Atti 11,21-26). Jahve si era fatto presente e operante in Gesù. Gli apostoli ed Evangelisti hanno riconosciuto in Gesù l’unico vero Dio (cf. Giovanni 20,28; I Giovanni 5,20; Apocalisse 22,13) e lo hanno acclamato Signore.
– E’ una presunzione imperdonabile il tentativo dei tdG di distruggere la Parola di Dio. Essi affermano che gli autori ispirati dovevano scrivere Geova piuttosto che Signore (Kyrios). Questo equivale a voler dare lezioni allo Spirito Santo, distruggere con mano sacrilega ciò che Dio ha costruito.
c) Nel loro sforzo pertinace di inoculare l’errore i dirigenti geovisti cadono in grossolane con- traddizioni. Eccone una. Volendo giustificare, la presenza del nome Geova nelle Scritture Greche Cristiane, contrariamente all’evidenza del testo critico di Westcot ed Hort, hanno scritto:
“In qualche tempo durante il II e III secolo E.V. gli scribi tolsero il Tetragramma sia dai Settanta che dalle Scritture Greche Cristiane e lo sostituirono con Kyrios, “Signore” o Theòs, “Dio .
E ora notate.
– Alcuni anni prima di scrivere queste parole i tdG ci avevano assicurato che “chiunque dica che oggi la Bibbia non contiene le stesse informazioni che conteneva in origine semplicemente non conosce i fatti. Geova Dio ha fatto in modo che la sua Parola fosse protetta non solo dagli errori di copisti, ma anche dai tentativi di altri di farvi delle aggiunte”.
Ora ci dicono che gli scribi tolsero il Tetragramma e lo sostituirono con Kyrios o Theòs. Come mai Geova Dio non ha protetto la sua Parola da questa grave manipolazione? Forse dormiva o era indaffarato? (cf. 1 Re 18,27).
– Ma contro la manovra geovista sta il fatto che in documenti antichissimi anteriori al Il e III secolo E. V., che si conservano intatti ancora oggi e sono oggetto di studio da parte di valenti biblisti, non c’è il Tetragramma. Sono i geovisti che hanno manipolato la Bibbia e introdotto abusivamente il nome Geova, non gli scribi del II e III secolo e tanto meno la Chiesa Cattolica, fedele custode della verità.
Tra questi antichissimi documenti vanno ricordati i papiri di Bodmer risalenti alla prima metà del Il secolo e contenenti quasi tutto il Vangelo di Giovanni. In essi non c’è Geova.
Esempi di differenze
BIBBIA DEI CRISTIANI
1) Luca 1, 38
Eccomi, sono la serva del Signore (CHI, BIB, BC, BJ, SG, RY, PdS, NEP, PC).
2) Matteo 1, 20
Ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore (CEI, BIB, BJ, SG, Rv, PdS, NEP, PC).
3) I Corinzi 4, 4-5
Il mio giudice è il Signore (Kyrios). Non vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo, finché venga il Signore (Kyrios) (CEI, BIB, BC, BJ, SG, Rv, PdS, NEP, PC).
BIBBIA DEI tdG
Luca 1, 38
Ecco, la schiava di Geova.
Matteo 1, 20
L’angelo di Geova gli apparve in sogno.
I Corinzi 4, 4-5
Chi mi esamina è Geova. Quindi non giudicate nulla prima del tempo, finché venga il Signore.
Osservazione:
Nell’originale greco san Paolo usa due volte la stessa parola Kyrias (Signore), che è un titolo di- vino (Adonai). I tdG traducono la stessa parola in due modi diversi: Geova (verso 4) e Signore (verso 5). Con questa distinzione arbitraria ed errata i tdG vogliono insinuare che Cristo (il Signore) non è Dio (Geova).
E’ una traduzione contraria alla lettera e allo spirito del testo paolino. Contraria alla lettera perché san Paolo ha scritto Kyrios (Signore) in tutti e due i casi. Contraria allo spirito, perché il giudizio a cui Paolo si appella è quello dell’ultimo giorno, dove giudice è solo Cristo, il Signore (cfr. Matteo 7,22-23; 25,31-46; Apocalisse 2,23; 22,12- 13 ecc.).
Identico inganno nella traduzione di:
1 Tessalonicesi 4, 15-16
Quanto vi diciamo sulla parola del Signore (Kyrios): noi che viviamo e saremo ancora in vita per la venuta del Signore (Kyrios), non avremo alcun vantaggio su quelli che sono morti (CEI, BIB, BC, BJ, SG, Rv, PdS, NEP, PC).
1 Tessalonicesi 4, 15-16
Poiché questo vi diciamo per la parola di Geova, che noi viventi che sopravviveremo alla presenza del Signore non precederemo affatto quelli che saranno addormentati (nella morte).
Osservazione:
Anche in questo caso la traduzione geovista è radicalmente diversa da quella delle Bibbie dei veri cristiani perché contraria alla lettera e allo spirito dell’insegnamento di san Paolo attestato dal testo critico. Contraria alla lettera perché, secondo il testo critico, san Paolo ha scritto solo e sempre Kyrios (Signore), mai Geova. Contraria allo spirito, perché la parola circa la venuta del Signore Paolo l’aveva appresa da Cristo, ossia dal Signore Gesù, non da Geova. A Paolo non apparve mai Geova per istruirlo, ma il Signore Gesù (cfr. Atti 9,5). Il Signore Gesù o direttamente o mediante gli Apostoli aveva fatto conoscere a Paolo il Van- gelo (cfr. 1 , Corinzi 11, 23, 15, 3; Galati 1, 12 ecc.).
Gesù Cristo
I cattolici e tutti i veri cristiani hanno sempre creduto che secondo le Scritture, Gesù Cristo è “’Emmanuele, che significa Dio-con-noi” (Matteo 1, 23), la Parola o Sapienza di Dio identica all’unico Dio (cfr. Giovanni 1, 1) “il vero Dio e la Vita Eterna” (1 Giovanni 5, 20), “l’Alfa e l’Omega, il Primo e l’Ultimo” (Apocalisse 22,13) come l’unico Dio (cfr. Apocalisse 21, 6).
I tdG negano la divinità di Gesù Cristo. Essi hanno ridotto il Figlio unico o proprio di Dio (cfr.Romani 5, 10) al rango d’un vassallo di Geova, a uno dei tanti elohim o dèi in senso fìgurato, di cui parla la Bibbia, oppure a un rappresentante di Geova.
Veramente la Bibbia non chiama mai Cristo “rappresentante di Geova”. Quando Gesù doman- dò ai suoi discepoli: “Ma voi chi dite che io sia?”, Pietro a nome degli altri rispose: “Tu sei il Figlio del Dio vivente” (Matteo 16,15-16). Non disse: “Un rappresentante di Geova”.
Per dare al loro gravissimo errore un’apparenza di veridicità i tdG hanno corrotto numerosi testi biblici. Hanno distrutto la Parola di Dio, sostituendovi la loro eresia.
Esempi di differenze
BIBBIA DI CRISTIANI
1)Giovanni 1, 1
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio (CEI, BIB, BC, SG, NEP, PC). Egli era Dio (PdS).
BIBBIA DEI tdG
Giovanni 1, 1
In principio era la Parola, e la Parola era con Dio, e la Parola era un dio (revisione del 1987).
Osservazioni:
a) La differenza più marcata è la traduzione della frase.- “E la Parola era un dio”. A parte il fatto che Dio è scritto con lettera minuscola, i geovisti vi hanno aggiunto l’articolo indeterminativo un davanti a Theòs, “Dio”. Nel testo originale greco non c’è articolo un davanti a Dio. Giovanni ha scritto semplicemente: “E Dio era la Parola (o Verbo)”. Aggiungendovi l’articolo un, i geovisti vogliono insinuare che la Parola o Verbo (cioè il Figlio di Dio) non è uguale al Padre, ma avrebbe solo qualche qualità divina. Siamo in presenza di una settaria manipolazione della Bibbia.
b) Difficile scagionare i dirigenti geovisti dalla mala fede. Essi infatti proprio nella Introduzione alla loro Bibbia (revisione del 1987) hanno scritto (p. 7): “E’ evidente che anche una cosa apparentemente insignificante come l’uso o l’omissione di una virgola o di un articolo determinativo o indeterminativo può a volte alterare il significato corretto del passo originale”.
L’hanno detto, l’hanno fatto, alterando il significato corretto della frase giovannea.
2) Giovanni 8, 58
Rispose Gesù: In verità in verità vi dico: prima che Abramo fosse, lo sono (CEI, BIB, BJ, BC, SG, Rv, pds, NEP, PC).
Giovanni 8, 58
Gesù disse loro: “Verissimamente vi dico: Prima che Abramo venisse all’esistenza, io ero” (revisione del 1987).
Osservazioni:
a) Nel testo originale greco sta scritto egò eimì, presente del verbo essere (= io sono). Gesù affer- ma di essere come Dio è, dall’eternità. Il tentativo di lapidarlo (verso 59) indica che gli si imputava un’atroce bestemmia (cfr. Levitico 24,16), per essersi fatto uguale al Dio, cioè all’unico Dio (cfr. Giovanni 5, 18; 10, 3 1).
b) Gesù dunque non afferma una sua preesistenza in rapporto ad Abramo, ma una sua esistenza eterna. Tutti i biblisti vedono nelle parole di Gesù un esplicito riferimento al Nome divino “lo sono” (cfr. Esodo 3, 14).
3) Giovanni 10, 37-38
Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non volete credere a me, credete almeno alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre (CEI, BIB, BJ, BC, SG, RY, PdS, NEP, PC).
Giovanni 10, 37-38
Se non faccio le opere del Padre mio, non mi credete. Ma se le faccio, anche se non credete a me, credete alle opere, onde conosciate e continuiate a conoscere che il Padre è unito a me e io sono unito al Padre.
4) S. Giovanni 14,9-11
Chi ha visto me ha visto il Padre ( … ). Non credi che io sono nel Padre e che il Padre è in me? ( … ). Il Padre che è in me com- pie le sue opere. Credete- mi. io sono nel Padre e il Padre è in me (CEI, BIB, BJ, BC, Rv, PdS, NEP, PC).
Giovanni 14, 9-11
Chi ha visto me ha visto (anche) il Padre. Non credi che io sono unito al Padre e che il Padre è unito a me? (…).Il Padre che rimane unito a me fa le sue opere. Cre- detemi che io sono unito al Padre e che il Padre è unito a me.
Osservazioni.,
a) La principale infedeltà geovista nei due testi riportati, e quindi la sostanziale differenza tra la loro Bibbia e quella dei veri cristiani, consiste nell’avere aggiunto per ben cinque volte il verbo unire. Nel testo originale o critico vi è solo il verbo essere (estìn = è), senza unire.
Con questa aggiunta settaria i tdG vogliono distruggere la perfetta identità di natura, tra il Figlio e il Padre, e quindi la divinità del Figlio. Gesù con le sue chiare parole afferma proprio il contrario di quanto gli fanno dire i tdG, i quali con questa grossa infedeltà alla Parola di Dio riducono l’identità di natura tra Cristo e Dio a una semplice unione morale o di volontà, ossia a una buona compagnia tra Gesù e Geova. Ma si tratta di un falso
b) Parimenti l’aggiunta della particella anche (Giov. 14,4) tende ad accentuare la distanza tra il Figlio e il Padre, a negare cioè la identità di natura tra Cristo e Dio. Nel testo critico originale non c’è anche. Gesù aveva affermato poco prima che Egli e il Padre sono una sola cosa anche nella onnipotenza (cfr. Giovanni 10, 29-30). Poco oltre dirà: “Tutto ciò che il Padre ha è mio” (Giovanni 16, 15; cfr. Giovanni 17, 10).
5) Giovanni 14, 14
Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò (CEI, BIB, BJ, BC, Rv, PdS, NP-P, PC).
Giovanni 14, 14
Se voi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.
Osservazione:
La manovra geovista apparentemente è sottile, ma di conseguenze dottrinali enormi. Hanno omesso il pronome personale mi, che si trova nel testo critico originale. Cristo si attribuisce l’onnipotenza: egli direttamente, per potenza propria, farà tutto ciò che i discepoli gli chiederanno. Omettendo abusivamente il mi, i geovisti distruggono questa onnipotenza del Figlio, per fare di Lui in vassallo di Geova. L’onnipotenza apparterrebbe solo a Geova, che si serve del Figlio. Ma la Bibbia non dice cosi.
6) Colossesi 1, 15-17
Egli è l’immagine dei Dio invisibile, generato prima di ogni creatura; perché per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra (… ). Tutte le cose sono state create ( … ). Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in lui (CEI, BIB, BJ, BC, SG, Rv, PdS, NEP, PC).
Colossesi 1, 15-17