"Cardinale Pietro Parente; Mons. Antonio Piolanti; Mons. Salvatore Garofano: Voci selezionate dal Dizionario di Teologia Dogmatica". RAZIONALISMO: in generale è la tendenza a valorizzare la ragione umana, esercitandola di preferenza in ogni problema della vita, non escluso quello religioso.
In questo senso il Razionalismo è Intellettualismo e si oppone al volontarismo, al sentimentalismo più o meno mistico, all'agnosticismo, alla scetticismo, al prammatismo e a tutte le correnti irrazionali o estrarazionali. Questo razionalismo sano e dignitoso non solo non contrasta con la fede, ma anzi si armonizza con essa. S. Tommaso coi migliori Scolastici è testimonianza luminosa di questo Razionalismo, in cui fede e ragione s'incontrano e si aiutano a vicenda («fides quaerens intellectum, intellectus quaerens fidem»), fermo il principio della subordinazione della ragione alla fede, della filosofia alla Teologia.
Ma il Razionalismo in senso stretto è un sistema che afferma il dominio supremo e assoluto della ragione umana in tutti i campi, sottomettendo al suo controllo ogni fatto e ogni verità, non escluso il mondo soprannaturale e la stessa autorità di Dio. Questo sistema tende a umanizzare il divino, quando non lo elimina, e a naturalizzare il soprannaturale, quando non lo nega. La tendenza a sopravvalutare la ragione anche nel campo della fede si manifesta qua e là fin dai primi secoli del Cristianesimo: per esempio nella 2.a metà del IV secolo e al principio del V nelle eresie degli Anomei, dei Nestoriani, dei Pelagiani (v. queste voci) connesse con la Scuola Antiochena (a fondo naturalistico). Ma il vero Razionalismo eterodosso comincia con l'Umanesimo, quando lo studio dei classici risveglia e accentua nell'uomo un orgoglioso individualismo, la febbre del sapere, dell'indagine, della ricerca scientifica, della critica, dell'autonomia nel campo teoretico e pratico, l'adesione dello spirito a sé stesso e alla natura. Dal naturalismo del Telesio, del Bruno e del Campanella alla costruzione soggettiva del Cartesianismo allo scientismo empirico, alla libera interpretazione della Bibbia di Lutero, poi all'Enciclopedismo e all'illuminismo del sec. XVIII, a Kant, cultore della ragione autonoma e autoctona, arbitra della verità teoretica e pratica. Con lui il Razionalismo ha la sua sistemazione critica per riprendere il suo sviluppo nel secolo scorso fino alle conseguenze più antitetiche, come l'Idealismo assoluto e il Monismo materialistico.
Tutto questo è il Razionalismo, che di fronte al problema religioso (che qui interessa) va da un vago Deismo al Panteismo e finalmente all'Ateismo (v. queste voci). La religione cattolica ha sostenuto l'urto secolare del Razionalismo, contendendogli il terreno e sbarrandogli il passo. Le fasi di questa lotta sono segnate nel «Sillabo» di Pio IX e nelle definizioni del Conc. Vatic.: v. DB, 1700 ss. e 1781 ss.