"Cardinale Pietro Parente; Mons. Antonio Piolanti; Mons. Salvatore Garofano: Voci selezionate dal Dizionario di Teologia Dogmatica". PERFEZIONE: perfetto etimologicamente (dal lat. perficere = compiere) significa completamente fatto.
Ma a prescindere dalla azione, che rende perfetta una cosa, la perfezione si può considerare semplicemente come pieno possesso del suo atto, quindi come attualità in opposizione allo stato potenziale o virtuale. In questo senso Dio è perfetto infinitamente, perché è puro atto, l'Essere sussistente per essenza, che non soffre alcuna limitazione né alcuna evoluzione per ulteriore acquisto. Ogni perfezione è un modo di essere: là dove c'è l'essere sussistente ci sono tutte le perfezioni in atto. E siccome il bene è ciò a cui gli enti tendono come alla propria perfezione, Dio perfettissimo è il Sommo Bene; la stessa Bontà, fonte e termine d'ogni bene finito. S. Tommaso (Summa Theol. I, q. 4, a. 4) scrive: «Così dunque ogni cosa si dice buona della bontà divina, in quanto essa è il principio esemplare, effettivo e finale d'ogni bontà». Platone affermò il primato del bene, donde la dialettica dell'amore (v. per es. il Simposio).