"Cardinale Pietro Parente; Mons. Antonio Piolanti; Mons. Salvatore Garofano: Voci selezionate dal Dizionario di Teologia Dogmatica". COMUNICAZIONE (degl'idiomi) (gr. = proprietà): è la mutua attribuzione delle proprietà della natura divina e della natura umana in Cristo.
Essa è legittima in forza dell'unione ipostatica, per cui Cristo è una sola Persona e un solo soggetto d'attribuzione, che possiede come proprie le due nature con le rispettive proprietà. I Nestoriani (v. Nestorianismo) che ponevano in Cristo due soggetti distinti, l'Uomo e il Verbo, negavano la comunicazione degl'idiomi; i Monofisiti (v. Monofisismo), che fondevano in una le due nature, esageravano lo scambio degli attributi fino a togliere la linea di distinzione tra il divino e l'umano in Cristo. La Chiesa ha condannato l'uno e l'altro errore, dichiarando legittima quella comunicazione, in base alla unità personale di Gesù Cristo (Conc. di Efeso); e mantenendo ferma la distinzione delle due nature e delle rispettive proprietà (Conc. Calcedonese). Alla luce di queste due definizioni il giusto senso della comunicazione degl'idiomi si riduce a questo: la mutua attribuzione delle proprietà delle due nature non si fa direttamente, ma attraverso e in forza della Persona unica, che è il Verbo incarnato, vero Dio e vero Uomo. Pertanto si può dire di Cristo: Dio è Uomo, Cristo Uomo è Dio. l'Immortale è mortale (perché è sempre la Persona del Verbo, cui si attribuisce ciò ch'è proprio dell'una o dell'altra natura). Ma non si può dire la Divinità è l'Umanità (perché qui l'attribuzione si fa tra le due nature direttamente, senza cenno della Persona).
Per ragione di questa comunicazione la Chiesa canta nel Credo che il Figlio Unigenito del Padre si è fatto uomo, ha patito, è morto per noi ed è stato sepolto.