1. Chi é lo Spirito Santo?
2. Perché lo Spirito Santo apparve in forma di nube nella Trasfigurazione.
3. Perché lo Spirito Santo comparve in figura di colomba, nel battesimo di Gesù.
4. Perché lo Spirito Santo discese su gli Apostoli in forma di lingue di fuoco.
5. Ricchezze immense che diffonde lo Spirito Santo.
6. Mezzi per ricevere lo Spirito Santo.
7. Il Sacramento della Cresima consiste nell'imposizione delle mani e nell'unzione del sacro crisma.
8. Differenza tra il Battesimo e la Cresima; significato dell'imposizione delle mani e dello schiaffo.
1. CHI È LO SPIRITO SANTO? – Lo Spirito Santo è la terza persona della Santissima Trinità, vero Dio come il Padre e il Figlio, dai quali procede, secondo l'insegnamento della Chiesa cattolica nel Credo. – S. Agostino lo chiama «l'amore ed il legame del Padre e del Figlio» (Lib. de gratia Novi Test.). Perciò gli si dà per eccellenza e in modo speciale il nome di Dio d'amore…
2. PERCHÈ LO SPIRITO SANTO APPARVE IN FORMA DI NUBE NELLA TRASFIGURAZIONE. – Nella Sacra Scrittura la nube è il simbolo della maestà divina; l'apparizione della divinità sotto questa forma è propria dello Spirito Santo: così nella Trasfigurazione in cui apparve la SS. Trinità, il Padre si manifestò nella voce, il Figlio si fece vedere in un vestimento di gloria, lo Spirito Santo si mostrò in una nube splendente. Egli fu nube che avviluppò e coperse dell'ombra sua la Beata Vergine, e in virtù di quell'ombra divina essa concepì il Verbo di Dio. Rispetto a noi questa nube celeste significa il mistero che copre le operazioni dello Spirito Santo; essa ci protegge contro gli ardori divoranti della concupiscenza; innalza lo spirito nostro al cielo; ci guida alla terra promessa.
La ragione per cui lo Spirito Santo è chiamato nube e comparve sotto forma di nube, sta in ciò che la pioggia e la rugiada, le quali vengono dalle nubi, sono bella ed espressiva figura della grazia dello Spirito Santo, la quale sotto questo simbolo appunto ci è frequentemente presentata nella Sacra Scrittura… Io spanderò, dice Iddio per bocca d'Isaia, la pioggia sui campi inariditi, farò scorrere ruscelli di acqua su gli aridi campi, farò discendere lo Spirito Santo su la tua stirpe, e la mia benedizione su la tua discendenza (ISAI. XLIV, 3). Il re Profeta ci mostra la necessità di quest'acqua sacra e ci eccita a desiderarla quando dice: «A voi io ho stese le mie mani, o Signore, l'anima mia ha sete di voi, come terra senz'acqua» (Psalm. CXLII, 6). Infatti come una terra non bagnata diventa sterile e non produce più né fiori, né frutti, e così l'anima senza la grazia dello Spirito Santo non resiste alle tentazioni; è sterile in virtù; non ha né la veste della giustizia, né la bellezza della sapienza, né i frutti delle buone opere. E come l'acqua lava, spegne la sete, rinfresca, così la grazia dello Spirito Santo purga l'anima, spegne il fuoco della concupiscenza, calma la sete della cupidigia, tempera gli ardori nocevoli all'anima. Perciò Gesù Cristo la chiama acqua viva, e dice che chi berrà di quest'acqua, non avrà mai più sete (IOANN. IV, 13), eccetto che la rigetti col peccato mortale… La grazia dello Spirito Santo è rugiada che rinfresca l'anima, feconda il cuore, illumina la mente. Dolce rugiada mattutina che porta la vita. È pioggia benefica, secondo quelle parole del Salmi sta: «Voi riservate, o Dio, una pioggia miracolosa, per fortificare il vostro popolo» (Psalm. LXVII, 10),
3. PERCHÈ LO SPIRITO SANTO COMPARVE IN FIGURA DI COLOMBA, NEL BATTESIMO DI GESÙ. – Lo Spirito Santo volle apparire sotto forma di colomba, per dimostrare la sua mansuetudine, bontà, innocenza, fecondità, carità e il suo zelo per le anime… La colomba è simbolo dei sette doni dello Spirito Santo: essa sta presso le acque e se ne serve come di specchio per vedere gli uccelli di rapina e fuggire; ecco il dono della sapienza… Sceglie sempre i grani migliori; ecco il dono della scienza… Nutre i suoi piccini, ecco il consiglio… Non adopera il becco per sbranare, ecco l’intelligenza… Non ha né fiele né bile, ecco la pietà… Costruisce solidamente il suo nido, ecco la forza… Il suo canto è un gemito, ecco il dono del timore…
La colomba è il segno della riconciliazione e della riparazione operate dallo Spirito Santo nel mondo, per mezzo di Gesù Cristo. La colomba apporta a Noè un ramo di verde olivo, segno che è cessato il diluvio e la collera di Dio, che la terra è sgombra dalle acque, che la pace è resa agli uomini. La colomba accenna all'unione ed alla società dei fedeli nella Chiesa; unione che lo Spirito Santo mantiene per mezzo del battesimo di Gesù Cristo e della carità.
4. PERCHÈ LO SPIRITO SANTO DISCESE SU GLI APOSTOLI IN FORMA DI LINGUE DI FUOCO. – Il fuoco è simbolo efficacissimo degli effetti dello Spirito Santo. Il fuoco purifica…, scaccia le tenebre…, rischiara…, riscalda…, s'incorpora negli oggetti e li trasforma in sé…, s'innalza…, è potente…, ecc. Così opera lo Spirito Santo; purifica i cuori…, dissipa le tenebre del peccato e delle passioni…, illumina le anime con i suoi raggi divini… , scalda e infiamma i cuori , innalza i pensieri e i desideri al cielo…, opera strepitosi prodigi,.., trasforma l'anima, la penetra e se l'assimila… Anche per le sue proprietà il fuoco è simbolo dei sette doni dello Spirito Santo. 1° Divora e consuma quello che contrasta alla sua azione: tale è l'effetto del timore… 2° Scioglie il ghiaccio e fonde i più duri metalli: ecco l'effetto della pietà,… 3° Purifica l'oro, cuoce e consolida le stoviglie: ecco il dono della forza… 4° Possiede in sé la luce ed il calore, penetra e si slancia in alto: ecco designati i doni della sapienza, dell'intelletto, del consiglio, della scienza.
Gli Apostoli ricevettero lo Spirito Santo in forma di lingue di fuoco, ricevettero cioè il fervore, la carità, la forza, la luce, lo zelo per la salute delle anime… Lo Spirito Santo comparve il dì della Pentecoste sotto sembianza di lingue di fuoco, 1° per mostrare che investiva le lingue degli Apostoli in modo tale, che le loro infocate parole avrebbero acceso i cuori ghiacciati e spezzati gli animi induriti. 2° Per guarire questo nostro membro, travagliato più degli altri dal fuoco dell'inferno poiché, come afferma S. Giacomo, la lingua è un fuoco il quale, acceso e mantenuto in noi dallo spirito infernale, infiamma tutta la nostra vita (IAC. III, 6). 3° Lo Spirito Santo mandava gli Apostoli a predicare al mondo, e con queste lingue di fuoco ricevevano il dono delle lingue. 4° Siccome con la lingua l'uomo giudica del sapore delle cose, così per mezzo di queste lingue gli Apostoli ricevevano la grazia di giudicare tutte le cose. 5° Strumento utilissimo è la lingua per chi sappia adoperarlo: ora se lo Spirito Santo comparendo sotto la figura di lingue di fuoco, s'impadroniva delle lingue degli Apostoli, bisogna credere che ciò facesse per renderle utili a tutto il mondo.
5. RICCHEZZE IMMENSE CHE DIFFONDE LO. SPIRITO SANTO. – l° Lo Spirito Santo, che è l'amore ed il legame del Padre e del Figlio, diventa nell'ordine spirituale il vincolo con cui tutti i fedeli formano un solo corpo. Il corpo dell'uomo, composto di molte membra, riceve la vita da una sola anima e quest'anima dà al corpo la facoltà di vedere con gli occhi, d'udire con le orecchie, e via dicendo. Similmente lo Spirito Santo possiede e vivifica i membri del corpo di Gesù Cristo, che è la Chiesa.
2° Lo Spirito Santo illumina ed istruisce. «Come sarà venuto lo Spirito di verità, disse il divin Maestro agli Apostoli, egli v'insegnerà ogni verità» (IOANN. XV, 13). E infatti, non molti giorni dopo questa promessa «gli Apostoli furono tutti ripieni di Spirito Santo; e cominciarono a parlare diverse lingue secondo che lo Spirito. Santo suggeriva loro il parlare» (Act. II, 4). Dice S. Gregorio Papa: «Ammirabile dottore è lo Spirito Santo! istruisce su l'istante colui che vuole; illumina lo spirito non appena lo tocca; il solo suo mostrarsi vale tutta la scienza. Infatti in quel punto stesso che illumina, cambia gli affetti umani; l'uomo cessa di essere quello che era e diviene quello che non era (Homil. XXX, in Evang.)».
S. Giovanni Crisostomo dice: «Nel giorno della Pentecoste, la terra si è per noi cambiata in cielo. Quali stelle possono reggere al paragone con gli Apostoli? Le stelle sono nel cielo; gli Apostoli sopra il cielo. Le stelle brillano di un fuoco non dotato di sentimenti; gli Apostoli splendono di fuoco intelligente. Le stelle scintillano la notte e si oscurano di giorno; gli Apostoli rischiarano coi loro raggi, ossia con le loro virtù, e giorno e notte. Allevare del sole, le stelle scompaiono; in faccia al sole di giustizia gli Apostoli non lasciano di splendere della luce che continuamente ricevono da lui. Nel giorno della risurrezione, le stelle cadranno come foglie avvizzite; gli Apostoli si innalzeranno in aria portati su le nubi… Datemi una nave col pilota, con abili marinai, e vele, e funi, e alberi, e àncore, e quanto è necessario per equipaggiarla; se il vento tace, non vi è forse ritardo e immobilità nel legno? Così avviene all'anima non portata dallo Spirito Santo. Per quanto fecondo e scienziato e intelligente e profondo uno sia, non approda a nulla se non è confortato dall'aiuto dello Spirito Santo il quale dà a tutte le cose la virtù di operare (Serm. I, de Pentec.)».
Lo Spirito Santo ci rischiara nei dubbi circondandoci della luce della sapienza (S. BERN. Serm. II, de Pentec.). Infatti, come osserva S. Gregorio, lo Spirito Santo istruisce la ragione; toglie l'ottusità alla mente e aguzza l'intelletto; arresta la precipitazione del consiglio; mette la scienza al posto dell'ignoranza (In Exod.). «Scacciando le tenebre, dice S. Ambrogio, e rischiarandoci con i suoi lumi, lo Spirito Santo mescola alla nostra intelligenza l'intelligenza di Gesù Cristo (In Symbol.). All'uomo investito dallo Spirito Santo avviene quello che Samuele disse a Saulle: «Come lo Spirito del Signore ti avrà investito, tu, profeterai e sarai cangiato in tutt'altro uomo» (I Reg. X, 6); si avvera in lui la parola del Signore: «Io spanderò il mio Spirito… e i figli e le figlie vostre profeteranno; i vostri vecchi avranno dei sogni e i vostri ragazzi delle visioni» (IOEL. II, 28).
Tale è l'efficacia dello Spirito Santo su la mente umana, che innalza d'un tratto alla più alta scienza gli ignoranti e gli idioti. Ne abbiamo l'esempio, nota S. Gregorio Papa, in Davide, in Amos, in Pietro, in Paolo, in Matteo; io vorrei bene tener dietro a quello. che opera in loro lo Spirito Santo, ma non mi reggono le forze. Infatti egli investe un ragazzo che tasteggia l'arpa, e ne fa un Salmista. Investe un semplice pastorello, e ne fa un profeta. Investe un pescatore, e ne fa un sublime predicatore. Investe un persecutore, e ne fa il dottore delle genti. Investe un pubblicano, e ne fa un evangelista. (Homil. XXX, in Evang.).
3° Lo Spirito Santo infonde tale coraggio e forza che rende invincibile. Egli dà, dice S. Bernardo, il vigore della vita; di modo che diventa possibile e facile mediante la sua grazia quello che era impossibile alle forze della natura (Serm. II, in Pentec.). Pietro senza lo Spirito Santo, è vinto dalla voce di una fantesca; con lo Spirito Santo è vincitore dei principi, dei re e degli imperi… Lo Spirito del Signore opera spiritualmente nell'anima quei prodigi di forza che la Sacra Scrittura ci mostra da lui materialmente operati in Davide e Sansone. Chi riceve lo Spirito Santo può cantare dei suoi nemici spirituali quello che degli Egiziani narrava Mosè dopo il passaggio del Mar Rosso: «Il vostro Spirito, o Signore, ha soffiato, e il mare ingoiò le squadre nemiche: precipitarono come piombo in fondo alle acque impetuose» (Exod. XV, 10). Pènsando a questo, S. Paolo diceva: «Io mi prostro ai piedi del Padre del nostro Signore Gesù Cristo dal quale deriva ogni paternità in cielo e in terra, pregandolo che vi dia secondo tutti i tesori della sua gloria, di essere potentemente corroborati, per mezzo del suo Spirito, nell'uomo interiore» (Eph. III, 14-16).
L'uomo per effetto del peccato va soggetto a nove principali infermità contro le quali lo Spirito Santo somministra forze vigorose. La prima sono le malattie, le tribolazioni, gli acciacchi corporali; contro questo doloroso genere di prove lo Spirito Santo ci fortifica, facendo che le accettiamo dalle mani della Provvidenza, e spingendoci fino a lodarne Iddio… La seconda è l'ignoranza che involge la nostra intelligenza; e lo Spirito Santo, essendo Dio di luce, la dissipa, come il sole scaccia le tenebre,.. La terza è la debolezza della volontà; ora lo Spirito Santo dà a questa volontà una stabile fermezza nel bene… La quarta è la povertà della nostra memoria; lo Spirito Santo adorna questa facoltà non solo della conoscenza del passato e del presente, ma ancora del futuro… La quinta è la fiacchezza dello spirito il quale può a mala pena resistere alla concupiscenza della carne; e lo Spirito Santo ci rinforza in modo che ne usciamo. vincitori… La sesta è la debolezza della natura irascibile, e lo Spirito Santo ci dà tale mansuetudine, che diventiamo agnelli… La settima è la difficoltà che troviamo nell'intraprendere opere penose ed eroiche; lo Spirito. Santo ce ne fa vittoriosi e trionfatori… L'ottava è la pena che prova chi vuole perseverare nell'obbedienza e nel fervore; lo Spirito Santo non solo toglie questa pena, ma la cambia in soave consolazione… La nona sono gli ostacoli che c'impediscono di pregare e di meditare come si conviene; ora solo lo Spirito Santo prega per noi con gemiti inenarrabili (Rom. VIII, 26). Lo Spirito Santo ci viene in aiuto perché superiamo tutti gli ostacoli, tutte le miserie.
Gli Atti Apostolici narrano che nel giorno della Pentecoste si udì improvvisamente venire dal cielo un rumore, come di vento impetuoso (II, 2). Quel rumore annunziava l'efficacia, la forza, l'energia dello Spirito Santo su gli Apostoli per renderli forti, eroici, invincibili, affinché potessero combattere l'universo pagano, soggiogarlo, insignorirsene e sottometterlo a Gesù Cristo; come appunto fecero. Gli Apostoli, dice Bossuet nelle sue Meditazioni, avevano bisogno di ricevere una virtù, una forza dall'alto. Questa virtù viene; lo Spirito Santo discende; ed eccoli forti. Pietro non teme più nulla; Pietro è pietra, cioè roccia contro cui tutte le onde s'infrangono. E in qual modo? per la nuova virtù che gli è venuta dall'alto. Cammina, o Pietro, e di francamente al divin Maestro: Io ti seguirò fino alla morte: tu ora lo puoi; è giunto il tempo indicato dal Signore quando disse: Al presente tu non puoi tenermi dietro, ma più tardi potrai (IOANN. XIII, 36). L'ora è giunta: parti, o Pietro, va, guidando il drappello apostolico, ad attaccare il mondo, a soggiogare l'universo; voi non avete più nulla da temere, voi potete tutto.
4° Lo Spirito Santo prega per noi. «Lo Spirito aiuta la nostra infermità, scrive S. Paolo ai Romani, perché noi non sappiamo che cosa dobbiamo domandare pregando; ma lo Spirito Santo domanda per noi con gemiti ineffabili» (Rom. VIII, 26). S. Agostino e S. Gregorio dicono che lo Spirito Santo domanda in questo senso, che eccita noi a domandare e gemere… Fa come professore che insegni… Domanda con gemiti ineffabili, cioè ci fa desiderare le cose celesti e divine, ci inebria delle consolazioni della sua grazia. Da questo impariamo che l'efficacia della preghiera consiste non nelle parole, ma nei gemiti, nell'affetto, nel desiderio, nella meditazione, nelle giaculatorie, nei sospiri. Impariamo da ciò che se preghiamo male, è perché non abbiamo con noi lo Spirito Santo; noi non preghiamo né con lui né per mezzo di lui; noi l'impediamo di operare in noi, lo costringiamo ad uscire fuori di noi.
5° «Lo Spirito Santo non è mai senza virtù, dice S. Ambrogio, e non si dà virtù fuori dello Spirito Santo (Offic.). Lo Spirito Santo esorta, incita, inspira, consola. S. Bernardo scrive che lo Spirito Santo quando investe un'anima, la rende conoscente della verità e fervorosa di spirito: le fa aspirare Dio, abita in lei, la riempie, la glorifica. Venendo in noi, ci predestina; toccando ci col suo soffio, ci chiama; abitando in noi, ci giustifica; impadronendosi di noi, ci colma di beni; glorificandoci, ci ricompensa (Serm. XX, inter Parvos). Quantunque lo Spirito Santo già si trovi nell'anima fedele per la sua essenza, potenza e presenza, egli tuttavia nuovamente le si dà quando è giustificata, per essere in lei in modo nuovo, come in suo tempio per santificarla con la carità e renderla partecipe del suo amore, essendo egli il primo amore, l'amore increato.
«Lo Spirito del Signore, dice Isaia, riposerà su di lui, spirito di sapienza e d'intelligenza, spirito di consiglio e di forza, spirito di scienza e di pietà; spirito di timore del Signore» (ISAI. XI, 2-3). Ecco i sette doni dello Spirito Santo. Il dono della sapienza ci fa contemplare le cose divine ed eterne… Il dono dell'intelligenza ci fa penetrare le cose difficili ed oscure, principalmente quelle che si trovano nella Sacra Scrittura… Il dono del consiglio ordina la nostra condotta e le nostre azioni… Il dono della forza ci fa superare tutti gli ostacoli che si oppongono alla nostra salute, perfino la morte medesima… Il dono della scienza ci rende edotti di quello che conduce alla salvezza e del modo di bene usare dei mezzi che ci sono dati per questo… Il dono della pietà ci dispone a rispettare ed amare Dio e il prossimo… Il dono del timore di Dio racchiude in sé tutti gli altri doni; questo timore ci tiene lontani dal peccato e ci fa praticare la virtù. Oltre i predetti sette doni, San Paolo enumera dodici frutti prodotti dallo Spirito Santo, che sono: la carità, la gioia, la pace, la pazienza, la benignità, la bontà, la longanimità, la mansuetudine, la fede, la modestia, la continenza, la castità (Gal. V, 22-23).
Ecco, secondo S. Gregorio Papa, quali effetti producono nell'anima i doni dello Spirito Santo: «Lo Spirito Santo ci avverte, ci commuove, ci ammaestra. Avverte la memoria, commuove la volontà, istruisce la ragione. Per difenderci dalla stoltezza, ci dà la sapienza; per difenderci dalla stupidità, ci dona la intelligenza; per difenderci dalla leggerezza e dalla presunzione, ci dà il consiglio; per difenderci dal timore, dall'ignoranza, dall'indurimento e dall'orgoglio, ci dà la forza, la scienza, la pietà, il timor di Dio (In Exod.)». Per mezzo dei doni dello Spirito Santo, dice il Venerabile Beda, i Santi trovano la porta alla vita celeste. Sono umili per il timore, misericordiosi per l'applicazione alla pietà, discreti per la scienza, liberi per la forza dell'anima, prudenti per il consiglio, previdenti per l'intelligenza, sensati per la sapienza (De Spirito Sanct.).
S. Basilio, nella sua Omelia su la fede, dice: Come il sole non perde nulla della sua sostanza illuminando il mondo, così lo Spirito Santo non perde nulla della sua pienezza infinita, comunicando le sue grazie. Egli illumina tutti gli uomini per far loro conoscere Iddio; inspira i profeti, rende savi i legislatori, consacra i sacerdoti, dà la forza ai re, perfeziona i giusti, adorna gli umili, guarisce gli infermi risuscita i morti, spezza le catene ai peccatori; adotta per mezzo della rigenerazione gli stranieri in figli. Per lui, i deboli diventano forti, i poveri salgono a immense ricchezze, i più ignoranti riescono i più dotti, i soli e veri dotti… Si legge nella Scrittura che lo Spirito del Signore riempì il globo della terra; ora per questo possiamo intendere il circolo delle potenze dell'anima; infatti l'intelletto è da lui riempito di scienza e di prudenza; l'immaginazione di sapienza e di tranquillità; la volontà di virtù e di coraggio; il corpo di sanità, di robustezza e di energia…
S. Giovanni Crisostomo dice: «Lo Spirito Santo scaccia dal cuore dell'uomo la malizia e v'introduce l'umanità; distrugge la schiavitù e vi sostituisce la libertà… Esso fece degli Apostoli altrettanti vignaioli spirituali, pescatori di uomini, e colonne, e medici, e guide, e dottori, e porti di salvezza, e piloti, e pastori, e atleti, e guerrieri, e vincitori incoronati. Lo Spirito Santo è la ristorazione della nostra immagine, la perfezione dell'anima spirituale, il sole degli occhi della mente, il legame della nostra unione con Gesù Cristo; è la gioia delle anime nostre, l'allegrezza del cuore; è un fuoco ardente, una sorgente di acqua viva. Consola quelli che piangono, rasserena i mesti, comunica la sapienza, insinua la prudenza. Da lui sono illuminati i profeti, unti i re, ordinati i sacerdoti, manifestati i dottori. Per lui la Chiesa è santificata, sono eretti gli altari, l'olio è consecrato, le acque sono purificate, scacciati i demoni, guarite le malattie (Serm. de Pentec.)».
La Scrittura nota, di S. Stefano, che essendo egli pieno di Spirito Santo, e tenendo gli occhi al cielo, vide la gloria di Dio (Act. VII, 55). Infatti chi è inspirato dallo Spirito Santo, dice S. Pier Damiani, vilipende le cose terrene, e intende unicamente alle celesti ed eterne (Epist.)». Le anime inspirate e illuminate dallo Spirito Santo, s'innalzano, dice S. Basilio, alla spiritualità: diventano il tempio, la dimora delle grazie, dello Spirito Santo medesimo in persona; fanno sì scendere anche su gli altri la grazia di lui. Per lo Spirito Santo, diventiamo Dei. Lo Spirito Santo, dice S. Ambrogio, non solamente dissipa la tristezza, i crucci, i cattivi pensieri; ma ci dà pure il ricordo di Dio, di modo che possiamo dire con Davide: Io mi sono ricordato del Signore e mi sentii inondato di gioia (In Symb.).
Lo Spirito Santo si è qualificato egli medesimo come spirito. d'intelligenza, santo, unico, molteplice, sottile, eloquente, pronto, incorruttibile, certo, dolce, amante del bene, penetrante, infallibile, benefico, amico degli uomini, immutabile, indefettibile, calmo, sicuro, fornito di ogni virtù, previdente, comprendente ogni spirito, intelligibile, vivo, puro (Sap. VII, 22-23). «Il vostro spirito buono e soccorrevole, o Signore, mi condurrà nella terra del vero e del giusto», esclama il Salmista (Psalm. CXLII, 10). «O come buono e soave è in ogni. cosa il vostro spirito, o Signore», esclama il Savio (Sap. XII, 4).
L'Ecclesiastico dice che l'uomo all'ombra della Sapienza sarà difeso dal caldo e si riposerà nella gloria (Eccli. XIV, 27). Gesù Cristo è la sapienza increata cui allude qui l'Ecclesiastico, quindi, come spiega S. Gregorio, l'ombra di Gesù Cristo è la protezione dello Spirito Santo: infatti lo Spirito Santo adombra l'anima che riempie; tempera l'ardore di ogni sorta di tentazioni; e quando lambisce l'anima col soffio della sua dolcezza, ne allontana tutto ciò che era arido; fà rinverdire ciò che era appassito; per questo soffio divino la forza rinasce e l'uomo corre con nuova lena verso la vita eterna (In Exod.). Lo Spirito di Gesù Cristo, dice S. Bernardo, è lo Spirito buono, santo, retto, dolce; è lo spirito potente che appiana le difficoltà, purga i cuori, fortifica i deboli, rende facile quello che è penoso, inspira la gioia tra gli insulti (In Exod.). Ah! diciamo dunque con S. Agostino: «O Spirito divino, ispirami sempre sante azioni, affinché vi pensi; sforzami a farle; persuadimi di amarle; tu confermami, acciocché in me ti conservi; custodiscimi, affinché mai non ti perda (Soliloq.)».
«Voi siete lavati, scrive S. Paolo, siete santificati, siete giustificati nello spirito del nostro Dio» (I Cor VI, 11). «Non avete già rIcevuto lo spirito di servitù, ma lo spirito di adozione dei figli, spirito il quale ci fa gridare: Abba, Padre. Poiché lo Spirito Santo medesimo testimonia al nostro spirito che noi siamo figli di Dio» (Rom. VIII, 15-16). In virtù di quest'adozione in figli di Dio, noi non riceviamo solamente la grazia, la carità e gli altri doni dello Spirito Santo, ma riceviamo lui medesimo che è il dono primo ed increato. Lo Spirito Santo si unisce volontariamente ai suoi doni, alla sua grazia, alla sua carità; egli ci, dà se medesimo, personalmente e sostanzialmente, secondo le parole dell'Apostolo ai Romani: «La carità di Dio si è diffusa nei nostri cuori, per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (Rom. V, 5), e quelle altre ai Galati: «Perché voi siete suoi figli, Dio ha inviato nei vostri cuori lo Spirito del Figliuol suo che grida: Abba, Padre»
(Galat. IV, 6). E’ effetto della somma bontà di Dio, che torna a nostro sommo onore e ad elevazione nostra altissima, se ricevendo la grazia e la carità, noi riceviamo nel medesimo tempo la persona dello Spirito Santo che si unisce volontariamente alla sua carità ed alla sua grazia, e se per esse egli abita personalmente in noi, ci vivifica, ci adotta, ci deifica e ci dispone ad ogni bene…
Ma non basta: Lo Spirito Santo, discendendo personalmente nell'anima giusta, conduce con sé il Padre e il Figlio, perché è inseparabile da loro. Perciò tutta la Trinità SS. viene personalmente e sostanzialmente nell'anima che è giustificata ed adottata: vi abita e dimora come in suo tempio, fino a tanto che l'anima persevera nella giustizia, secondo quella sentenza di S. Giovanni: «Dio è carità, e chiunque rimane nella carità, dimora in Dio e Dio in lui» (l IOANN. IV, 16); e quell'altra di S. Paolo: «Chi sta unito a Dio, forma un medesimo spirito con lui» (l Cor VI, 17). Questo è appunto ciò che Gesù Cristo domandò ed ottenne da suo Padre con quella preghiera fattagli la sera innanzi alla sua passione: «Padre Santo, conserva nel tuo nome quelli che mi hai dato, affinché essi siano una cosa sola, come noi; affinché, come tu, Padre, sei in me ed io sono in te, essi siano una sola cosa in noi» (IOANN. XVII, 11-21); che vuol dire, affinché partecipino dello Spirito Santo. sì uniscano a lui, e per mezzo di lui alle altre persone divine… Per conseguenza tutti sono uno, in una medesima cosa individuale, cioè nello Spirito Santo, come le tre persone divine sono uno in una medesima natura divina. Così spiegano il detto testo S. Cirillo, San Atanasio, ecc.
6. MEZZI PER RICEVERE LO SPIRITO SANTO. – «Come le immagini degli oggetti non si possono ricevere né vedere in uno specchio offuscato, così l'uomo non può ricevere, dice S. Basilio, il lume dello Spirito Santo, senza che scacci fuori di sé il peccato e l'affetto alla carne (De Spir. S.)». Ecco perché l'Apostolo delle genti scriveva agli Efesini: «Non contristate lo Spirito Santo di cui avete ricevuto l'impronta il giorno della redenzione» (Eph. IV, 30)… Una preghiera fervente attira lo Spirito Santo… Una carità ardente lo fa discendere sino all'anima e innalza l'anima fino a lui, e li unisce insieme, poiché lo Spirito Santo, essendo tutto carità, stabilisce la sua dimora nel cuore pieno di carità… Una profonda umiltà è la via che conduce a noi lo Spirito Santo… La purità lo ritiene.
7. IL SACRAMENTO DELLA CRESIMA CONSISTE NELL'IMPOSIZIONE DELLE MANI E NELL'UNZIONE DEL SACRO CRISMA. – L'imposizione delle mani per la Cresima deriva dagli Apostoli… Pietro e Giovanni, mandati agli abitanti di Samaria, imposero loro le mani, e questi ricevettero lo Spirito Santo (Act. VIII, 17). Avendo Paolo imposto le mani a quelli ch'erano stati battezzati, discese su di loro lo Spirito Santo (Ibid. XIX, 6). La materia del sacramento della Cresima è il santo crisma. Come l'olio nutre e rinforza il corpo, così la Confermazione nutre e fortifica l'anima… Inoltre l'olio dà e conserva la bellezza ai corpi solidi, come al ferro, al legno, alla pietra, la preserva dalla ruggine, dai vermi, dalla carie; e così pure la Cresima comunica all'anima la solidità e il lustro, le dà una forza che la preserva dall'accidia, dalla ruggine spirituale, dalla corruzione. Gli atleti si ungevano di olio prima di entrare in lizza con i loro avversari; noi abbisogniamo dell'unzione divina del sacramento della Cresima, per combattere, vincere, prostrare i demoni ed i nemici tutti della nostra salute… Con l'olio è mescolato il balsamo, per insegnarci a spargere dappertutto il buon odore di Gesù Cristo, il grato olezzo delle virtù e dei buoni esempi.
La forma del sacramento della Confermazione sta in quelle parole che il Vescovo pronunzia mentre fa l'unzione su la fronte: «Io ti segno col segno della croce e ti confermo col crisma della salute, nel nome del Padre, e del Figlio, e dello Spirito Santo». – La Chiesa ha adottato e mantenuto questa formola che le fu trasmessa da antichissima e continua tradizione; del resto essa è assai chiaramente indicata da quelle parole di San Paolo ai Corinzi: «E’ Dio che ci conferma nel Cristo, e che ci ha unti, e segnati; e ci ha dato in pegno lo Spirito nei cuori nostri» (II Cor. I, 21-22). Il Vescovo ci segna. con la croce su la fronte, perché noi non arrossiamo di essere cristiani, e per renderci vittoriosi di ogni ostacolo… Il Vescovo fa l'unzione per far discendere su di noi le grazie dello Spirito Santo e fortificarci… Nel nome della Trinità egli compie questi mistici riti…
8. DIFFERENZA TRA IL BATTESIMO E LA CRESIMA; SIGNIFICATO DELL'IMPOSIZIONE DELLE MANI E DELLO SCHIAFFO. – La grazia della Confermazione è assai differente da quella del Battesimo. L'effetto della grazia battesimale è di generare un figlio a Dio, quella della Cresima forma di questo figlio un valente soldato di Gesù Cristo. «Nel Battesimo, dice S. Pier Damiani, lo Spirito Santo ci è dato per il perdono, nella Cresima per il combattimento. Nel Battesimo siamo mondati dalle iniquità, nella Cresima siamo fortificati nelle virtù (Serm. I, de Dedicat.). Considerate il cambiamento operato negli Apostoli il dì della Pentecoste e avrete un'idea dei mirabili effetti della Confermazione.
Questo Sacramento è necessario a quelli che lo possono ricevere.
Trascurarlo sarebbe colpa grave. Esso richiede lo stato di grazia ed imprime un carattere indelebile…
Il Vescovo impone le mani sul capo del cresimando, 1° per indicare che siamo protetti dalla potenza dello Spirito Santo il quale si fa per noi scudo impenetrabile a tutte le saette nemiche… 2° Quest'imposizione significa che noi siamo vittime consecrate ed offerte al Signore; perché nell'antica legge si mettevano le mani su le vittime destinate al sacrifizio… 3° Indica che Dio ci governa, ci tiene, ci conduce in modo affatto speciale, che la sua mano ci regge e sostiene come figli che partecipano più perfettamente allo spirito di adozione dei figli di Dio… 4° Figura la remissione dei peccati veniali, ed anche dei mortali involontariamente dimenticati, la quale si riceve per mezzo di questo Sacramento, perché questo tocco delle mani è simbolo della riconciliazione e dell'unione con Dio. «Si unge il corpo, osservava già Tertulliano, affinché l'anima sia consecrata; si segna della croce la carne, affinché l'anima sia fortificata; si fa ombra alla carne con la imposizione delle mani, affinché l'anima sia illuminata (De Resurr. carn.)».
Dopo i predetti riti, il Vescovo dà su la guancia del cresimato un leggero schiaffo, per ricordargli che è divenuto soldato, non per battere ma per soffrire, non per fare ingiurie, ma per tollerarle, in ciò consistendo il suo combattimento e la sua vittoria.