S. TOMMASO DI CHANTELOUP (1218-1282)

Vescovo del XIII secolo di Hereford, in Inghilterra, discendeva da una famiglia originaria dell'ltalia, probabilmente Cantalupo nel Sannio. Tommaso nacque in Inghilterra ad Hambleden e venne battezzato con un nome ispirato alla devozione per San Tommaso Becket, l'Arcivescovo Martire di Canterbury. Uomo di studio e di dottrina, dovette comportarsi anche come uomo di azione, per comporre controversie che, nate da questioni dottrinali, sfociavano poi in contrasti pratici e addirittura in fazioni politiche. Il Vescovo di Hereford dovette sfoderare il suo spirito combattivo quando si accese una controversia tra lui e il nuovo Arcivescovo di Canterbury, Giovanni Peckham. Morì a Montefiascone, sul lago di Bolsena, nel 1282 e fu sepolto nel monastero di San Severo.

Questo santo vescovo, giurista e teologo, Dio lo donò alla chiesa d'Inghilterra nel momento in cui stavano per terminare la loro carriera mortale San Domenico di Guzmàn (+1221) e San Francesco di Assisi (+1226). Nacque difatti il 1218 a Hambleden, presso Great Marlow, nella contea di Berkshire, da Guglielmo di Chanteloup, maggiordomo del re Giovanni Senzaterra (+1216) e famoso guerriero, che contribuì ad assicurare la corona ad Enrico III (+1207-1272), figlio maggiore del precedente sovrano, liberando le terre inglesi occupate dai francesi e dai baroni ribelli. Di valido aiuto al re nel consolidamento del potere fu pure S. Edmondo Ric (+1240), arcivescovo di Canterbury.
I Chanteloup, originari della Normandia (Francia), erano sbarcati in Inghilterra con il loro duca Guglielmo, detto il Conquistatore (+1087), il quale, dopo la battaglia di Hastings (1066) in cui perì il re Aroldo II, li aveva ricompensati con terre e onorificenze. Tommaso ebbe per madre Melianta, figlia di un barone normanno, Ugo de Guarnay. Suo padre, in qualità di gran maestro del regno, era costretto a vivere a corte. Ben conoscendo i pericoli che vi avrebbero potuto incontrare i suoi figli, prese tutte le precauzioni affinchè fossero educati conforme ai principi del cristianesimo.
Allorché Tommaso, primogenito della famiglia, fu in grado di apprendere i primi rudimenti delle scienze, il padre lo affidò alle cure di Guglielmo di Chanteloup, vescovo di Hereford e suo parente, e poi di Roberto Kilwardby (+1279), maestro di teologia allo studio di Oxford dopo la sua entrata tra i Frati Predicatori, arcivescovo di Canterbury per volere del papa Beato Gregorio X (1272) e cardinale-vescovo di Porto e Santa Rufina per volere di Nicolò III (1278). Il diligente discepolo fece rapidi progressi nello studio, che santificava con una vita di pietà e di ubbidienza.
Il santo, con il fratello Ugo, andò a studiare filosofia all'università di Parigi che, al dire di un legato pontificio, era "il forno in cui si cuoceva il pane intellettuale dell'universo". I due fratelli conducevano un ben ordinato genere di vita. Avevano a disposizione un cappellano e un maestro. In riconoscenza a Dio di tanti benefici vollero prendere con sé due studenti poveri e sfamare una decina di mendicanti. S. Luigi IX (+1270), re di Francia, li onorò di una sua visita, tanto apprezzava la loro santità di vita. Non è improbabile che abbiano seguito pure le lezioni che nell'università tenne nel 1245 S. Alberto Magno (+1280), maestro di S. Tommaso di Aquino (+1274).
Tommaso di Chanteloup quando Innocenzo IV radunò a Lione, nel 1245, il XIII concilio ecumenico per scomunicare e deporre l'imperatore Federico II (+1250), vi si recò per incontrarsi con degli amici.
In seguito alle raccomandazioni di qualche vescovo o teologo che conosceva l'inclinazione di lui alla vita ecclesiastica, ottenne di essere promosso alla dignità di cappellano del papa. Per rendersi più utile alla chiesa e alla patria, il santo andò a perfezionarsi nel diritto civile ad Orléans, e poi in quello canonico a Parigi. Poté così insegnarlo all'università di Oxford, riconosciuta nel 1214 da Giovanni Senzaterra, di cui divenne nel 1262 cancelliere.
Il re Enrico III, debole e vile, in quel tempo era in lotta con i baroni, guidati da Simone di Montfort, conte di Leicester, i quali erano riusciti a porre il sovrano sotto il controllo di un comitato baronale con le Provvisioni di Oxford (1258). Dopo alcuni anni di confusione, il monarca riuscì a farle annullare ad Amiens (1264) con l'arbitrato di S. Ludovico IX. Enrico III aveva mandato a rappresentarlo Tommaso di Chanteloup. Allora Simone di Montfort riprese, indispettito, le armi contro il re e in una vittoria lo fece prigioniero con il figlio maggiore, Edoardo. Fu creato un nuovo consiglio del piccolo gruppo dei baroni che sostenevano Montfort ; questi convocò rappresentanti di tutte le classi al parlamento nel gennaio 1265 e fu così costituita la prima assemblea. La nobiltà vittoriosa nominò Tommaso cancelliere d'Inghilterra. Edoardo, però, essendo riuscito a fuggire, raccolse un esercito e sconfisse e uccise il Montfort ad Everham il 4-8-1285. Enrico III risalì al trono, invece Tommaso fu costretto a rifugiarsi a Parigi. La sottomissione e la pace furono ristabilite dopo una feroce politica di confische (1266). Anche Tommaso riacquistò il favore reale, ma in quelle circostanze egli preferì limitare la sua attività agli studi teologici, tenendo conferenze sulle lettere di S. Paolo e l'Apocalisse.
Nel 1272 il santo ritornò a insegnare ad Oxford senza trascurare i suoi studi. Conseguì difatti il dottorato in teologia nella chiesa dei Domenicani.
In quella occasione il suo antico maestro e confessore, Roberto Kilwardby, diventato arcivescovo di Canterbury, volle tesserne l'elogio. L'uditorio rimase edificato al sentire dalla sua bocca che il suo discepolo aveva conservata intatta l'innocenza battesimale. Nel 1274 Tommaso fu invitato da Gregorio X a prendere parte a Lione al concilio ecumenico XIV, convocato per studiare la riforma della Chiesa, i soccorsi alla Terra Santa e l'unione della chiesa greca con la latina. Durante i lavori morì S. Bonaventura. Tommaso seppe circondarsi di molta stima se ancora una volta fu nominato cappellano del papa.
Quando ritornò ad Oxford riprese il posto di cancelliere dell'università. Nella sua persona egli cumulava pure diversi altri benefìci con cura d'anime e percepiva delle entrate considerevoli. Anziché ammassare tesori per sé o per i suoi parenti, egli se ne serviva per la conservazione degli edifici di cui aveva la sorveglianza, le elemosine ai bisognosi e l'ospitalità ai pellegrini. Visitava sovente le parrocchie, le difendeva con fermezza dalle bramosie dei cattivi, esercitava in esse il sacro ministero con zelo e, quando era assente, si preoccupava perché gli ecclesiastici che lo sostituivano non trascurassero i poveri e i malati. In tale maniera la sua bontà irraggiava su tutte le miserie esistenti attorno ad Oxford.
Nel 1275 Tommaso fu eletto vescovo di Hereford, capitale della contea omonima, confinante con la regione del Galles. Fu consacrato a Canterbury con l'assistenza dei prelati di Londra e di Rochester. Le relazioni familiari avevano procurato al santo, verso la parte meridionale della suddetta regione, numerosi beni, ma egli se ne servì per moltiplicare le opere di misericordia a favore dei poveri, che chiamava suoi fratelli. Tommaso godeva perciò di molta considerazione presso la corte. Edoardo I (+1307) lo elesse difatti membro del suo consiglio privato ed egli, per le sue capacità, divenne una delle principali personalità delle assemblee ufficiali.
Ciò nonostante non cessò di raddoppiare il suo sforzo per diventare ogni giorno di più un pastore secondo il cuore di Dio, fare regnare l'ordine nella sua chiesa, farne rispettare i diritti. Un sommo disprezzo del mondo gli faceva trovare le delizie in una continua unione con Dio mediante la preghiera, la meditazione e lo studio. Mortificava la sua carne con le veglie, i digiuni e altre austerità. Portò il cilicio fino alla morte benché fosse di costituzione malaticcia e andasse soggetto a frequenti coliche. Sua sorella, Lady Tregoz, un giorno avrebbe voluto buttargli le braccia al collo, ma egli le permise soltanto di baciargli la mano. Non stupisce, quindi, che egli. bello di viso, di capelli rossi, apparisse a tutti angelico nell'atteggiamento.
Non c'era pericolo che Tommaso si lasciasse sfuggire un moto di collera tanto era padrone di sé. Guadagnava i suoi nemici con la pazienza. La più piccola maldicenza lo faceva inorridire. Soltanto con gli ebrei fu severo, e si adoperò perché fossero esiliati o sorvegliati dal re a motivo delle loro usure ed esosità.
Tommaso, grande vescovo e signore, dallo spirito guerriero di un barone e dall'umore processuale di un avvocato, nel 1278 ebbe ragione di un potente conte. Nel 1279 ebbe dei contrasti con il nuovo arcivescovo di Canterbury, Giovanni de Pecham, francescano (+1292), geloso assertore dei diritti della sua chiesa primaziale. Per evitare l'interdetto, Tommaso si rifugiò in Normandia e non poté ritornare nella propria sede se non nel 1282, dopo che si era appellato a Roma e aveva appoggiato le sue richieste con donativi. Il duello tra il primate d'Inghilterra e il suo suffraganeo riprese serrato. Essendo stato scomunicato, Tommaso partì per l'Italia.
Fu ben ricevuto alla corte di Martino IV in Orvieto. Giuridicamente il suo caso risultava dubbio. Ritornò quindi in Inghilterra, ma a Montefiascone (Viterbo) il caldo e le infermità lo costrinsero a mettersi a letto.
Morì, assolto dalla scomunica, il 25-8-1282.
Provvisoriamente Tommaso di Chanteloup fu seppellito nella chiesa del monastero di San Severo, poi fu portato nella cattedrale di Hereford. L'arcivescovo di Canterbury non ebbe riguardi per il defunto, ma il clero e il popolo di Hereford furono per il loro vescovo defunto. Lo si costatò bene quando fu eletto per succedergli il suo devoto amico, Richard de Swinfield, il quale fece proprio lo stemma di Tommaso, come tutti gli altri vescovi della diocesi.
Il conte di Cornovaglia, Edmondo, figlio di Riccardo, re dei Romani, secondogenito di Giovanni Senzaterra, per la grande ammirazione che nutriva per il santo, fece riporre il capo di lui in un ricco reliquiario e conservare nel monastero da lui fondato ad Ashridge nel Buckinghamshire. Nel 1287 le reliquie di Tommaso furono solennemente traslate e riposte in un mausoleo marmoreo della cattedrale alla presenza del re Edoardo III. Per i miracoli che sulla sua tomba si verificarono Giovanni XXII lo canonizzò nel 1317.
___________________
Sac. Guido Pettinati SSP,
I Santi canonizzati del giorno, vol. 8, Udine: ed. Segno, 1991, pp. 284-288
http://www.edizionisegno.it/