"Cardinale Pietro Parente; Mons. Antonio Piolanti; Mons. Salvatore Garofalo: Voci selezionate dal Dizionario di Teologia Dogmatica". LIBERTÀ (umana): è una proprietà essenziale della volontà e consiste radicalmente nel dominio dei propri atti, per cui la volontà può volere o non volere; volere una cosa piuttosto che un'altra.
La volontà è una facoltà appetitiva propria di ogni essere intelligente: essa ha per oggetto il bene, che coincide con l'ente e quindi per sé non include limiti, come il vero, oggetto dell'intelligenza. Pertanto la volontà ha una potenzialità quasi infinita, in rapporto al bene puro, assoluto. Se la volontà si trovasse davanti al bene assoluto suo oggetto e fine adeguato, non potrebbe non aderire ad esso, anzi vi aderirebbe necessariamene (non però, di una necessità cieca). Ma siccome la volontà umana si trova in mezzo alle creature, che sono enti e beni limitati. non può essere determinata necessariamente da nessuno di essi, anzi li domina con una indifferenza attiva, per cui può scegliere l'uno o l'altro o nessuno secondo il giudizio della ragione, che considera il rapporto di quei beni particolari come mezzi più o meno utili al fine. La libertà può essere di esercizio o contraddizione (volere o non volere, di specificazione (volere una cosa piuttosto che un'altra), di contrarietà (volere il bene o il suo contrario, il male). Poter fare il male è un difetto della volontà umana, che per se tende al bene. La vera libertà è nella scelta del bene. Questa è la libertà fisica o libero arbitrio, che si dimostra col testimonio della coscienza individuale e sociale: l'uomo sente di essere libero prima, durante e dopo l'azione; e in base a questa certezza l'umanità punisce o premia chi fa il male o chi fa il bene. Senza la libertà non ci sarebbe responsabilità e quindi cadrebbe il mondo morale. Oltre alla libertà fisica, detta anche psicologica, c'è la libertà morale, che consiste nell'immunità da obbligazione (legge): tale libertà in senso assoluto esiste soltanto in Dio, autore della legge. Nell'uomo c'è l'immunità da questa o da quella legge, ma non da ogni legge e però la libertà morale umana è limitata. Pertanto l'uomo fisicamente può volere a suo arbitrio, mentre moralmente la sua libertà è subordinata alle esigenze della legge e del fine supremo della vita.
Errori: Fatalismo, che subordina il mondo e l'uomo a una ferrea e cieca volontà, chiamata anche destino (v. questa voce). Più insidioso ancora è il determinismo, secondo il quale l'uomo crede d'essere libero mentre la sua azione è la risultante di coefficienti psicologici ed esterni che portano necessariamente a quell'azione.
La Chiesa ha sempre difeso la libertà umana anche di fronte alla scienza e volontà divina e sotto l'azione della grazia; ha condannato invece ogni attentato alla libertà (vedi: Predestinazianismo, Luteranismo. Giansenismo). Cfr. DB, 317, 615, 1904,
Per la libertà di Dio e di Gesù Cristo in quanto Uomo v. Volontà.