Cardinale Pietro Parente; Mons. Antonio Piolanti; Mons. Salvatore Garofalo: Voci selezionate dal Dizionario di Teologia Dogmatica. IMPOSIZIONE (delle mani): con questa espressione si indica il semplice e spontaneo gesto di porre le mani sopra il capo o qualche altra parte nobile (p. e. gli occhi, la fronte) di una persona o anche di un animale (come nella cerimonia ebraica del capro espiatorio) allo scopo di produrre un effetto (p. e. una benedizione, una guarigione) o di trasmettere un potere. A volerlo classificare si può dire che è triplice l'uso di questo rito: biblico, liturgico, sacramentale.
Nella S. Scrittura, particolarmente nel N. T., traviamo spesso usata l'imposizione delle mani da parte di Gesù, degli Apostoli e dei primi missionari evangelici al fine di produrre una guarigione. Nelle varie liturgie è usato non raramente durante le cerimonie che precedono o seguono l'amministrazione di alcuni sacramenti, p. e. del Battesimo. Nell'antichità cristiana rivestiva singolare importanza l'imposizione delle mani nella riconciliazione dei penitenti e degli eretici. In due sacramenti, propriamente nella Cresima e nell'Ordine (v. questa voce), la *, secondo l'opinione oggi più comune, è parte costitutiva e quindi indispensabile del segno sacramentale (materia del sacramento: v. questa voce).